7.27.2011

Ascolti complessi e confusioni geografiche

Prima di passare alla solita cupezza, subito qualcosa di ben più leggero (forse addirittura frivolo?...ma a me piace!); dopo 4 anni dalla sua ultima uscita  (piuttosto di successo) "The Reminder", il 4 ottobre uscirà il nuovo album di Leslie Feist. S'intitolerà "Metals", includerà 12 tracce ed oltre alla consolidata collaborazione con Gonzalez, si aggiungerà anche lo zampino (e che zampino!), di Valgeir Sigurdsson...sicchè a tempo debito il discorso verrà qui ampliato.
Ora si torna alla cupezza, ma forse più che questa, meglio dire "introspezione", a volte indigesta ed a volte inaspettatamente lineare, se non melodica...il tutto in 3 album (e per una volta gli archi quando presenti , sono solo una piccola aggiunta):

FENNESZ "Seven Stars"
Registrato lo scorso gennaio a Vienna in 3 settimane, con la collaborazione di Christoph Amann alla batteria nel brano "Seven Stars".
Da più parti ho letto che le intenzioni di Fennesz per quest'ultimo lavoro erano di fare un album più leggero, con sonorità meno violente ed ossessive ma che includesse anche questa "novità", l'aggiunta di una batteria. In effetti a ben ascoltarlo risulta subito chiaro che la sua indole di lunghi e sconfinati drone e suoni glitch è messa un po' da parte, sì,  permangono in 3 brani su 5 ma tutto sommato di breve durata e non così aggressivi, ma questi vengono meno nel brano "Luminal", e di sorpresa spariscono nella title-track "Seven Stars"...forse sono io che ho l'orecchio abituato alle sue distorsioni, ma a me pare un vero e proprio brano, persino dotato di melodia!
Intanto si sa che la sua terza collaborazione con Ryuichi Sakamoto, dal titolo  "Flumina", dovrebbe uscire a breve...ed anche per questo, il discorso verrà ampliato qui. Qui


NICHOLAS SZCZEPANIK "Please Stop Loving Me"
Cognome impronunciabile ed indefinibile la sua sonorità. "Please Stop Loving Me" è una singola traccia lunga quasi 48 minuti, ma nonostante la lunghezza, non ha nulla a che fare con i loops continui e ripetuti di Basinski.
Lungo questi lunghissimi (e dilatati) 48 minuti vi è una continua evoluzione, sottili ed impercettibili variazioni che si sommano pian piano, capaci di portare alla percezione che la sonorità si sta ascoltando ora è completamente differente da quella iniziale, soltanto quando si è in prossimità del finale. Complesso rendere l'idea, l'unica è trovare ed il tempo e soprattutto l'attenzione necessaria. Certo rientra in tutto e per tutto in quel genere di ascolti non adatti a tutti, persino io l'ho trovato estenuante ed a tratti la tentazione di pigiare stop è stata davvero forte, ma ero in auto da sola  e ne avevo per almeno un paio di ore di guida, sicchè era la classica situazione "ora o mai più"...pesante sì, ma alla fine è stato piacevole! Qui (e buona fortuna:)!)

FJORDNE "Charles Rendition"
Il nome del progetto e la copertina dell'album inducono facilmente a pensare si tratti di un artista del nord Europa, Norvegia, Svezia o Islanda, invece si tratta di un musicista giapponese, Fujimoto Shunichiro e tra l'altro distribuito da un'etichetta di Singapore, la Kitchen. A questo punto è altrettanto facile pensare al minimalismo al tempo stesso geometrico e contorto dei musicisti giapponesi (escludiamo tra i pochi Sakamoto), invece si tratta di un album piuttosto elaborato, ricco di incursioni jazz, e soprattutto strumentale, difatti Fujimoto compone i suoi brani utilizzando strumenti acustici  (in quest'album è prevalente l'uso del pianoforte, ma non mancano anche fiati e qualche arco), poi modula il tutto in forma elettronica, con un risultato tutt'altro che sintetico. Brani piuttosto introspettivi come "Gathering", "Forfeiture", uno solo include una voce molto posata e retrò "Hope", fino ad arrivare al brano secondo me più accattivante "Ald Square" in cui fiati e pianoforte si mischiano dando un senso quasi ipnotico e disorientante.
Ispirato al romanzo "Great Expectations" di Charles Dickens, "Charles Rendition" è il quinto album di Fjordne, ben 3 rilasciati nel 2008 ”Unmoving” , “The Last 3 Days of Time” e “Stories Apart from the World”, ed uno rilasciato nel 2009 “The Setting Sun”. Qui

