Premetto solo che sono alle prese con la playlist di metà anno e che sono un po' in crisi perchè ormai la tracklist ha raggiunto i 27 brani...troppi neh?? Ne aggiungiamo un altro paio, poi mi affiderò al lancio della moneta:
1) ESMERINE "LA LECHUZA"
(qui) Progetto nato circa 10 anni fa da Bruce Cawdron (Godspeed You! Black Emperor) e la violoncellista Rebecca Foon (Silver Mt. Zion), ma per quest'ultimo lavoro la line-up si estende con Sarah Page all'arpa, Sarah Neufeld degli Arcade Fire, e con l'apparizione inconfondibile, anche se in punta di piedi, di Colin Stetson che fa sempre la sua figura!
"La Lechuza" è un lavoro dedicato a Lhasa De Sela (deceduta non molto tempo fa), che fu anche collaboratrice al progetto Esmerita, e l'album include un brano postumo (si tratta in realtà di una versione alternativa) "Fish on Land", cui lei prestò la sua voce.
Non ho trovato esibizioni live, ma comunque qualcuno ha messo su YouTube "Last Waltz", brano piuttosto indicatore della bellezza dell'intero album...ricordano talvolta i Clogs:
2) DAVID THOMAS BROUGHTON "OUTBREEDING"
(qui) Per forza di cose, ascoltando il suo vocione talvolta anche un po' forzato, vengono da fare certi accostamenti (...), ma nulla a che fare eh! La poetica di Broughton è diretta, esplicita, a vederlo da l'impressione di essere un tipo non proprio simpaticissimo, ma quel che conta è che abbia tirato fuori un album del genere! Brani che vanno dalla cupezza d'animo più profonda, fino ad un certo senso di ilarità ma senza essere mai banale o superficiale, da una semplicissima combinazione chitarra/voce a momenti in cui si susseguono un contrabbasso, sintetizzatori, un piano, campionamenti...
Qui sotto in una sessione live, registrata lo scorso marzo:
Buon ascolto!
6.02.2011
5.31.2011
People Changes/Flying Birds
1) NAT BALDWIN "PEOPLE CHANGES"
Dietro un ottimo consiglio, "People Changes" (qui) del bassista dei Dirty Projectors, Nat Baldwin. In realtà non sapevo nemmeno dei suoi precedenti lavori da solista "Most Valuable Player", "Enter the Winter" e "Lights Out" (meglio tardi che mai, ma dove vivo??!!??).
Registrato in una baracca isolata in un bosco nel New England lui, la sua voce delicata ed il suo contrabbasso, ma nel corso dell'album si trovano anche un saxofono, ed una batteria...basta, mi fermo qui! Ascoltatelo che è bellissimo.
L'album è uscito per l'etichetta Western Vinyl, che dopo i Wires Under Tension inizia a piacermi sempre più.
Qui sotto in una performance live del secondo brano dell'album (e personalmente il mio preferito) "Weights":
2) MUSIC FOR MONEY "FLYING BIRDS"
Dopo il primo e sconosciutissimo album "X", "Flying Birds" (qui) rappresenta il secondo lavoro per i Music for Money, quintetto canadese (precisamente da Montreal) che definisce la propria musica come: “una colonna sonora strumentale per fuggire dalla realtà“.
Abbastanza indefinibili appunto, farli rientrare in un genere piuttosto che in un altro non è impresa semplice, post-rock, elettronici, sperimentali, usano sintetizzatori, allo stesso tempo archi, un piano, un beat-boxer, chitarre, e diavolerie elettroniche varie ed il risultato sono 13 tracce l'una diversa dall'altra, ma ben collegate tra loro.
Ogni brano è rappresentato da un'illustrazione (contenuta nel digital booklet) che vuol dare un senso od almeno l'idea che si cela dietro quel brano...il tutto perfettamente riassunto (secondo me), nella copertina album...un mix di tutto, ma che insieme ha un suo significato.
Dietro un ottimo consiglio, "People Changes" (qui) del bassista dei Dirty Projectors, Nat Baldwin. In realtà non sapevo nemmeno dei suoi precedenti lavori da solista "Most Valuable Player", "Enter the Winter" e "Lights Out" (meglio tardi che mai, ma dove vivo??!!??).
