1.17.2012

Post per i mici!

Prima di tornare domani con altri album, posto una notizia che purtroppo ho appena appreso e che amando i gatti (ed avendone due), mi ha fatto sudare freddo.
La Procura di Torino ha aperto un'inchiesta riguardo la distribuzione di alimenti per animali, dato che sono state riscontrate in alcuni tipi di scatolette per gatti, alte percentuali di arsenico che avrebbero comportato il decesso di numerosi mici.
Le scatolette incriminate arrivano dalla Thailandia...uno pensa, eh be'?...invece si scopre che la Thailandia è uno dei principali produttori di alimenti per animali, specie quelli contenenti crostacei, molluschi e pesci.
La marca, o le marche interessate non sono ancora state diffuse, tuttavia facciamo attenzione!
Per saperne si più vi rimando a questo blog specifico per i mici: http://ilmiogattosicuro.wordpress.com/2012/01/17/occhio-alla-scatoletta/

1.10.2012

The Broken Man

E' opportuno premettere che sebbene nel corso della carriera artistica musicale di Matt Elliott si possano facilmente distinguere due differenti identità stilistiche e soprattutto sonore, l'umore oscuro e paranoico dei suoi lavori non ha subito variazioni, rimanendo un punto costante e centrale della sua espressione.
E' un artista che emerge a metà '90 nella scena di Bristol sotto pseudonimo "Third Eye Foundation", progetto dedito alla sperimentazione industrial ed elettronica, portato avanti con costanza fino al 2001 pubblicando 6 album, prima di una lunga pausa durata fino al 2010, interrotta con la pubblicazione di "The Dark". E' bene ricordare che da questo lato più sperimentale sono nate molteplici collaborazioni , tra cui "Crescent", "Amp", "Flying Saucer Attack" e più recentemente la partecipazione al progetto "This Immortal Coil".
In questo caso però ci interessa la seconda parte artistica di Matt Elliott (che prende il suo vero nome), elaborata a seguito di un voluto isolamento nelle campagne francesi, dove approfondendo differenti forme di  cantautorato europeo ha maturato un aspetto compositivo influenzato sia dalla musica classica (aspetto percepibile dall'utilizzo sottile di archi e pianoforte), che dalla musica elettronica dai tratti minimali e talvolta ambient, inserita con cura e parsimonia, sviluppando una forma personale di folk oscuro che si distingue per la sua eleganza.
La prima pubblicazione come Matt Elliott risale al 2003 e s'intitola "The Mess We Made", a cui segue la trilogia "Songs", composta dagli album "Drinking Songs", "Failing Songs" ed "Howling Songs", trilogia che esplora il profondo tormento dell'animo umano in relazione all'inadeguatezza con i ritmi e l'alienazione del mondo contemporaneo.
Siccome è un brano che mi ha sempre colpita, vuoi anche perchè fa parte dei miei studi ed all'epoca della sua uscita stavo seguendo il corso incentrato sulle relazioni medico-paziente  e le dinamiche di comunicazione della diagnosi/terapia, mi soffermo un attimo su "The Kubler-Ross Model", contenuto in "Howling Songs" e che ben fa capire il grado di cupezza di Elliott:

in campo medico/psichiatrico e soprattutto nella psico-oncologia il modello Kubler -Ross indica le 5 fasi che caratterizzano l'elaborazione del lutto, quindi le dinamiche mentali che si alternano nel paziente dal momento in cui gli è stata comunicata la diagnosi di una malattia terminale, fino al suo decesso (rifiuto, rabbia, patteggiamento, depressione ed infine accettazione).

Venendo al suo ultimo lavoro "The Broken Man", dal titolo stesso non ci si può fare alcun tipo di illusione, è un album paranoico, riflessivo ed oscuro, che riflette sulle angosce della solitudine, ma intesi, che resta ben lontano da facili ed abusati patetismi. Il vocione profondo e confortante di Elliott si fa accompagnare da violini appena accennati, un pianoforte nel brano -If anyone tells me "It's better to have loved and lost than to never have loved at all" I will stab them in the face- così espressivo che non necessita di alcuna parola aggiuntiva al titolo già piuttosto chiaro ed esplicito, per far intendere la sua lucidità, una riflessione affatto ruffiana e quindi lontana da tutti quegli insopportabili  luoghi comuni, cori, rintocchi di campana e la sua chitarra acustica, talvolta dai tratti che portano la mente alla tradizione musicale popolare dell'europa dell'ovest, Spagna/Portogallo.

