4.20.2010

Le "streghe" son tornate

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01 Trinity's Crying
02 Smokey Taboo
03 Hopscotch
04 Undertaker
05 Grey Oceans
06 R.I.P. Burn Face
07 The Moon Asked the Crow
08 Lemonade
09 Gallows
10 Fairy Paradise
11 Here I Come



Le sorelle Casady sono tornate  con "Grey Oceans", un album che mi ha mandata fuori di testa, ammetto di essere di parte, ossia fanno parte di quella piccola schiera di musicisti che potrebbero fare qualsiasi cosa (anche un disco di soli rutti) e per me sarebbe pazzescamente bello ugualmente. Ho letto diverse critiche e recensioni a riguardo ed ho notato una scissione netta delle parti: chi le vede cresciute, abbandonando un po' dei giocattolini che costituivano il 50% delle loro sonorità ( e l'altro 50% alla voce di Sierra), dando più forza alla musica "vera"...altri le vedono sempre come le due "alternative a tutti i costi" che non hanno saputo proporre nulla di nuovo e che cominciano a stancare. Se devo dir la mia...il termine "alternative a tutti i costi" non si abbina a loro, sono strambe, matte, innovatrici, fuori dai generi...e per fortuna! Che piacciano o no sono uniche e si sono sapute distinguere da chiunque altro. Adoro il rumore della mucca che sembra morire in "Black Poppies" (dall'album The Adevtures of Ghosthorse and Stillborn) e tutto il resto delle loro follie sonore, che le rendono le CocoRosie.  In Grey Oceans le vedo cresciute, sonorità ancora più particolari che non riesco ancora a paragonare, che non riesco del tutto ad assorbire, non riesco a capire se è un album che va ascoltato in un pomeriggio assolato od in un pomeriggio di pioggia, o di notte...ogni brano è un mondo a se. Si pare da Trinity's Crying, suoni cupi, voci angeliche, un piano che viaggia per i fatti propri ogni tanto, e finito di ascolatrlo lo rimetti su ancora ed ancora, poi si passa a "Smokey Taboo" dove vengono riprese sonorità (sintetiche) orientaleggianti, la voce rappata di Bianca si intreccia con la solita (meravigliosa) Sierra, poi "Hopscotch" sembra una filastrocca per bambini, una melodia infantile. "Undertaker" (una delle mie preferite) e la sua certa carica drammatica; fino a "The Moon Asked the Crow" così celestiale, fiabesca , Bianca da il meglio si se ed ogni volta pronuncia "twilght" non capisco più nulla, assolutamente perfetta, a "Lemonade" che mi emoziona non poco (uno dei loro brani che preferisco in assoluto), a "Gallows"...questo album lo attendevo e per quanto mi riguarda sono molto più che soddisfatta e non vedo l'ora di rivederle live per la 4^ volta.
Apro un piccolo capitolo sulla questione copertina: spiacevolmente ho letto da più parti che l'idea della barba posticcia non piace a molti...potrei scriverne pagine e pagine, ma parlando da spero futuro chirurgo plastico (specializzata in chirurgia del transessualismo), mi rattrista infinitamente leggere ciò. Finchè si tratta di un MtoF (male to female) la questione è più o meno accettata in quanto si vede in ciò qualcosa di delicato, sensibile, una liberazione dalla prigione del proprio corpo (e della società eterosessista), di artistico, ma quando si tratta di transessualità FtoM (female to male) la questione spaventa troppi e troppo, è un tabù ancora fortemente sentito (purtroppo), e la reazione è sempre quella di distacco e  di turbamento. Non sarebbe forse ora di smetterla con questi atteggiamenti retrogradi e bigotti? In facoltà (Medicina) putroppo mi rendo conto che è il ragionamento che va per la maggiore.
(L'album uscrà l'11maggio e conterrà un brano in più:   "St. Michael", nel frattempo è uscito su iTunes "Lemonade Ep"

Her Majesty: QUEEN OF DENMARK


01 – TC And Honeybear
02 – I Wanna Go To Marz
03 – Where Dreams Go To Die
04 – Sigourney Weaver
05 – Chicken Bones
06 – Silver Platter Club
07 – It’s Easier
08 – Outer Space
09 – JC Hates Faggots
10 – Caramel
11 – Leopard And Lamb
12 – Queen Of Denmark



