4.28.2010

Godfrey Reggio e la trilogia Qatsi



Torno ora da una delle tante lezioni dedicate alla genetica del cancro incentrata sul moderno stile di vita, che si è trasformata inaspettatamente in una lezione pseudo-filosofica, a mio modo di vedere stupida, che mi ha ricondotto per chissà quali vie all' Opera di Godfrey Reggio. Valutando i pro ed i contro, il moderno stile comporta sì vantaggi in quanto comodità, possibilità di conoscenza, possibilità di scelta del proprio percorso avendo il paragone variegato di centinaia di altri stili di vita, possibilità di viaggiare, nonchè un colossale miglioramento (certo mi riferisco putroppo soltanto all' Occidente) per quanto riguarda salute, alimentazione, igiene, durata media della vita etc etc, ma valutando i "contro" si può parlare di fallimenti, delusioni, depressione, del fatto che l'aumento della vita media corrisponde all'allungamento del periodo più brutto dell'esistenza, ossia la vecchiaia, oppure corrisponde all'allungamento dell'agonia in conseguenza ad una malattia che lascia poche speranze. L'incidenza di patologie così gravi non è aumentata rispetto a 200/300/3000 anni fa se si valuta la durata media della vita (essendo frutto dell'accumulo di mutazioni, è più facile che insorgano dopo i 40 anni piuttosto che prima) e se si valuta il fatto non le si sapesse diagnosticare, ma ad oggi, nonostante i progressi fatti la mortalità resta sempre alta o comunque l'agonia e la sofferenza fisica che provocano, lasciano a prescindere residui psicologici anche dopo l'eventuale guarigione. In sostanza il "caro" docente ha sostenuto che forse è meglio non sapere nulla, ed andarsene in fretta senza tanti patemi; nel complesso, ha sostenuto una specie di visione leopardiana del tipo che l'allontanamento dallo stato di natura ha sostanzialmente portato all'infelicità, e ricordando sempre Leopardi nel "Canto di un pastore errante dell'Asia"..."correre, correre per arrivare dove?"
Fortunatamente ho ancora chiaro lo stesso discorso che fece un mio docente di Sociologia tempo fa, ribaltando completamente la questione e facendo capire quanto questo tipo di ragionamento sia insensato...come un organismo è destinato ad evolversi per rendersi adeguato all'ambiente che lo circonda, sono destinate ad evolversi anche le sue capacità sia fisiche che mentali. Ogni organismo di natura ha acquisito capacità, si è evoluto nel corso della sua storia, si è differenziato aggiungendo rami all'albero genealogico, ha accumulato riflessi e capacità filogenetiche che lo hanno reso migliore rispetto ai suoi precedenti; questo discorso non vale soltanto per le questioni prettamente genetiche e legate alla fisicità, ma anche alla mente (che è a tutti gli effetti fisica, in quanto il prodotto di interazioni di sinapsi, recettori, comunicazioni cellulari...). E' naturale pensare che un tricheco di oggi abbia più capacità mentali che fisiche (dovute ad accumuli filogenetici) rispetto ad un tricheco di "ieri". Lo stesso vale per l'uomo, perchè parlare di allontanamento dalla natura? La capacità mentale si è evoluta, ha acquisito caratteri, processi, connessioni neurali che abbinati al pollice opponibile hanno dato la possibilità di costruire oggetti complessi e tecnologici, fino allo stato attuale. Insomma, è curioso che un uomo di scienza cerchi di filosofeggiare banalmente "rinnegando" la sua professione, mentre un uomo con una cultura umanista e filosofica cerca di sposare le idee scientifiche con convinzione, no?
Tutto questo mi ha portato a pensare ad una (in realtà 3) visione che non lascia certamente indifferenti: la trilogia QATSI di Godfrey Reggio.
Si tratta di appunto 3 film (o meglio definirli documentari?) il cui titolo è in lingua Hopi (amerinda), cui quatsi ha il significato di "vita" (le musiche sono ad opera di un "certo" Philip Glass). La lingua Hopi è stata presa in considerazione per via delle tre profezie (presenti nei brani di Glass) che sono:
    "Se scaviamo la terra in cerca di oggetti preziosi, provochiamo calamità"; "Nel giorno della Purificazione, vi saranno ragnatele tessute ovunque nel cielo"; "E' possibile che un giorno un recipiente di cenere sia scagliato dal cielo, che arda la terra e faccia ribollire gli oceani":
Koyaanisqatsi: Life out balance(1983)
Powaqqatsi: Life in transformation(1988)
Naqoyqatsi. Life as war(2002)
Il tema principale è il percorso umano dai suoi inizi, in armonia con la natura, poichè parte integrante della natura...ed è inutile dire che sembra tutto bello, la musica è pacata, rilassata, ma man mano l'uomo si "allontana" dalla natura (che per il regista significa alienazione e stereotipia) tutto diventa frenetico, senza senso, la musica è sincopata, fastidiosa etc etc. Nel primo (Koyaanisqatsi), che è il più forte dal punto di vista visivo, per descrivere ciò si parte da pitture rupestri (nello Utah credo), dove tutto è tranquillo, fino ad arrivare al "fallimento" della tecnologia e del progresso rappresentato dall'esplosione di un convoglio aerospaziale e la sua lenta caduta infuocata verso la superficie terrestre...e tutto si chiude con lo sguardo nostalgico proprio a quelle pitture rupestri iniziali, insomma "corri, corri...per arrivare dove?"
In qualsiasi caso, concordando o meno con questa visione, questa opera visiva è un vero capolavoro, frutto del lavoro durato anni ed anni in sala di montaggio...l'importante è non farsi deprimere durante e dopo la visione! :P
(l'estratto del "fallimento" tecnologico in Koyaanisqatsi in alto, preceduto da un paio di minuti sul declino umano).

