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5.29.2015

Cecità e freddo

Piccole novità sul fronte Antonia (ormai ANOHNI...ma per questo se ne parlerà in seguito con i futuri sviluppi), dal concerto di ieri sera al Primavera Sound Fest. a Barcellona...no, stavolta niente viaggi e preparazioni per vederla. Tanto pensavo non ci sarebbe stato nulla di nuovo e sono restata in panciolle a casa senza alcun cruccio, e invece...
E quindi, davanti la proiezione di quel che sembra "Just Visiting This Planet" di Peter Sempel con star l'ormai noto Kazuo Ono, ANOHNI ha eseguito ben due brani inediti, dal titolo "Ground" e "4 Degrees" (qui sotto):

...ed una versione orchestrale decisamete interessante di "Blind":

 



Adesso mi viene da pensare che forse un volo per Barcellona non mi sarebbe dispiaciuto affatto. Sì.

Buon Ascolto! :)

6.17.2013

Antony ed i tormenti di un live evitato

Sarà da più di una decina di post che non menziono Antony, sarà mica che la mia ossessione per lei stia pian piano passando? ...macchè, probabilmente complice l'avvicinarsi delle sue date italiane e quella strana sensazione di malinconica attesa che precede ogni suo live, ma sono giorni che non so se la mia scelta di evitare lo strazio di vederla esibirsi in un concerto di sole cover e per di più aggiungendo il timore di improbabili duetti con Battiato, sia stata una buona scelta o no...probabilmente sì, ma so che comunque passerò quelle due serate a tormentarmi (magari se andate a Verona o Firenze potrete infierire scrivendo qualche commento). Tuttavia mi rincuora e parecchio la prospettiva di rivederla per l'innumerevole volta, il prossimo anno, e questa volta sarà a Madrid per la sua unica data (in realtà saranno 3) europea di Swanlights...cui di consueto seguirà un mega-post come per Copenhagen o Parigi...o tutti gli altri :)
Un vecchio classico, solo con i suoi Johnsons: 
Buon Ascolto! :)

2.04.2013

Antony and the Johnsons live@Canal+ 2009

A quanto pare il Nostro apparirà da solo al festival di Sanremo, così riportano XL de La Repubblica e svariati altri siti...dopo anni di pellegrinaggi in giro per tutta Europa, questa non me la sarei mai immaginata! Scelta incomprensibile ed indigesta, tanto per il suo talento completamente al di fuori dalla portata di un evento così kitsch e bigotto, quanto per le conseguenti stupidaggini che verranno dette/scritte a riguardo.
Pazienza...una piccola parentesi su cui si cercherà di chiudere un occhio :)
Nel frattempo sono andata a ripescare nei miei archivi :) confrontando le numerose performance trasmesse nelle tv europee, e dato che non si trova in giro su web ho optato per questa registrata nel 2009 per Canal+...e l'ho messa su vimeo, così da offrire una valida alternativa per quella sera :) 
Setlist
Kiss My Name
Her Eyes Are Underneath The Ground
Epilepsy is Dancing
Another World
The Crying Light
Aeon


Buon Ascolto! :)

12.30.2012

Album 2012 #11 Antony and the Johnsons "Cut The World"

#11 ANTONY AND THE JOHNSONS "CUT THE WORLD"


Quanto al mio parere, credo di avere elogiato quest'album in anticipo rispetto alla sua uscita, scrivendo direttamente del concerto cui ho avuto la fortuna di assistere a Copenhagen... 
...quest'anno poi ho stressato a sufficienza con il concerto a Parigi (http://omote-no.blogspot.it/2012/07/antony-johnsons-paris-july-3-2012.html)...quindi più nulla da dire! :) Beh, solitamente un album A&TJ finirebbe automaticamente in prima posizione nel personale resoconto annuale, ma non si poteva non tener conto che l'unico brano inedito (oltre al lungo monologo "Future Feminism"), è la title-track "Cut The World"...brano che peraltro da solo varrebbe come un intero album :)



...anche Swanlights in versione sinfonica è decisamente sublime :)


...ma anche la vecchia cara Twilight...


Attendendo materiale inedito, buon Ascolto! :)

12.07.2012

Scott Matthew "Personal Hitparade"

Scott Matthew in questi giorni è in giro per l'Europa (no, non è prevista alcuna tappa italiana), per una serie di concerti riservati ad un pubblico ristretto, in cui il Nostro rivisita classici del passato a suo modo...la sua voce, il suo ukulele ed un accompagnamento alla chitarra. Sotto, una playlist con i video disponibili fino ad ora, basta cliccare play una volta e dovrebbero partire l'uno dopo l'altro in quest'ordine (forse):

TO LOVE SOMEBODY (Bee Gees)
I WANNA DANCE WITH SOMEBODY (Whitney Houston)
ROSES ARE NOT RED (Vesecky, Simone White)
HARVEST MOON (Neil Young)
ANNIE'S SONG (John Denver) 

 
Buona visione e buon week-end! :)

8.06.2012

Cut the World - video

 E' inutile dilungarsi sul quinto e nuovo album "Cut the World" degli Antony and the Johnsons dopo quel lunghissimo post scritto al ritorno dal primo dei due concerti a Copenhagen...visto che quest'ultimo lavoro, come noto, è composto dalle registrazioni live proprio di quei due concerti. L'album, in uscita oggi, oltre che in formato CD, Mp3 e quant'altro, si trova anche in un bellissimo formato doppio vinile sotto etichetta Secretly Canadian (edizione prenotata qualche giorno fa, ma dovrò tristemente attendere il suo arrivo tra più o meno una settimana), oppure per la Rough Trade.
L'unico brano registrato in studio, ma sempre con la Danish National Chamber Orchestra, è lo stesso che da il titolo all'album, appunto "Cut The World", tra l'altro l'unico inedito anche se di fatto composto per "The Life and Death of Marina Abramović" e suonato ad ogni data degli ultimi due tour.
Qui sotto il video con protagonisti Willem Dafoe, Carice van Houten ed appunto Marina Abramović...non è un caso che ad aprire l'album sia Cut The World seguito dal discorso "Future Feminism"...  Ma per non lasciar distorcere in maniera stupida e superficiale il messaggio del video, sarebbe meglio invertire l'ordine ed ascoltare prima per intero gli 8 minuti di discorso:


...a questo punto sarà chiaro che il messaggio non è certamente un radicale "sgozziamo tutti gli uomini", quanto piuttosto l'impegno che spetta a noi donne di trovare un obiettivo comune e quell'unione che spesso ci manca... 
Buona visione! :)