Ormai si trova da qualche giorno un po' ovunque, molte riviste di musica lo hanno elogiato come uno dei dischi dell'anno...anche il "The Guardian", ed io non posso che confermare. John Grant, ex "Czars" da cui è riuscito a rigenerarsi dopo la rovina dell' alcol e delle droghe (band di cui, per motivi di età non ne sapevo nulla, ma mi sto adoperando a rintracciare tutto), con la collaborazione della band texana Midlake, ha tirato fuori questo album bello, bello, bello..."Queen of Denmark". Il tema di fondo è la tristezza di essere un ragazzo gay in una piccola cittadina americana bigotta dove la morale cristiana ti viene inculcata ancor prima tu riesca a dir "mamma" e dove il tuo destino sembra segnato: giocatore di football, poi perfetto marito e padre di famiglia...o se sei una donna, relegata al ruolo di moglie e madre...un posto da cui scappare quanto prima possibile e brani come "JC Hates  Faggots" dove dice "I felt uncorfotable since the day I was born..." "Jesus hates his homo sons, told you that when you were young..." parlano chiaro.  Ha molte parvenze con Rufus Wainwright, Elthon John, riprende sonorità '70/'80, ha una voce straordinaria, dolce, melodica, si muove da brani più intimi come "Tc and Honeybear" (la mia preferita), "Leopard and Lamb", "Caramel" (anche questa  è la mia preferita:D), "It's Easier", "Queen of Denmark", "Where Dreams go to Die" (anche questa è la mia preferita :D), a brani più critici come "Sigourney Waever", "I wanna go to Marz", "Chicken Bones" ed "JC hates Faggots".  Al primo ascolto non mi ha convinto, ma Caramel mi era restata in mente, come JC hates Faggots, così l'ho riascoltato e si ono aggiunti brani su brani al mio gradimento...infine: sono una decina di giorni che lo ascolto a manetta.

4.15.2010

You can't win, Charlie Brown

e poi, una mia piccola "deviazione": You Can't Win, Charlie Brown ( Download)

1- Little Beam
2- Device
3- Melòdica
4- Sort Of
5- Sad Song
6- The Song Below

Un album piccolissimo, un EP di un gruppo portoghese che mi ha incantata, triste, malinconico, intervallato da rumorini candidi di uno xilofono, da flauti, arpe, violini che
ogni tanto fanno la loro apparizione. Si comincia con Little Beam, forse il brano più radiofonico, passando per Device in cui l'eterogeneità delle molteplici sonorità in "contrasto" tra loce riesce incredibilmente a non creare l'effeto caos, ma una combinazione armonica di elementi. Melòdica è un continuo crescendo fino a giungere ad un'esplosione finale di intensità; con Sort Of si giunge ad una ballata che crea il giusto distacco per godersi gli ultimi due brani (che trovo i più belli di questo lavoro): Sad Song che per questioni di contrasto va ascoltata in un pomeriggio assolato, e si conclude con The Song Below un brano atto alla buonanotte, non in quanto noioso, ma in quanto particolarmente adatto al momento, il buio, i muscoli che si distendono la conseguente sensazione di rilassamento...un pianoforte cupo che accompagna una voce delicata ed ogni tanto una chitarra, sonorità elettroniche ed un violino arricchiscono ulteriormente il brano.

The Knife - Tomorrow in a Year



 The Knife with Mt. Sims & Planning-to-Rock-  Tomorrow In A Year 
(Download)
                                                                  
Se i loro lavori precedenti : "The Knife", "Hanna Med H Soundtrack","Deep Cuts" e "Silent Shout", nonchè il "prodotto" solista della parte femminile ddel duo (Karin Dreijer sotto il nome Fever Ray, che tra l'altro se non erro rientra nella lineup del Coachella Fest. di quest'anno), sono dei capolavori della musica elettronica, beh, per questa vera e propria opera lirica elettronica (o come è stato detto, si tratta di "post-elettronica"), non ci sono termini adeguati per descrivere tale genialità: ci avviciniamo al 150nario di Darwin, e questo monumento trae spunto da ciò...brani minimali (è dir poco), brusii ripetuti e sincopati, tutto questo ci trascina pian piano aggiungendo sonorità differenti, sempre più complesse, esattamente come nell'evoluzione delle specie, un organismo unicellulare dotato di pochissime funzionalità, con il tempo aggiunge a se funzioni, meccanismi, raggiungendo un sempre maggiore grado di differenziazione e specialità, si integra ad altri organismi unicellulari, formando complessi, un organismo formato da più organismi...ed è cio che questa OPERA fa durante il suo corso; seguendo la "teoria" (perchè si dice ancora teoria?) darwiniana: aggiunge"rumori" a "rumori" creando infine un "organismo" incredibilmente complesso, ricco di processi "metabolici" in grado di scindere e sintetizzare qualsiasi sostanza, mischiando perfettamente sonorità elettroniche a vocalità liriche che a loro volta si uniscono a vocalità prodotte da strumentazioni elettroniche. Tutto ciò (in un solo album) ha permesso la creazione di un genere musicale nuovo, definito da alcuni "post-opera", da altri "post-elettronica"...personalmente, concordo con il suffisso "post" a prescindere, parlando di evoluzione, dunque di qualcosa che "viene dopo" e che incorpora tutto quello che c'era prima...migliorandolo. Sicuramente di scarso successo commerciale in quanto a vendite, ma ascoltandolo si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un inizio, alla base di un nuovo ramo che si aggiunge evolutivamente ad un albero genealogico.