7.06.2011

Scandire i tempi di una giornata

Tre umori differenti, o forse meglio definirli come tre diversi momenti della giornata. Ascolti in stretta relazione quindi con le diverse necessità, al grado di attenzione, all'intensità della luce, alla stanchezza, al bisogno di starsene un po' da soli in tranquillità...

Point Reyes. Un Ep, nulla più che un Ep anche se piuttosto corposo come esordio per questa band che dati i presupposti sembra partire più che dignitosamente. Point Reyes è al tempo stesso una località californiana (dove credo sia originario il leader Asa Horvitz), da immaginarsela quindi come una classica cittadina balneare ed assolata che più di infinite band rock energiche o sonorità frivole e solari sembrerebbe non poter dare altro... ed anche in questo caso non ci si discosta poi molto da questa "tradizione", si tratta di un Ep è vero non sempre solare ma comunque  estivo, mattutino, insomma poco impegnativo ma non per questo insignificante, un violoncello ben ponderato che lascia perdere qualsiasi forma di virtuosismo per accompagnare in maniera sensata la voce (a volte anche irritante) di Horvitz e la sua chitarra. ...c'è da dire che Horvitz e band vivono a Brooklyn e che hanno lavorato anche molto in Europa, e dunque per fortuna loro l'influenza di altre sonorità si fa sentire! Fa piacere poi sapere che alla realizzazione ha contribuito anche Nat Baldwin e rendersi conto che i conti in effetti talvolta tornano. Qui


Si passa invece poi a sonorità più serie, meditative, soprattutto dilatate, sì, ma non ancora notturne, piuttosto adatte all'inbrunire; si tratta del progetto "Il Rumore del Fiore di Carta", band originaria del Molise e giunta con l'album "Lesson 3/How to Live without Senses" ormai appunto alla loro terza uscita. Che titolo suggestivo per quest'album, ma anche i titoli dei brani sono più che curiosi,  nel tentativo di dare una forma ad un album del tutto strumentale che rientra di tutto rispetto nel post-rock. Adatti se rientrano nei vostri gusti personali gruppi come "Giardini di Mirò" e perché no i "Mogwai" od ancora gli "Explosion in the Sky". Consiglio di andare a recuperare anche i loro due album precedenti, e siccome si tratta di una band che si autoproduce, non metterò qui alcun link per avere accesso al loro album, che comunque non è difficile da trovare in giro da qualche parte...
Così si ha un'idea di come suonino, sotto "Music for Vegan Vampires":


A questo punto si giunge ad un'intimità che richiede necessariamente il buio, il silenzio e la solitudine... Alva Noto non contento di aver fatto uscire sul finire dello scorso anno un album in collaborazione con Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten (ma non ne avevo scritto nulla??), comunque un capolavoro avanguardistico tra la sperimentazione elettronica minimale di Alva Noto e la sperimentazione vocale di Bargeld, che con la sua voce fabbrica frammenti che poi distorce, crea loops, alterazioni di tono...insomma ribadisco la parola capolavoro!... comunque Noto non appagato da tale meraviglia ha deciso per un'ennesima collaborazione con Ryuichi Sakamoto, la quinta per essere precisi...dal titolo "Summvs". Uno potrà pensare che alla lunga anche questo sodalizio possa annoiare e non trasmettere più nulla, ma invece ecco che arriva la variazione di programma, per carità le atmosfere restano minimali ed introspettive come sempre, ma questa volta ad una forse eccessiva freddezza dei capitoli passati, le sonorità si fanno più morbide, appunto più intime e meno cupe, fino ad arrivare all'apice dell'album, ossia alle due rivisitazioni di "By this River" di Brian Eno, l'una intervallata da pause perfettamente studiate capaci di arrivare ad una profondità emotiva inaspettata, l'altra versione invece molto, molto, molto dilatata, 8 minuti a dare quasi un effetto (termine che ho letto e mi è piaciuto molto) slow-motion. Qui
Anche se relativa al 2005...:


Buon ascolto!

7.04.2011

Soundscapes

Tra le date da segnarsi per la prossima edizione del MiTo Settembre Musica figura senza dubbio il 7 settembre Christian Fennesz al Blah-Blah (qui a Torino), in cui (caspita, ma non ho mai postato nulla su di lui??!!?? ...eppure lo ammiro tanto quanto Basinski!)...vabbè, per l'occasione Fennesz sonorizzerà il film "Berlino, Sinfonia di una Grande Città" di Walther Ruttman (1927), film che narra una giornata tipo (seppur dell'epoca), della vita di Berlino, dalle prime luci dell'alba fino al suo lento addormentarsi.

