Mi congedo per due settimane, un po' di vacanze finalmente! Fine agosto ed inizio settembre saranno poi abbastanza intensi: il nuovo di Feist, il nuovo di Bjork su cui saranno d'obbligo le solite critiche... :), My Brightest Diamond, Othon & Tomasini (non vedo l'ora per questo!!), Blind Cave Salamander etc etc... Il 2 settembre andrò a Copenhagen per Antony ed aspettatevi un reportage molto più che minuzioso!...non sfuggiranno nemmeno i minimi dettagli tipo il colore dei suoi calzini o da che parte era orientato il suo ciuffo di capelli...o quanti fazzoletti mi occorreranno quella sera...tanti immagino! :)
Non poteva dunque mancare la summer playlist, che non perde certo il vizio della copertina orrenda... Il "modello" questa volta è il mio gatto (più simile ad una foca in realtà), ormai 16enne ed obeso, in vacanza anche lui in montagna già da qualche giorno, per poter sgambettare un po' all'aperto; sono andata a trovarlo ieri, prima che io parta...e quest'immagine di lui accecato dalla luce del sole (e pieno di ragnatele in testa), mi è sembrata indicativa del periodo. :)
18- Suitcase Full of Secrets Little Annie and Paul Wallfisch
19- Lifted Nat Baldwin
20- When I'm Sleepy Wild Beasts
21- Ald Square Fjordne
22- God Moving Over the Face of the Waters Moby
+
-Volcano of Snow
22 tracce, anzi, 23 che non hanno nulla di pesante...magari un po' la lunghezza complessiva della playlist, ma tant'è... Ah già quella "Volcano of Snow" messa lì? Dico solo che con il resto della playlist non c'entra proprio nulla, è una "piccola" aggiunta, una registrazione live molto recente che sono certa farà piacere, anche se la qualità del suono non è eccelsa...ma poco importa. Non scrivo di chi è, tanto sarà immediatamente riconoscibile! :)
Come ultima cosa: fino all'8 agosto sono disponibili in via del tutto gratuita le registrazioni video dei live dell'iTunes Fest., per guardarli su iPod/iPad basta scaricare l'applicazione, su pc invece basta andare sul proprio iTunes Store...ho guardato il live di Moby...1h50min pazzeschi!
Buone vacanze a tutti! :)
Ps: per qualsiasi lamentela, critica od insulto, scrivete pure, tanto sono sempre connessa.
Il periodo e le relative condizioni di luce e temperatura forse si legano maggiormente all'ascolto di sonorità più spensierate e ritmate, e poco alla profondità ed all'intimità dell'ultimo lavoro di Kyle Bobby Dunn, dal titolo già di per se piuttosto evocativo "Ways of Meanings" (seconda uscita per l'etichetta Desire Path Rec.), ma invece cogliendo l'opportunità che il periodo offre, ossia il tempo, e magari uno scenario suggestivo come la città svuotata delle persone già partite per la propria destinazione vacanziera, si può trovare un momento magari verso l'imbrunire in cui il suo ascolto trova la giusta collocazione, la sua atmosfera.
Arrangiato per chitarra ed organo (quest'ultimo preponderante nell'album), e poi modulato in forma elettronica...ma come per "Charles Rendition" di Fjordne, il risulato non risulta affatto sintetico o freddo...minimale, ambient, drone, sì, ma comunque dal tocco sentitamente strumentale. Ed anche sul fattore drone, non bisogna lasciarsi condizionare dal termine stesso pensando dunque a lunghissime composizioni monofoniche a volte anche un po' indigeste, ma piuttosto a composizioni tutto sommato di breve lunghezza (si aggirano sui 4-7 minuti), eccezion fatta per del brano "Movement for the Completely Fucked" che arriva quasi ai 15 minuti, ma comunque questi in continuo movimento, arrivando anche ad evocare sonorità orchestrali. La vera sorpresa è l'ascolto del brano "Canyon Meadows", la sua partenza a rilento, che sembra giungere da lontano mi ha riportato subito alla mente quel capolavoro che è "El Camino Real" di William Basinski, e per tutti i 7 minuti del brano in questione è facile fare un accostamento del genere...la percezione del tempo e dello spazio che scorrono lasciando una sensazione misteriosa ed impalpabile di decadenza dietro di se, la ciclicità di suoni che comunque non sembrano ripetersi mai allo stresso modo, il trasporto verso la riflessione/introspezione, tutti elementi che inducono comunque pensare che l'influenza di Mr. Basinski faccia parte anche delle sonorità di Kyle Bobby Dunn....
