5.01.2012

aBnomalie

Tornando agli eventi torinesi:
aBnomalie è una rassegna curata da Fabrizio Modonese Palumbo e Marco "il Bue" Schiavo, che si pone l'obiettivo di combinare insieme aspetti artistici differenti, unire dunque musica ed arte visiva.
Inaugurata l'8 marzo con la mostra di Stefania Pedretti ed una performance
?Alos, è poi proseguita giusto qualche giorno fa, il 26 aprile al BlahBlah, con un esperimento di live painting con sonorizzazione dal vivo ad opera degli stessi due membri Larsen, con percussioni, viola elettrica e chitarra. La pittrice in azione era Nicole Boitos, tra l'altro realizzatrice anche di artworks per Human Greed, Neurosis, Swans, James Blackshaw, Red Sparowes (qui già citati in passato con Emma Ruth Rundle) e Michael Gira...
Tra le prossime date della rassegna aBnomalie, il 17/5 il live Blind Cave Salamander + Nurse With Wound, che presenteranno in anteprima "Cabbalism", LP uscito in tiratura limitata il 2/4 (http://dirter.greedbag.com/buy/nurse-with-woundblind-cave-salam/), ed il 30/5 il live degli Human Greed, sempre al BlahBlah.
Se siete a Torino in quei giorni, direi sia un bel programmino!!

Qui sotto la ripresa integrale del live painting del 26/4:


Buona visione/ascolto! :)

4.13.2012

DOC week-end

A proposito della Bedroom Community, etichetta islandese fondata nel 2006 da Valgeir Sigurdsson, credo di averne già scritto abbastanza in passato. Non a caso, oltre a Sigurdsson (che basterebbe da solo), del collettivo fanno parte altri tre dei miei musicisti preferiti: il compositore Nico Muhly, Ben Frost e Sam Amidon (l'unico a rendermi gradito persino uno strumento come il banjo!), a cui poi si sono aggiunti la violinista Nadia Sirota (membro anche del collettivo yMusic con Rob Moose), ed i più recenti acquisti, Puzzle Muteson ed il compositore islandese Daniel Bjarnason.
Tra il 2009 ed il 2010 Sigurdsson/Muhly/Amidon/Frost portarono in giro per l'Europa il "Whale Watching Tour", che tra l'altro fece tappa anche qui a Torino (fortuna!!), esperienza in cui le produzioni dei singoli artisti vennero portate in scena come frutto di una rivisitazione collettiva. Presto verrà presentato il film-documentario che riprende per intero i 90 minuti della tappa conclusiva del tour, concerto tenuto a Reykjavik nel 2010, ma intanto l'anno scorso è stato presentato al CPH:DOX, rassegna internazionale di documentari che si svolge a Copenhagen (in cui tra l'altro a novembre è stata proiettata finalmente anche l'anteprima di "Turning", che riprende il noto tour di Antony), il film qui sotto: "Everything Everywhere All the Time", che si concentra invece più l'aspetto della preparazione e del dietro le quinte del Whale Whatching Tour, un'ora intera in cui non mancano anche certo frammenti live od in studio. Il tutto è visibile in streaming fino a domenica:



Se non avete voglia di guardare l'intero documentario sopra, allora lascio un paio di video estratti dal tour, in attesa del film vero e proprio:




Buona visione e buon week-end! :)
(e ricordo che è disponibile solo fino a domenica!!)

4.11.2012

Verso i ghiacci perenni.

PETER PRAUTZSCH "SCHWERE SEE"

