MIREL WAGNER "WHEN THE CELLAR CHILDREN SEE THE LIGHT OF DAY"
L'artista finnico-etiope dopo l'ottimo esordio self-titled (Mirel Wagner), quasi a voler sottolineare la sua natura oscura e cinica racchiusa quindi in un lavoro personale e sentito, decide sapientemente di continuare il suo percorso spartano ed al tempo stesso di rara eleganza, costituito dalla sua voce molto vicina a sonorità più blues, accompagnata da quieti flussi di chitarra rigorosamente acustica, aggiungendo però in questo secondo lavoro sparute note di pianoforte ed un lievissimo accenno d'archi tramite un violoncello ed sobria una chitarra elettrica nel singolo "The Dirt". Null'altro che gingilli sobriamente decorativi che non hanno alcun intento di distrarre dalla base del suo stile, e paiono tutt'altro che ruffianate volte ad introdurre un futuro stravolgimento. Uno stile volutamente "vuoto", costruito per dar spazio alle immagini che si susseguono in maniera dettagliata raccontando una storia a sé in ogni brano.
L'artista finnico-etiope dopo l'ottimo esordio self-titled (Mirel Wagner), quasi a voler sottolineare la sua natura oscura e cinica racchiusa quindi in un lavoro personale e sentito, decide sapientemente di continuare il suo percorso spartano ed al tempo stesso di rara eleganza, costituito dalla sua voce molto vicina a sonorità più blues, accompagnata da quieti flussi di chitarra rigorosamente acustica, aggiungendo però in questo secondo lavoro sparute note di pianoforte ed un lievissimo accenno d'archi tramite un violoncello ed sobria una chitarra elettrica nel singolo "The Dirt". Null'altro che gingilli sobriamente decorativi che non hanno alcun intento di distrarre dalla base del suo stile, e paiono tutt'altro che ruffianate volte ad introdurre un futuro stravolgimento. Uno stile volutamente "vuoto", costruito per dar spazio alle immagini che si susseguono in maniera dettagliata raccontando una storia a sé in ogni brano.
Un lavoro ponderato e meditato in una baracca nella penisola di Hailuoto nord della Finlandia e successivamente registrato in studio con l'ausilio di Vladislav Delay, come ampliamente sottolineato fin'ora, non si discosta dal suo esordio nè nello stile nè nella forma e nei contenuti, sicché, marciume, desolazione, putrefazione, mosche, morte, sporco, ma anche rari e confortanti momenti di serenità, la fanno da protagonista. E forse, come nella vita, sono proprio i momenti di conforto quelli che mettono più inquietudine.
Buon Ascolto!
Nessun commento:
Posta un commento