Registrato in una baracca isolata in un bosco nel New England lui, la sua voce delicata ed il suo contrabbasso, ma nel corso dell'album si trovano anche un saxofono, ed una batteria...basta, mi fermo qui! Ascoltatelo che è bellissimo.
L'album è uscito per l'etichetta Western Vinyl, che dopo i Wires Under Tension inizia a piacermi sempre più.
Qui sotto in una performance live del secondo brano dell'album (e personalmente il mio preferito) "Weights":
2) MUSIC FOR MONEY "FLYING BIRDS"
Dopo il primo e sconosciutissimo album "X", "Flying Birds" (qui) rappresenta il secondo lavoro per i Music for Money, quintetto canadese (precisamente da Montreal) che definisce la propria musica come: “una colonna sonora strumentale per fuggire dalla realtà“.
Abbastanza indefinibili appunto, farli rientrare in un genere piuttosto che in un altro non è impresa semplice, post-rock, elettronici, sperimentali, usano sintetizzatori, allo stesso tempo archi, un piano, un beat-boxer, chitarre, e diavolerie elettroniche varie ed il risultato sono 13 tracce l'una diversa dall'altra, ma ben collegate tra loro.
Ogni brano è rappresentato da un'illustrazione (contenuta nel digital booklet) che vuol dare un senso od almeno l'idea che si cela dietro quel brano...il tutto perfettamente riassunto (secondo me), nella copertina album...un mix di tutto, ma che insieme ha un suo significato.
5.26.2011
In guardia dalla fascinosa bocca crudele
1) Valgeir Sigurdsson con la sua BedRoom Community non sbaglia un colpo, non c'è che dire! Questa volta per il suo Greenhouse Studios è passato questo Puzzle Muteson, che credo al suo esordio, ha tirato fuori un lavoro come "En Garde" (qui)...album che vede oltre la collaborazione con lo stesso Sigurdsson, anche gli arrangiamenti curati da un altro elemento noto dell'etichetta islandese, il solito ottimissimo Nico Muhly. Archi ben ponderati e delicati accompagnano senza mai strafare, sia la voce di Muteson che le sonorità più acustiche della sua chitarra.
Vabbè il contributo dei due sopra, che vale da se la certifica di garanzia, ma a parte ciò, si tratta di un album (e se si tratta di esordio, ancor di più), delicato, sofisticato e che fa ben sperare per i suoi prossimi lavori.
Qui sotto in versione senza archi:
2) Passando invece a conoscenze ben più assodate...posso già dire che i primi 5 posti della classifica di fine anno, con questo sono già decisi... Penso di averne già scritto abbastanza in occasione del live di febbraio, comunque sia:
"Cool Cruel Mouth" è loro nono album e segna i 15 anni di attività, preceduto un mesetto fa dal lavoro "Uncruel Cool Mouth", una "rivisitazione" ancor più sperimentale ed elettronica curata da Dellapiana e Milanesio.
Little Annie entra a far parte come quinto elemento e voce ufficiale dei Larsen (quindi passerà più spesso qui a Torino), Baby Dee invece presta il suo contributo al piano per l'occasione, ma presta anche uno dei sui brani più intimi e commoventi "Unheard of Hope" contenuta nel suo capolavoro "A Book of Songs for Anne Marie"...a questo punto per chi come me ama la sensibilità della Dee potrebbe venire un colpo pensare che il brano in questione venga stravolto e privato del suo tratto intimista sia dalla voce di Little Annie che dalle sonorità proprie dei Larsen, ma assicuro che il brano non viene comunque privato della sua carica, complice anche il fatto che la stessa Dee si fa sentire al piano...certo magari al primo ascolto si resta un po' perplessi, ma poi passa... :) La stessa Annie poi si cimenta nuovamente con "It Was A Very Good Year", ma dimenticatevi della sua precedente versione con la collaborazione di Paul Wallfisch, contenuta nell'album "When Good Things Happen to Bad Pianos"... per il resto si ha a che fare con le solite splendide lunghissime intuizioni sperimentali dei Larsen che trovano il loro apice in "Viggo", 10 minuti che ipnotizzano fino a lasciare anche un po' frastornati...insomma, album bellissimo! :)
Ricordo che fino ad ora è disponibile soltanto in versione Lp per Important Records, a giugno uscirà anche in versione CD per la Tin Angel Records. Qui sotto lascio "It Was a Very Good Year" in versione live che ho filmato lo scorso 19 febbraio, la qualità è pessima dato che l'ho fatto con l'iPod, ma si sente abbastanza bene...(sul mio canale YT ho messo anche tutti gli altri filmati, praticamente più di metà concerto):
Con questi due album, auguro un ottimo week-end...ah già, ma siamo solo a govedi...allora buon ascolto!
ps: comunque, è doveroso scusarmi per il titolo...