Ciò che si scorge oltre le onde così scure e minacciose è un tratto di costa del continente antartico, e per il resto del post immedesimiamoci in un marinaio/esploratore di fine '800/inizio '900 che dopo una lunga traversata tra banchi di nebbia, iceberg galleggianti su cui la propria nave ha più volte urtato, ed il pack in cui si è rimasti intrappolati magari per mesi, riesce finalmente a vedere un tratto di terra ferma su cui approdare...oltre a tutto ciò non è nemmeno da sottovalutare la temperatura media che oscilla tra i -22°C ed i -85°C.
Dati i mezzi dell'epoca e le scarse finalità scientifiche a cui si poteva ambire, l'unica motivazione che poteva spingere avventurieri ed esploratori a tali pericoli non era che la "gloria", ed il "prestigio" (nonchè i riconoscimenti monetari da parte della propria nazione di appartenenza), oggi invece il fascino della zona più inospitale ed intatta del nostro pianeta è dovuto in gran parte alle immense risorse capitabilizzabili che custodisce sotto migliaia di metri di ghiacchio: petrolio, ferro, carbone, nichel e uranio.
Oltre a questo pattume per cui Cina/Russia/USA e svariate altre nazioni si stanno scannando da anni per averne la piena gestione, i ghiacci perenni custodiscono anche forme di vita sia vegetali che animali che procariote (batteri) e virus, che si sono sviluppati solo in questa zona del mondo...e sarebbe decisamente più affascinante scoprire come si siano evolute, quali siano i loro processi metabolici, nonchè capire dai carotaggi quali cambiamenti climatici l'Antartide ha subito nel corso di milioni di anni ed i conseguenti influssi sulle correnti oceaniche globali, piuttosto che cercare di capire a quale profondità sono i pozzi petroliferi od i giacimenti di uranio... (non nascondo la mia propensione alla Scienza piuttosto che all'Economia, ma sono punti di vista).
Comunque sia, l'album in questione non si concentra su questo aspetto, piuttosto, come da introduzione, sulle prime esplorazioni effettuate nel continente antartico...e siccome i riferimenti sono chiari, è bene prima riassumerne la storia.
Sebbene è facile associare la scoperta dell'Antartide alla Norvegia, per via del più celebre degli esploratori, ossia Amudsen e per via della porzione di terra confinante con l'Oceano Atlantico da lui nominata "Terra della Regina di Maud" in onore della monarca norvegese, la scoperta, intesa come primo avvistamento, da riportarsi al 1820 è avvenuta ad opera di una nave russa. Negli anni successivi più e più navi cercarono in qualche modo di costeggiarla e circumnavigarla, ma fu solo nel 1895 durante il Congresso Internazionale di Geografia tenutosi a Londra, che si decise di esplorare il continente.
La prima spedizione a finalità scientifiche, effettuata nel 1897, fu belga, ad opera di Adrien de Gerlache che salpò da Anversa con un team di zoologi, geologi, astronomi. Giunsero nella Terra Vittoria e diedero il nome allo Stretto di Gerlache...per poi rimanere bloccati nel pack per quasi un anno prima di essere soccorsi. Nel 1899 partì la prima spedizione inglese, la Southern Cross, attraccò a Cape Adare dove furono installate le prime costruzioni artificiali sul continente antartico...null'altro che due baracche prefabbricate in cui l'equipaggio trovò rifugio durante l'inverno...tra scorbuto, congelamenti e degenerazioni di tipo psichico anche in questo caso le vittime non mancarono.
Nel 1901 fu la volta della prima spedizione svedese, la Nordeskjold-Larsen che non ebbe fortuna, difatti la nave si distrusse tra i banchi di ghiaccio e l'equipaggio sopravvissuto rimase in attesa di soccorsi fino al 1903. Nello stesso anno salpò anche la prima nave tedesca, la Gauss che partì da Kiel, rimase incastrata trai ghiacci ma l'equipaggio riuscì a scoprire il monte nominato con molta fantasia "Gauss"; e sempre nel 1901 partì la Discovery dall'Inghilterra, spedizione che riuscì nell'impresa di installare la prima stazione meteorologica permanente su suolo antartico.
Negli anni successivi non si fermò l'ambizione di giungere sempre più all'interno dell'Antartide, nel 1907 Nimrod raggiunse il Polo Sud magnetico e fu solo nel 1910 che si disputò la sfida tra Amudsen e Ross alla conquista del Polo Sud...come noto l'esploratore norvegese ci arrivò per primo, mentre Ross perse quasi completamente il suo equipaggio.
Per terminare, nel 1914 fu la volta della spedizione Endurance, guidata da Ernest Shackleton, partita con l'obiettivo di attraversare l'intero continente per poi essere recuperati dalla parte opposta dell'Antartide dalla nave Aurora. La Endurance si distrusse contro il pack e gran parte dell'equipaggio morì.
Ebbene, tutto ciò è stato riassunto da Peter Prautzsch in "Schwere See" (Heavy Sea), suo secondo album dopo il più pacato "Vor Der Stadt" uscito nel 2007, un omaggio alle missioni esplorative del 19^ secolo.
Registrato nel corso di due anni tra Berlino, le coste danesi e Kiel (da dove partì la Gauss), "Schwere See" si sviluppa in 57 minuti (e non di facile ascolto), e si muove tra drone elettronici che orchestrali, ambient, neo-classica, e soprattutto utilizzando moltissimi field-recordings da lui registrati, che riprendono gli scricchiolii ed il fruscio del legno delle navi, il gracchiare dei gabbiani, le comunicazioni via radio e capaci di riprodurre un costante senso di acquaticità ed ondeggiamento.
Oltre alla componete elettronica si aggiungono anche un pianoforte, un vibrafono, un accompagnamento d'archi tanto aggraziato da dare l'effetto del vento gelido che soffia tra le onde, quanto maestoso in un crescendo d'intensità che ricorda a tratti il recente lavoro di Ben Frost con il compositore islandese Daniel Bjarnason nella rivisitazione della soundtrack di "Solaris" (l'originale di Tarkovskij eh!), ed ancora tamburi e percussioni ad enfatizzare il senso di drammaticità.
11 tracce che riprendono sia la solennità e la maestosità delle intenzioni che portarono alla conquista dell'Antartide, che la tristezza e la rassegnazione che segnarono invece l'esito infausto di molte delle esplorazioni sopra riassunte.
Brani più drammatici come "Wasser in Schiff" (acqua a bordo), "Nebelbank" (banco di nebbia), "Beaufont" (nave con cui partì Ross) ed il brano che ricorda molto Ben Frost "Skagerrak" (tratto di mare che separa la Norvegia dalla Danimarca e da cui partirono svariate missioni), si alternano a momenti invece più sereni ed eterei che sembrano intenzionati a dare un'immagine quasi visiva di un ambiente tanto estremo quanto affascinante, tra questi, il senso di spazio e vuoto in "Aurora Borealis", l'effetto di riverbero della luce che si riflette sul ghiaccio in "Auf-Grund" (sulla terra), "Windstille", "Tromsø" (da cui partì Amudsen) e "James Caird" (nave che salvò i superstiti della Endurance). Qui
Sarebbe perfetto per sonorizzare un documentario...sotto un piccolo estratto, ma si tratta di un lavoro che per quanto lungo e faticoso (un po' come essere arrivati a leggere fin qui questo lunghissimo post...), andrebbe ascoltato nel suo insieme.
La lezione è terminata, buon Ascolto! :)

