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6.28.2012

Ryuichi Sakamoto/Alva Noto - Insen Live

Data la partecipazione al MiTo di Ryuichi Sakamoto/Alva Noto, con una data qui a Torino il prossimo 21/9 al Teatro Colosseo, e dato che i miei ascolti si sono ridotti drasticamente a causa degli esami universitari...:

SETLIST
1- INTRO
2- BERLIN
3- NOON
4- UOON 
5- MORNING + IANO
6- BARCO
7- NOR
8- TRIOON
9- XEROX
10- SIISX + MUR - Encore
11- AX. MR. L. - Encore
12- TRIOON - Second Angle
13- MORNING + IANO - Second Angle
14- UOON - Second Angle


Buon ascolto! :)

7.06.2011

Scandire i tempi di una giornata

Tre umori differenti, o forse meglio definirli come tre diversi momenti della giornata. Ascolti in stretta relazione quindi con le diverse necessità, al grado di attenzione, all'intensità della luce, alla stanchezza, al bisogno di starsene un po' da soli in tranquillità...

Point Reyes. Un Ep, nulla più che un Ep anche se piuttosto corposo come esordio per questa band che dati i presupposti sembra partire più che dignitosamente. Point Reyes è al tempo stesso una località californiana (dove credo sia originario il leader Asa Horvitz), da immaginarsela quindi come una classica cittadina balneare ed assolata che più di infinite band rock energiche o sonorità frivole e solari sembrerebbe non poter dare altro... ed anche in questo caso non ci si discosta poi molto da questa "tradizione", si tratta di un Ep è vero non sempre solare ma comunque  estivo, mattutino, insomma poco impegnativo ma non per questo insignificante, un violoncello ben ponderato che lascia perdere qualsiasi forma di virtuosismo per accompagnare in maniera sensata la voce (a volte anche irritante) di Horvitz e la sua chitarra. ...c'è da dire che Horvitz e band vivono a Brooklyn e che hanno lavorato anche molto in Europa, e dunque per fortuna loro l'influenza di altre sonorità si fa sentire! Fa piacere poi sapere che alla realizzazione ha contribuito anche Nat Baldwin e rendersi conto che i conti in effetti talvolta tornano. Qui


Si passa invece poi a sonorità più serie, meditative, soprattutto dilatate, sì, ma non ancora notturne, piuttosto adatte all'inbrunire; si tratta del progetto "Il Rumore del Fiore di Carta", band originaria del Molise e giunta con l'album "Lesson 3/How to Live without Senses" ormai appunto alla loro terza uscita. Che titolo suggestivo per quest'album, ma anche i titoli dei brani sono più che curiosi,  nel tentativo di dare una forma ad un album del tutto strumentale che rientra di tutto rispetto nel post-rock. Adatti se rientrano nei vostri gusti personali gruppi come "Giardini di Mirò" e perché no i "Mogwai" od ancora gli "Explosion in the Sky". Consiglio di andare a recuperare anche i loro due album precedenti, e siccome si tratta di una band che si autoproduce, non metterò qui alcun link per avere accesso al loro album, che comunque non è difficile da trovare in giro da qualche parte...
Così si ha un'idea di come suonino, sotto "Music for Vegan Vampires":


A questo punto si giunge ad un'intimità che richiede necessariamente il buio, il silenzio e la solitudine... Alva Noto non contento di aver fatto uscire sul finire dello scorso anno un album in collaborazione con Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten (ma non ne avevo scritto nulla??), comunque un capolavoro avanguardistico tra la sperimentazione elettronica minimale di Alva Noto e la sperimentazione vocale di Bargeld, che con la sua voce fabbrica frammenti che poi distorce, crea loops, alterazioni di tono...insomma ribadisco la parola capolavoro!... comunque Noto non appagato da tale meraviglia ha deciso per un'ennesima collaborazione con Ryuichi Sakamoto, la quinta per essere precisi...dal titolo "Summvs". Uno potrà pensare che alla lunga anche questo sodalizio possa annoiare e non trasmettere più nulla, ma invece ecco che arriva la variazione di programma, per carità le atmosfere restano minimali ed introspettive come sempre, ma questa volta ad una forse eccessiva freddezza dei capitoli passati, le sonorità si fanno più morbide, appunto più intime e meno cupe, fino ad arrivare all'apice dell'album, ossia alle due rivisitazioni di "By this River" di Brian Eno, l'una intervallata da pause perfettamente studiate capaci di arrivare ad una profondità emotiva inaspettata, l'altra versione invece molto, molto, molto dilatata, 8 minuti a dare quasi un effetto (termine che ho letto e mi è piaciuto molto) slow-motion. Qui
Anche se relativa al 2005...:


Buon ascolto!