Buon ascolto! :)
Ps: per un po' basta con tutto ciò che ha a che fare con ambient/drone/glitch/field-recordings/soundscapes il prossimo post (l'ultimo prima di una breve pausa estiva), sarà decisamente più movimentato, in parte anche dance...promesso! :)
Prima di passare alla solita cupezza, subito qualcosa di ben più leggero (forse addirittura frivolo?...ma a me piace!); dopo 4 anni dalla sua ultima uscita (piuttosto di successo) "The Reminder", il 4 ottobre uscirà il nuovo album di Leslie Feist. S'intitolerà "Metals", includerà 12 tracce ed oltre alla consolidata collaborazione con Gonzalez, si aggiungerà anche lo zampino (e che zampino!), di Valgeir Sigurdsson...sicchè a tempo debito il discorso verrà qui ampliato.
Ora si torna alla cupezza, ma forse più che questa, meglio dire "introspezione", a volte indigesta ed a volte inaspettatamente lineare, se non melodica...il tutto in 3 album (e per una volta gli archi quando presenti , sono solo una piccola aggiunta):
FENNESZ "Seven Stars" Registratolo scorso gennaio a Vienna in 3 settimane, con la collaborazione di ChristophAmannallabatteria nel brano "Seven Stars".
Da più parti ho letto che le intenzioni di Fennesz per quest'ultimo lavoro erano di fare un album più leggero, con sonorità meno violente ed ossessive ma che includesse anche questa "novità", l'aggiunta di una batteria. In effetti a ben ascoltarlo risulta subito chiaro che la sua indole di lunghi e sconfinati drone e suoni glitch è messa un po' da parte, sì, permangono in 3 brani su 5 ma tutto sommato di breve durata e non così aggressivi, ma questi vengono meno nel brano "Luminal", e di sorpresa spariscono nella title-track "Seven Stars"...forse sono io che ho l'orecchio abituato alle sue distorsioni, ma a me pare un vero e proprio brano, persino dotato di melodia! Intanto si sa che la sua terza collaborazioneconRyuichiSakamoto, dal titolo "Flumina",dovrebbe uscire a breve...ed anche per questo, il discorso verrà ampliato qui. Qui
NICHOLAS SZCZEPANIK "Please Stop Loving Me"
Cognome impronunciabile ed indefinibile la sua sonorità. "Please Stop Loving Me" è una singola traccia lunga quasi 48 minuti, ma nonostante la lunghezza, non ha nulla a che fare con i loops continui e ripetuti di Basinski.
Lungo questi lunghissimi (e dilatati) 48 minuti vi è una continua evoluzione, sottili ed impercettibili variazioni che si sommano pian piano, capaci di portare alla percezione che la sonorità si sta ascoltando ora è completamente differente da quella iniziale, soltanto quando si è in prossimità del finale. Complesso rendere l'idea, l'unica è trovare ed il tempo e soprattutto l'attenzione necessaria. Certo rientra in tutto e per tutto in quel genere di ascolti non adatti a tutti, persino io l'ho trovato estenuante ed a tratti la tentazione di pigiare stop è stata davvero forte, ma ero in auto da sola e ne avevo per almeno un paio di ore di guida, sicchè era la classica situazione "ora o mai più"...pesante sì, ma alla fine è stato piacevole! Qui (e buona fortuna:)!)
FJORDNE "Charles Rendition"
Il nome del progetto e la copertina dell'album inducono facilmente a pensare si tratti di un artista del nord Europa, Norvegia, Svezia o Islanda, invece si tratta di un musicista giapponese, Fujimoto Shunichiro e tra l'altro distribuito da un'etichetta di Singapore, la Kitchen. A questo punto è altrettanto facile pensare al minimalismo al tempo stesso geometrico e contorto dei musicisti giapponesi (escludiamo tra i pochi Sakamoto), invece si tratta di un album piuttosto elaborato, ricco di incursioni jazz, e soprattutto strumentale, difatti Fujimoto compone i suoi brani utilizzando strumenti acustici (in quest'album è prevalente l'uso del pianoforte, ma non mancano anche fiati e qualche arco), poi modula il tutto in forma elettronica, con un risultato tutt'altro che sintetico. Brani piuttosto introspettivi come "Gathering", "Forfeiture", uno solo include una voce molto posata e retrò "Hope", fino ad arrivare al brano secondo me più accattivante "Ald Square" in cui fiati e pianoforte si mischiano dando un senso quasi ipnotico e disorientante.
Ispirato al romanzo "Great Expectations" di Charles Dickens, "Charles Rendition" è il quinto album di Fjordne, ben 3 rilasciati nel 2008 ”Unmoving” , “The Last 3 Days of Time” e “Stories Apart from the World”, ed uno rilasciato nel 2009 “The Setting Sun”. Qui
Michael Cashmore è un polistrumentista e compositore, stretto collaboratore di David Tibet nel progetto Current93, ma anche solista il cui esordio risale al 2006 con l'album "Sleep England". Più note certo le sue collaborazioni: nel tempo aveva già collaborato con Marc Almond in un Ep di sole due tracce uscito nel 2008 dal titolo "Gabriel and the Lunatic Lover", e nel 2007 uscì quel meraviglioso Ep "The Snow Abides" che vedeva al suo interno la collaborazione di David Tibet in quanto a stesura testi e la voce Antony prestata in tre brani smisuratamente incantevoli "My Eyes Open", la title track "The Snow Abides" e "How God Moved at Twilight" anzi, mi è impossibile pensare ad un lettore mp3, qualsiasi sia, senza questo Ep al suo interno, quindi, anche se prettamente invernale: qui "Feasting with Panthers" è un album composto nel giro di diversi anni, e registrato in sedi diverse, difatti Almond ha registrato le parti vocali a Londra e Cashmore il resto a Berlino e molte delle tracce che lo costituiscono non sono una novità dato che basta andare su youtube per ascoltarle registrate durante qualche live dei Current 93... (con cui anche lo stesso Almond aveva collaborato ad una delle versioni del brano "Idumea"). Il tutto nasce quando Tibet quando regala ad Almond un libro di poesie di Stanislaus Eric Stenbock (cioè, non sto qui a fare la finta colta...lo so soltanto perchè l'ho letto dalla brainwashed...), che ne rimane colpito al punto di decidere di trasdurle in musica con appunto la collaborazione di Cashmore (le sue sonorità piuttosto cupe...), ma l'album è fortemente influenzato anche dalletraduzionidel celebre(se lo conosco anche io è celebre davvero!) poetaJeremyReeddelle poesie diJean Genet, Rimbaud e Verlaine. Qui
Sotto, "Gabriel"
Stasera andrò a vedere la mia adoratissima Joan (la poliziotta...), spero di riuscire a fare qualche filmato carino! ;)
Buon ascolto!
