10.05.2012

Other Lives live in Paris

Per il "live del week-end" è arrivato il turno del concerto degli Other Lives che ho visto lo scorso luglio a Parigi...dopo la botta emotiva degli Antony and the Johnsons (o meglio Antony ed orchestra sinfonica) alla Salle Pleyel giusto 3 giorni prima, dovevo riprendermi dallo sconquasso e devo dire che loro in parte ci sono riusciti :)
...lo so che avrò postato gli Other Lives altre 8000 volte in precedenza, ma se avete avuto modo di vederli quest'estate a Ravenna o Sesto al Reghena, o magari in giro per qualche festival europeo, beh, mi capirete.

OUVERTURE
AS I LAY MY HEAD DOWN
DARK HORSE
OLD STATUES
LANDFORMS
DESERT
GREAT SKY
TAKE US ALIVE
FOR 12
TAMER ANIMALS
WEATHER
THE PARTISAN (Leonard Cohen)
DUST BOWL III



Buon Ascolto e buon week-end! :) 

P.S: se vi interessano, sul sito www.citedelamusiquelive.tv trovate anche il live dei Wild Beasts e degli Hot Chip.

10.02.2012

Screws

NILS FRAHM "SCREWS"
Pensate di perdere, anche solo per un breve periodo di tempo, l'utilizzo del mezzo corporeo che più di altri vi permette di svolgere il vostro lavoro od attività e pensate al naturale stato d'ansia e preoccupazione, (oppure triste rassegnazione) che scaturisce dalla possibilità di perdere tutte le capacità acquisite dopo anni di studi od allenamenti...la mano per un chirurgo, il braccio per un tennista, la vista per un pilota, l'udito per un musicista e così via...
Il motivo dietro quest'ultimo lavoro del pianista berlinese Nils Frahm è proprio questo, la perdita (temporanea), di uno dei dieci mezzi che gli permettono di suonare, in seguito ad un banale caduta dal letto con annessa frattura del pollice sinistro e la necessità di ricorrere a ben 4 viti (da qui il titolo "Screws"), per risaldare le ossa tra loro.
Come lo stesso Frahm ha definito questo lavoro, si tratta di "9 brani per 9 dita", e che forse per incoraggiamento personale ha deciso di pubblicare in formato digitale il giorno del suo 30simo compleanno (20 settembre), ma per fine anno è prevista comunque l'uscita dell'album in formato CD/vinile. "Screws" deriva dalla necessità di suonare ugualmente nonostante i medici gli avessero consigliato un lungo periodo di pausa; nove brani i cui titoli riprendono la scala armonica, ed i pronomi "You" in apertura e "Me" in chiusura, quasi a voler mantenere allacciato il legame tra lui ed il suo pianoforte. Si tratta dunque di un album dal tratto fortemente intimista, che si muove tra rassegnazione e speranza, meditando sulla possibilità di non poter più recuperare la funzionalità manuale precedente al trauma.
A quanto pare però il suo pollice però ora ha recuperato la sua funzionalità motoria, ma ascoltando questo suo ultimo lavoro non si percepisce nulla in meno dei suoi precedenti, pur trattandosi di un virtuoso, la capacità emotiva della sua musica va ben oltre ad una limitazione tecnica.
Come mi è stato suggerito su un precedente post (grazie ancora!!), l'album si trova è disponibile in free download qui:
http://screws.durtonstudio.com/
...oppure soundcloud:


Qui sotto in versione live, con tutte le sue dita a disposizione:


Buon Ascolto! :)

9.29.2012

Il live per il week-end

Si tratterà pur solo di 15 minuti di immagini tra l'altro sgranate, però...trovatemi altri 15 minuti di altrettanta meraviglia! :)
A Winged Victory for the Sullen - "A Symphony Pathetique":


Buon Ascolto! :)

9.27.2012

Architecture of Loss

                                                                                                                       