Buon ascolto! :)

7.20.2011

Banchettare con le pantere

Michael Cashmore è un polistrumentista e compositore, stretto collaboratore di David Tibet nel progetto Current93, ma anche solista il cui esordio risale al 2006 con l'album "Sleep England". Più note certo le sue collaborazioni: nel tempo aveva già collaborato con Marc Almond in un Ep di sole due tracce uscito nel 2008 dal titolo "Gabriel and the Lunatic Lover", e nel 2007 uscì quel meraviglioso Ep "The Snow Abides" che vedeva al suo interno la collaborazione di David Tibet in quanto a stesura testi e la voce Antony prestata in tre brani smisuratamente incantevoli "My Eyes Open", la title track "The Snow Abides" e "How God Moved at Twilight" anzi, mi è impossibile pensare ad un lettore mp3, qualsiasi sia, senza questo Ep al suo interno, quindi, anche se prettamente invernale: qui
"Feasting with Panthers" è un album composto nel giro di diversi anni, e registrato in sedi diverse, difatti Almond ha registrato le parti vocali a Londra e Cashmore il resto a Berlino e molte delle tracce che lo costituiscono non sono una novità dato che basta andare su youtube per ascoltarle registrate durante qualche live dei Current 93... (con cui anche lo stesso Almond aveva collaborato ad una delle versioni del brano "Idumea"). Il tutto nasce quando Tibet quando regala ad Almond un libro di poesie di Stanislaus Eric Stenbock (cioè, non sto qui a fare la finta colta...lo so soltanto perchè  l'ho letto dalla brainwashed...), che ne rimane colpito al punto di decidere di trasdurle  in musica con appunto la collaborazione di Cashmore (le sue sonorità piuttosto cupe...), ma l'album è fortemente influenzato anche dalle traduzioni del celebre (se lo conosco anche io è celebre davvero!) poeta Jeremy Reed delle poesie di Jean Genet, Rimbaud e Verlaine. Qui
Sotto, "Gabriel"


Stasera andrò a vedere la mia adoratissima Joan (la poliziotta...), spero di riuscire a fare qualche filmato carino! ;)
Buon ascolto!

7.14.2011

Melancholic Extremism

Il titolo del post non è una mia voluta esasperazione nel tentativo di riassumere sbrigativamente l'essenza di un album (come mio solito...), ma è come la stampa polacca, durante il tour del 2008 per il loro terzo "Black Hill: Midnight At The Blighted Star", ha definito le sonorità degli Human Greed. Formazione nata nel '99 dall'unione tra lo scrittore scozzese Michael Begg e l’artista visuale Deryk Thomas, giunta ora  suo quarto disco, dal titolo capace di fare intendere nell'immediato la complessità di quest'ultimo loro album: "Fortress Longing: The Internal Campaign for the Safe and Complete Return of the Sleeping Egyptian to the Desert". 
Nel tempo, anche piuttosto recente, Begg ha collaborato  con altre formazioni, quali "Nurse with Wound, "Blind Cave Salamander" e Laura Sheeran con  cui ha contribuito anche alla pubblicazione del debutto "Fovea Hex" (tra l'altro, non ho mai messo nulla...vabbè il prossimo post), e proprio da queste collaborazioni (ma non solo...), ha reclutato i musicisti/artisti per la realizzazione di  questo "Fortess Longing" (abbreviamolo così...). Quindi appunto Laura Sheeran, Tommy Aashildrød, Nicole Boitos (autrice della copertina),
Colin Potter, e poi una violoncellista canadese di cui forse avrò parlato giusto una volta o due su questo blog...se non ricordo male si chiama Julia Kent...quanto sono monotona! :) Certamente si tratta di un album non facilissimo da ascoltare, come sempre bisogna essere un po' abituati a questo tipo di sonorità, un perfetto sinergismo tra strumentazioni classiche quindi il violoncello (di quella certa Kent), violini, arpe,campane tibetane, un pianoforte e sonorità elettroniche tra sintetizzatori e field recordings che derivano dai viaggi di Begg tra Grecia, Egitto, Londra e Francoforte...è un album (oltre che estremamente malinconico...), estremamente complesso e per questo affascinante come pochi altri ascoltati da me quest'anno (sicchè dopo parecchio scrivo un post monografico).
Tornando alla questione Kent, ok sono particolarmente monotematica, ma in fin dei conti cosa posso farci se ogni suo progetto o collaborazione risulta essere così bello, e non a caso il brano che più resta impresso di "Fortress Longing" è "The Green Line": testo scritto da Begg, letto da Aashildrød, accompagnato dal suo violoncello, cupo, profondo, che non fa altro che amplificare la rappresentazione per immagini che già il testo è capace di evocare nella mente...a questo punto, solo dopo averlo ascoltato, avrete ben chiara la sua profondità.

