3.23.2012

Megapuss "Surfing"

Dopo tutto il carico di drone e tinte fosche che hanno caratterizzato buona parte degli ultimi post, è arrivato il momento di adeguarsi alla stagione primaverile. Tralasciando per un momento le nuove uscite discografiche, che sembrano vertere di regola su mood più cupi, sono andata a ripescare un album uscito qualche anno fa.

MEGAPUSS "SURFING"
Un po' perchè Devendra ha fatto perdere tracce di se, e qui si spera che dopo 3 anni di pausa abbia pronto abbastanza materiale per un nuovo album, ed un po' perchè la copertina stessa, opera di Lauren Dukoff, suggerisce che questo è un lavoro ben lontano da qualsiasi paturnia esistenziale e tratto malinconico.
Megapuss non è che un progetto parallelo che ha dato origine unicamente a questo album uscito nel 2008 e che molto probabilmente non avrà alcun seguito; progetto che vede riuniti oltre a Banhart appunto, Greg Rogova (Priestbird), personaggio che oltre a condividere un'essenza freak con Devendra, con lui aveva già collaborato all'album Cripple Crow, nonchè averlo accompagnato spesso in tour, ed il batterista dei The Strokes, Fabrizio Moretti.
"Surfing" è composto da 14 brani ovviamente freak-folk, caratterizzati dalla solita capacità di Devendra di saper coniugare melodie mai troppe ricercate o comunque mai interessate a particolari virtuosismi, a testi nonsense, folli e stravaganti a cui però si unisce il naturale tratto nostalgico della sua voce...un mix immediatamente riconoscibile.
A proposito di testi assurdi, bisogna citare "Duck People, Duck Man", brano che inevitabilmente porta a scuotere la testa chiedendosi cosa avessero in mente quando l'hanno scritto, od ancora "A Gun on his Hip and a Rose on his Chest", un concentrato di "fuck in the asshole" diretto un po' a tutti, anche a se stesso, e "Adam & Steve", invece un miscuglio di tutto capace di riprendere con un assolo di chitarra elettrica anche "Careless Whisper" degli Wham! :)  Si discostano da questo "fancazzismo", almeno nelle intenzioni, invece la title-track "Surfing", ricca di atmosfere oniriche ed elementi strumentali, "Sayulita", brano di 7 minuti che ruota attorno pochi accordi di chitarra e piano, ed "Another Mother" che suona un po' come una ninna-nanna. Qui

Un po' di sano "cazzeggio", ogni tanto ci vuole, no? :)

Buon week-end!! :)

3.19.2012

Digressions

GREG HAINES "DIGRESSIONS"
Terzo album del compositore e polistrumentista inglese (piano, violoncello), dopo "Slumber Tide" uscito nel 2006 e la successiva composizione per quintetto d'archi, organo, piano e componenti elettroniche, dal titolo "Until the Point of Hushed Support" uscito nel 2010.
"Digressions" è un album realizzato in due fasi, dapprima un lavoro di ensemble con un' orchestra costituita da giovani studenti, in un progetto volto ad indagare su nuove forme sonore nel tentativo di prevedere come la musica classica evolverà nel futuro. Esperienza da cui sono originate una serie corposa di registrazioni che sono servite ad Haines poi come base strutturale per elaborare una costruzione sonora capace di fondere la parte orchestrale alla componente elettronica...fusione appunto, una naturale evoluzione quasi a voler suggerire quale sia la sua visione personale sul futuro della Classica. 
Album composto di 5 tracce che si sviluppano in 57 minuti attraverso continue fluttuazione d'intensità emotiva (di cui "Caden Cotard" è l'esempio che più si fa notare), sfumature di toni e stratificazioni di elementi che gradualmente vanno a sommarsi. Idea ben resa nella realizzazione della copertina, una sovrapposizione di elementi che danno l'effetto ottico di completarsi l'un l'altro.
L'insieme ha un senso spettrale, malinconico ed indefinito, non sembra seguire un percorso preciso, sebbene il senso di continuità riesce a riunire l'intero album, le singole tracce traggono ispirazione da più suggestioni; "Caden Cotard" trae spunto dal personaggio interpretato da Phillip Seymour Hoffmann nel film del 2008 "Synecdoche, New York", per "Azure" invece, un po' il perno attorno cui l'intero album ruota, Haines dice che ha avuto origine in una mattina invernale, la prima mattinata di cielo limpido dell'anno, in cui l'effetto un po' dimenticato a causa della stagione, del sole che illumina ogni superfice, rende l'atmosfera irreale, se non artificiale. Sicchè, lasciando la finestra aperta ha cercato di assorbire parte di quel momento e di convertirlo in musica.
Alla realizzazione di "Digressions" hanno partecipato altri artisti che come Haines vivono a Berlino, quindi Peter Broderick, Dustin O'Halloran per la sezione al piano ed Iden Reinhart, meglio nota come Strie, per quanto riguarda la parte al violino. Qui