7.25.2012

Antony & the Johnsons - Paris - July 3, 2012

Ho impegato un'eternità ma alla fine ecco il riassunto del concerto...cioè...più che riassunto ha i connotati del romanzo!
Anche se sono giunta ormai in prossimità della seconda decina di concerti inseguendolo un po' ovunque, vedere Antony è sempre un'emozione particolare, o meglio, è un'esperienza a se...il senso di pienezza che regala l'attesa che separa l'acquisto del biglietto dalla serata dell'evento, la commozione e lo stupore di guardare i suoi gesti e la sua espressività così misteriosa a pochi metri da lui, e poi, quando tutto è terminato (tutto troppo in fretta), quel senso di malinconia che mi accompagna per giorni, quasi come ogni volta fosse l'ultima.
Ma insomma, in positivo od in negativo, Antony Hegarty è comunque un Artista (ribadisco) "a se", la sua unicità e la sua profondità non possono che evocare sentimenti contrastanti, forse come a riflettere l'essenza della sua Arte...una rara amalgama tra l'etereo o l'oscuro, capace di commuovere e far emergere quel lato sensibile che si cerca sempre di nascondere...ma su questo punto però non è il caso di soffermarsi ulteriormente ancora una volta, ed io non potrei che avere parole di ammirazione per lui.
Dunque, il tour 2012 prende il nome "Cut the World", lo stesso titolo del prossimo (quinto) album in uscita ad agosto, null'altro che un live registrato a Copenhagen lo scorso settembre (io ero presente alla prima delle due date...); tour  ancora una volta portato avanti con le orchestre sinfoniche, ed iniziato ufficialmente a Città del Messico lo scorso maggio (dove il Nostro, se ho ben capito, ha contratto un parassita intestinale), proseguito poi alternando qualche pausa per The Life of Marina Abramovic ad Amsterdam e poi ripreso a Parigi per terminare il 3 agosto a Stoccolma...e tutto ciò in totale assenza dei Johnsons (nemmeno Rob Moose alla conduzione). Il 5 agosto invece Antony suonerà finalmente accompagnato soltanto dai Johnsons per suo Meltdown Festival...se solo la notizia fosse uscita prima, col cavolo che andavo a Parigi...arghhh!!
A questo punto devo dire che quando a febbraio seppi della data a Parigi (tra l'altro la prima ad essere confermata), la mia storica accompagnatrice di concerti Antonyani mi disse seccamente "...finchè non torna con i Johnsons e non molla le orchestre, per me basta così...", a quel punto ho capito che qualcosa si è rotto nel meccanismo (forse si era già rotto a Bari), e non posso che trovarmi concorde con lei: visti 1-2 live sinfonici, li si è visti tutti, le scalette sono sempre uguali, e l'impostazione stessa non prevede due requisiti fondamentali che rendevano i concerti A&tJ tanto speciali quanto magnifici: l'improvvisazione ed una maggior intimità ed interazione forse dovuta anche ad una minore condizione di stress...quanto sembra nervoso e pignolo Antony ora, così preoccupato che tutto proceda alla perfezione. Sicchè, mancando la fotografa, le foto nel post le ho scattate io...e data la mia scarsa attitudine, il risultato è  alquanto pessimo, ma tant'è! :)

Prima di passare al concerto, mi va di aggiungere un altro lunghissimo prologo (tanto nelle ultime 3 settimane non ho scritto nulla):
arrivo davanti la Salle Pleyel poco prima delle 19, un'ora prima che inizi il concerto, pochissime persone in attesa all'ingresso e tra questi un signore con in mano un cartellone in cui chiede di comprargli o regalargli un biglietto (non so una parola in francese, ma suppongo comunque una delle due opzioni)...spero sia riuscito ad assistere al concerto lo stesso! Mi accingo all'atrio di questa struttura in stile art déco che lascia poco spazio alla luce e che da una sensazione un po' claustrofobica (nulla a che vedere con la fighezza extra-contemporanea della Koncerthuset!), una struttura pesante e troppo antiquata. Quando vedo che qualcuno si indirizza verso l'interno della sala, chiedo ad uno degli addetti come raggiungere il parterre (in inglese), e giustamente questo mi risponde in francese, ed a questo punto penso sia spuntato un grosso punto interrogativo sopra la mia testa, sicchè in maniera scazzata mi ha indicato la via puntando il uso dito con un odiosissimo movimento in slow-motion...vabbè.. Quando giungo all'interno della sala il copione si ripete con un altro addetto che doveva scansionare il bar-code del biglietto... (E' stata la prima visita per me a Parigi, fortunatamente solo due giorni e mezzo prima di migrare per le mie vere vacanze decisamente più a nord, ma nonostante il breve soggiorno, dover far fronte a questa loro supponenza della lingua mi ha creato una certa inquietudine). Manca ancora mezz'ora all'inizio del concerto ed in sottofondo scorrono brani da "Melancholia" di Basinski, e rasserenata da ciò ho fatto qualche foto allo stage impreziosito da pannelli argentati su cui gli effetti luce creeranno riflessi molto particolari.

La sala è piuttosto minimalista, giocata sul contrasto rosso delle poltrone, bianco delle pareti...i miei gusti sono indirizzati su un design decisamente più contemporaneo, ma bisogna dire che l'acustica della Salle Pleyel è davvero impeccabile! Pian piano la sala si riempie, qualcuno arriverà alle 20:00 spaccate, altri arriveranno a concerto iniziato...ed altri a concerto quasi terminato...vabbè...un elemento di disturbo che una buona organizzazione avrebbe evitato! Su questo punto si arriva alla parte peggiore tra tutte: ok che è vietato fare fotografie, registrazioni, filmati e quant'altro (difatti su youtube esiste un unico filmato di tutta la serata, e realizzato da qualcuno molto lontano dal palco), ma per tutta la durata del concerto è stato un via-vai continuo di addetti che passavano avanti ed indietro assicurandosi che nessuno osasse estrarre dalle proprie borse alcunchè, oppure per far accomodare i ritardatari...a questo si aggiunge il fatto che io ero in quarta fila e tra la mia poltroncina e la terza fila ci fosse un corridio adibito al passaggio...sicchè questi ad ogni ronda mi coprivano la visuale...arghhh!!!