4.10.2012

Giusto un po' di luminosità.

Il disco di domani parlerà di ghiaccio, freddo, esplorazioni verso l'Antartide e onde minacciose, sicché, per intervallare questi ultimi ascolti a tinte fosche con qualcosa di più confortante,ho pensato ad una piccola collaborazione live tra due musiciste qui piuttosto care, Zoe Keating e Kaki King:

C'è da augurarsi che questa possa diventare in futuro una collaborazione più corposa...sarebbe un album piuttosto affascinante, no?
Buon Ascolto! :)

4.06.2012

Improvisations for Strings & Electronics

ESPVALL /JAKOBSONS/ SZELAG
"IMPROVISATIONS FOR STRINGS AND ELECTRONICS"

 Procedendo per gradi, cominciamo con il progetto dal nome Myrmyr, duo formato nel 2006 al Mills College di Oakland dall'unione di due studentesse amiche e compagne di stanza. Le due ragazze in questione, entrambe polistrumentiste, sono Marielle Jakobsons al violino e pianoforte ed Agnes Szelag al violoncello e parti vocali. Attratte anch'esse dalla combinazione di strumenti classici ed elettronica, pubblicano nel 2009 "Fire Star" e successivamente nel 2011 "The Amber Sea", due album di raffinata elettroacustica, in cui oltre a sapere unire violini classici ed elettrici, violoncelli, autoharp, field-recordings, drone, strani strumenti di loro creazione, laptop, stratificazioni vocali, componenti elettroniche, hanno saputo unire anche un lato visuale alle loro performance, arricchendole ed integrandole con videoinstallazioni ed una ricerca estetica e scenica. Suggestive, affascinanti e sperimentatrici, in tre parole! :)
 Volendo si può approfondire il discorso, intanto consiglio i loro precedenti album, e per rendere l'idea di come suonano effettivamente e cosa facciano, non resta che vederle all'opera:




Premesso il capitolo Myrmyr, si può passare a questo "Improvisations for Strings and Electronics", progetto in cui la Jakobsons e la Szelag hanno voluto coinvolgere la violoncellista svedese (ma trapiantata a Philadelphia) Helena Espvall (di cui si era già trattato qualche tempo fa), anch'essa pratica di looping ed integrazioni elettroniche al violoncello. L'album è stato registrato ad Oakland e come il titolo suggerisce si tratta di improvvisazioni...anche se partite con idee ben chiare sul da farsi... Colpisce ugualmente l'intesa tra le parti, capaci di una perfetta sinergia tra fluttuazioni di toni, intensificarsi di drammaticità, alternanza di momenti drone piuttosto cupi a passaggi invece più delicati ed eterei, il tutto evocando sensazioni acquatiche ed ondeggianti, grazie anche ad un uso perfetto del glissando, ossia quell'effetto riprodotto dalle dita quando si trascinano sulle corde (è giusto??). I titoli dei 5 brani, che vanno dai 6 ai 14 minuti, sono piuttosto evocativi e certo, propensi magari a lasciar intendere un album piatto, pesante e dalle poche variazioni sonore, ma tutto al contrario ogni composizione racchiude più momenti caratterizzati da aspetti emotivi contrastanti (restando sempre però sul cupo eh!) :)  QUI
Il formato fisico è disponibile in soli 100 copie (...), ma è interessante la realizzazione della copertina (opera del duo Jakobsons/Szelag), disegni su carta lucida che sovrapponendosi vanno a formare il risultato finale...riprendendo l'idea di unione di elementi che propongono musicalmente. Sì, elettronica e classica insieme funzionano benissimo! ...e sì, tutti questi apporti femminili alla musica danno un sacco di soddisfazioni! :)

Buon Ascolto e buon week-end!! :)