4.20.2010

Holly Woodlawn mi è passata accanto...

Finalmente domenica (18/04) ho potuto (ri-)vedere "Beautiful Darling" al GLBT Torino Film Festival!!
Arrivo con largo anticipo, pensando che insomma, dato il soggetto ci fosse la calca alla proiezione del film...con largo anticipo intendo ben 40 minuti prima, aggiungendo anche il fatto che ero sola come un cane, perchè trovare un amico/a a cui interessi il genere è un impresa, e l'esordio non è dei migliori, difatti arrivo alla cassa, chiedo il mio biglietto e mi viene chiesta l'età =_=...insomma, è vero che sembro ancora più giovane della mia età, però questo è stato imbarazzante!  Mi faccio i miei 35 minuti di attesa davanti la sala temendo (per il fatto di essere sola) di essere vista come una di quelle represse che vanno sole per farsi abbordare, dunque nel frattempo ho pensato a tutti i modi per far sì che il tempo passasse il più in fretta possibile, mando 8000 messaggi inutili a chiunque, prendo l'iPod (mannaggia non c'è disponibilità di connessione), così per 20 minuti non faccio altro che leggere gli orari universitari e creare palylist a casaccio...man mano arriva qualcuno davanti l'ingresso della sala, ma siamo in pochissimi e poi si sente una voce dire "fate passare", mi volto e con sorpresa vedo HOLLY WOODLAWN...non posso pensare altro che "noooo, non ci credo è qui??"!. Finalmente entriamo in sala (a parte i giornalisti saremmo stati una trentina, non di più), e da programma, prima del documentario "Beautiful Darling" viene proiettato il mitico cortometraggio "Broken Goddess", che avevo avuto l'opportunità di vedere qualche tempo fa ma in pessima qualità. Prima di queste due meraviglie visive, prende la parola Holly Woodlawn, racconta di questo straordinario corto, del fatto sia stato girato al Central Park in una ventina di giorni, registrando alle 7 del mattino, orario in cui non è ancora frequentato, per evitare problemi con la polizia (che ai tempi era ancora più restrittiva con le persone transgender e transessuali, tanto che vi era addirittura il reato di "travestitismo"), dell'abito di Balenciaga che indossa nel corto (prestatole da un amica e ridotto in pezzi per via del ruolo...una regina decaduta), parla di quanto non le sia mai fregato nulla di vendere se stessa facendo cinema hollywoodiano e di quanto sia orgogliosa di aver dato al cinema ("cose" di altissimo livello) senza mai aver avuto successo a livello monetario ed ha brevemente accennato agli anni in cui era una delle muse di Warhol (insieme a Candy Darling e Jackie Curtis)...devo ammettere che mi sono emozionata con tanto di lacrimuccia, insomma lei è una vera icona e l'adoro! E' stata simpaticissima, delicata ma con un filo malinconica, ma insomma, come potrebbe non esserlo una che ha vissuto la sua vita (per chi non la conoscesse può farsi una piccolissima cultura a riguardo: Holly Woodlawn )
Parte "Broken Goddess"...è stata un'emozione fortissima riverderlo (ed in qualità decisamente migliore), le musiche di Debussi accompagnano la sua interpretazione che si può definire essenzialente come breathtaking...una regina che ha perso tutto, la sua vita, il suo amore, il suo potere, disperata , malinconica, senza più speranze ma ancora stupenda ed elegantissima...insomma è da vedere!! Qui un piccolissimo estratto:



e qui si può ordinare la propria copia "lipstick kissed" da Holly in persona :)! BROKEN GODDESS DVD
Il brutto è stato alla fine del corto, dopo aver visto un performance del genere meritava un applauso formato famiglia, ma "Beautiful Darling" è partito subito dopo e dunque nulla:(.
Durante il documentario, che continuo a ribadire sia da vedere, Holly è scoppiata a ridere più volte quando appariva intervistata a ricordare Candy...è stata una serata meravigliosa!

Le "streghe" son tornate

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01 Trinity's Crying
02 Smokey Taboo
03 Hopscotch
04 Undertaker
05 Grey Oceans
06 R.I.P. Burn Face
07 The Moon Asked the Crow
08 Lemonade
09 Gallows
10 Fairy Paradise
11 Here I Come



Le sorelle Casady sono tornate  con "Grey Oceans", un album che mi ha mandata fuori di testa, ammetto di essere di parte, ossia fanno parte di quella piccola schiera di musicisti che potrebbero fare qualsiasi cosa (anche un disco di soli rutti) e per me sarebbe pazzescamente bello ugualmente. Ho letto diverse critiche e recensioni a riguardo ed ho notato una scissione netta delle parti: chi le vede cresciute, abbandonando un po' dei giocattolini che costituivano il 50% delle loro sonorità ( e l'altro 50% alla voce di Sierra), dando più forza alla musica "vera"...altri le vedono sempre come le due "alternative a tutti i costi" che non hanno saputo proporre nulla di nuovo e che cominciano a stancare. Se devo dir la mia...il termine "alternative a tutti i costi" non si abbina a loro, sono strambe, matte, innovatrici, fuori dai generi...e per fortuna! Che piacciano o no sono uniche e si sono sapute distinguere da chiunque altro. Adoro il rumore della mucca che sembra morire in "Black Poppies" (dall'album The Adevtures of Ghosthorse and Stillborn) e tutto il resto delle loro follie sonore, che le rendono le CocoRosie.  In Grey Oceans le vedo cresciute, sonorità ancora più particolari che non riesco ancora a paragonare, che non riesco del tutto ad assorbire, non riesco a capire se è un album che va ascoltato in un pomeriggio assolato od in un pomeriggio di pioggia, o di notte...ogni brano è un mondo a se. Si pare da Trinity's Crying, suoni cupi, voci angeliche, un piano che viaggia per i fatti propri ogni tanto, e finito di ascolatrlo lo rimetti su ancora ed ancora, poi si passa a "Smokey Taboo" dove vengono riprese sonorità (sintetiche) orientaleggianti, la voce rappata di Bianca si intreccia con la solita (meravigliosa) Sierra, poi "Hopscotch" sembra una filastrocca per bambini, una melodia infantile. "Undertaker" (una delle mie preferite) e la sua certa carica drammatica; fino a "The Moon Asked the Crow" così celestiale, fiabesca , Bianca da il meglio si se ed ogni volta pronuncia "twilght" non capisco più nulla, assolutamente perfetta, a "Lemonade" che mi emoziona non poco (uno dei loro brani che preferisco in assoluto), a "Gallows"...questo album lo attendevo e per quanto mi riguarda sono molto più che soddisfatta e non vedo l'ora di rivederle live per la 4^ volta.
Apro un piccolo capitolo sulla questione copertina: spiacevolmente ho letto da più parti che l'idea della barba posticcia non piace a molti...potrei scriverne pagine e pagine, ma parlando da spero futuro chirurgo plastico (specializzata in chirurgia del transessualismo), mi rattrista infinitamente leggere ciò. Finchè si tratta di un MtoF (male to female) la questione è più o meno accettata in quanto si vede in ciò qualcosa di delicato, sensibile, una liberazione dalla prigione del proprio corpo (e della società eterosessista), di artistico, ma quando si tratta di transessualità FtoM (female to male) la questione spaventa troppi e troppo, è un tabù ancora fortemente sentito (purtroppo), e la reazione è sempre quella di distacco e  di turbamento. Non sarebbe forse ora di smetterla con questi atteggiamenti retrogradi e bigotti? In facoltà (Medicina) putroppo mi rendo conto che è il ragionamento che va per la maggiore.
(L'album uscrà l'11maggio e conterrà un brano in più:   "St. Michael", nel frattempo è uscito su iTunes "Lemonade Ep"

Her Majesty: QUEEN OF DENMARK


01 – TC And Honeybear
02 – I Wanna Go To Marz
03 – Where Dreams Go To Die
04 – Sigourney Weaver
05 – Chicken Bones
06 – Silver Platter Club
07 – It’s Easier
08 – Outer Space
09 – JC Hates Faggots
10 – Caramel
11 – Leopard And Lamb
12 – Queen Of Denmark



Ormai si trova da qualche giorno un po' ovunque, molte riviste di musica lo hanno elogiato come uno dei dischi dell'anno...anche il "The Guardian", ed io non posso che confermare. John Grant, ex "Czars" da cui è riuscito a rigenerarsi dopo la rovina dell' alcol e delle droghe (band di cui, per motivi di età non ne sapevo nulla, ma mi sto adoperando a rintracciare tutto), con la collaborazione della band texana Midlake, ha tirato fuori questo album bello, bello, bello..."Queen of Denmark". Il tema di fondo è la tristezza di essere un ragazzo gay in una piccola cittadina americana bigotta dove la morale cristiana ti viene inculcata ancor prima tu riesca a dir "mamma" e dove il tuo destino sembra segnato: giocatore di football, poi perfetto marito e padre di famiglia...o se sei una donna, relegata al ruolo di moglie e madre...un posto da cui scappare quanto prima possibile e brani come "JC Hates  Faggots" dove dice "I felt uncorfotable since the day I was born..." "Jesus hates his homo sons, told you that when you were young..." parlano chiaro.  Ha molte parvenze con Rufus Wainwright, Elthon John, riprende sonorità '70/'80, ha una voce straordinaria, dolce, melodica, si muove da brani più intimi come "Tc and Honeybear" (la mia preferita), "Leopard and Lamb", "Caramel" (anche questa  è la mia preferita:D), "It's Easier", "Queen of Denmark", "Where Dreams go to Die" (anche questa è la mia preferita :D), a brani più critici come "Sigourney Waever", "I wanna go to Marz", "Chicken Bones" ed "JC hates Faggots".  Al primo ascolto non mi ha convinto, ma Caramel mi era restata in mente, come JC hates Faggots, così l'ho riascoltato e si ono aggiunti brani su brani al mio gradimento...infine: sono una decina di giorni che lo ascolto a manetta.

4.15.2010

You can't win, Charlie Brown

e poi, una mia piccola "deviazione": You Can't Win, Charlie Brown ( Download)

1- Little Beam
2- Device
3- Melòdica
4- Sort Of
5- Sad Song
6- The Song Below

Un album piccolissimo, un EP di un gruppo portoghese che mi ha incantata, triste, malinconico, intervallato da rumorini candidi di uno xilofono, da flauti, arpe, violini che
ogni tanto fanno la loro apparizione. Si comincia con Little Beam, forse il brano più radiofonico, passando per Device in cui l'eterogeneità delle molteplici sonorità in "contrasto" tra loce riesce incredibilmente a non creare l'effeto caos, ma una combinazione armonica di elementi. Melòdica è un continuo crescendo fino a giungere ad un'esplosione finale di intensità; con Sort Of si giunge ad una ballata che crea il giusto distacco per godersi gli ultimi due brani (che trovo i più belli di questo lavoro): Sad Song che per questioni di contrasto va ascoltata in un pomeriggio assolato, e si conclude con The Song Below un brano atto alla buonanotte, non in quanto noioso, ma in quanto particolarmente adatto al momento, il buio, i muscoli che si distendono la conseguente sensazione di rilassamento...un pianoforte cupo che accompagna una voce delicata ed ogni tanto una chitarra, sonorità elettroniche ed un violino arricchiscono ulteriormente il brano.

The Knife - Tomorrow in a Year



 The Knife with Mt. Sims & Planning-to-Rock-  Tomorrow In A Year 
(Download)
                                                                  
Se i loro lavori precedenti : "The Knife", "Hanna Med H Soundtrack","Deep Cuts" e "Silent Shout", nonchè il "prodotto" solista della parte femminile ddel duo (Karin Dreijer sotto il nome Fever Ray, che tra l'altro se non erro rientra nella lineup del Coachella Fest. di quest'anno), sono dei capolavori della musica elettronica, beh, per questa vera e propria opera lirica elettronica (o come è stato detto, si tratta di "post-elettronica"), non ci sono termini adeguati per descrivere tale genialità: ci avviciniamo al 150nario di Darwin, e questo monumento trae spunto da ciò...brani minimali (è dir poco), brusii ripetuti e sincopati, tutto questo ci trascina pian piano aggiungendo sonorità differenti, sempre più complesse, esattamente come nell'evoluzione delle specie, un organismo unicellulare dotato di pochissime funzionalità, con il tempo aggiunge a se funzioni, meccanismi, raggiungendo un sempre maggiore grado di differenziazione e specialità, si integra ad altri organismi unicellulari, formando complessi, un organismo formato da più organismi...ed è cio che questa OPERA fa durante il suo corso; seguendo la "teoria" (perchè si dice ancora teoria?) darwiniana: aggiunge"rumori" a "rumori" creando infine un "organismo" incredibilmente complesso, ricco di processi "metabolici" in grado di scindere e sintetizzare qualsiasi sostanza, mischiando perfettamente sonorità elettroniche a vocalità liriche che a loro volta si uniscono a vocalità prodotte da strumentazioni elettroniche. Tutto ciò (in un solo album) ha permesso la creazione di un genere musicale nuovo, definito da alcuni "post-opera", da altri "post-elettronica"...personalmente, concordo con il suffisso "post" a prescindere, parlando di evoluzione, dunque di qualcosa che "viene dopo" e che incorpora tutto quello che c'era prima...migliorandolo. Sicuramente di scarso successo commerciale in quanto a vendite, ma ascoltandolo si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un inizio, alla base di un nuovo ramo che si aggiunge evolutivamente ad un albero genealogico.