Basta, veniamo al concerto:
Sale sul palco l'Orchestre National d'Ile de France in un outfit completamente bianco...tutti uomini eccetto che per due violiniste...segue la solita accordatura e poi giunge sul palco il pianista che sta accompagnando Antony in tutto questo tour estivo: Gael Rakotondrabe. Le luci si abbassano e poco dopo arriva Antony. Per lui un outfit invece oscuro, molto diverso dai capi in seta colorata indossati nel precedente (brevissimo) tour 2011; un eyeliner nero molto pesante ed un vistoso ombretto di un azzurro acceso capace di far risaltare i suoi occhioni blu, con il risultato di uno sguardo piuttosto severo e malinconico. Un vecchio vestito ormai sgualcito e scolorito, su cui poggia un mantello nero (o forse meglio definirlo poncho?), che lo avvolge quasi ad impedire allo sguardo di delineare i suoi limiti corporei, ed ancora un collare (con aggiunta di make-up nero sotto al collo), attorno cui il mantello va a fissarsi...difficile dire se collare e mantello fanno parte dello stesso abito, o se questa sia una combinazione di elementi, comunque sia il risultato voluto (ed ottenuto), è quello di una presenza spettrale, ed è alquanto magnetico. A completare il tutto, bisogna aggiungere, un paio di scarpe stringate di un rosa lucido...ed è da dire che il binomio era perfettamente intonato.
Come detto, le luci si abbassano, Antony spunta da dietro le quinte e senza dire nulla nè accennare qualsiasi gesto od espressione, si porta al centro del palco. Il suo sguardo è freddo e da l'impressione di essere innervosito (ma probabilmente il make-up ha enfatizzato questa sensazione). Risuonano le prime note al pianoforte, si tratta di "Rapture", dapprima Antony rimane immobile con lo sguardo fisso rivolto sul fondo della sala, la sua voce è magnifica e potente, poi pian piano le sue mani cominciano a muoversi delicatamente, riprendendo in qualche modo la forma espressiva del Butoh, ed infine, come si trattasse di una costante evoluzione, i suoi movimenti diventano via via sempre più impulsivi, netti, scatti quasi violenti, ma tutto ciò non fa che arricchire il brano di una particolare e rabbiosa carica emotiva. Segue un timido applauso, forse un po' tutti siamo ancora inebetiti dalla sua Presenza e dal suo look così oscuro, lui accenna un timido "Merci" e senza aggiungere nulla procede immediatamente con "Cripple and the Starfish", i suoi gesti sono ancora pesanti ed impulsivi, ma il suo viso comincia a lasciar trasparire un maggior grado di relax, tanto che un certo punto strizza l'occhio ed accenna un sorriso compiaciuto ad un ragazzo seduto in prima fila.
Segue in scaletta "For Today I Am a Boy", Antony si scioglie, i suoi movimenti sono fluidi e trasportati da una forte carica emotiva che lo porta sul filo, trattenuto a fatica, della commozione. I suoi occhi sono visibilmente lucidi, la sua voce sceglie un percorso quasi recitativo tanto da rallentare il corso del brano per enfatizzare l'intimità imbarazzante di questo splendido brano (imbarazzante nel senso che da ascoltatrice ogni volta che ascolto questo urlo di rassegnazione, mi sembra di violare il suo "io" più profondo); gli applausi partono ancor prima che termini, ed è un peccato perchè il finale con effetto ansimante, quasi fosse un singhiozzo, della versione orchetrale, è sempre splendido!
E' la volta di "Epilepsy is Dancing" che Antony decide di arricchire con rumorosi ed energici schioccare di dita che spesso non seguono la ritmicità del brano ma creano in maniera spasmodica un effetto da brividi specialmente sul crescendo "Now is Passing, Now I'm Dancing". Finalmente dice una mezza frase, nulla più di un semplice "sono contento di suonare a Parigi", poi 4 laser verdi si posizionano creando una barriera che scorre davanti a lui, le luci trasfromano il palco in una nuvola fucsia, risuonano le prime inconfondibili note del giro di pianoforte di "Crazy in Love", la voce di Antony è così morbida ed eterea che mi viene da paragonarla al versicolare di un bellissimo gatto in vena di coccole, ed anche in questo caso il trasporto emotivo che riesce a donare al brano è così intenso da farmi commuovere fino alle lacrime.
Senza accennare ancora nulla, si siede al pianoforte, le luci che si riflettono sulla scultura sospesa ed ora diventano oscure...è la volta di "Swanlights". La versione orchestrale, ancor più di quella album, ha una resa ipnotica ed evocativa, l'intro ha sempre la capacità di rimbombarti dentro le ossa, una frequenza che riesce a penetrare i tessuti per restarvi sedimentata a lungo all'interno, proprio come si trattasse di una radiazione...il lento incedere del finale che si trascina a fatica poi non fa che esaltare la magnifica complessità che il termine "swanlights" assume nell'Arte di Antony.
Tornato alla postazione in centro palco, introduce "Cut the World", appunto un brano scritto per "The Life and Death of Marina Abramovic" e che sarà il punto centrale del prossimo full-lenght,; brano che per lui assume particolare significato in quanto ben riassuntivo del suo discorso sul potere del femminino, un esorto al cambiamento accettando tutti i rischi che ciò consegue, ma senza aver paura di perdere qualcosa perchè il cambiamento è l'unica possibilità rimasta. Due fasci di luce bianca si incrociano a mezz'aria sopra le nostre teste, partendo dai lati opposti del palco (un effetto incantevole), parte il giro di piano ed Antony inizia a cantare, ma dopo circa 20 secondi esclama..."Sorry, I have to sneeze!!" ;), così si interrompe, interrompe l'orchestra, starnutisce (persino il suo modo di starnutire è splendido!!), si scusa imbarazzato e divertito, ribadisce di aver starnutito... ;) e così: i due fasci laser bianchi tornano ad incrociarsi sopra le nostre teste, parte il giro di pianoforte, parte l'orchestra ed Antony inizia a cantare...questa volta è quella buona! Quando la sua voce si intensifica sul passaggio "...but when will I turn and cut the world?...", tremano persino le poltrone, talvolta però il pianista è in ritardo ed Antony deve un po' allungarsi sulle vocali, ma questo poco importa... Guardare i movimenti delle sue mani mentre la sua voce si flette tra tonalità ondulanti e continue modulazioni è spossante quanto commovente e dopo le precedenti occasioni (Copenhagen e Bari), capisco in maniera definitiva che ascoltare "Cut the World" dal vivo è un'esperienza che resetta gli indicatori del mio senso del "bello". Non parvo della splendida esecuzione, decide di regalarci un altro momento emotivamente destabilizzante: lascia riposare un attimo l'orchestra e chiede al pianista di accennare nuovamente lo stesso giro di pianoforte e continua così, in maniera intima con "Cut the World" in versione acustica. Le sue modulazione vocali si fanno ancor più strambe ed affascinanti, questo non dura più che un minuto ma...si tratta di 60 secondi indimenticabili!
Segue un lungo silenzio riflessivo, lo sguardo oscuro fisso nel vuoto di Antony riesce a riempire ugualmente quei secondi di vuoto, poi le luci si abbassano di intensità, assumono tonalità del blu scuro, un fascio di luce leggermente più chiaro illumina soltanto il suo viso...ecco il fantasma, il riflesso luminoso, l'ologramma...quell'eterea Presenza sul palco capace di lasciarti frastornato con un solo sguardo o movimento delle sue mani. Quell'eterea Presenza dotata di una sensibilità fuori dal comune capace di esprimere la sua angoscia globale nel raffinato minimalismo di "Another World"...spiazzante!
Seconda sorpresa: senza l'appoggio orchestrale improvvisa qualce secondo di vocalizzi per poi fermarsi di colpo e raccontare del suo primo viaggio a Parigi; aveva 16 anni ed aveva deciso di frequentare per qualche mese una summer school con l'intento di imparare il francese. Spiega che per l'intero soggiorno è stato in un hotel a  a Montmartre e che era solito recarsi nei giardini presso Camp du Mort (o Nord?...non ho ben capito)...a questo punto si blocca in un ulteriore lungo silenzio, il suo sguardo è fisso a terra e soltanto dopo un paio di minuti (quanto mi sarebbe piaciuto ascoltare dove voleva andare a parare), introduce "Kiss My Name". Immaginando che tutti noi presenti in sala tra una 50ina di anni saremo morti, comunque i nostri "spiriti" continueranno a vagare tra i vivi, così come lo "spirito" di un bambino morto che chiede alla propria madre di prendersi cura di lui...parte il brano ed Antony è alquanto danzereccio, adoro ogni volta quando arriva il momento in cui porta la mano al lato della bocca per amplificare quell'urlato "kiss my name" centrale, protende le sue braccia verso l'alto con movimenti goffi ed accompagna l'orchestra nuovamente con rumorosi ed energici schioccare di dita...la sua presenza scenica è sempre da lode :)
E' la volta di "I Fell in Love with a Dead Boy", io già mi preparo il fazzoletto...e faccio bene perchè quella pausa di silenzio mi fa sempre partire la lacrimuccia :) Probabilmente questo è il brano che ha suonato più volte in assoluto dal vivo, eppure ogni volta mi sembra una versione completamente differente da tutte le altre ascolate in precenza, ed a giudicare da come esplode il pubblico in applausi ed urla, direi che la pensiamo un po' tutti quanti così!
"Salt, Silver, Oxygen": è da premettere che il pianista è stato ancora in questo caso più volte in ritardo e che Antony, nuovamente, ha dovuto spesso dilungarsi nelle vocali (sia inteso che comunque si è trattata di un'esecuzione sublime!), così alla fine del brano si dimostra insoddisfatto (ma si sa che questi sono soltanto pretesti per poter parlare...piccoli espedienti che utilizza spesso e che funzionano alla grande), si scusa per i continui allungamenti che terminavano con un calo di tonalità e ricanta i versi che meno gli erano piaciuti a livello di resa. Spiega che si tratta di un brano a cui lui tiene moltissimo (ovviamente torna la questione del femmineo) e ricalca in particola modo il verso "...dancing with her casket Christ becomes wifes..." che ha per lui un profondo significato. "Gesù è una donna, Allah è una donna, Buddah è una madre", esorta il cambiamento, "è importante che gli uomini si facciano da parte", è il momento che le donne inizino a governare. "Se abbiamo un futuro, e sono preoccupato che in realtà non lo abbiamo, è in mano alle donne". Riflette sull'emancipazione femminile, constatando che in media soltanto il 30% di qualsiasi governo è occupato dalle donne, e lui vorrebbe un semplice switch...se ogni uomo al potere lasciasse il suo incarico alla moglie, avremmo il 70% dei governi occupati da donne, ed è ciò a cui auspica con forza (purtroppo qualche fischio si sente provenire dal fondo della sala...). "Potere al femminino, potere alle madri", e da qui dilungandosi sul discorso arriva LA SORPRESA:
"Trust your Mother" in versione acapella, uno splendido regalo (da quanto tempo non improvvisava più?!?). Chiede ad un ragazzo seduto in prima fila di tradurgli le parole in francese...dovrebbero esser queste (posto il fatto che io non conosco una parola in francese): "Crois in ta mère, avec ta vie" e chiede al pubblico di cantarla con lui...per breve tempo viene accontentato, poi decide di scatenarsi da solo con la versione tradotta, i suoi vocalizzi contorti ed alieni sono da pelle d'oca e per un momento sembra di rivivere quel periodo in cui sul palco era accompagnato soltanto dai suoi Johnsons e spesso la sua vena creativa e sperimentale prendeva il sopravvento...quanto mi piace l'Antony così!!
Al termine si rammarica di non essere in grado di cantarla come avrebbe fatto Edith Piaf :)...sarebbe stato un po' disturbante, meglio di no!
Da l'ordine all'orchestra di suonare da capo "Salt, Silver, Oxygen", tiene moltissimo alla perfetta riuscita di questa...ma qualcosa non va...riparte da capo dicendo "It's going to be a long night!" (tra me e me penso che durasse anche 3-4 ore non sarebbe certo un problema!), ma s'incarta di nuovo a metà brano e così si arrende per passare oltre "Sorry, I can't do this again", così si passa a "You Are My Sister" ed anche in questo caso mi stupisco di quanto sia meravigliosamente emozionante questo brano, i suoi occhi si inumidiscono ancora...e così anche i miei...4^ fazzoletto! L'unica pecca è stata l'intensità di un faretto puntato dritto ad altezza occhi, tanto che ad un certo punto si è dovuto spostare nella penombra.
"The Crying Light" parte un po' sbilenco, ma presto recupera; arriva il momento in cui Antony viene ingabbiato dagli effetti laser e questa totale dichiarazione d'amore artistica è uno dei momenti che attendo sempre maggiormente; è un peccato che spesso l'esecuzione "soffra" di rallentamenti ed errori commessi dal pianista, comunque sia si tratta ugualmente di 3 minuti di assoluta bellezza, che lasciano però intendere la serata stia ormai tristemente volgendo al termine.
Seguono i ringraziamenti riservati all'orchestra , al pianista, al conduttore e l'annuncio dell'ultimo brano in scaletta prima dell'encore: "Twilight", uno dei pochi brani che grazie agli arrangiamenti orchestrali, ha acquisito realmente valore. Il lungo finale del brano enfatizza la sensazione di tristezza che comincia a farsi sentire, la consapevolezza che quell'ora e mezza abbondante di incanto sia prossima alla fine.
Ringrazia tutti i presenti, saluta e sparisce dietro le quinte, segue l'abituale standing ovation arricchita da applausi che si dilungano per un paio di minuti, così torna sul palco e si siede al pianoforte, mentre una ragazza dal pubblico urla "When in Morocco?", ma lui capisce "When a hot-dog?" con espressione basita :)...la ragazza urla ancora più forte di prima ed Antony risponde che un amico gli ha parlato molto bene del Marocco, eccetto che per gli scorpioni che vivono nel deserto, ma che comunque sa dell'esistenza di un festival di musica spirituale che lo interessa molto ed un giorno vorrebbe andarci (in realtà non ha dato l'impressione di essere molto convinto di ciò che stesse dicendo...). Ringrazia nuovamente tutti per la piacevole serata e confessa di essere piuttosto stanco ma di essersi divertito (spero!), così parte "Hope There's Someone", splendidamente eseguita ed interpretata ma si risparmia sull'urlo di disperazione finale che la contraddistingue...la sua voce non ce la faceva davvero più!
Sul suo volto appare un sorriso naturale e compiaciuto...dati gli applausi è costretto a tornare altre due volte sul palco per ringraziare, per poi svanire del tutto, lasciando spazio a quel senso di maliconia latente che segna la fine. Tra l'altro a vedere il concerto ero pure sola, ed il supporto della mia cara Arianna mi è mancato moltissimo in questo momento...i nostri sguardi empatici e commossi nell'attimo in cui si riaccendono le luci sono sempre stati dolorosi quanto rassicuranti.
Comunque sia riesco a farmi dare da un energumeno dello staff la setlist ("Ghost" non l'ha suonata):

Quando esco dalla Salle Pleyel sono appena le 22:00 ed il cielo è ancora chiaro...questo è un po' alienante per noi italiani abituati a tutt'altri orari...comunque sia , mentre mi dirigo sotto la Tour Eiffel per vederla illuminata (tra l'altro non pensavo, ma è in una zona degradatissima!!), con una mano mi tengo ben stretta la borsa e con l'altra faccio una lunga telefonata all'Arianna, giusto per maledirla un po' perchè non era venuta, ma soprattutto per dirle che condivido il suo pensiero, ossia: le orchestre ci hanno rotto abbastanza, ma che tuttavia si era persa un signor concerto dell'Antonio...e questo non è certamente poco!!

Amen :)

6.07.2012

A&tJ & the Metropole/MiTo

Prometto che poi Antony per un mese non lo menzionerò più...anche perché ultimamente si sfiora la monotonia, tuttavia il tour "Cut the World" è iniziato, la data parigina si avvicina...e sono un po' in fissa, sì! :)
Comunque, da quando si è lanciato con le orchestre, è venuto meno lo spazio per uno dei motivi principali di quella mole incredibile di registrazioni live che circolavano fino al tour del 2009, ossia le improvvisazioni (tutti quei brani senza senso improvvisati lì per lì, ispirati da notizie o ricordi assurdi, che però suonavano bene tanto che qualcuno è stato poi anche pubblicato), anzi, a dirla tutta i live orchestrali fino ad ora sono sembrati un po' troppo ingessati e studiati fin nel particolare.
Chi ha avuto la fortuna di essere l'altra sera (05/6) al Concertgebouw ad Amsterdam, occasione in cui il Nostro si è esibito accompagnato dalla sua orchestra di fiducia, ossia la Metropole Orchestra, mi conta invece finalmente di uno slancio e la storia dietro al brano poco sotto: guardando nei giorni scorsi in tv le celebrazioni per il Giubileo di Elisabetta II, è rimasto colpito da uno dei commentatori della BBC, che a quanto pare ogni 3 per 2 non faceva che ribadire con insistenza lo stesso concetto "tutti quanti sanno quanto la Regina ami i cavalli!!"...quindi dopo un lungo monologo a riguardo, è nata spontanea la domanda inversa: ma ai cavalli piacerà la Regina? :D (probabilmente no!)
...a rendere il tutto più assurdo, si aggiunge la presenza di parte della famiglia reale olandese tra il pubblico :)
"'The Queen is Very Popular Amongst the Horses"


...e già che ci siamo:
"Cut the World"



"Swanlights"


Passando ad altro, è stato pubblicato il programma della consueta rassegna MiTo www.mitosettembremusica.it
tra gli artisti (oltre ad ogni sorta di rivisitazione/omaggio a Debussy...fa piacere ma troppo Debussy in programma!), ci sono Ben Frost, Of Monsters and Men, Vladislav Delay che musicherà al Blah-Blah qui a Torino "Ho Affittato un Serial Killer" di Kaurismaki, e soprattutto sempre qui a Torino al Teatro Colosseo: Ryuichi Sakamoto con Alva Noto!!

4.03.2012

Una busta con interni fucsia e dettagli fluorescenti...

1) - GROUPER "VIOLET REPLACEMENT"
Ultimo post tappabuchi prima di ripartire con cadenza regolare e soprattutto con nuovi ascolti.
Non sto a riprendere tutto il discorso Grouper/Liz Harris, tra l'altro recentemente approfondito qui: omote-no.blogspot.com/2012/03/liz-harris.html , ma piuttosto rimando direttamente all'ascolto di "Violet Replacement", sua ultima uscita anche se di fatto si tratta di una raccolta di registrazioni e field-recordings non proprio di recentissima fattura, e che sono state oggetto di rivisitazioni e re-interpretazioni nel corso delle sue recenti date live tra Torino-Ravenna-Milano.
Che abbiate avuto modo di andarla a vedere (esperienza affascinante), oppure no...ecco Qui.




