2.02.2012

Abbassamento crioscopico

Neve da tre giorni, strade e marciapiedi come lastre di ghiaccio, temperature polari, viabilità in tilt, e la tristezza che la visione di tutto questo bianco genera... Però mi è venuto in mente questo:

2.01.2012

Restilyng facciata

È sempre lo stesso spazio web, si continuerà a parlare di musica, sperimentazioni sonore, violoncelliste :) e cianfrusaglie varie, quel che è cambiato è soltanto l'header (l'immagine della testata) del blog. Per questo devo ringraziare tantissimo ancora una volta Giancarlo (che ha realizzato anche la copertina della playlist '11), e che in questo caso ha saputo rendere l'idea della duplicità caratteristica delle maschere Omote...da cui deriva il nome di questo spazio web, affascinato dall'unione tra strumentazioni classiche e sonorità "sintetiche" legate alla "fredda" tecnologia, elementi apparentemente contrastanti che però spesso dimostrano invece di essere due antimeri speculari di una stessa faccia.
La maschera Omote pur essendo un oggetto statico e definito, può assumere espressioni differenti, dal triste al felice, dall'arrabbiato al sereno, dal riso al pianto, e questo solo variando il suo grado di inclinazione e quindi la quantità di luce che va a riflettersi su di essa. Non esiste dunque una percezione corretta sul suo stato d'animo, e su cosa voglia esprimere, la percezione è solo in funzione dell'angolazione da cui la si sta guardando.
Vabbè...meglio passare in fretta al prossimo album vah! :)

1.30.2012

Luci d'Agosto

Prima di passare doverosamente al lavoro in uscita di Perfume Genius "Put Your Back N 2 it" (ossessione da cui non riesco a distaccarmi), volevo completare il filone degli ultimi post:
DANNY NORBURY 
Musicista già accennato in precedenza in merito alla sua collaborazione al recente album dei The Boats "Ballads for the Research Departement", e per aver preso parte alla compilation omaggio al compositore Erik Satie "Erik Satie et les nouveaux jeunes", Danny Norbury è un violoncellista di Manchester che oltre le varie collaborazioni, ha pubblicato due lavori da solista :
- Dusk nel 2007
- Light in August nel 2009
A suo modo è anche lui un violoncellista sperimentatore, difatti si avvale di laptop, loops, field-recordings e collabora con formazioni dal taglio più elettronico, tuttavia nella sua musica è difficile riuscire a cogliere un' indole di ricerca/sperimentazione sonora, quanto più una maggiore affinità a ciò che più quietamente rientra nella musica neo-classica.
In "Light in August" il violoncello suonato da Norbury si fa accompagnare da un pianoforte, con cui costruisce progressivamente melodie malinconiche e riflessive che procedono con una certa linearità senza mai eccedere in tratti oscuri e claustrofobici, e tanto meno senza mai slanciarsi in momenti d'effetto. Si ha un po' la sensazione che l'ispirazione e che il tema centrale che sviluppa le tracce siano ricordi malinconci e nostalgici che riemergono nella luminosità accesa di agosto, che riesce così ad attenuarne la carica drammatica. Il tratto di unione classicità del violoncello/sperimentazione elettronica seppur sottile, riesce comunque ad emergere nel brano che chiude l'album "The Night is For You and for Me", creando un effetto ipnotico e dispersivo che se curato anche nel resto dei brani avrebbe sicuramente dato un contributo notevole alla riuscita dell'album.
Musicista elegante e molto piacevole...tuttavia, non per una questione di sessismo, ma personalmente continuo a preferire le colleghe violoncelliste...riescono a trasmettere più profondità sotto il profilo emotivo ed estetico...

Buon ascolto!! :)

1.26.2012

"Les Nouveaux Jeunes"

ERIK SATIE & LES NOUVEAUX JEUNES
Finalmente sono usciti un bel po' di album interessanti (Perfume Genius, Xiu Xiu, Ilyas Ahmed, From the Mouth of the Sun, ed un ottimo EP di tali MayMay), verrà il loro momento, ma per adesso volevo indicare questo album (in realtà doppio), uscito nel corso del 2011.
"Erik Satie & les Nouveaux Jeunes" è una compilation di brani ispirati al pianista e compositore francese Satie (tra l'altro considerato come un precursore del minimalismo), si tratta di rivisitazioni delle sue più note "Gymnopédies" e "Gnossiennes", e di brani che traggono soltanto ispirazione dai suoi componimenti. Non si ha a che fare con un compilation classica, bensì sperimentale dato che i suoi brani vengono rivisitati sotto chiavi elettroniche, drone, ambient, ma anche strumentali da 32 artisti diversi, che spaziano tra pianoforte, violoncello, chitarre elettriche, sintetizzatori, laptop, chitarre acustiche, archi e field-recordings. Tra gli artisti che hanno aderito a questo tributo: Dustin O'Halloran, Hauschka, Max Richter, The Boats e Danny Norbury (entrambi citati nel post precedente), Julia Kent, Peter Broderick, Rachel Grimes, ed Astrid. Come detto si tratta di un doppio album, quindi qui e qui.
Difficile scegliere quali brani scegliere, per questioni affettive vi posto questi:




Buon Ascolto!! :)

1.23.2012

The boats

...con l'oscuramento del sito megaupload sono andate perse gran parte delle playlist, nonchè l'ultima riassuntiva del 2011...quest'ultima la caricherò nuovamente su qualche altro sito file hosting, per quelle passate, invece, lo farò su richiesta.

THE BOATS - "BALLADS OF THE RESEARCH DEPARTMENT"
Qualcosa mi suonava familiare nell'ascolto di questo album (tra l'altro il primo che mi è capitato sotto mano dei The Boats), e con stupore questa sensazione di déjà-vu ha trovato riscontro quando informandomi a riguardo, ho letto che uno dei componenti di questo progetto è Craig Tattersall, ex membro degli Hood (gruppo di Leeds per cui ho sempre avuto un debole, e di cui ho scritto qui), ed uno dei musicisti che ne hanno preso parte è il violoncellista Danny Norbury, di cui scriverò nei prossimi post per questioni di pari apportunità...dato che si parla sempre di violoncellistE! :)
"Ballads of the Research Department" è credo il 4° album dei The Boats, inizialmente un duo formato da appunto Craig Tattersall ed Andrew Hargreaves (Tape Loop Orchestra), a cui nel tempo si sono aggiunti svariati collaboratori, ed in quest'ultimo lavoro oltre al già citato Danny Norbury, anche la vocalist giapponese Cuushe e Chris Stewart.
Il titolo stesso mette di fronte ad un contrasto che si riflette anche nelle sonorità e nelle sperimentazioni che caratterizzano l'album, dunque l'idea strumentale ed un po' datata delle classiche ballate e l'idea di artificiosità, tecnologia, elementi freddi che trasmette la scienza. Sintetizzatori, strumentazioni contemporanee, laptop, batterie elettroniche, sonorità ambient e post-rock che si uniscono, si alternano e si susseguono con coerenza a strumentazioni classiche, nel caso, un violoncello, un pianoforte ed archi.
Quattro brani dai tempi piuttosto dilatati, ciascuno dura più di 10 minuti, ma non si ha mai a che fare con estenuanti drone, suoni glitch e distorsioni di qualsiasi tipo. E' un album dal forte approccio sperimentale e complesso nelle sue alternanze, ma comunque giocato su melodie che non danno una sensazione di freddezza, tutto al contrario sono pacate, meditative e nel loro insieme hanno una certa componente emotiva. Ogni brano ha una sua evoluzione, è diviso in più momenti distinti, mutevoli a tal punto che ciascuno sembrerebbe includere almeno 3 tracce differenti.
Per dare un'idea della mutevolezza, in "The Ballad for Achievement"si ha a che fare nei primi 5 minuti con loops che si sommano tra loro, a tratti basinskiani con il loro effetto "lontananza", effetto che man mano si dissolve complice il vento che le trascina più in prossimità e che ne ripulisce i suoni fino a rimuoverne il fruscio e dare spazio ad un violoncello che subentra con estrema delicatezza, per poi svanire lasciando spazio ad una batteria elettronica e suoni più indirizzati al dub, ed ancora riapparire sommandosi a questi elementi sul finale. "The Ballad for the Girl on the Moon" si apre con un intro pianoforte-violoncello a cui poi si aggiungono sintetizzatori che andranno sostituirli per poi dare spazio a tutti gli elementi riuniti creando una melodia che si aggancia alla precedente per mutare nuovamente  negli ultimi (bellissimi) 3 minuti del brano. In "Ballad of Indecision" si aggiunge la voce delicata ed affascinante quanto piuttosto inquietante di Cuushe, che canta in giapponese su quella che sembra una rivisitazione (che poi muterà nuovamente, ovvio), dei 3 minuti finali del brano precedente, che ritornerà a più riprese durante il suo corso, fino a lasciar spazio alla componente esclusivamente artificiale che chiuderà l'album così come si è aperto.
Difficile rendere l'idea di tutte queste alternanze a parole, tuttavia si tratta di un lavoro decisamente raffinato e che necessita un ascolto attento seppur non si tratti di un album poi così complesso ed estenuante da ascoltare. Qui
The Boats - Ballads of the Research Department - The Ballad for Failure (excerpts) (12k) by pdis_inpartmaint
Buon Ascolto! :)