Diamanda Galás suonerà invece  l'11 settembre all'Auditorium di Milano, Olafur Arnalds il 15 al Teatro Out Off (Milano), e sarebbero interessanti da vedere anche Alva Noto con Blixa Bargeld il 17 alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. 
Al di fuori del MiTo, ma in qualche modo collegato ad esso, si svolgerà come sempre qui a Torino da ormai 16 edizioni "Il Sacro attraverso l'Ordinario", festival organizzato dall'associazione "Il Mutamento Zona Castalia" e tra le varie iniziative legate al teatro, la danza, le arti visive, e conferenze, faranno parte dell'edizione 2011 anche 3 serate musicali come si deve:
-il 22 settembre al Teatro Astra suoneranno i Blind Cave Salamander, trio "torinese" formato (vabbè rinfresco la memoria, anche se direi di averne già scritto in abbondanza...), da Fabrizio Modonese Palumbo, Julia Kent e Paul Beauchamp. Quindi la fusione tra le sonorità elettroniche di Paul Beauchamp (che suonerà anche il 7 luglio per il Traffic Festival come membro dell'orchestra elettronica "Tacuma"), il drone di Palumbo alla chitarra elettrica ed alla viola elettrica, ed ovviamente la parte al violoncello della Kent...quindi appunto una fusione di suoni e stili apparentemente inconciliabili, ma che in realtà si sposano perfettamente...non certo di facile ascolto se non si è abituati, se non li si è visti live prima o non si è affascinati dalla sperimentazione in genere...ma se siete su questo blog, direi proprio vi possano piacere. Lascio sotto un estratto di un live di circa 13 minuti, di un ennesimo progetto aperto che prende il nome di Soundscapes; alla solita formazione Kent/Palumbo/Beauchamp si unisce anche Jochen Arbeit degli Einsturzende Neubauten, ed il risultato non svia poi molto dal progetto Blind Cave Salamander (di cui altrimenti potete farvi un'idea ad esempio dalle riprese del live dello scorso anno al Cortile della Farmacia, sempre qui a  Turìn), comunque sia, sono 13 minuti di assoluta meraviglia:

Soundscapes Bologna Jochen Arbeit & from aadkchannel on Vimeo.

-il 23 settembre, invece sarà la volta dei Cindytalk al Blah-Blah (e mi fa molto piacere rivederli dopo lo scorso anno, anche se mi ricordano un periodo funesto);
-il 24 settembre...eheh...almeno per me, l'evento più atteso, sì, perchè Julia Kent presenterà in anteprima assoluta un nuovo progetto, che prende il nome "Bar" (forse nome non a caso...), per certo ora si sa che sarà una collaborazione con Paul Beauchamp...ma se si avranno più news certe, vi terrò aggiornati ;)

A proposito, Parallel41 suoneranno il 13 luglio a Bari...se ci andate avete la mia più totale invidia! (anche quando andrete per Antony ad Ottobre...) :)

Buona programmazione di concerti a cui andare!
Ps: album interessanti eccetto l'ultimo di Nico Muhly non ne ho ascoltati, ma comunque il post non vuole essere un rimpiazzo :)

7.01.2011

In mancanza dei cavalli...

...no, non voglio certo dire che gli/i "The Irrepressibles" sono un rimpiazzo ad un album appena uscito che non saprei proporvi, anzi! (anche se nell'ultima settimana non ho avuto il minimo tempo per un nuovo ascolto...a parte Bjork...ma mi dilungherò in proposito poi a settembre, quando uscirà "Biophilia"). Trovo invece siano interessantissimi, e come già scrissi nella 'classifica' di fine anno 2010, penso il loro modo di proporsi dal punto di vista scenico, sia un'esperienza già di per se, e se a questo aspetto si legano le loro sonorità e la voce del leader Jamie McDermott si ottiene un risultato ottimo. Spero sempre un giorno di poterli vedere dal vivo...suonare su una delle loro pedane a struttura quadrilatera, direi a "baldacchino", su cui poi vengono proiettati fasci di luce, giochi di specchi, coreografie minimali ma curatissime, il tutto a creare un ambiente indefinito a se;

 e  magari vederli proprio in una delle stanze della Reggia della Venaria Reale, o nel mezzo dei suoi giardini... ma forse è solo un effetto nostalgico di quando in quei giardini ci vidi Antony una delle ultime volte (paragone impossibile! Anche se facilmente abusato)...sì, sarebbe comunque una cornice suggestiva, un'ambientazione perfetta...ma basta fantasticare, perché recentemente hanno suonato per l'Holland Festival e la registrazione di una parte del live (una mezz'ora circa) la potete vedere qui, oppure sotto:
Get Microsoft Silverlight Bekijk de video in andere formaten.
Scopro poi ieri che il 6 Agosto suoneranno in provincia di Pordenone...il solito tempismo...io parto il 4 arghhh!! estrema invidia per chi ci sarà! :)
Buon week-end! :)