2) - Più o meno un anno fa, in questo periodo, scrissi un post che giustamente definii come "orrendamente autocelebrativo", ma tant'è...era questo qui: http://omote-no.blogspot.it/2011/04/un-biglietto-dalla-danimarca.html
...e nel corso dei mesi successivi in attesa del concerto non feci che angosciare con il binomio Antony (verso cui non nascondo una particolare predilezione che si nota anche dal numero di post a lui dedicati...)/Copenhagen (città in cui mi trasferirei all'istante).
Anche quest'anno mi tocca tornare nuovamente al post "orrendamente autocelebrativo...capitolo 2" :)...è vero che per il prossimo tour estivo purtroppo non sono previste date danesi, ma dopo varie indecisioni e ripensamenti ho optato per la data a Parigi del 3 Luglio (se solo fossero state comunicate prima Stoccolma e Molde...argh!!). Quella meravigliosa sala da concerti che è la Koncerthuset verrà sostituita dalla ben più antiquata e meno affascinante Salle Pleyel...tuttavia, posso dire di essere piuttosto contenta lo stesso!! :-D
Comunque va fatta notare la differenza nell'estetica dei biglietti:
sobrietà e minimalismo danese vs busta con interni fucsia e dettagli fluorescenti (kitschissima!!) :)


Buon ascolto! :)

3.14.2012

Telo bianco

Null'altro che uno dei video realizzati dal pubblico presente lo scorso 26 Gennaio al concerto-evento "Swanlights", evento commisionato dal MoMA e che si è tenuto al Radio City Music Hall (N.Y.), per cui gli Antony and the Johnsons si sono esibiti accompagnati, come ormai consuetudine, da un'orchestra sinfonica diretta da Rob Moose.
Per una volta, non è tanto la voce di Antony o l'esecuzione orchestrale di "Her Eyes are Underneath the Ground" a colpire (e nemmeno la maleducazione del pubblico che parte con l'applauso senza attendere la fine del brano), ma piuttosto l'effetto scenico, semplice quanto bellissimo:

2.02.2012

Abbassamento crioscopico

Neve da tre giorni, strade e marciapiedi come lastre di ghiaccio, temperature polari, viabilità in tilt, e la tristezza che la visione di tutto questo bianco genera... Però mi è venuto in mente questo:

12.06.2011

Ascolti poco impegnativi

Mettiamola così, settimana iper-impegnativa e tempo libero insufficiente per ascoltare il nuovo album di Matt Elliott e la collaborazione Picastro/Nadja con la dovuta attenzione (anche se di quest'ultimo sicuramente approfondirò a breve). In compenso però è pronta la playlist 2011 (anche se mi sembra ancora troppo presto per caricarla).
Giusto per curiosità e con poco impegno però è capitato:
            THE UNTHANKS "DIVERSIONS Vol.1"
The Songs of Robert Wyatt and Antony & the Johnsons
Primo volume di una serie che riprende le sorelle Unthank, tra l'altro uscite solo qualche mese fa con il loro terzo album "Last", durante esibizioni live tra il 2010 ed il 2011 in cui oltre a suonare i loro brani si sono cimentate nel coverizzare artisti che in qulache modo hanno ispirato il loro percorso musicale.
Questo primo capitolo registrato live, è il sunto della doppia data  alla Union Chapel (Londra), nel Dicembre 2010,  in cui le Unthanks hanno rivisitato ed esplorato la musica degli Antony & the Johnsons e Robert Wyatt...almeno la copertina riassume con coerenza lo "spirito" dei due in questione.
I brani scelti dal repertorio di Hegarty sono Bird Gerhl, Man is the Baby (sofferenza per me ascoltarla in una versione così stravolta!!), You Are my Sister, For Today I am a Boy, Paddy's Gone (che non mi dispiace), e Spiralling. Tra le brani di Wyatt invece si trovano Sea Song, Forest, Out of the Blue, Stay Tuned, Dondestan, Lullaby for Hamza, Lip Service e Free Will and Testament.qui
Per rendere l'idea...:


Restando in qualche modo in tema Antony Hegarty, lascio sotto un video relativo a "Salt in My Wounds", brano scritto dal Nostro per "The Life and Death of Marina Abramovic" ed eseguito dalla stessa Abramovic. Avevo già lasciato la sua performance relativa alla rappresentazione teatrale diretta da Robert Wilson, ma qui invece è relativa al gala celebrativo per William Basinski ed il suo Arcadia, tenuto lo scorso 2 novembre.

ISSUE @ 110 : ARCADIA Gala honoring William Basinski from Damian Calvo on Vimeo.
Tra l'altro sullo stesso canale vimeo si trovano altri filmati interessanti relativi alla serata...non dico altro! :)

Buon ascolto e buona visione! :)

11.26.2011

Turning

Come già anticipato di ritorno da Copenhagen nel post relativo al live dello scorso 2 settembre, l'11 novembre (sempre a Copenhagen) è stato presentato in anteprima parte del film/documentario "Turning", che riprende il noto tour degli Antony & the Johnsons qui in Europa nel 2006, realizzato in collaborazione con Charles Atlas.
Per chi come la sottoscritta è stato a Roma quel 31 ottobre 2006 (od il giorno dopo), sicuramente ha ancora ben impresso lo stupore e la poesia della serata, per chi è mancato: Turning è l'unione tra la musica sempre emozionante degli Antony and the Johnsons (nella loro formazione più classica: Kent, Moose, Moston, Langston e Parker...più qualche aggiunta) e lo sfondo visivo creato dal regista e video-artist Charles Atlas. La performance live prevedeva le orchestrazioni curate dai Johnsons, accompagnate dalle prodezze vocali di Antony e dalle immagini di 13 modelle queer newyorkesi i cui ritratti, intimi, misteriosi e di forte impatto emotivo, si avvicendavano sia sul palco, che proiettati in formato video. Il tutto offriva modo di riflettere riguardo il significato di innocenza, metamorfosi, identità ma anche sulla fisicità.
Questa a lato è una fotografia scattata da Mie Brinkmann, fotografa Danese molto interessante, che dopo tanti scatti di moda a cui Antony si è prestato, è riuscita (ed in questo in maniera particolare), a far emergere quel senso di indefinito che caratterizza Antony, non riferendomi certo alla questione legata alla sua identità di genere, ma al suo lato artistico, alle sue riflessioni, alla sua profondità. In occasione appunto della presentazione di Turning, Mie Brinkmann ha realizzato con Hegarty ed Atlas, il lavoro affascinante che si può vedere per intero sul suo sito:
http://miebrinkmann.dk/?page=news&id=antony-and-atlas#more

Aspettandosi che il film sarà disponibile prima o poi anche per il pubblico (un bel DVD non sarebbe male!!), intanto è disponibile il teaser:

Turning (Work In Progress) from disco naïveté on Vimeo.

In realtà mi ero decisa finalmente a scrivere di Hildur Gudnadottir, superando parte dei miei timori di risultare estremamente superficiale ed indelicata...data la sua particolare discrezione e riservatezza, poi d'improvviso è "spuntata" questa cosa...ed ha preso il sopravvento :)
Buon week-end! :)

9.17.2011

Antony and the Johnsons live in Copenhagen Sep.2, 2011

Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi...ma le circostanze me l'hanno imposto.
Fotografia non scattata da me
Le luci si abbassano,
le voci si attenuano,
macchie degli ultimi brusii
segnano il silenzio della sala.
Lo sguardo,
nell'immediato buio di una luce
da subito svanita,
brancola con la mente.
Quella sensazione strana,
nel sentire la presenza di qualcuno
che non vedi,
ma che sai arrivare in silenzio,
e di soppiatto,
atteso.
Senti solo silenzio
e in quel momento
la voce di Antony.
Non ascolti della musica,
non vedi lo spettacolo,
ti fai trasportare dal brivido
che dei Johnsons
creano attorno a questo efebico bambino.
Perchè chi è bimbo gioisce e gode,
ma molto soffre
e per ribellarsi strilla e
s'incattivisce.
Ad un certo punto capisci che
troppo presto
quest'attimo
è svanito...
Non so chi scrisse queste parole, so però che questa poesia venne letta come intro al primo live che gli Antony and the Johnsons fecero qui in Italia. Era il 4 Dicembre 2002 ed il concerto fu organizzato a Napoli in una chiesa sconsacrata  "San Severo al Pendino". La formazione era diversa da quella a cui siamo abituati ora, c'era Joan Wasser (Joan as Police Woman) al violino, Todd Cohen alla batteria, i live erano preceduti da una performance di Johanna Constantine. Più che altro però bisogna pensare al "culto" di Antony...in quanti lo conoscevano a quell'epoca? Io no, arrivo poi in ritardo, soltanto qualche mese dopo, estate 2003, quando non era ancora "esploso" con I Am a Bird Now, ma comunque già parecchio conosciuto...il culto si era ormai allargato.
Comunque sia, tornando alle parole sopra citate, eccetto che per la prima volta, ho sempre preceduto il mio andare ad un live degli Antony and the Johnsons ascoltando proprio questa registrazione del 2002, a parte per la sua straordinarietà, proprio per quelle parole...poche parole capaci però di riassumere un'esperienza unica ed indefinita. Unica ogni volta anche se le volte sono diventate ormai parecchie.
Ed è proprio così, un'esperienza che attendi con impazienza, soprattutto dopo una lunga assenza durata ben due anni, un'attesa troppo lunga, tanto da aver fatto venire qualche legittimo dubbio sorretto da interviste ambigue, ma poi fortunatamente tutto smentito. Così ad Aprile spuntano le date...un mini-tour (ad Aprile erano confermate soltanto le due date a Copenhagen e quella al Wilderness Fest.). Acquisto immediatamente due biglietti senza sapere se poi la mia cara amica Arianna sarebbe venuta o meno...lo davo per scontato dopo 16 volte...3^ fila posti centrali, p-e-r-f-e-t-t-o!! (ovvio che poi quando le ho fatto trovare il biglietto, l'Arianna ancora ignara del tutto si mostrata piuttosto contenta!).

