12.07.2012

Scott Matthew "Personal Hitparade"

Scott Matthew in questi giorni è in giro per l'Europa (no, non è prevista alcuna tappa italiana), per una serie di concerti riservati ad un pubblico ristretto, in cui il Nostro rivisita classici del passato a suo modo...la sua voce, il suo ukulele ed un accompagnamento alla chitarra. Sotto, una playlist con i video disponibili fino ad ora, basta cliccare play una volta e dovrebbero partire l'uno dopo l'altro in quest'ordine (forse):

TO LOVE SOMEBODY (Bee Gees)
I WANNA DANCE WITH SOMEBODY (Whitney Houston)
ROSES ARE NOT RED (Vesecky, Simone White)
HARVEST MOON (Neil Young)
ANNIE'S SONG (John Denver) 

 
Buona visione e buon week-end! :)

12.04.2012

Desertshore/The Final Report

X-TG "DESERTSHORE/THE FINAL REPORT"

L'idea dei Throbbing Gristle (alla formazione X-TG poi ci arriviamo), di rivisitare l'album "Desertshore" di Nico e John Cale, non è certo una novità recente; fu infatti Peter Christopherson nel 2006, ad un paio di anni dalla fortunosa reunion TG a proporre il progetto agli altri membri. In 6 anni il progetto è mutato più volte ed ha subito i numerosi ed imprevisti contraccolpi che hanno caratterizzato la recente storia dei membri TG.
Andando con ordine: i Throbbing Gristle si riunirono nel 2004 dopo più di un ventennio dal primo sciogliemento, avvenuto nel 1981 dovuto a questioni di incompatibilità e per dare spazio ai progetti "collaterali" (termine ovviamente senza alcuna connotazione di secondarietà), intrapresi successivamente dai suoi membri...Cosey Fanni Tutti e Chris Carter riuniti nel progetto Carter/Tutti, Peter Christopherson membro portante dei Coil e Genesis P-Orridge nel progetto Psychic TV. Inaspettatamenete l'idea di una reunion non cadde in un inutile trascinarsi avanti di cariatidi senza più nulla da proporre (esempi del genere sono ben altri...), ma anzi, portò la produzione di nuovo materiale, tra cui un cofanetto di 7 DVD, l'inedito "Part Two" e l'uscita in edizione limitata in 777 copie della rivisitazione "The Second Annual Report". Nel 2007 il progetto "Desertshore" cominciò a prendere la sua prima forma, e le prime basi vennero rese pubbliche con un'installazione presso l'ICA di Londra; in seguito questa prima versione in cui la voce era affidata a Genesis P-Orridge fu pubblicata in ediziona limitata in un cofanetto di 12 CD.
Nel 2010 la rottura di Genesis P-Orridge con i Throbbing Gristle fu definita, ed avvenne nel bel mezzo di un tour europeo...sicchè i restanti componenti, Cosey Fanni Tutti, Chris Carter e Peter Chistopherson terminarono le date rimanenti con il nome X-TG...niente di più concreto di una scelta simile.
La reinterpretazione di "Desertshore" dunque prese un'altra piega, e la voce di P-Orridge venne eliminata dal progetto, nonostante ciò i 3 continuarono a lavorarci su fino a che, ennesimo contraccolpo, Christopherson morì nel sonno nella sua casa a Bangkok nel 2011.
Carter/Fanny Tutti in memoria di "Sleazy" decisero di proseguire ulteriormente, introducendo la partecipazione di figure musicali e cinematografiche capaci di dare la giusta atmosfera ad un progetto così ambizioso...le loro scelte difatti sono ricadute su Blixa Bargel, Antony Hegarty, Marc Almond sul regista Gaspar Noè e l'attrice Sasha Grey.  La première del progetto (quasi) ultimato si tenne a Newcastle pochi mesi dopo la scomparsa di Christopherson, divenendo di fatto una commemorazione, così come la versione finale dell'intera rivisitazione di "Desertshore", confezionata in un packaging davvero pregevole contenente un doppio CD dal titolo "Desertshore/The Final Report", dove quest'ultimo segna appunto l'ultimo atto di ciò che restava dei TG riprendendo le ultime registrazioni di materiale inedito effettuate con "Sleazy".
Venendo all'album, negli anni più e più artisti si sono prestati a reinterpretare i brani di Nico (ne è un ottimo  esempio Soap&Skin con "Janitor of Lunacy" ) , ma ciò che risulta davvero pregevole nel lavoro X-TG è che l'intero progetto "Desertshore" non appare come un semplice (ma bellissimo) album di cover, ma  invece come una sua completa rivisitazione ed in alcuni casi persino come uno stravolgimento.
Ad aprire vi è Antony Hegarty (che in passato aveva offerto la sua voce ad una personale quanto empatica versione di "Afraid"), con "Janitor of Lunacy"...brano di raro magnetismo in cui la sua voce ululante e se possibile, più enigmatica ed oscura che mai, si fonde a riverberi, drone e fiati pulsanti a sostituire l'harmonium della versione originale, dando l'impressione di essere inghiottita da un vortice oscuro di desolazione. Nulla a che fare con l'effetto disturbante e disperato quanto caratteristico del fascino unico di Nico (ça va sans dire), e lo stesso effetto di calore è dato dall'interpretazione di Marc Almond per "The Falconer".
A Blixa Bargeld spetta il compito di esaltare ed in qualche modo riprendere il magnetismo dell'accento teutonico di Nico, reinterpretando in maniera disturbante  e dura "Abschied" e "Mutterlein", accompagnati entrambi dalle distorsioni e dai drone di Fanni Tutti e Carter.
"Afraid", brano che nella sua versione originale era caratterizzato da un forte aspetto emotivo e che rispecchiava in maniera struggente la solitudine ed il disagio, nella versione X-TG è affidato all'attrice Sasha Grey che riesce a donare al brano un'inaspettata apatia...la disperazione si trasforma nella resa e nella totale mancanza di emotività, mentre l'inquietante voce bianca accompagnata da un clavicembalo in un motivetto infantile in "Le Petit Chevalier", con il regista Gaspar Noè si trasforma in una voce baritonale soggetta a continue distorsioni metalliche, accompagnata da pulsanti trame elettroniche.
A Cosey Fanni Tutti sono riservate "All That is My Own" e "My Only Child", a cui inaspettatamente, nonostante l'abbondante conversione elettronica e drone, la sua voce riesce ad imprimere una nota di calore ed emotività. A chiudere "Desertshores", brano che apre con note rarefatte al pianoforte per poi sprofondare gradualmente in uno spettrale vortice sospeso di eterna disperazione che non lascia vie di fuga, vortice in cui le voci si alternano a rotazione per poi sovrapporsi in maniera convulsa e disordinata nello stesso loop che ripete la frase "meet me on a desertshore" a dare un senso claustrofobico di rassegnazione.

Oltre a tutto questo mio banale ciarlare, lascio sotto alcune delle interviste realizzate da The Quietus, che ha seguito da vicino tutto l'evolversi di "Desertshore":
Blixa Bargeld
http://thequietus.com/articles/10761-desertshore-blixa-bargeld-interview
Antony Hegarty
http://thequietus.com/articles/10775-antony-hegarty-desertshore-interview
Sasha Grey
http://thequietus.com/articles/10743-sasha-grey-desertshore-interview



Qui sotto invece una lunga intervista a Cosey Fanni Tutti, in cui non si fa accenno a "Desertshore", ma si tratta comunque di un'ottima lezione di musica:

Lecture: Cosey Fanni Tutti (London 2010) from Red Bull Music Academy on Vimeo.

Buon Ascolto :)

11.27.2012

Ólafur Arnalds @Iceland Airwaves 2012

Il disco della settimana, ma probabilmente anche tra i più interessanti del 2012, ossia la rivisitazione della pietra miliare "Desertshore" di Nico, ad opera di Cosey Fanni Tutti e Chris Carter con il contributo di  Peter Christopherson prima che morisse nel 2010 (a cui si aggiunge la partecipazione di svariati artisti del calibro di Blixa Bargeld, Antony Hegarty, Marc Almond...), richiede tempo e particolare attenzione, sicchè, il consueto live del week-end è anticipato al martedì:

Ólafur Arnalds live @Iceland Airwaves 2012
Þú ert jörðin
Tomorrow's Song
Poland
Gleypa okkur
Near Light
Ljósið


Buon Ascolto! :)

11.23.2012

Einstürzende Neubauten - Live in Paris 2010

Per il live del week-end questa settimana è la volta degli Einstürzende Neubauten in un live registrato a Parigi nel 2010, in occasione del loro tour celebrativo delle 3 decadi di attività.
E' un po' lunghetto, ma le temperature non invogliano ormai più ad uscire di casa e comunque vale la pena stare appiccicati allo schermo per le due ore e passa dell'intera registrazione!