Vabbè il contributo dei due sopra, che vale da se la certifica di garanzia, ma a parte ciò, si tratta di un album (e se si tratta di esordio, ancor di più), delicato, sofisticato e che fa ben sperare per i suoi prossimi lavori.
Qui sotto in versione senza archi:
2) Passando invece a conoscenze ben più assodate...posso già dire che i primi 5 posti della classifica di fine anno, con questo sono già decisi... Penso di averne già scritto abbastanza in occasione del live di febbraio, comunque sia:
"Cool Cruel Mouth" è loro nono album e segna i 15 anni di attività, preceduto un mesetto fa dal lavoro "Uncruel Cool Mouth", una "rivisitazione" ancor più sperimentale ed elettronica curata da Dellapiana e Milanesio.
Little Annie entra a far parte come quinto elemento e voce ufficiale dei Larsen (quindi passerà più spesso qui a Torino), Baby Dee invece presta il suo contributo al piano per l'occasione, ma presta anche uno dei sui brani più intimi e commoventi "Unheard of Hope" contenuta nel suo capolavoro "A Book of Songs for Anne Marie"...a questo punto per chi come me ama la sensibilità della Dee potrebbe venire un colpo pensare che il brano in questione venga stravolto e privato del suo tratto intimista sia dalla voce di Little Annie che dalle sonorità proprie dei Larsen, ma assicuro che il brano non viene comunque privato della sua carica, complice anche il fatto che la stessa Dee si fa sentire al piano...certo magari al primo ascolto si resta un po' perplessi, ma poi passa... :) La stessa Annie poi si cimenta nuovamente con "It Was A Very Good Year", ma dimenticatevi della sua precedente versione con la collaborazione di Paul Wallfisch, contenuta nell'album "When Good Things Happen to Bad Pianos"... per il resto si ha a che fare con le solite splendide lunghissime intuizioni sperimentali dei Larsen che trovano il loro apice in "Viggo", 10 minuti che ipnotizzano fino a lasciare anche un po' frastornati...insomma, album bellissimo! :)
Ricordo che fino ad ora è disponibile soltanto in versione Lp per Important Records, a giugno uscirà anche in versione CD per la Tin Angel Records. Qui sotto lascio "It Was a Very Good Year" in versione live che ho filmato lo scorso 19 febbraio, la qualità è pessima dato che l'ho fatto con l'iPod, ma si sente abbastanza bene...(sul mio canale YT ho messo anche tutti gli altri filmati, praticamente più di metà concerto):
Con questi due album, auguro un ottimo week-end...ah già, ma siamo solo a govedi...allora buon ascolto!
ps: comunque, è doveroso scusarmi per il titolo...
5.24.2011
Musica allegra e spensierata per giornate calde e soleggiate
1) A Red Score in Tile - William Basinski
Il link lo si può trovare qui...
Negli ultimi giorni una serie di coincidenze hanno fatto sì che io riascoltassi questa composizione di Basinski dopo diverso tempo...e nonostante il clima ormai estivo non sia l'ideale per farsi ipnotizzare dalle sue melodie, caspita, l'effetto di positivo stordimento e cupezza che riesce comunque a suscitare, lascia senza parole ed incapaci di comprendere con chiarezza la sensazione che si prova durante il suo ascolto...ciò che vale poi per quasi tutte le composizioni di Basinski.
Nel rispolverare questo suo lavoro, ho tra le altre cose scoperto che dopo la pubblicazione del 2003 (solo in formato Lp), giusto un paio di mesi fa è stato nuovamente pubblicato e per di più in formato CD...che vedo come la via migliore per poterlo apprezzare pienamente.