Arriva finalmente Il Giorno, il concerto inizia alle 20 (presto!), noi siamo lì davanti già un paio di ore prima...ma la Koncerthouse è situata nella zona universitaria in uno dei luoghi più suggestivi di Copenhagen, come per l'Opera House. È una struttura assolutamente moderna, un enorme cubo blu che di notte s'illumina riflettendosi sulla fontana antistante. È affiancata da edifici in vetro scuro e da altri in vetro trasparente, strutture ultra-contemporanee; poco lontano dall'ingresso un'enorme scultura in acciaio raffigurante una nota musicale...se penso alla mia sede universitaria: brutta, sporca, fatiscente e soprattutto vecchia (del 1600), mi viene male! D'altra parte in Scandinavia tutto da sempre l'impressione di essere perfetto ed efficiente...e lo è!
Giunge anche l'Ora e questo per quanto stupido devo raccontarlo:
amo i paesi nordici ma ogni volta ci vado provo sempre un certo disagio riguardo il fatto di essere italiana. Soffrirò di complessi di inferiorità mah...a parte la nostra pietosa rappresentanza politica, c'è proprio da dire che i turisti italiani si fanno sempre imbarazzantemente notare...e non voglio essere accomunata! Quindi con una certa soddisfazione :), posso dire che una delle addette all'ingresso mi ha scambiata per norvegese...pallida sono pallida, bionda sono bionda (anche se molto meno rispetto ad una volta)...in un attimo il mio solito complesso è sparito! (pane per i denti dell'Arianna che per 3 giorni non ha fatto che sfottermi...giustamente!) :)

foto scattata dall'Arianna
Entrando nella sala colpisce  il contrasto con l'esterno...una struttura in legno molto minimalista e racchiusa, particolare il fatto che (almeno dal parterre) non si possano vedere gli altri settori che rimangono del tutto nascosti, in modo da rendere l'ambiente già di per se comunque raccolto, ancor più intimo. Noi siamo in terza fila, a non più di 5 mt dal palco, sopra le nostre teste è sospesa una struttura composta da una serie di lanterne (credo disegnate dallo stesso Antony...lo stile sembrava il suo), da cui poi durante il concerto verranno proiettati fasci di luce (a cura di Chris Levine) talvolta a contornare Antony racchiudendolo all'interno di una specie di gabbia luminosa, talvolta proiettandosi su linee di cristalli disposti sul palco, che agendo come un prisma permettono che la luce si  rifletta in ogni direzione. Talvolta invece (come si vede nella prima foto ad inizio post), riflettendosi sullo scialle in seta di Antony creano un effetto davvero irreale...tanto da farlo sembrare un ologramma. Gli effetti luce sono stati un aspetto curato nel minimo dettaglio, sicuramente complici della straordinarietà del concerto...non riesco ad immaginarli però applicati in un luogo antiquato come il Petruzzelli...vedremo.

foto scattata da me
Entra la Danish National Chamber Orchestra (tutti giovanissimi!), poco dopo Rob Moose e Thomas Bartlett accolti da applausi senza fine e poi Antony...applausi senza fine e grida isteriche ad accompagnare il suo ingresso, io e l'Arianna ci guardiamo allibite, ma non eravamo noi le italiane?!? 0_o
Da questo momento in poi l'emozione è stata così alta che non siamo riuscite a fare un fotografia decente da quanto ci tremavano le mani, la migliore è quella sopra fatta dall'Arianna...
Si spengono le luci, in un attimo il silenzio...immagino tutti abbiano atteso quel momento tanto quanto me. Iniziano a risuonare le prime note di "Rapture", pochi secondi ed anche la Sua voce...e che cavolo ho già bisogno del primo fazzoletto della serata (ma anche la signora francese seduta affianco a me si commuove!). È incredibile, null'altro da aggiungere. Di fila continua con "Cripple and the Starfish", "For Today I Am a Boy" quindi un ritmo abbastanza sostenuto, per poi arrivare al secondo momento piagnucoloso: "Another World". Il resto del concerto è stato tutto quello che ci si potesse attendere, ed anche di più. La sensazione indefinita che ti lascia Antony quando lo ascolti...i Johnsons (senza Moston e Kent) ci sono e sono fondamentali...ma su quel palco non li vedi nemmeno, non ci si fa caso, Antony ruba tutta l'attenzione. Ha qualcosa di unico, che non è la Sua voce per quanto stupenda sia, neanche la sua capacità innata di unire uno humour brillante e divertente ad una rara profondità d'animo ed ad un'estrema sensibilità.  Non sono nemmeno le sue affascinanti riflessioni sul potere del femminino, forse è la somma di tutti questi aspetti a cui se ne aggiungono certamente altri che non riesco però ad identificare, e che probabilmente nessuno è riuscito a fare. Un innato ed indefinibile magnetismo.
Il concerto giunge al suo apice (secondo me) quando Antony si siede al pianoforte, dopo una delle sue riflessioni su un mondo guidato dal femminino, e comincia a suonare "Swanlights" (la pima volta che la sento live!!), tutto sembra procedere per il meglio ma ad un certo punto sbaglia accordo. Ricomincia una seconda volta, mah...sbaglia tempo....riprende una terza volta ma la sua voce fa cilecca, emette un miagolio...così prende tempo, ironizza e riparte...il quarto tentativo va a buon fine. "Swanlights" in versione sinfonica è da togliere il fiato! Già che è seduto al piano continua con "Man is the Baby" (forse il brano che mi commuove di più insieme ad "Everything is New", che però non è in scaletta),  sicchè anche il terzo fazzoletto se ne va ed  io credo di aver assunto un'espressione da rimbambita come mai prima nella mia vita...sì che è un brano avevo sentito già diverse volte live, ma mai in una versione così emozionante.
Dopo due brani così carichi di cupezza ed emotività arriva giustamente il momento di far ridere. Antony vuole conversare con il pubblico e chiede di dargli qualche suggestione, qualcuno urla qualcosa in danese (non chiedetemi cosa...), qualcuno frasi di ammirazione, una ragazza urla "meat is murder!", Antony perplesso ripete "penis murder?!?"...scoppiamo tutti a ridere, compreso lui. Si accorge della gaffe e coglie l'occasione per racconatre uno dei suoi aneddoti. Confessa di aver mangiato il suo primo hamburger giusto qualche giorno prima (è vegetariano dall'età di 11 anni) e che questo gli aveva fatto ripensare a quando molti anni prima gli capitò di baciare un ragazzo che aveva del sangue sulle sue labbra...in entrambi i casi quello che ha pensato è stato "I want it more...". Però il giorno dopo aver mangiato l'hamburger  specchiandosi si era visto diverso dal solito...si era sentito posseduto dallo spirito di una mucca. :)
Poi dice che nella settimana di permanenza a Copenhagen ha registrato qualcosa con l'orchestra Nazionale Danese (wow!!).
Il concerto continua con "Cut the World" (Inserita in "The Life and Death of Marina Abramovic"), e con "Epilepsy is Dancing" (video realizzato da me con mano tremante e Iphone...non avevo pensato di togliere il suono di accensione all'Handycam e volevo evitare figuracce):
e con "The Crying Light" (stesso copione)
 La scaletta prevede soltanto più 3 brani, "You Are My Sister", "Twilight" ed il gran finale "Hope There's Someone" (quarto fazzoletto!). Tra applausi senza fine Antony se ne va...gli applausi continuano per un paio di minuti, Antony  torna sul palco e per poco non scivola giù dal palco inciampandosi nella sua panta-gonna in seta bianca, fortunatamente riesce a riprendere l'equilibrio in tempo, saluta commosso e ringrazia per la fantastica serata (cioè, sei tu che ringrazi noi?!?) e se ne va...è proprio finita! :'(
Tutti hanno la stessa espressione malinconica...una lunghissima attesa, un viaggio per essere lì (il pubblico parlava tutte le lingue europee, dall'italiano, al portoghese, al russo, francese, tedesco, inglese, spagnolo...), e quel fantastico paio di ore sono trascorse troppo in fretta per tutti...probabilmente qualcuno sarebbe tornato la sera dopo, io avevo già in programma Roma, ma poi ho cambiato ed ho optato per Bari. Ad Aprile sarò a Madrid così come a Luglio in Svizzera (per "The Life and Death of Marina Abramovic"), e poi chissà che non aggiungerà qualche altra data, ma nonostante queste aspettative a breve e lungo termine, so che sarà difficile superare tutto il contesto di questo primo live dopo due anni (non conto il Wilderness, dato che è un festival.).