***The Green Line***
There is a path, A green line
that runs from the twilight mountains to the midnight sea.
The longer you walk this path
The more clear it seems
You cannot return to the mountain
You will never reach the sea
This liminal moment in full view of your limitations
Where the ivy holds a fragile, transitory peace with the snowdrops
This liminal moment
Where a son bids a sunny farewell to a father
And pedals off into the mossy shadows
This liminal moment
Where the father is not so old
Where the son is not so sure
This is your moment now
All the flowers are open
The new stars are aching in this terrifying sunset
Of silence and cave water
Amid these tiny favours through which we hide from death;
the bloated womb,
the sonorous bells that command you to lift your empty head,
your scribbled activity in the world
Sometimes, it doesn’t get light at all.

   The Green Line by OMNEMPATHY
Esiste una versione limitata (120 copie) dell'album che include un'appendice , una "bozza" dell'album curata da Colin Potter.

Già che ci siamo...è certo poi che nella playlist di fine anno la Kent farà la sua apparizione ovviamente con qualcosa tratto da "Green and Grey", con questo "The Green Line" e con qualcosa tratto dal prossimo album dei "Blind Cave Salamander" (che dovrebbe uscire a settembre/ottobre...il 22/9 verrà presentato in anteprima qui a Torino al Teatro Astra)...ma poi resta in sospeso ancora la questione "Bar"...ma qualcosa, ora, inizia a farsi più chiaro: http://my.zero.eu/OFFbooking/propongo/evento/21983,julia-kent-s

Buon week-end! :)

7.11.2011

The Life and Death of Marina Abramovic "Cut the World"

Sono di corsa, ma comunque DEVO postarvelo qui:
come noto, sabato scorso, 9 Luglio è andata in scena la prima dello spettacolo teatrale "The Life and Death of Marina Abramovic"...(senza scrivere nuovamente tutto a riguardo, andate qui: http://omote-no.blogspot.com/2010/10/life-and-death-of-marina-abramovic.html ), spettacolo che sarà nel programma del Manchester Festival fino al 16 Luglio. Per chi come me smania di andare a vedere lo spettacolo sia per la Abramovic, che per Dafoe ed ovviamente Antony (tre icone per me), lo spettacolo diretto da Robert Wilson sarà in programma la prossima primavera a Madrid...e lì ci andrò di sicuro!
A  quanto si sa Antony ha scritto 9 brani, ma si esibisce cantando soltanto in questi:
-Your Story, My Way
-Cut the World
-Snowy Angel (in realtà brano di Baby Dee...qualche "vecchia" registrazione  in cui lui si cimenta nella rivisitazione di questa canzone, dovreste trovarla ancora in giro...)
-Volcano on Snow
gli altri brani sono invece affidati all'interpretazione della Abramovic e di Willem Dafoe.
Un'anima pia ha postato un video professionale di 14 minuti, relativo allo spettacolo (non so se è stato girato durante le prove o proprio durante la première), comunque sia è così diviso:
-Clip 1: le note sono riconoscibilissime da ogni Basinki-addicted come me, si tratta di "The Disintegration Loops" su cui, non ho idea di come ci riesca, ma Dafoe ci mette la voce con un risultato più che interessante....già a questo punto le scenografie e l'atmosfera ricreata sul palco mi fanno venire un'invidia pazzesca per chi ha avuto tempo e modo di organizzare una scappata a Manchester...argh!
-Clip 2: eheh....Antony canta questa "Cut the World"...ed é una meraviglia!! Ma la vera sorpresa è la Abramovic, piuttosto suggestiva, ricorda un po' i modi di Little Annie, no?
-Clip 3. un'altra parte dello spettacolo con la Abramovic e Dafoe...
Potete guardarlo qui: http://vimeo.com/26227219
oppure solo la parte relativa a "Cut the World: