KAKI KING "GLOW"
Probabilmente per scrivere di Kaki King bisognerebbe essere esperti in tecniche per suonare la chitarra o perlomeno essere degli appassionati dello strumento e sapersi destreggiare con cognizione di causa tra la moltitudine di chitarre da lei adoperate e le svariate modalità di suonarle. Forse in questo caso, più di altri, bisognerebbe dar risalto a questi aspetti, ma come consuetudine qui non ci si dilungherà nella parte tecnica nè si darà risalto ai virtuosismi (di cui ignoro l'effettiva entità), ma piuttosto ci si sofferma all'album in se...compito più facile ed alla portata di tutti :)
"Glow" arriva dopo 5 full-lenght e 3 EP, il tutto in meno di 10 anni, periodo in cui Kaki King ha certamente messo il marchio su un sound del tutto personale ed al tempo stesso ha saputo caratterizzare ogni sua pubblicazione concentrandosi su aspetti diversi...passando dallo stile più minimale e lo-fi in "Everyboby Loves You", alle atmosfere eteree che contraddistinguono i due lavori che hanno segnato il suo successo: "Legs to Make Us Longer" ed "...Until We Felt Red", per poi passare ad una maggiore ricchezza strumentale e vocale in "Dreaming of Revenge", per poi ancora prendere la forma di una vera e propria band nel meno fortunoso "Junior"...quest'ultimo a mio modestissimo parere molto meno affascinante rispetto ai suoi precedenti proprio per il venir meno di quell'atmosfera intima e soft creata sino ad allora, nonchè nei suoi live che poi sono sempre stati uno dei suoi punti di maggior forza. Chiunque l'abbia vista dal vivo almeno una volta ha ben presente cosa intendo...per chi la vedrà per la prima volta magari quando il suo tour giungerà nuovamente in italia (suona spessissimo dalle nostre parti), beh, posso dire che l'epressione incredula è una costante che vi accompagnerà durante tutta la sua esibizione.
Tornando a "Glow", bisogna dire inanzitutto che si tratta di un album postumo ad un forte periodo di crisi in cui Kaki King ha meditato anche di smettere di suonare del tutto per dedicarsi ad altro e capire come la sua vita sarebbe senza imbracciare una chitarra (cosa a cui è abituata da quando ha 4 anni), per poi rimettersi sui suoi passi e capire che ciò di cui aveva bisogno era riavvicinarsi al suo "vecchio" (meglio dire classico) modello, componendo un album per sola chitarra eliminando la parte vocale ed ogni componente superflua. Del resto, quando l'anticipazione dell'uscita di un nuovo album non era ancora circolata, Kaki King aveva già ripreso a suonare dal vivo mettendo da parte il resto della band per farsi accompagnare soltanto dal suo innumerevole set di chitarre...e questa per chi ha visto qualche data italiana dell'inverno 2011 o della scorsa estate, è stata una sorpresa di per sè che si è poi sommata dall'anticipazione live di qualche brano che sarebbe stato parte di "Glow" (su youtube gran parte dell'album era già presente sottoforma di live da mesi...).
Ideato come un album per sola chitarra in realtà "Glow" è probabilmente il suo lavoro più ricco a livello di strumentazioni, che includono una moltitudine di percussioni anche artigianalmente create dalla stessa Kaki, un basso, sintetizzatori (usati in maniera dell tutto parsimoniosa) ed il quartetto d'archi ETHEL di New York, una richezza di elementi che non sovrasta in alcun modo l'elemento centrale che è la chitarra, ma che anzi riesce a risaltarla in maniera particolare.
Il risultato si compone di 12 brani dai titoli piuttosto evocativi (e non sempre legati a storie specifiche), che spaziano tra diversi umori e ritmicità comunque dando nell'insime una sensazione più oscura e corposa (ed a mio parere affascinate), rispetto ai suoi lavori precedenti. L'apertura "Great Round Burn" (titolo ispirato ad una giornata afosa ed assolata), è suonata con una chitarra a 12 corde a cui si sommano archi che invece di donare un aspetto cameristico al brano si sviluppano in convulsi volteggi che riportano ad una tradizione folkloristica celtica. La stessa chitarra a 12 corde riappare in "King Pitzel", brano anche questo ispirato alla tradizione irlandese, e nella più quieta e meditativa "Fences". "Streetlight In the Egg" vede l'uso del suo consolidato finger-tapping ed un accenno di sintetizzatori molto ponderato , così come in "Kelvinator, Kelvinator" e nella maliconica "No True Masterpiece Will Ever Be Complete".
In un album che scorre lineare senza effettivi brani che valgono da singolo, a modesto ed inesperto parere della sottoscritta, sono proprio i brani più meditativi ed evocativi a donare un fascino del tutto particolare a "Glow": "Bowen Island" è suonata con una chitarra modificata in modo tale da tendere le corde a creare un angolo su un piano di appoggio sistemato lungo la tastiera (si dice così?!?), ha un effetto che mi ricorda a tratti il suono sia di un koto che di un shamisen (strumenti a corde della tradizione giapponese...) e mi chiedo se lei abbia tratto ispirazione da questi,
in ogni caso il risultato è davvero pregevole:
mentre "Cargo Cult" il cui sottofondo è affidato al rumore della pioggia si sviluppa tra finger-tapping, percussioni e continui cambi di ritmo che esaltano la capacità di Kaki King di conferire corposità al suono:
Spiccano poi l'oscura "Skimming The Fractured Surface to a Place of Endless Light" giocata sull'alteranza di continue pause e lente e faticose riprese, mentre sul finire dell'album giunge il piccolo capolavoro "The Fire Eater", brano in cui Kaki King è accompagnata dal quartetto d'archi Ethel...brano che si sviluppa a poco a poco in un intreccio di pizzicato che rende impossibile distinguere chitarra, violini e violoncello, per poi aprirsi in un crescendo armonico dal forte impatto cameristico in cui ogni parte è singolarmente distinguibile ed apprezzabile...la brutta notizia è che dal vivo probabilmente non la sentiremo nel prossimo tour, ma la buona notizia è che la sua collaborazione con ETHEL continuerà anche in futuro. Del resto, se avete già sentito in passato la versione "Bowen Island" suonata con la violoncellista Zoe Keating è immediatamente chiaro che un accompagnamento d'archi non può che impreziosire ulterioil suo sound (un album in collaborazione tra loro due me lo sogno da anni): http://youtu.be/xBQnBkIsMcE
Per farsi le idee un po' più chiare rispetto il continuo divagare del resto del post, qui il making of di "Glow".
King Pitzel
Buon Ascolto! :)
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Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
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PLAYLIST 3/3 2012 DOWNLOAD 1 Flatlands CHELSEA WOLFE 2 Black Summer EFTERKLANG 3 Come Play Frolic CHILDREN OF THE WAVE 4...
Da sentire e risentire con la massima attenzione!!!!
RispondiEliminaAssolutamente, e da andare a vedere dal vivo non appena arriverà con il tour dalle nostre parti! :)
Eliminadaccordo con ogni singola parola!
RispondiEliminaSperiamo quanto prima decida di mettere in programma qualche data in Italia!
EliminaInvochiamo a Gran Voce un bel tour italiano! :)
RispondiEliminaQuesto album è spettacoloso...si ritorna allo splendore genuino dei primi lavoricon un pò di fastosità in più (ma mai eccessiva a mio parere).
Concordo pienamente, un tocco di fastosità in più capace di donare un tratto di particolare eleganza rispetto ai primi (splendidi) lavori. Album meraviglioso dopo le ultime parentesi non proprio memorabili :)
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