3.02.2012

Foreign Body

Basta assentarsi una settimana che d'improvviso si trovano uno dietro l'altro, solo dischi interessanti. Rimando ancora per un paio di post dunque Perfume Genius, perchè quando si tratta di collaborazioni tra donne che sperimentano drone/ambient/folk acustico e minimalismo, io do la massima priorità! :)
MIRRORING "FOREIGN BODY"
La collaborazione in questione è data dall'incontro tra Liz Harris, musicista/sperimentatrice di Portland, pratica in fatto di drone/noise/electro-acustica, più nota con il suo progetto solista "Grouper" e per aver collaborato anche con gli Xiu Xiu, e Jesy Fortino (che prima di questo album non avevo mai avuto occasione di ascoltare), cantautrice folk di Seattle, ed anch'essa più nota con il suo progetto solista "Tiny Vipers".
Come scritto da più parti, nel loro debutto come Mirroring "Foreign Body" non ci sono tracce di sovrapposizione delle sonorità dell'una piuttosto che dell'altra, ma sembra essere un progetto nato con l'idea di integrare i due flussi in maniera equivalente cercando di creare una corrente a se, ed allo stesso tempo ben contraddistinta. Insomma, una profonda intesa tra le due. Questo atteggiamento lascia sperare che Mirroring non si tratti soltanto di un incontro "casuale" destinato a concludersi dopo questo primo lavoro, ma piuttosto di un nuovo percorso che la Harris e la Fortino vogliono portare avanti insieme (speriamo!!).
"Foreign Body" è composto da sole 6 tracce, che procedono dilatate e come un flusso acustico continuo, in cui un brano è la naturale continuazione del precedente. Trovano spazio in un perfetto equilibrio, drone eterei, sonorità evocative ed ipnotiche, riverberi che si sviluppano morbidamente seguendo l'idea della ciclicità della Natura (tema sempre più ricorrente nel contesto della musica sperimentale), e che si muovono tra atmosfere più calde e luminose e momenti invece più freddi e desolanti...rimanendo comunque in un range fortemente introspettivo e legato a riflessioni melanconiche. ...e sarà che mi ricordano tanto la mia cara Matteah Baim, ma questo disco, sì, mi piace eccome!! Qui
L'album uscirà il 19 marzo.

Non lascio nessun video o audio-streaming della combinazione Harris/Fortino, ma piuttosto una traccia delle due come singole parti....e poi sulla Harris scriverò di più nel prossimo post, perchè è una di quelle che mi piacciono proprio, ma non avendo fatto uscire nulla recentemente non ho avuto occasione di approfondire...
Liz Harris

Jesy Fortino


Buon week-end e buon Ascolto!! :)

Torno, torno...

...e lui sarà tra i primi:

2.20.2012

Breve congedo

Data l'imminente incombenza di un esame/valutazione da me piuttosto temuta, mi concedo una breve pausa (di una settimana). Mi è sembrato opportuno dunque congedarmi con due che sono senz'altro più nerd di me!

Wires Under Tension - Mnemonics in Motion / Сказал, Сказала from (((unartig))) on Vimeo.


...intanto buon ascolto!! :)

2.17.2012

Woven Tide

Nell'indecisione se approfondire o meno tutta quella mole di album interessanti usciti ultimamente (Perfume Genius, Shearwater, Xiu Xiu, Soap&Skin...), tenendo conto che si tratta di lavori comunque decisamente più mainstream, forse non avrebbe molto senso trovare ribadito anche qui quello che è già stato scritto in centinaia di altri siti e blog ben più organizzati. Mi concentro invece sul "solito" album sperimentale (...ormai  genere ben assodato), che in un certo senso prosegue il discorso delle collaborazioni d'eccellenza di cui si era già trattato in precedenza, tra cui A Winged Victory for the Sullen, Hauschka & Hildur Gudnadottir, The Boats, Alva Noto & Ryuichi Sakamoto, Ben Frost & Daniel Bjarnasson, Human Greed e mettiamo in elenco anche Basinski con Moston, oltre a quelli che ora mi sfuggono...
Tra l'altro poi, l'album in questione mi piace decisamente molto (ma molto-molto), e mi ha bloccato un po' gli altri ascolti...
FROM THE MOUTH OF THE SUN - "WOVEN TIDE"
Il progetto From the Mouth of the Sun, coinvolge il musicista di Gothemborg Dag Rosenqvist (noto con lo pseudonimo Jasper TX, con cui però è bene ricordare che ha chiuso definitivamente), pratico di drone, ambient ed elettronica, ed il polistrumentista (violoncellista e chitarrista) Aaron Martin.
La loro prima collaborazione musicale è da riportarsi al 2008, quando Rosenqvist (come Jasper TX), stava lavorando alla realizzazione dell'album "The Black Sun Transmissions"; dopo aver ascoltato Martin nel progetto "Cello Recycling/Cello Drowning", esperimento molto affascinante condiviso con MachineFabriek, inizialmente commissionato per la sonorizzazione di un'installazione in una galleria d'Arte (un giorno dovrò approfondire anche qui), chiese il suo contributo per il brano "Weight of Days". A questa primo avvicinamento seguirono numerosi scambi di idee e numerosi scambi di registrazioni tra i due, ma la nascita di From the Mouth of the Sun è da riportarsi al 2010, quando il temibile vulcano islandese Eyafjallajokull (pronunciarlo è impossibile!!), decise di risvegliarsi violentemente provocando quella colossale colonna di fumo e cenere che oscurò l'Islanda (ricordo delle fotografie bellissime scattate ai cavalli biondi islandesi impolverati dalla patina grigiastra), e bloccò il traffico aereo in tutta Europa. Rosenqvist rimase fermo in Olanda, trovando tempo per lavorare su delle registrazioni di chitarra elettrica fornitegli da Martin, da cui ha avuto poi origine il brano "Like Shadows in an Empty Cathedral" che in alcune sfumature iniziali ricorda un po' Basinski nei Disintegration Loops, ed il brano "The Skin Drinks Light that has Passed Through Leaves". Il risultato di una una lunga lavorazione avveuta spesso a distanza è "Woven Tide", album composto da 8 tracce più un remix di "Pools of Rust" realizzato da Danny Saul, che si sviluppa come una contrapposizione finemente legata di elementi acustici, quindi un violoncello, pianoforte, organo, voci corali, trombone e corno francese, ed elementi "sintetici", quindi distorsioni, chitarra elettrica, field-recordings e la ricerca di un suono sporco utilizzando l'effetto polveroso del vinile. 
L'apertura dell'album spetta a "The Crossing", breve intro che riproduce l'effetto di un'orchestra sinfonica quando accorda gli strumenti prima di iniziare un concerto, per poi passare a brani di più lunga durata, "Pools of Rust", "Color Ross"(traccia utilizzata anche come parte della soundtrack per "Remember Me, My Ghost" di Ross McDonnell e Carter Gunn), "A season in Waters" e la già citata "Like Shadows in an Empty Cathedral", sviluppate in un continuo crescendo ponderando con cura  la parte strumentale che la parte elettronica, riflettendo sui lenti cambiamenti della natura e sulla sua ciclicità.

Dag Rosenqvist uscirà nei prossimi mesi con un altro album frutto di un'ennesima collaborazione, questa volta con Johan Winther (Tsukimono), in un progetto chiamato The Silence Set.


Lascio qui sotto "Woven Tide" in streaming:
 



...oppure Qui
Buon Ascolto!! :)