VALGEIR SIGURDSSON - "ARCHITECTURE OF LOSS"     
Ogni produzione della Bedroom Community, label fondata dallo stesso Sigurdsson nel 2006 a Reykjavik, prima di essere il risultato del lavoro di un singolo componente  dell'etichetta, è il risultato del lavoro collettivo di un gruppo di musicisti di formazione classica che da tempo portano avanti in sinergia un progetto comune (seppur con le proprie diramazioni), ossia l'intenzione di andare oltre ad ogni definizione di genere e categorie, unendo strumenti classici (persino orchestre sinfoniche) all'elettronica e creando un' inconfondibile miscela di sperimentazione capace di unire classica, ambient, drone, folk e quant'altro. I membri del collettivo (di cui su questo spazio web si è più e più volte parlato), sono: Valgeir Sigurdsson, Nico Muhly, Ben Frost, Nadia Sirota, Daniel Bjarnasson, Sam Amidon e Puzzle Muteson
Trattandosi di un collettivo, per tutti coloro che ben conoscono le precedenti produzioni sia di Sigurdsson che degli altri membri, si può quindi parlare di un ulteriore cambio di direzione, o meglio, uno sviluppo ancor più ambizioso ed affascinante, in cui la combinazione classica/elettronica viene certamente mantenuta, ma ora sono gli stessi strumenti classici ed in particolare gli archi a trasformarsi in suoni sintetici, drone, soundscapes ed in qualcosa di indefinibile. Se si pensa all'album "Solaris" in cui Ben Frost e Daniel Bjarnasson sono riusciti a trasformare il suono di un'intera orchestra sinfonica in qualcosa di sintetico e persino drone, od ancora alla recente collaborazione tra Nico Muhly e Nadia Sirota (a breve ne scriverò), si ha un ottimo punto di partenza per capire la complessità di questa terza uscita di Sigurdsson
"Architecture of Loss" è stato inialmente commissionato come musica di accompagnamento per l'omonimo balletto diretto da Stephen Petronio per capire poi che l'intera composizione aveva un'identità a se e decidere dunque di pubblicarla come album, aggiungendo poi soltanto un brano, l'ultimo: "Gone not Forgotten".
I  collaboratori ufficiali di Sigurdsson in questo progetto sono: Nadia Sirota alla viola, Nico Muhly al pianoforte e Shahzad Ismaily alla chitarra, basso e percussioni, ma tornando al discorso del collettivo dietro ogni lavoro sotto Bedroom Community, bisogna dire che anche gli altri membri hanno messo, chi più, chi meno, il loro zampino nella sua realizzazione.
Se i precedenti "Ekvilibrium" e "Draumlandid" erano caratterizzati da una linea più melodica e da un maggior peso orchestrale a dare una sensazione solenne ma eterea, Architecture of Loss invece si presenta subito come un lavoro più oscuro e complesso, caratterizzato dall'alternarsi di momenti di forte tensione che si delineano con vere e proprie esplosioni sonore, e momenti di tregua in cui i suoni sembrano dissolversi e trasformarsi in melodia. Un dinamismo che trasforma le basse frequenze di un ronzio, nell'apertura in tono solenne di una viola ondeggiante che si sofferma su una singola nota per poi incresparsi e trasformarsi con forza in effetti drone sintetici, accompagnati dall'inalterata linea melodica del pianoforte. Momenti caotici ed irrequieti e momenti di malinconica tregua, il tutto a simboleggiare la perdita ed il dolore che da essa naturalmente consegue. Insomma, un lavoro per nulla adatto ad un ascolto distratto o confinato al seplice sottofondo quanto piuttosto bisognoso di una particolare attenzione per riuscire a cogliere la continuità nel processo di trasformazione di ogni singolo elemento strumentale.
Dopo un ascolto del genere, proiettato oltre ad ogni tipo di definizione e che riesce a trasformare l'organico in sintetico per poi tornare nuovamente all'organico, viene da chiedersi (come del resto dopo "Solaris"): quale potrà mai essere il passo successivo??
Qui sotto lascio il link dove si può ascoltare l'intero album in streaming fino a domenica:

Buon ascolto! :)