9.29.2012

Il live per il week-end

Si tratterà pur solo di 15 minuti di immagini tra l'altro sgranate, però...trovatemi altri 15 minuti di altrettanta meraviglia! :)
A Winged Victory for the Sullen - "A Symphony Pathetique":


Buon Ascolto! :)

9.27.2012

Architecture of Loss

                                                                                                                       

VALGEIR SIGURDSSON - "ARCHITECTURE OF LOSS"     
Ogni produzione della Bedroom Community, label fondata dallo stesso Sigurdsson nel 2006 a Reykjavik, prima di essere il risultato del lavoro di un singolo componente  dell'etichetta, è il risultato del lavoro collettivo di un gruppo di musicisti di formazione classica che da tempo portano avanti in sinergia un progetto comune (seppur con le proprie diramazioni), ossia l'intenzione di andare oltre ad ogni definizione di genere e categorie, unendo strumenti classici (persino orchestre sinfoniche) all'elettronica e creando un' inconfondibile miscela di sperimentazione capace di unire classica, ambient, drone, folk e quant'altro. I membri del collettivo (di cui su questo spazio web si è più e più volte parlato), sono: Valgeir Sigurdsson, Nico Muhly, Ben Frost, Nadia Sirota, Daniel Bjarnasson, Sam Amidon e Puzzle Muteson
Trattandosi di un collettivo, per tutti coloro che ben conoscono le precedenti produzioni sia di Sigurdsson che degli altri membri, si può quindi parlare di un ulteriore cambio di direzione, o meglio, uno sviluppo ancor più ambizioso ed affascinante, in cui la combinazione classica/elettronica viene certamente mantenuta, ma ora sono gli stessi strumenti classici ed in particolare gli archi a trasformarsi in suoni sintetici, drone, soundscapes ed in qualcosa di indefinibile. Se si pensa all'album "Solaris" in cui Ben Frost e Daniel Bjarnasson sono riusciti a trasformare il suono di un'intera orchestra sinfonica in qualcosa di sintetico e persino drone, od ancora alla recente collaborazione tra Nico Muhly e Nadia Sirota (a breve ne scriverò), si ha un ottimo punto di partenza per capire la complessità di questa terza uscita di Sigurdsson
"Architecture of Loss" è stato inialmente commissionato come musica di accompagnamento per l'omonimo balletto diretto da Stephen Petronio per capire poi che l'intera composizione aveva un'identità a se e decidere dunque di pubblicarla come album, aggiungendo poi soltanto un brano, l'ultimo: "Gone not Forgotten".
I  collaboratori ufficiali di Sigurdsson in questo progetto sono: Nadia Sirota alla viola, Nico Muhly al pianoforte e Shahzad Ismaily alla chitarra, basso e percussioni, ma tornando al discorso del collettivo dietro ogni lavoro sotto Bedroom Community, bisogna dire che anche gli altri membri hanno messo, chi più, chi meno, il loro zampino nella sua realizzazione.
Se i precedenti "Ekvilibrium" e "Draumlandid" erano caratterizzati da una linea più melodica e da un maggior peso orchestrale a dare una sensazione solenne ma eterea, Architecture of Loss invece si presenta subito come un lavoro più oscuro e complesso, caratterizzato dall'alternarsi di momenti di forte tensione che si delineano con vere e proprie esplosioni sonore, e momenti di tregua in cui i suoni sembrano dissolversi e trasformarsi in melodia. Un dinamismo che trasforma le basse frequenze di un ronzio, nell'apertura in tono solenne di una viola ondeggiante che si sofferma su una singola nota per poi incresparsi e trasformarsi con forza in effetti drone sintetici, accompagnati dall'inalterata linea melodica del pianoforte. Momenti caotici ed irrequieti e momenti di malinconica tregua, il tutto a simboleggiare la perdita ed il dolore che da essa naturalmente consegue. Insomma, un lavoro per nulla adatto ad un ascolto distratto o confinato al seplice sottofondo quanto piuttosto bisognoso di una particolare attenzione per riuscire a cogliere la continuità nel processo di trasformazione di ogni singolo elemento strumentale.
Dopo un ascolto del genere, proiettato oltre ad ogni tipo di definizione e che riesce a trasformare l'organico in sintetico per poi tornare nuovamente all'organico, viene da chiedersi (come del resto dopo "Solaris"): quale potrà mai essere il passo successivo??
Qui sotto lascio il link dove si può ascoltare l'intero album in streaming fino a domenica:

Buon ascolto! :)

9.21.2012

Unknown Rooms

CHELSEA WOLFE  "UNKNOWN ROOMS  -  A COLLECTION OF ACOUSTIC SONGS"