SETLIST:
- Rapture
- Cripple and the Starfish
- For Today I Am a Boy
- Another World
- Kiss My Name
- I Fell in Love with a Death Boy
- Swanlights
- Man is the Baby
- Cut the World
- Epilepsy is Dancing
- The Crying Light
- You Are My Sister
- Twilight
- Hope There's Someone

La setlist sembra un po' un "the best of...", è vero. La scelta però trova senso sapendo che il concerto è stato interamente ripreso e che si suppone prima o poi verrà o trasmetto per uno speciale tv (come per il live al Carre Theatre ad Amsterdam nel 2009), o messo su DVD od ancora ne verrà fatto un documentario come per il Turning Tour del 2007, curato da Charles Atlas...di quest'ultimo si sa invece che verrà proiettato in anteprima a Novembre (sempre a Copenhagen), all'interno di un festival cinematografico.
Ovviamente non ho nulla da ridire, è andata benissimo così...ci mancherebbe, solo che le mie aspettative, quelle tipiche dei giorni precedenti quando l'attesa diventa sempre più insopportabile e non si  può fare a meno di fantasticare sulla possibile scaletta, differivano un po'...quindi immaginavo "Snowy Angel", suonata per la prima volta due settimane prima al Wilderness Fest. (escludendo "The Life and Death of Marina Abramovic") e "The Spirit was Gone" invece già suonata l'ottobre scorso a New York e poi era facile immaginarsi i brani su cui si era retto il precedente tour sinfonico del 2009, quindi "Everything is New", "Christina's Farm", "Ghost" e "Salt Silver Oxygen". Me li aspetto a Bari!

(ho registrato l'audio dell'intero concerto, prima o poi lo posterò promesso, ma in questi giorni sono super-impegnata.)

Vabbè Antony, grazie infinite! Anche se in un contesto differente, ci rivediamo tra un paio di settimane.

9.05.2011

Antony a Copenhagen (preludio al post)

intanto inizio con il mettere qui uno dei video di scarsissima qualità (poi spiegherò), che ho
filmato durante il concerto di venerdì, poi quando caricherò il resto e soprattutto mi riprenderò dallo stordimento emotivo, passerò al post vero e proprio. Posso dire che è stato un concerto incredibilmente meraviglioso? ...sì, posso!
Qui "Epilepsy is Dancing" (la mia mano tremava...e non ho potuto usare la mia handycam):

...ed Antony, noi ci rivediamo tra meno di un mese a Bari, ok? :)

8.16.2011

Al Wilderness Fest.

Altra incursione, mah...vogliamo parlare di questo?!? "The Spirit was Gone", la prima volta che la sento in versione live, e spero di poterla sentire in sede tra due settimane...urghh ancora così tanto! A quanto ne so, l'avevano suonata nel live commemorativo per Kazuo Ohno dello scorso ottobre a New York, ma almeno io non ne ho trovata nessuna traccia sul web... Direi piuttosto incantevole, no?

E poi "Ghost"

E "You Are My Sister" in versione sinfonica è impareggiabile!

ed ancora "For Today I am a Boy" con tanto di discorso che rispecchia molto il senso "world leaders trust feminine ghosts"...incantevole, nulla di diverso da questo:




<3  <3  <3  <3
Invidia totale per quelli presenti al Wilderness Fest.!:)

4.20.2011

Un biglietto dalla Danimarca...

Questo post è orrendamente autocelebrativo, lo so, ma poi non romperò più per almeno una settimana...ma soprattutto non sono mica felice in questo momento, noooooo...il tutto perchè tornata a casa ho trovato una busta nella mia buca delle lettere, che arrivava dalla Danimarca, con all'interno un "certo" biglietto con il mio nome sopra:

Terza fila posti centrali...sono commossa!! :')

4.18.2011

Record Store Day

Oggi mi va di scrivere di un compositore e direttore d'orchestra torinese di Classica Contemporanea: Ezio BossoMi piace perchè in barba all'elitarismo dell'ambiente classico, Ezio Bosso viene da una famiglia di operai Fiat, e grazie al fratello maggiore viene iniziato alla musica fin da quando ha 5 anni, poi si diploma in contrabbasso al Conservatorio di Venezia e da lì la sua carriera inizia con la composizione di colonne sonore per alcuni film, collaborazioni con le maggiori orchestre europee e non, e poi con musicisti del calibro di Philip Glass...a questo punto mi viene naturale citare la musica che Glass ha composto per "Koyaanisqatsi" di Godfrey Reggio, vi renderete conto nell'ascolto che Bosso ne trae parecchio spunto.
Qui sotto con la Filarmonica '900 (sì, quella che si è esibita con gli Antony & the Johnsons alla Reggia di Venaria nel 2009), ed il super violoncellista Relja Lukic, nella sinfonia "Oceans" cui ho avuto la fortuna di assistere alla prima lo scorso anno al Teatro Regio qui a Torino , e qui l'ultima parte (dal terzo minuto il continuo crescendo è da brividi!):

 Qui invece l'utilizzo che della sinfonia ne ha fatto la Regione Piemonte, per uno spot fighissimo di promozione culturale...ed ascoltando l'inizio si può benissimo ritrovare quella sonorità claustrofobica ed alienante di Philip Glass per Koyaanisqatsi:


A proposito di Antony... non c'entra nulla, ma sabato ricorreva il Record Store Day e per l'occasione era disponibile l'EP Swanlights in edizione limitata, 900 copie...e proprio questo mi ha fatto pensare quanto sia prezioso avere un proprio negozietto di dischi di fiducia, preferire rivolgersi a questo piuttosto che ai negozi on-line...tant'è che la mia costante presenza nello stesso negozietto da anni, ha fatto sì che io avessi la mia copia già il venerdì...un giorno prima!
E devo dire che la versione Oneohtrix Point Never di "Swanlights" è straordinaria!

4.12.2011

Si va! ...era ora!!

