1) Valgeir Sigurdsson con la sua BedRoom Community non sbaglia un colpo, non c'è che dire! Questa volta per il suo Greenhouse Studios è passato questo
Puzzle Muteson, che credo al suo esordio, ha tirato fuori un lavoro come "
En Garde" (
qui)...album che vede oltre la collaborazione con lo stesso Sigurdsson, anche gli arrangiamenti curati da un altro elemento noto dell'etichetta islandese, il solito ottimissimo Nico Muhly. Archi ben ponderati e delicati accompagnano senza mai strafare, sia la voce di Muteson che le sonorità più acustiche della sua chitarra.
Vabbè il contributo dei due sopra, che vale da se la certifica di garanzia, ma a parte ciò, si tratta di un album (e se si tratta di esordio, ancor di più), delicato, sofisticato e che fa ben sperare per i suoi prossimi lavori.
Qui sotto in versione senza archi:
2) Passando invece a conoscenze ben più assodate...posso già dire che i primi 5 posti della classifica di fine anno, con questo sono già decisi... Penso di averne già scritto abbastanza in occasione del live di febbraio, comunque sia:
"
Cool Cruel Mouth" è loro nono album e segna i 15 anni di attività, preceduto un mesetto fa dal lavoro "
Uncruel Cool Mouth", una "rivisitazione" ancor più sperimentale ed elettronica curata da Dellapiana e Milanesio.
Little Annie entra a far parte come quinto elemento e voce ufficiale dei Larsen (quindi passerà più spesso qui a Torino), Baby Dee invece presta il suo contributo al piano per l'occasione, ma presta anche uno dei sui brani più intimi e commoventi "
Unheard of Hope" contenuta nel suo capolavoro "
A Book of Songs for Anne Marie"...a questo punto per chi come me ama la sensibilità della Dee potrebbe venire un colpo pensare che il brano in questione venga stravolto e privato del suo tratto intimista sia dalla voce di Little Annie che dalle sonorità proprie dei Larsen, ma assicuro che il brano non viene comunque privato della sua carica, complice anche il fatto che la stessa Dee si fa sentire al piano...certo magari al primo ascolto si resta un po' perplessi, ma poi passa... :) La stessa Annie poi si cimenta nuovamente con "
It Was A Very Good Year", ma dimenticatevi della sua precedente versione con la collaborazione di Paul Wallfisch, contenuta nell'album "
When Good Things Happen to Bad Pianos"... per il resto si ha a che fare con le solite splendide lunghissime intuizioni sperimentali dei Larsen che trovano il loro apice in "
Viggo", 10 minuti che ipnotizzano fino a lasciare anche un po' frastornati...insomma, album bellissimo! :)
Ricordo che fino ad ora è disponibile soltanto in versione Lp per Important Records, a giugno uscirà anche in versione CD per la Tin Angel Records. Qui sotto lascio "
It Was a Very Good Year" in versione live che ho filmato lo scorso 19 febbraio, la qualità è pessima dato che l'ho fatto con l'iPod, ma si sente abbastanza bene...(sul mio canale YT ho messo anche tutti gli altri filmati, praticamente più di metà concerto):
Con questi due album, auguro un ottimo week-end...ah già, ma siamo solo a govedi...allora buon ascolto!
ps: comunque, è doveroso scusarmi per il titolo...