SETLIST:
The Garden
Die Befindlichkeit Des Landes
Von Wegen
Die Interimsliebenden
Nagorny Karabach
Dead Friends (Around The Corner)
Unvollständigkeit
Installation N°1
Youme & Meyou
Let's Do It A Dada
Haus Der Lüge
Rampe
Sabrina
Susej : Encore I
Headcleaner
Silence is Sexy : Encore II
Selbstportrait Mit Kater
Redukt
Total Eclipse Of The Sun

 

Buon Ascolto e buon week-end! :)

11.20.2012

Paul Corley "Disquiet"

PAUL CORLEY "DISQUIET"

Paul Corley, spesso definito come il nuovo acquisto Bedroom Community, in realtà fa parte dell'entourage che ruota attorno a Valgeir Sigurdsson sin dal 2007, ossia da poco dopo la fondazione della nota etichetta islandese. Compositore ed ingegnere del suono, in precedenza aveva collaborato con Ben Frost, Tim Hecker e lo stesso Sigurdsson, ma "Disquiet" segna il suo esordio come musicista solista, anche se al suo lavoro figurano collaborazioni del calibro di Ben Frost, Matthew Collings, Sigurdsson, ed il contrabbassista Borgar Magnasson.
"Disquiet" continua ed aggiunge un tassello allo strano percorso musicale intrapreso dalla Bedroom, strumenti organici, in questo caso il pianoforte che serve da base a tutto il lavoro, chitarra elettrica ed un contrabbasso, e parti inorganiche che si sviluppano in evoluzioni drone arricchite da field-recordings che si fondono fino a creare qualcosa che non può essere definito elettroacustica, ma che rimane ancora nel campo della sperimentazione, e dell'indefinito.
L'intero lavoro si articola in 4 brani, ciascuno dalla durata piuttosto lunga, e tutti finemente legati l'un l'altro...inutile dire che l'ascolto richiede tempo, attenzione e soprattutto la capacità di "immergersi" nelle sue sonorità riuscendo a catturare ognuna delle numerose sfumature che man mano si evolvono fino a dare forma alla complessità dell'insieme. Il tutto sembra voler evocare una lunga riflessione dettata dallo sconforto e dalla malinconia più profonda, i toni sono oscuri ed opachi ma non bisogna aspettarsi slanci emotivi di alcun tipo, si tratta di una riflessione su ciò che non può più essere cambiato, una riflessione nostalgica, ed i numerosi scricchiolii inducono ad immaginare un vecchio pavimento in legno ed una casa vuota in cui la polvere ha ormai ricoperto ogni angolo, rendendo l'atmosfera grigia e carica di abbandono e silenzio. 
Apre l'album "She's in the Ground", che inizia con un lento ripetersi di note sommesse al pianoforte esaltando immediatamente il tratto malinconico, si aggiungono numerosi field-recordings composti da scricchiolii, gocce che man mano si raccolgono a formare una pozza e sospiri, il tutto in un'atmosfera di oscura quiete. Si aggiunge a poco a poco la parte dronica che sostituisce la malinconia con una forte sensazione di sconforto e disperazione, accentuata dalla caoticità  della tecnica fingerstyle applicata al piano (di cui Muhly, restando in tema Bedroom Community, è un maestro). Il tutto collassa lentamente su se stesso dando spazio a brevi ed alternati effetti pulsanti a cui si aggancia la successiva "Narrow", brano che appare frammentato in suggestioni di crescente tensione emotiva (e qui è facile intuire il contributo di Frost), le atmosfere quiete del pianoforte spariscono nella prima parte del brano per lasciare spazio in maniera più accentuata all'inquietudine delle corde manipolate dalle mani, per poi caratterizzare la sua conclusione distendendosi su nitidi accordi alla chitarra elettrica. "Dialogue & Passing Judgement" suona come un cuore pulsante mentre manipolazioni agli archi donano un effetto di lontananza più che spaziale, temporale. Un loop quasi basinskiano a cui si aggiungono via via elementi, come un confuso ricordo evocato d'improvviso, che pian piano diventa sempre più vivo e ricco di dettagli...tanto (forse) da diventare insostenibile...ad ogni modo viene abbandonata la polverosa stanza con il pavimento in legno, passi pesanti scendono le scale e si allontanano dal luogo che fino a questo momento ha  evocato pensieri e ricordi così oscuri. A chiudere è la title-track "Disquiet", brano che si sviluppa in 14 minuti come un requiem caratterizzato da pesanti note fumose, che sembrano però concludersi in una rassegnata accettazione.
Un esordio incredibilmente raffinato e complesso, tanto evocativo che assume quasi i tratti di una seduta psicanalitica...che sia questo l'intento di Corley o no, poco importa, è talmente abile a ricreare in musica lo spazio fisico di una stanza vuota e polverosa da permettere all'ascoltatore di trovarsi esattamente lì a riflettere e sviscerare le proprie inquietudini.
 
Buon Ascolto! :)