Come già scritto, la prima pubblicazione è del 2003, in realtà però la prima bozza di "A Red Score in Tile" risale al 1979 e trae ispirazione da alcune opere di James Elaine, artista con cui Basinski ha collaborato moltissime volte utilizzando le sue video-installazioni... con un risultato che assicuro, live, lascia ammutoliti!
P
2) The Miner's Hymn - Johann Johannsson
Il link lo trovate qui.
"The Miner's Hymn" è un documentario diretto dal regista Bill Morrison e ripercorre la storia della miniera di carbone Pelton Fell, fondata (o meglio dire "aperta?? o che altro?) nel 1835 e chiusa nel 1965, a Durham. Si parla dunque di lotte sindacali, diritti, modernizzazione e meccanizzazione del lavoro, fatica, classi sociali, condizioni di salute... Johann Johannsson è riuscito ad incorporare questo contesto, componendo la "soundtrack" direttamente sul posto: ha utilizzato l'organo della cattedrale di Durham, registrazioni realizzate nelle stesse miniere, il rumore provocato dalle esplosioni in profondità, il tintinnio ed il rombo delle macchine scavatrici, facendone un vero e proprio collage.
Qui sotto il trailer del documentario:
The Miners' Hymns trailer from Forma Arts & Media on Vimeo.
Negli ultimi giorni una serie di coincidenze hanno fatto sì che io riascoltassi questa composizione di Basinski dopo diverso tempo...e nonostante il clima ormai estivo non sia l'ideale per farsi ipnotizzare dalle sue melodie, caspita, l'effetto di positivo stordimento e cupezza che riesce comunque a suscitare, lascia senza parole ed incapaci di comprendere con chiarezza la sensazione che si prova durante il suo ascolto...ciò che vale poi per quasi tutte le composizioni di Basinski.
Nel rispolverare questo suo lavoro, ho tra le altre cose scoperto che dopo la pubblicazione del 2003 (solo in formato Lp), giusto un paio di mesi fa è stato nuovamente pubblicato e per di più in formato CD...che vedo come la via migliore per poterlo apprezzare pienamente.
Come già scritto, la prima pubblicazione è del 2003, in realtà però la prima bozza di "A Red Score in Tile" risale al 1979 e trae ispirazione da alcune opere di James Elaine, artista con cui Basinski ha collaborato moltissime volte utilizzando le sue video-installazioni... con un risultato che assicuro, live, lascia ammutoliti!
P
2) The Miner's Hymn - Johann Johannsson
Il link lo trovate qui.
"The Miner's Hymn" è un documentario diretto dal regista Bill Morrison e ripercorre la storia della miniera di carbone Pelton Fell, fondata (o meglio dire "aperta?? o che altro?) nel 1835 e chiusa nel 1965, a Durham. Si parla dunque di lotte sindacali, diritti, modernizzazione e meccanizzazione del lavoro, fatica, classi sociali, condizioni di salute... Johann Johannsson è riuscito ad incorporare questo contesto, componendo la "soundtrack" direttamente sul posto: ha utilizzato l'organo della cattedrale di Durham, registrazioni realizzate nelle stesse miniere, il rumore provocato dalle esplosioni in profondità, il tintinnio ed il rombo delle macchine scavatrici, facendone un vero e proprio collage.
Qui sotto il trailer del documentario:
The Miners' Hymns trailer from Forma Arts & Media on Vimeo.
5.18.2011
Zoe Keating live for the Scottish Ruby Conference
Poco più di un'ora di concerto (poi urgeva accudire il bimbo :D...), registrato lo scorso 9 Aprile al Royal College of Physicians come evento di chiusura in occasione della Scottish Ruby Conference ad Edinburgo.
Zoë Keating : Live at the Scottish Ruby Conference from Alan Francis on Vimeo.
...la ragazza raccoglie sempre più consensi...magari il segno che qualche data in più potrebbe farla anche in Europa!
Zoë Keating : Live at the Scottish Ruby Conference from Alan Francis on Vimeo.
...la ragazza raccoglie sempre più consensi...magari il segno che qualche data in più potrebbe farla anche in Europa!
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Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
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PLAYLIST 3/3 2012 DOWNLOAD 1 Flatlands CHELSEA WOLFE 2 Black Summer EFTERKLANG 3 Come Play Frolic CHILDREN OF THE WAVE 4...