Il titolo del post non è una mia voluta esasperazione nel tentativo di riassumere sbrigativamente l'essenza di un album (come mio solito...), ma è come la stampa polacca, durante il tour del 2008 per il loro terzo "Black Hill:Midnight At The Blighted Star", ha definito le sonorità degli Human Greed. Formazione nata nel '99 dall'unione tra lo scrittore scozzese Michael Begg e l’artista visuale Deryk Thomas, giunta ora suo quarto disco, dal titolo capace di fare intendere nell'immediato la complessità di quest'ultimo loro album: "Fortress Longing: The Internal Campaign for the Safe and Complete Return of the Sleeping Egyptian to the Desert".
Nel tempo, anche piuttosto recente, Begg ha collaborato con altre formazioni, quali "Nurse with Wound, "Blind Cave Salamander" e Laura Sheeran con cui ha contribuito anche alla pubblicazione del debutto "Fovea Hex" (tra l'altro, non ho mai messo nulla...vabbè il prossimo post), e proprio da queste collaborazioni (ma non solo...), ha reclutato i musicisti/artisti per la realizzazione di questo "Fortess Longing" (abbreviamolo così...). Quindi appunto Laura Sheeran, Tommy Aashildrød, Nicole Boitos (autrice della copertina),
Colin Potter, e poi una violoncellista canadese di cui forse avrò parlato giusto una volta o due su questo blog...se non ricordo male si chiama Julia Kent...quanto sono monotona! :) Certamente si tratta di un album non facilissimo da ascoltare, come sempre bisogna essere un po' abituati a questo tipo di sonorità, un perfetto sinergismo tra strumentazioni classiche quindi il violoncello (di quella certa Kent), violini, arpe,campane tibetane, un pianoforte e sonorità elettroniche tra sintetizzatori e field recordings che derivano dai viaggi di Begg tra Grecia, Egitto, Londra e Francoforte...è un album (oltre che estremamente malinconico...), estremamente complesso e per questo affascinante come pochi altri ascoltati da me quest'anno (sicchè dopo parecchio scrivo un post monografico).
Tornando alla questione Kent, ok sono particolarmente monotematica, ma in fin dei conti cosa posso farci se ogni suo progetto o collaborazione risulta essere così bello, e non a caso il brano che più resta impresso di "Fortress Longing" è "The Green Line": testo scritto da Begg, letto da Aashildrød, accompagnato dal suo violoncello, cupo, profondo, che non fa altro che amplificare la rappresentazione per immagini che già il testo è capace di evocare nella mente...a questo punto, solo dopo averlo ascoltato, avrete ben chiara la sua profondità.
***The Green Line*** There is a path, A green line that runs from the twilight mountains to the midnight sea. The longer you walk this path The more clear it seems You cannot return to the mountain You will never reach the sea This liminal moment in full view of your limitations Where the ivy holds a fragile, transitory peace with the snowdrops This liminal moment Where a son bids a sunny farewell to a father And pedals off into the mossy shadows This liminal moment Where the father is not so old Where the son is not so sure This is your moment now All the flowers are open The new stars are aching in this terrifying sunset Of silence and cave water Amid these tiny favours through which we hide from death; the bloated womb, the sonorous bells that command you to lift your empty head, your scribbled activity in the world Sometimes, it doesn’t get light at all.
The Green Line by OMNEMPATHY
Esiste una versione limitata (120 copie) dell'album che include un'appendice , una "bozza" dell'album curata da Colin Potter.
Già che ci siamo...è certo poi che nella playlist di fine anno la Kent farà la sua apparizione ovviamente con qualcosa tratto da "Green and Grey", con questo "The Green Line" e con qualcosa tratto dal prossimo album dei "Blind Cave Salamander" (che dovrebbe uscire a settembre/ottobre...il 22/9 verrà presentato in anteprima qui a Torino al Teatro Astra)...ma poi resta in sospeso ancora la questione "Bar"...ma qualcosa, ora, inizia a farsi più chiaro: http://my.zero.eu/OFFbooking/propongo/evento/21983,julia-kent-s