10.30.2012

Night Sky - Sophie Hutchings

SOPHIE HUTCHINGS "NIGHT SKY"
In quella che viene definita musica "neo-classica", senza badare alle sottigliezze dei suoi svariati sotto-generi, è ormai diventato piuttosto frequente trovarsi ad ascoltare interi album concepiti attraverso l'osservazione di fenomeni naturali e delle interazioni che essi stringono con le attività umane (o forse sarebbe meglio invertire l'ordine); in ogni caso il ruolo del concept-album è divenuto pian piano sempre più centrale e diffuso. Restando nell'ambito neo-classico sono noti i lavori di compositori come la violoncellista islandese Hildur Gudnadottir che ha indagato sulle stratificazioni nuvolose, in seguito all'espandersi della luce ed ancora su un unico colore e le sue sfumature: il blu; altro compositore islandese piuttosto conosciuto è Valgeir Sigurdsson che ha scelto di concentrarsi in "Draumlandid" sul paesaggio alieno della sua terra, od ancora Julia Kent, capace di indagare sulle connessioni possibili tra il mondo artificiale ed il mondo naturale...e così via, i casi sono numerosi.
Non si discosta da questo prologo la pianista e compositrice di Sidney, Sophie Hutchings, che per la sua seconda uscita si è soffermata sul lasso di tempo che intercorre tra il crepuscolo ed i primi bagliori all'alba, da qui il titolo "Night Sky"...il cielo notturno e le sue suggestioni.
È da dire che non ci viene fornita indicazione sul periodo dell'anno in cui questa nottata ha luogo, se sia un lento imbrunire al termine di una lunga giornata estiva oppure il brusco far sera in un freddo pomeriggio invernale (invertendo i processi nel caso dell'emisfero australe), ma forse si tratta di un dettaglio che non ha poi così importanza. Ciò che conta però, in virtù del fatto che si tratta di un concept-album caratterizzato da una rara capacità di narrazione pressoché cinematografica ottenuta grazie ad una successione di tempi scanditi ed una complessità compositiva, è prestare una particolare attenzione al suo ascolto, tanto meglio se in un luogo in cui la visione delle stelle non è offuscata da nubi, smog ed inquinamento luminoso... Se poi non ci fosse questa possibilità ed il cielo è piuttosto plumbeo, beh...ci sono sempre quegli stickers piuttosto infantili che riprendono la forma di pianeti, stelle e lune...ovviamente un'offesa ad un lavoro così rifinito e poetico come "Night Sky" è ma tant'è se bisogna ricreare il contesto ideale all'ascolto per perdere i propri pensieri nella vastità dell'Universo che un cielo stellato è in grado di evocare :)
"Night Sky" si compone di 8 brani dotati di una maggiore ricchezza strumentale rispetto al precedente lavoro della Hutchings dal titolo "Becalmed", il pianoforte si lega a violoncello, violino, harmonium, percussioni e theremin a dare un aspetto cameristico di particolare umore melanconico e profonda carica emotiva. Un progressivo abbandonarsi al buio e con esso al sonno oppure alla contemplazione di questo fenomeno ciclico che si ripete quotidianamente eppure sempre carico di un senso di mistero, quasi primordiale...sensazione molto ben evocata dalla Huthcings tramite l'utilizzo di numerosi sussurri caotici e sovrapposti a riprendere le mille incertezze e domande che ci si pone davanti al buio.
Il buio e l'oscurità non sono dunque ricreati sotto-forma di atmosfere inquiete e negative, ma anzi, legati a sensazioni di quiete ed intimità, convertendo la musica in immagini nitide che seguono i gradi di luminosità.
"Half Hidden" apre l'album, siamo nella fase che precede il crepuscolo, il sole non è ancora tramontato dietro la linea dell'orizzonte, la sua sagoma è ancora visibile seppur gradualmente sempre più fioca. Il buio si costituisce lentamente, poche note al pianoforte si ripetono intervallate da lunghe pause per poi, quasi a voler dividere idealmente il brano in due parti, con dolcezza il piano diventa più omogeneo e si unisce al violoncello, al violino ed all'harmonium in una rara abilità di conversione della musica in immagini che seguono il fenomeno del tramonto e gli stati emotivi da esso provocati. Segue "Still Light", brano giocato su un breve accordo gradualmente discendente in tonalità, a riprendere il graduale diminuire d'intensità della luce e l'arrivo della notte; mentre "Shadowed" è di umore più melanconico ed introspettivo, in cui emergono i numerosi pensieri e riflessioni sotto-forma di echi. Il piano si sviluppa in un incantevole ed oscuro effetto a spirale mentre il violoncello da componente di sfondo, pian piano emerge con la sua carica emotiva in un lungo trascinarsi pregno di solitudine.
"Between Earth and Sky" si sviluppa in una lenta e graduale progressione di accordi al piano che si ripetono come loop fino al cambio improvviso di ritmo in un crescendo in cui lo stesso pianoforte assume un tratto singhiozzante, mentre il violoncello si evolve in suggestivi ed ipnotici glissando a cui si somma la sensazione astratta evocata dal theremin...il tutto in 7 minuti di rara grazia profondità.
"Saber's Beads" perfetto per una soundtrack, suona come un intermezzo, un momento di sospensione con note quasi improvvisate e dettate dal momento cui si aggiunge un tratto onirico all'harmonium.
Segue "By Night", un loop a cui ogni ripetizione si aggiunge una linea melodica, un brano di forte carica drammatica in cui oltre all'utilizzo del theremin si fa ricorso anche ad uno straziante oboe ed a qualche etereo vocalizzo che evoca abilmente quella strana ed indefinita sensazione di meraviglia ed impotenza che si prova nel silenzio della tarda notte.
Si procede con "The Near Side", siamo ormai al punto in cui inizia ad intravedersi il nuovo giorno, l'aurora che giunge e porta con se una leggera pioggia che fa da sottofondo. Il ciclo luce-buio di ripete ancora, come ogni giorno, lentamente l'atmosfera creata fino ad ora svanisce e con se il silenzioe la solitudine, le strade ricominciano a riempirsi di rumori, voci, a riempirsi della quotidianità. Il violoncello si fa meno oscuro e meno melanconico per far spazio ad atmosfere sognanti e macchinose che accompagnano lentamente ma sempre più da protagoniste la fine di un altro ennesimo ciclo. Infine "Last" a chiudere l'album, i suoni sono più caldi, così come la luminosità del sole via via più intensa inizia a riscaldare l'ambiente. Resta il ricordo confuso delle sensazioni portate dalla notte. Il pianoforte si fa più acuto, così come il violoncello, quasi a riprendere la sensazione dello scintillio dei raggi del sole su ciò che resta dell'umidità notturna.






Buon Ascolto! :)

5 commenti:

  1. http://soundcloud.com/sonic-pieces/sets/insa-donja-kai-insomnie/

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  2. Black Elk - Sparks - (Komu, 2012)
    consigliato

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  3. https://www.youtube.com/watch?v=QpRaurFwenc

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    1. Ringrazio per gli ottimi e ricercati consigli, sempre graditi! :)

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