Buon ascolto! :)

3.14.2012

Telo bianco

Null'altro che uno dei video realizzati dal pubblico presente lo scorso 26 Gennaio al concerto-evento "Swanlights", evento commisionato dal MoMA e che si è tenuto al Radio City Music Hall (N.Y.), per cui gli Antony and the Johnsons si sono esibiti accompagnati, come ormai consuetudine, da un'orchestra sinfonica diretta da Rob Moose.
Per una volta, non è tanto la voce di Antony o l'esecuzione orchestrale di "Her Eyes are Underneath the Ground" a colpire (e nemmeno la maleducazione del pubblico che parte con l'applauso senza attendere la fine del brano), ma piuttosto l'effetto scenico, semplice quanto bellissimo:

3.12.2012

Perfume

PERFUME GENIUS "PUT YOUR BACK N 2 IT"
Il motivo principale che mi ha portata a rimandare per più di un mese il post riservato a questo album era legato al fatto che, dopo aver scritto una lunghissima "recensione", mi trovavo in assenza di un video relativo ad una performance dal vivo da inserire (come d'abitudine), sicchè quell'insieme di parole confuse ed inutili non avrebbe avuto alcun senso!
La Blogotheque, ha ovviato a questa lacuna pubblicando invece qualche giorno fa i due video poco sotto, sicchè, bastano da soli per rendere l'idea dell'album.
Riassumo dunque cercando di essere breve e di poche manfrine, proprio come Mike Handreas (Perfume Genius) che nel suo album di esordio uscito nel 2010 "Learning" (di cui scrissi qui), in soli 29 minuti era riuscito ad esplorare il suo trauma dato da un'esistenza complicata, segnata da abusi, molestie, dipendenze e pensieri suicidi. Ci riuscì senza troppe macchinazioni e senza avvalersi di orchestrazioni ad enfatizzare facilmente i toni languidi, ma soltanto con il suo piano, qualche sintetizzatore di poco conto, effetti eco e soprattutto grazie alla sua voce espressiva quanto pacata e timida, capace di esaltare il senso di inquietudine e disperazione. Il risultato fu un album volutamente poco curato, poco arrangiato ed infiocchettato, ed era proprio questo aspetto a colpire maggiormente, la capacità di Handreas di trasmettere con tale intensità le sue angoscie nonostante la scarsità di elementi.
Era difficile pensare ad un seguito all'altezza dell'esodio, più facile immaginare che il suo modo di esprimersi si sarebbe arricchito di elementi cercando forzatamente di imbellire il suo lavoro, a far sì che il suo tratto di unicità venisse meno...un aspetto esile, dolce, un'intimità sonora in qualche modo prossima a quella di Antony Hegarty e testi crudi per via degli argomenti trattati, che invece lo portano più vicino ad un soggetto come Jamie Stewart (Xiu Xiu).
Put Your Back N 2 It"
è un album che resta fedele a "Learning" per molti aspetti, certo il suono si è impreziosito di qualche elemento acustico e di un suono più nitido e pulito, ma Handreas è stato capace di mantenere il suo tratto di unicità legato ad un intimismo composto da elementi sonori scarni e privi di picchi emozionali o facili ruffianate. I temi sono relazionati in minor modo alle sue paure, ma non per questo meno cupi ed angoscianti, per "Awol Marine" Handreas si è ispirato ad un home-made video di tipo hard in cui uno dei partecipanti ammette che ciò che sta facendo è dovuto all'esigenza di raccimolare soldi per permettere alla moglie di curarsi, in "Floating Spit" si parla di dipendenza da droghe, in "Dark Parts" di abusi e violenze fisiche, in "Take me Home" del disperato bisogno di essere raccimolati da qualcuno pur di essere amati, mentre in "17" considerato un po' come la lettera di un suicida, esprime il totale disgusto e disprezzo per se stesso non risparmiandosi paragoni crudi e squallidi. Non mancano anche però piccoli accenni che si riferiscono ad aspettative per il futuro...anche se lontano! :)
E con questo concludo, anzi, mi sono dilungata fin troppo!!



Buon Ascolto!! :)