Non lascio link, se non il suo bandcamp dato che è disponibile l'intero download dell'album per 2€:


Cosa più importante è che Matt Elliott sarà in tour in Italia alla fine di gennaio,e farà tappa anche qui a Turìn al Blah Blah ...finalmente, sarà il primo concerto del 2012 per la sottoscritta...dannate ed odiose festività!!!
-20 gennaio Mattatoio Carpi (Mo)
-21 gennaio Villa Zamboni Valeggio sul Mincio (Vr)
-22 gennaio Diagonal Forlì
-23 gennaio Grotta Teodorani Santarcangelo di Romagna (Rn)
-24 gennaio Blah Blah Torino
-25 gennaio Magnolia Segrate (Mi)

MATT ELLIOTT - A BROKEN MAN from Annabelle Azadé on Vimeo.

Buon ascolto! :)...ma non troppo cupi dopo neh!

1.06.2012

Playlist 2011

La playlist è la stessa già postata ieri, quel che cambia è la cover per cui ringrazio infinitamente Giancarlo (qui e qui), che gentilissimo come sempre ha realizzato per ovviare a quell'orridume di ieri. :)
Ho quindi ri-uploadato tutto quanto con la nuova cover:

DOWNLOAD

Tracklist:
1- Colin Stetson & Shara Worden "Lord I Just Can't 
Keep from Crying Sometimes"
2- Bonnie "Prince" Billy - "New Whaling"
3- Fink - "Warm Shadow"
4- Larsen - "Ohm Av. D"
5- Other Lives - "For 12"
6- Hauschka & Hildur Gudnadottir - "#294"
7- Esmerine - "Little Sreams Make Big Rivers"
8- Baby Dee - "Regifted Light"
9- My Brightest Diamond - "There's a Rat"
10- Joan as Police Woman - "Flash"
11- Puzzle Muteson - "En Garde"
12- Scott Matthew - "True Sting"
13- Julia Kent - "A Spire"
14- David Thomas Broughton - "Perfect Louse"
15- Human Greed - "The Green Line"
16- Colin Stetson - "Home"
17- Dez Mona - "A Part of Our Hearts"
18- Picastro + Nadja - "A New Souls Bennediction"
19- Cindytalk - "I See You Uncovered"
20- Dustin O'Halloran - "Opus 55"
21- Ben Frost & Daniel Bjarnason - "Reyja"

Buon ascolto! :)

1.02.2012

...tuttavia al tempio di Dendur...

Da appassionata delle creazioni di William Basinski, non potevo non inserire tra gli ascolti che più mi hanno stupita, emozionata ed incantata, seppur in un contesto non legato a nessuna "classifica", la rivisitazione orchestrale curata da Maxim Moston di parte dell'opera "The Disintegration Loops", eseguita al Metropolitan Museum of Art di New York, lo scorso  11 settembre. Ne avevo già parlato in questi due post:
http://omote-no.blogspot.com/2011/09/disintegration-loops.html
http://omote-no.blogspot.com/2011/09/mr-basinski-mr-moston.html
tuttavia, data la perfetta riuscita di Moston nell'impresa di  rivisitare un creazione di Basinski trasformando la sua forma "sintetica" in una composizione orchestrale, riuscendo a mantenere la stessa sensazione claustrofobica, la stessa profondità, e soprattutto la stessa emotività; e dato che quella sera mentre stavo ascoltando questo strano evento in diretta alla radio ero così invidiosa nei confronti dei fortunati presenti che i miei succhi gastrici e pancreatici mi stavano corrodendo le viscere addominali, e dato che, sì, è l'ascolto che mi ha colpita di più, ho tagliato il file audio eliminando tutte le parti superflue (interviste, le due commentatrici che blaterano all'infinito, la parte precedente del concerto etc etc), lasciando soltanto il brano in questione ed i 2 minuti di silenzio nati spontaneamente dal pubblico alla fine dell'esecuzione. QUI

E questo è l'unico video esistente (per ora), dell'evento:


Buon ascolto! e poi mercoledì 'sta playlist!! :)