12.10.2014

Resoconto 2014

Non è certo ancora la playlist definitiva 2014, ma tant'è un sunto dei rari album secondo me degni di nota in quest' annata così poco interessante:

1 Grouper "Ruins"

2 A Winged Victory for The Sullen "Atomos"

3 Christina Vantzou "No.2"

4 Matteah Baim "Falling Theater"

5 Hildur Gudnadottir "Saman"

6 Aaron Martin & Christoph Berg "Days Has Ended"

7 Ben Frost "A U R O R A"

8 Jenny Hval & Susanna "Meshes Of Voice"

9 Picastro "You"

10 Mirel Wagner "When The Cellar Children See The Light OF The Day"

 

 

Me ne sono sfuggiti?

 

11.12.2014

Efterklang, The Last Concert

Ultimo atto del collettivo danese filmato da Vincent Moon nella loro Sonderborg. In realtà l'ultimo atto in questione segna la fine del solo progetto Efterklang in sé, dando spazio a progetti postumi già ben avviati, come la web radio The Lake (che invito ad ascoltare di tanto in tanto per l'ottima offerta e la possibilità di scoprire artisti che altrimenti dubito avreste mai ascoltato), ed altri in via di definizione, ampliando le modalità di espressione artistica.

Buon ascolto!

 

10.15.2014

Grouper live@Primavera Sound

Quando la vidi al Blah Blah qui a Torino, ormai 2-3 anni fa, spuntai con soddisfazione il suo segno sull'elenco di musicisti che probabilmente non avrei mai visto dal vivo. Da allora ho spuntato con soddisfazione molti artisti presenti su quell'elenco ed altri se ne sono aggiunti, ed altri sono ormai passati nella sezione "impossibili" (William Basinski e Boards Of Canada), tuttavia forse lei rimane la più significativa. Con ciò? Boh, ascoltavo il suo ultimo "Ruins" e mi è venuta un po' di nostalgia.

Ah già, e comuque "Ruins" nonostante le critiche non proprio positive, a mio parere dopo "Atomos" del duo A Winged Victory for the Sullen è l'album più significativo di quest'anno per il resto un po' amorfo.

Buon Ascolto e buona visione!



10.09.2014

Aidan Baker "Triptychs: Variations On A Melody"

Traendo ispirazione dalle Gymnopédies di Erik Satie, Aidan Baker in quest'ultimo lavoro della sua ricchissima discografia propone tre variazioni, per l'appunto trittici, per ogni composizione scelta tra le opere del compositore francese. Compositore cui, come cita Baker sul suo bandcamp, la musica ambient e le sue numerose diramazioni devono molto. Ogni trittico si compone di una variazione con chitarra elettrica, una variazione acustica ed un'ultima variazione che vede il contributo di musicisti del calibro di Julia Kent, Peter Broderick e Felicia Atkinson (dovendone scegliere tre), a dare ognuno il proprio apporto con le relative strumenazioni ed intuizioni musicali.

Ne risulta un lavoro decisamente interessante, intimo, cupo, a tinte fosche e persino funereo. Perché no. Un buon avvio verso il grigiore e le nebbie autunnali.

Buon Ascolto!

9.29.2014

Puzzle Muteson "Theatrics"



Buon Ascolto!

9.22.2014

Khan feat Julia Kent @Varvara

Can Khan Oral feat Julia Kent @Varvara Fest. just a few nights ago here in Turin. And it was amazing.


Buon Ascolto!

9.21.2014

Autumn playlist

La vivace playlist d'inizio autunno, "Autumn Heralds the Cold Air in Your Nostrils" (che fa tanto stile Hood):

 

Buon ascolto!

9.19.2014

This is My Hand

New tunes, new haircut.
Con "This is My Hand" in loop perpetuo nelle cuffie, l'ultimo lavoro di My Brightest Diamond (aka Shara Worden e tutta la sfilza di collaboratori che si alternano nella formazione), da queste parti sembrerebbe aggiudicarsi il titolo di album dell'anno. Una volta tanto un pop sofisticato ruba il posto alle solite ossessioni elettro-ambient-acustiche...o comunque, tutto verrà ribaltato con la prossima imminente release Grouper :)
Un album ricchissimo di orchestrazioni che continuano un percorso iniziato con il precedente lavoro con la yMusic Ensemble di Rob Moose, Nadia Sirita e CJ Camerieri (presente anche in quest'ultimo album), ma con l'assenza o quasi di archi, dando grande spazio ai fiati ed a un basso decisamente corposo.
Buon Ascolto!

9.10.2014

Grouper "Call Across Rooms"

Forse un preludio (e non certo il primo di questi ultimi tempi) al suo nuovo album. Se ne va il drone, vanno via riverberi, restano le sue atmosfere oniriche, la sua voce soffusa e si aggiunge un accenno di piano. Sempre più scarna e se possibile, sempre più affascinante:Buon Ascolto

9.05.2014

When The Cellar Children See The Light Of Day

MIREL WAGNER "WHEN THE CELLAR CHILDREN SEE THE LIGHT OF DAY"
L'artista finnico-etiope dopo l'ottimo esordio self-titled (Mirel Wagner), quasi a voler sottolineare la sua natura oscura e cinica racchiusa quindi in un lavoro personale e sentito, decide sapientemente di continuare il suo percorso spartano ed al tempo stesso di rara eleganza, costituito dalla sua voce molto vicina a sonorità più blues, accompagnata da quieti flussi di chitarra rigorosamente acustica, aggiungendo però in questo secondo lavoro sparute note di pianoforte ed un lievissimo accenno d'archi tramite un violoncello ed sobria una chitarra elettrica nel singolo "The Dirt". Null'altro che gingilli sobriamente decorativi che non hanno alcun intento di distrarre dalla base del suo stile, e paiono tutt'altro che ruffianate volte ad introdurre un futuro stravolgimento. Uno stile volutamente "vuoto", costruito per dar spazio alle immagini che si susseguono in maniera dettagliata raccontando una storia a sé in ogni brano.
Un lavoro ponderato e meditato in una baracca nella penisola di Hailuoto nord della Finlandia e successivamente registrato in studio con l'ausilio di Vladislav Delay, come ampliamente sottolineato fin'ora, non si discosta dal suo esordio nè nello stile nè nella forma e nei contenuti, sicché, marciume, desolazione, putrefazione, mosche, morte, sporco, ma anche rari e confortanti momenti di serenità, la fanno da protagonista. E forse, come nella vita, sono proprio i momenti di conforto quelli che mettono più inquietudine.





Buon Ascolto!

9.03.2014

OPENING

Fino a che punto la musica, od il suono in genere, si fondono con le immagini, i paesaggi, i colori e le sue innumerevoli sfumature? Quanto il suono può esaltare le sensazioni tattili, visive, olfattive ed uditive legate ad un ambiente? Certamente la risposta non può che essere soggettiva e legata alla singola esperienza, ed è proprio il fulcro del lavoro di Christopher Willits, il quale, riproponendo un vasto repertorio di elementi e luci raccolti nel giro di ben 4 anni di lavoro, ha cercato di dare a queste ambientazioni una colonna sonora che accompagni le singole esperienze senza però indirizzare lo spettatore verso un preciso mood, ma piuttosto, lasciandolo libero di riflettere ed elaborare ogni frame secondo il suo vissuto e le sue sensazioni.

Più informazioni qui: http://christopherwillits.com/opening

OPENING from Christopher Willits on Vimeo.

Buona visione!