5.16.2011

100th Blog Post - Playlist

Guardando la cronologia a lato i conti sembrerebbero non tornare, ma diversi post nel tempo sono stati eliminati o retrocessi a bozze in automatico...per ultimo Destroy di Moby...
Sta di fatto che questo è il centesimo post (mai avrei pensato che in meno di due anni potessi scrivere così tante baggianate!), così ho pensato ad una playlist su misura per l' "occasione": solita orrida copertina, e nessun filo logico nella scelta dei brani, a parte l'indice di piacere personale...o come avrebbe detto un mio docente di Istologia: "tutto alla membro di segugio!" :D
 DOWNLOAD (password: omote)


Qui la lunghissima tracklist:
1- Turkish Wine Portland Cello Project 
2- Now That I Know Devendra Banhart
3- If  it's True Anais Mitchell feat. Justin Vernon 
04- Brazilian Sun CocoRosie feat. Devendra Banhart
5- Little Johnny Brown Sam Amidon  
6- Ostia This Immortal Coil 
7- Part 6 Larsen feat David Tibet
8- Opaque Hildur Gudnadottir  
9- Bind Your Tortoise Mouth Current 93
10- Death to Everyone Bonnie "Prince" Billy
11- Gall Blue Water White Death 
12- Dayvan Cowboy Boards of Canada
13- I Luv the Valley Oh Xiu Xiu 
14- Skyscraper Julian Plenti
15- To the Love Within Megapuss 
16- Weird Fishes Justin Bond
17- Doing the Wrong Thing Kaki King 
18- The Rip Portishead
19- Boy+Angel Doveman 
20- Winter Notes Picastro
21- Big Cat Matteah Baim 
22- Sing for Me Antony & the Johnsons
23- Cymbal Rush Thom Yorke 
24- Diamond Made of Glass Little Annie 
25- You'll Find Your Footing  Baby Dee


Buon ascolto!

5.10.2011

Faraway Close


Parallel °41 è il progetto meno conosciuto e più schivo cui prende parte Julia Kent, ma forse anche per questo motivo il più affascinante; progetto nato nel 2008 dall'unione musicale della Kent con Barbara De Dominicis, a cui si uniscono come parte integrante le videoinstallazioni curate da Davide Lonardi. Il nome Parallel °41 sta ad indicare una linea immaginaria che collega circa alla stessa latitudine, New York e Napoli...due città così lontane, due mondi differenti divisi da un oceano, da ritmi diversi, dalla mentalità, dalla cultura, dalla storia, sul piano sociale...però che proprio grazie a questa linea artificiale trovano un punto in comune, una connessione capace di mischiare le due identità creando un ambiente a se. E' la musica in relazione allo spazio ad eliminare queste differenze, ed è questo il principio su cui si basa "Faraway Close", film curato dallo stesso Lonardi, che riprende Julia Kent e Barbara De Dominicis nel corso di alcune loro performance lungo questo immaginario 41° parallelo che tocca New York, Napoli, Bolzano, Alessandria e Venezia e sempre in ambienti suggestivi: grotte, uno stabilimento industriale, un tunnel abbandonato, un lanificio, vecchi casolari, una cattedrale...cercando una piena interazione con gli elementi sonori e visivi di questi luoghi
Non so ancora quando sarà possibile ordinare una copia del film, ma per maggiori chiarimenti:
http://www.auhasard.org/farawaytrailer.html per il trailer, invece:


Purtroppo Parallel °41 non si esibisce molto spesso, ma spero che chi si trova a leggere questo post, abbia assistito ad almeno un loro live, d'impatto senz'altro il complesso sonoro della solita straordinaria Kent al violoncello e della De Dominicis alla parte vocale ed elettronica, combinato alla parte visuale di Leonardi.
Per informazioni riguardo futuri live: http://www.par4llel.org/one.html

5.09.2011

Bestie inselvatichite e Fink

Visto che ultimamente ricevo mail minacciose dall' "alto", l'album lo trovate  qui  .
Da 4/5 giorni non riesco ad ascoltare praticamente altro, non che i loro precedenti lavori "Limbo, Panto" e "Two Dancers" non li trovassi molto più che piacevoli, anzi!, ma talvolta forse un po' troppo eccessivi nell'abuso del  falsetto ed eccessivi in genere nelle parti vocali; in quest'ultimo "Smother" invece la voce di Hayden Thorpe e di Tom Fleming trovano finalmente un perfetto sinergismo...nessuno dei due finisce con lo strafare, e viene persa ogni traccia di "isterismo", sicchè risulta un album molto più pacato, elegante e ben equilibrato...tanto da arrivare al fondo dell'album con un brano come "End Come Too Soon", 7 minuti e mezzo (poco più) intermezzati da una lunga pausa ambient che pian piano da spazio ad un crescendo di  piano per poi sfociare nel finale con la voce in questo caso delicatissima di Hayden Thorpe che ripete disperatemente "...too soon, it's too soon, it's  to soon"...ed a questo punto è fatta, sono cotta! :)
Qui sotto una versione slow di "Bed of Nails", la performance si riferisce al 16 aprile scorso, quando in occasione del Record store Day hanno suonato in anteprima gran parte dell'album al Rough Trade Store:


 L'altro lo trovate qui... e non vi è altro da aggiungere! :)
Buon ascolto!