6.27.2011

Prossime reginette del looping crescono

Ne approfitto di 10 minuti di pausa per riprendere il discorso Linnea Olsson, violoncellista svedese (scoperta per puro caso mentre ero a Copenhagen), di cui scrissi un paio di mesi fa. Giusto perché non riesco nemmeno a prendere sonno quelle 3 ore a notte,  qualche giorno fa ho cercato ancora qualcosa su di lei, ma la ragazza è ancora un'artista di nicchia,  a parte il suo myspace non ha un sito ufficiale, comunque ho trovato pochi video relativi a qualche performance live...e dal poco che ho potuto vedere, sono sempre più convinta che verrà prima o poi inserita tra le dive del looping (cello)...non intendo certo dire che spiazzerà le regine indiscusse della tecnica (Kent, Keating e Gudnadottir), ma la ragazza promette bene, almeno, personalmente mi da lo stesso effetto sorpresa di Joanna Newsom ai tempi di "The Milk- Eyed Mender"...staremo a vedere!
"The Ocean"

Linnea Olsson - The Ocean di val3rie-live

"Mind Reader"

Linnea Olsson - Mind Reader di val3rie-live

"Ah!"

Linnea Olson - Ah! - Festival AAO di val3rie-live

"Dinosaur"

Linnea Olsson - Dinosaur di val3rie-live
(non appena avrò tempo, posterò un live degli "The Irrepressibles", filmato giusto qualche giorno fa all'Holland Festival)
...nel frattempo, buon ascolto!

6.23.2011

Nient'altro che due album collegati dalla bile nera.

Come preannunciato lo scorso post, questa volta tocca a due album temporalmente distaccati di circa 12 anni (l'uno del 1999, l'altro invece uscito soltanto qualche mese fa), ma legati in qualche modo dalla malinconia su cui sono stati creati; una malinconia che non rappresenta però soltanto un banale punto d'unione, piuttosto una continuità casuale, o forse ispirata (chissà...)...o forse ancora, molto probabilmente si tratta solo di una mia sensazione personale tale da farmi collegare nella stessa serata, e non necessariamente uggiosa, l'ascolto consecutivo dei due.
-THE HEARTS OF EMPTY
Cominciamo dal più recente, "The Hearts of Empty" del progetto Dakota Suite; chi ha già ascoltato in precedenza "The End of Trying" e  "Waiting for the Dawn to Crawl Through and Take Away Your Life", avrà ben chiaro il concetto di malinconia di Chris Hooson, espressa in incomunicabilità, isolamento ed estraniazione da ciò che c'è intorno. Così a partire dalla copertina album, come le precedenti in bianco e nero, non vi è traccia di emozione, nessuno stimolo; è chiaro fin da subito che anche questa volta a caratterizzare un lavoro di Hooson è l'umor nero  inteso come nella rudimentale medicina ippocratica (lascio perdere tutto il discorso Jung, che non mi compete), come quella costante sensazione di fondo che porta ad una certa profondità, l'abbandono quindi dei ritmi frenetici ed iper-attivi per dar spazio all'introspezione, riassumibile con il concetto di maliconia...ed è proprio così, un album che suona indubbiamente più jazz rispetto ai precedenti, ma un jazz molto quieto, ragionato e  nonostante ciò anche sperimentale, un piano, le classiche spatolate sulla batteria, qualche arco accennato, ma anche qualche intromissione elettronica. Qui

- THE CYCLE OF DAYS AND SEASONS
L'ascolto legato all'umor nero continua con questo album degli Hood, album che mi ha sempre colpita profondamente e per questo cerco di ascoltare il meno possibile, per non assorbirlo eccessivamente e trasformarlo in qualcosa di troppo familiare e che dunque non potrebbe più emozionarmi. 
 Gli Hood (ne avevo già parlato tempo fa), sono una band di Leeds (e tra  l'altro credo una delle mie preferite), forse uno dei gruppi più sottovalutati di sempre...anzi, visto che le poche recensioni troverete in giro sono più che ottime, è più giusto dire invece che si tratta di uno dei gruppi meno considerati di sempre, anche se è il caso di dire che il successivo lavoro "Cold House", del 2001, visto come il loro capolavoro, ha comunque avuto una certa eco. 
Come già scritto sopra, è un album uscito nel 1999 (in autunno, ovvio!), il più nero abbiano pubblicato, ed anche in questo caso la copertina ci da subito un'idea chiara riguardo cosa ci aspetta. Post-rock, sperimentale, maliconico, ma anche qui troverete qualche piccola venatura jazz, ed allora sarà tutto collegato Qui  

Poi non c'entra nulla, ma qui sotto la performance di Bon Iver per "Holocene"...notare l'odiosità dei saluti finali!! :)
 
...e poi basta con questa tragicità, insomma, Antony torna finalmente a  fare qualche data (dovrei vederlo 3 volte nel giro di un mese!) anche da noi, su con la vita! :) 
 
Buon week-end :)