Giusto oggi è uscito il videoclip diretto da Sua sorella, Sara Hegarty,  per chi non l'avesse ancora ammirato:

Ma la notizia più importante è che oltre alla data del 14 Agosto al Wilderness Festival , si sono aggiunte altre due date a Copenhagen, il 2 ed il 3 Settembre, in cui gli Antony and the Johnsons saranno accompagnati dalla Danish National Orchestra(!!). Sicché saranno due anni che non li si vede più in Europa (escludendo "Life and Death of Marina Abramovic" a luglio), ed io dunque ho deciso che ci andrò! (anche perchè chissà se saranno aggiunte altre date o meno)
A questo punto, avrei voluto postare qualcosa a proposito di Matt Howden (Sieben), ma credo rimanderò dato che nella mia testa ora ci sono soltanto due parole che insistono prepotentemente: Antony e Copenhagen!! :)

12.27.2010

Album 2010 - #01 Antony & the Johnsons "Swanlights"

#01 - ANTONY & THE JOHNSONS "SWANLIGHTS"
Ho letto tutte le critiche e le recensioni...a qualcuno non è piaciuto, molti non ne sono soddisfatti, tantissimi si aspettavano di più...io nella mia poca obiettività (ma sono mooolto di parte in questo caso), lo trovo straordinario ed era l'album che più attendevo per quest'anno! Diverso sì, un album indubbiamente più complesso ed elaborato dal punto di vista concettuale, nuove sonorità ...ma per fortuna, no?!?
Poi un Antony così iper-attivo va premiato: un Ep (Thank You for your Love), la collaborazione con Laurie Anderson (Homeland), la collaborazione con Oneohtrix Point Never "Returnal" (brano eccelso ed il più apprezzato del 2010 personalmente) e poi l'album "Swanlights", ed ancora il libro che raccoglie le sue opere (oggetto che ho preso in 2 copie e che custodisco come una reliquia ;) ...!!
L'unico aspetto "negativo" è l'effetto sorpresa , che come per "The Crying Light", è a metà,  ma non perchè non li trovi due album incredibili (tutt'altro!!), il fatto è che negli anni un bel numero di brani li conoscevo già, dai suoi concerti, dalle registrazioni audio dei suoi live...quindi quel che forse manca è appunto "l'effetto sorpresa" e l'idea di "nuovo album".
Siccome il primo ascolto è il più importante secondo me, quello che segna i successivi, dunque:
Metà ottobre, mi arriva "Swanlights" in Lp accompagnato da un poster gigante (1,50m x1,04) della copertina e mi arriva anche in Cd...per il libro dovrò aspettare inizio novembre, così me lo faccio prestare dal mio solito amico cui è arrivato prima, e mi faccio portare (non potendo guidare data l'operazione ed i chiodi nella gamba), nel posto che avevo prestabilito per il primo ascolto, ossia nella casa estiva di mia nonna, in montagna...sicché ha un giardino enorme. È una bella giornata, non fa neanche freddo, è sereno...mi siedo in giardino, faccio partire l'album sul mio iPod ed intanto accompagno l'ascolto sfogliando il libro...
Swanlights vale già il primo posto solo per "Eveything is New"...dopo anni di ascolti solo in versioni live, finalmente la versione studio e con questa, il ribaltamento del suo significato; dapprima un brano che ho sempre trovato assolutamente soggettivo, che cambiava a seconda del mio umore; la descrizione di quell'istante in cui un evento qualsiasi, per quanto banale, come una bella giornata di sole in cui si scorge qualche gemma sui rami degli alberi, a segnare la fine dell'inverno, o viceversa una visione pessimista ...ma comunque quell'istante che per qualsiasi ragione segna un'alterazione della nostra percezione della realtà...e poi Swanlights mette fine a questa visione soggettiva, attribuendo un significato diverso ed oggettivo al brano: una nuova percezione di se che permette una nuova apertura alla realtà, quindi vista con una consapevolezza diversa. Stupendo! Poi la seconda sorpresa: "The Great White Ocean" in una forma più lineare e soprattutto alleggerita dal "caos" che caratterizzava la versione utilizzata da Prada nel 2007 (che però forse continua a piacermi un po' più);  e poi "Ghost", non è semplicemente fantastica??!!?? A questo punto il primo pacchetto di fazzoletti è già andato...ho la lacrima facile :)
Arriva finalmente un brano mai sentito prima "I'm in Love"...ed è una sorpresa!...amo il susseguirsi di immagini che si proiettano nella mia testa seguendo il testo, amo il ritmo e la sonorità così insoliti, mi convince subito! (L'ho persino inserita nella playlist che utilizzo quando vado a correre...quando potrò finalmente ricominciare!). Segue "Swanlights"...rimango imbambolata...questo inizio che sembra trascinarsi a  fatica, come un risveglio dopo una notte agitata ed insonne, cupo, opaco, affaticato (perfetto!), per poi "esplodere" in una rinnovata vitalità ed è a questo punto che le parole:
"A spirit jumps out of a body and turns into a violet ghost"
trovano il loro pieno significato. A questo punto non riesco a procedere, la riascolto altre 3 volte di fila completamente persa e meravigliata. E qui la versione acustica pubblicata dal The Guardian che poi ho caricato su youtube:

 Riesco a procedere ed arriva il brano per me più emozionante (e forse che preferisco dell'intero album) "The Spirit was Gone", ed a questo punto ho fatto fuori anche il secondo pacchetto di fazzoletti. Poi il brano accompagnato dalle sequenze del film diretto da Peter Sempel "Just Visiting this Planet" (che straconsiglio!), in cui Kazuo Ohno e suo figlio Yoshito trasformano semplici movenze ed espressioni in Arte e poesia...beh è davvero struggente:
Quanto a "Thank You for Your Love" non è che non mi piaccia, nell'Ep sta benissimo, ancor più bella la versione live leggermente rivista nel testo, in cui a ringraziare dell'amore ricevuto non è una persona, ma la Natura...però nell'album non ci vedo molto senso, discosta da tutto il resto e messa dopo "The spirit was gone", interrompe bruscamente l'atmosfera creata.
Poi il duetto che forse non aveva preventivamente intimorito soltanto me :), dati i precedenti con la stessa Bjork, non proprio eccelsi...ed invece "Fletta" è un gioiellino, con cambi di ritmo al pianoforte, che ogni tanto mi ricordano Sakamoto in "Composition 0919" (mah), personalmente ne sono soddisfatta, insomma, Bjork non pianta nemmeno urla insensate!
Così si arriva agli ultimi due: "Salt, Silver, Oxygen" in versione orchestrale come per "Ghost" e qui la presa di coscienza, la consapevolezza rinnovata che riflette e vede la realtà sotto nuove spoglie..."Elect the Salt Mother, for she's a selective Christ", e se Cristo fosse stato una ragazza? Se non fosse stato il testosterone a prendere le decisioni nella Storia, e con esso i suoi naturali risultati: competizione, aggressività, insensibilità, prevaricazione (non è un attacco al genere maschile il mio eh), ma invece fosse stato il femminino, quindi un innato senso materno e protettivo, la sensibilità, quindi anche una maggiore cura e rispetto della Natura...come sarebbe stato? E' una speranza che questo spirito possa farsi strada ora...sarebbe bello, ma quando la donna assume, per necessità, per farsi strada, per fare carriera in una società così maschilista, lo stesso atteggiamento aggressivo e competitivo che l'ha sottomessa per millenni, allora la società non ha davvero più alcuna speranza!
Termina poi con "Christina's Farm" (tornano le CocoRosie :D), il brano che mi ha più incantata nello scorso tour sinfonico, 7 minuti che crescono lentamente, con una dolcezza unica, fino a quando le orchestrazioni diventano sempre più corpose e la voce di Antony ripete con un tono ipnotico "Everything was new, every sock and shoe. My face and your face, tenderly renewed", lasciandomi incredula e disarmata a chiedermi come sia possibile per un essere umano produrre qualcosa di così raffinato e  profondamente bello.
Ad oggi il mio numero di ascolti è arrivato a quota 102 in poco più di due mesi, ogni ascolto mi da una percezione differente del significato dell'album e credo che prima di comprenderlo totalmente ce ne vorrà ancora parecchio così come le modalità di ascolto che devo affrontare: in una giornata assolata, all'esplodere della primavera, in una notte estiva limpida e con la Luna piena...
L'unica cosa Antony, appurato che la notizia sul tuo ritiro dai tour era una baggianata, è comunque dal 12 agosto del 2009 che io non ti vedo...e mi manchi! Se volessi ripartire magari in primavera... :) noi ci siamo!