5.05.2011

Clara Engel

Per questa volta spazio ad un'artista emergente, anche se, questo termine può portare un tantino su una pista sbagliata, dato il fatto che lei in realtà ha già  pubblicato ben 8 lavori tra Ep, singoli e full-lenght...si tratta di Clara Engel, musicista canadese (precisamente di Montreal):
"Tangerines"

La sua biografia su facebook (www.facebook.com/claraengelmusic) dice così:
Both fierce and delicate, Clara Engel’s music is reminiscent of an era in history when theatre, art, and music were an integral part of a bigger and more vital whole, an era that the 21st century is craving more than ever. Her arresting, androgynous voice and presence, coupled with lyrics that stand alone as poetry, set Clara’s work apart from current music trends. Poet Janaka Stucky describes Engel’s work as “timeless songs that sound at home in the ribcage of rock n roll’s skeleton." The underground, multi-faceted Canadian artist has independently released 6 albums, and collaborated with musicians from the UK, Germany, Brazil, and the USA. In the words of Jeremy Reed, Britain’s most dynamic, adventurous, and controversial poet: “"Clara Engel's voice comes to me from that deepest of all places, imaginative space, from which she visually retrieves an inner landscape converted by breath into the rock equivalent of poetry. Rarely has a voice sounded so authoritative, so unapologetic in its disclosures, so sure of its direction in going home into song. I'd say 'Madagascar' beats them all, and it's only a beginning at harnessing poetic inspiration to the resonating dynamic of voice and the lyrical ache of a great individual singer."
http://claraengel.bandcamp.com/
Qui sotto il suo EP "Madagascar" edito poi anche in versione vinile dalla VoxHumanRecords:

di cui lascio anche una versione live:

http://www.myspace.com/claraengel
"River on the Moon"

4.30.2011

Cripticismi primaverili.

Dato il tempo piovoso ed il crollo delle temperature, ho ripescato due album (che in realtà poi sono usciti soltanto qualche settimana fa), piuttosto uggiosi, malinconici e meditativi...quelli per cui non credo possa essere valida alcuna recensione, vale la soggettività, la sensibilità e non in minor misura, il contesto in cui ci si appresta all'ascolto.

-1) Dustin O'Halloran abbandonato il progetto Devics con Sara Lov, ha approfondito il suo amore per il cinema e si è buttato nel comporre colonne sonore (forse la più famosa riguarda la sua collaborazione alla soundtrack di Marie Antoinette diretto da Sofia Coppola). Le sue atmosfere pacate, minimali e riflessive in "Lumiere" sono state arricchite ulteriormente nel loro significato da collaboratori come Johann Johannsson e Max Richter (due da niente insomma...), rendendo questo lavoro insolitamente orchestrale per uno come O'Halloran...ma niente pomposità, nessuno slancio maestoso...del resto, come per il cinema, non servono particolari mezzi, non servono inutili effetti aggiuntivi, ore di trucco, men che meno effetti speciali, e se il regista (od il compositore) è davvero capace, non serve nemmeno una fotografia curata, la percezione "opaca"  può essere la più esaustiva possibile. (se poi invece l'estrema nitidezza  delle opere di David LaChapelle o Gregory Crewdson riesce ad emozionarvi...beh, forse è probabile che quest'album vi annoi parecchio)



-2) Il secondo è Antonymes (ossia Ian M. Hazeldine), fotografo, designer ed artista concettuale dal nord del Galles, già alla sua terza prova dopo il precedente album uscito nel 2009 "Beauty Becomes the Enemy of the Future" (titolo alquanto saggio!!)e "31:Before the Light Fails" uscito lo scorso anno. Per rimanere in linea, anche quest'ultimo ha un titolo piuttosto accattivante "The license to Interpret Dreams". La sua musica è sintetica, vero, è fatta tramite programmi informatici e sintetizzatori, ma non per questo risulta poi fredda o distaccata...tutt'altro! (un po' come il buon vecchio Basinski insomma)



Buon Ascolto!