Per chi già conosce la complessità di Chelsea Wolfe, ciò che salta subito all'occhio di questa sua terza pubblicazione è la copertina dell'album, uno scatto capace di evocare nell'immediato una sensazione di fragilità ed intimità, in qualche modo uno scatto dotato di calore, insomma, nulla a che vedere con le immagini inquietanti dei precedenti due lavori ed in particolar modo del suo secondo "Apokalypsis", sulla cui copertina la Wolfe era ritratta priva di occhi. Per chi invece si accinge all'ascolto di Chelsea Wolfe per la prima volta, e proprio con questo suo terzo album "intermedio", più che di complessità bisognerebbe parlare di mutevolezza, una mutevolezza di stile non in relazione al bisogno di accontentare un pubblico sempre più variegato e dunque vasto (3 album in 3 anni, ed un quarto previsto a breve, non sorreggono questo tipo di tesi), ma piuttosto una mutevolezza simile a quella di Josephine Foster (volendo trovare paragoni), dunque data dalla necessità di esplorare la propria voce in relazione a contesti differenti, mantenendo comunque costante la sua affinità con il lato oscuro. 
Nel 2010 pubblica il suo primo album "The Grime and the Glow", caratterizzato da sonorità lo-fi legate al drone, ed in qualche misura ad influenze metal, nel 2011 "Apokalypsis" la cui costruzione sonora è stata riassunta dalla stessa Wolfe come "goth-folk-sperimentale", e si può pensare a musiciste come Fever Ray, o Zola Jesus od ancora Soap&Skin se solo si amplifica l'aspetto dark legato ai testi. Testi che riguardano paranoie, visioni post-atomiche e mancanza di prospettive future, senza comunque dover ricorrere al paragone con i Picastro o agli Hangin Freud (altra storia e ben altro fascino). Il passo "intermedio", come definito dalla stessa Wolfe, od un'altra evoluzione se si pensa al discorso fatto fino ad ora, consta in un album acustico di soli 25 minuti, in cui ad accompagnare la chitarra e la voce della Wolfe (peraltro in questa occasione dotata di particolare grazia) vi sono Ezra Buchla alla viola, Andrea Calderon al violino e Daniel Denton al basso. Per la sottoscritta questo "Unknown Rooms: A Collection of Acoustic Songs" è stata la prima occasione di ascoltare Chelsea Wolfe, o meglio, incantata dal brano di apertura "Flatlands" in cui violino e viola si intrecciano delicatamente su un testo melanconico ed una voce priva di forzature e naturalmente sofferta, ed a seguire dall'intero album, registrato tra i boschi della California del Nord riuscendo ad ottenere, forse di conseguenza, un maggior calore sonoro comunque mantenendo inalterata la solita cupezza caratteristica della Wolfe, dunque catastrofi naturali, paranoie e testi lugubri, spaziando però questa volta tra un indie-folk e un dark-folk piuttosto ricercati ed eleganti. Le mie convinzioni di aver "trovato" una nuova reginetta folk-sperimentale, tipo una versione dark-side di Matteah Baim, sono state immediatemnte troncate andando a cercare su youtube qualche video che la riguardasse...trucco a dir poco pesante e look esagerati nell'enfatizzare il suo lato oscuro, ma non delusa dai suoi precedenti lavori che certamente hanno il loro fascino. Tornando al discorso della mutevolezza, dopo questo terzo album ne è previsto un quarto in uscita nel 2013 in cui questa volta la Wolfe si confronterà con un contesto elettronico...un buon presupposto, staremo a vedere! "Unknown Rooms: A Collection of Acoustic Songs" uscirà il 16 ottobre e per ora si trova in formato video soltanto un'incantevole versione di "Flatlands"...in attesa di altre sessioni live:

 
Questo invece è uno dei suoi "stati" precedenti:  

Buon Ascolto e week-end! :)

9.18.2012

Frost live

A venerdì per un album nuovo di pacca (era ora), per il momento Ben Frost...che va sempre comunque bene:

BEN FROST LIVE - PEG 2010 from Aurelie Doutre on Vimeo.


Buona visione! :)

9.12.2012

Dubbi amletici

Non so ancora se ricominciare subito con album oscuri e dal forte tono depressivo (un paio di album interessanti li avrei), oppure se ricominciare con qualcosa di più spensierato e solare...nel secondo caso certamente non sarà Shields dei Grizzly Bear (è solo una mia impressione, oppure non è assolutamente nulla di che, o comunque, affatto creativo come i precedenti?).
Per ora, anche se non ho ancora messo mano sul loro nuovo album, c'è questo:
Reunion


Fiction


Angels


Sunset


Buon ascolto! :)

9.09.2012

Frahm

I climi più freschi e la tranquillità dei paesi baltici stanno avendo un effetto ritemprante, ragion per cui ho pensato ad un piccolo strappo dal periodo di pausa vacanze (anche se Frahm è tedesco...):