4.14.2010

A Book of Songs For Anne Marie (rivisited)

A BOOK OF SONGS FOR ANNE MARIE (Rivisited)


Tracklist:
01 Overture
02 Love’s Small Song
03 A Book of Songs for Anne Marie
04 Lilacs
05 Unheard of Hope
06 Black But Comely
07 And Anne Marie Does Love to Sing
08 Endless Night
09 Set Me as a Seal
10 As Morning Holds a Star
11 An Early Spring
12 Morning Fire
Parlai di Baby Dee (molto) tempo fa, preannunciando l'uscita della rivisitazione del suo gioiellino "A Book of Songs For Anne Marie" con il contributo, per quanto riguarda gli arrangiamenti, di Maxim Moston (Antony & The Johnsons), ebbene, l'album è uscito da un po' (qualche settimana) e sebbene non sia nulla di nuovo, l'ho divorato e continuo a divorarlo: emozionante, intimo, malinconico...insomma, Baby Dee al suo meglio! Risparmio altre parole perchè potrei decantarla per ore e commentare per altrettanto il suoi testi così poetici e raffinati:), ma invito ad ascoltare questo capolavoro, che come tutti i suoi precedenti, passerà inosservato al grande pubblico, ma che rappresenta uno dei massimi lavori di questa artista eccelsa.
Preannunciai anche due date a Torino (ex Cimitero San Pietro in Vincoli) ed uno a Milano (Spazio 139), sarei certamente andata a tutte e tre le date, ma putroppo sono state annulate a causa di problemi di salute della Dee, ma dopo un momemtaneo sconforto, credendo non sarebbero state recuperate, ho appreso che invece mi sbagliavo (per fortuna!), dunque:

19 mag 2010, 20.00 08:00 PM - Ex Cimitero San Pietro In Vincoli
, Torino, -

19/05/2010 @ Ex Cimitero San Pietro In Vincoli, Torino, Italy

20 mag 2010, 20.00 08:00 PM - Locomotive
, Bologna, -

20/05/2010 @ Locomotive, Bologna, Italy

22 mag 2010, 00.00 12:00 AM - Etcetera Fest
, Catania, -

22/05/2010 @ Etcetera Fest, Catania, Sicily, Italy:


Personalmente mi dovrò accontentare di 2 date anzichè 3, ma sono contentissima lo stesso!! (commenti e foto a concerti visti).

Contrastando il bigottismo...

La mia città (Torino) è stata (ed è) vittima di molte disgrazie nelle ultime settimane, partendo dalla sconvolgente vittoria della Lega alle elezioni Regionali (e parlo da Piemontese "D.O.C"), all'ostensione della Sindone (con tutti i disagi che comporta) alle conseguenti mostre dedicate alla Fede sia in città che alla Reggia di Venaria e dintorni...che poi, si dice che anche il turismo religioso porta soldi, sarà...siamo stati tutti ben contenti per le Olimpiadi, c'era un'atmosfera particolare, era tutto figo, la città era in uno stato di benefica movimentazione...ma per quanto riguarda questo "evento", beh...si respira un'aria di censura, vecchiaia, e bigottismo generico...e non dicano che è un tipo di turismo che porta soldi; arrivano in pullman, sono scaricati al percorso che porta al Duomo e quando escono risalgono sul pullman che li riporta a casa...in totale: una bottiglietta d'acqua. Vabbè, da miscredente non posso che criticare, ma per fortuna Torino a volte sa stupire...ed incredibilmente, nonostante tutto ciò si può trovare un angolo per respirare, difatti oggi 15 aprile (Cerimonia di apertura al Cinema Ideal con la partecipazione di Claudia Cradinale), al 22/4 vi è il GLBT Torino Film Festival , ricordo che è il terzo festival per importanza dopo l'ovvio San Francisco Film Festival ed il Festival di Los Angeles, e più "antico" in Europa, difatti siamo arrivati alla 25° edizione :). Avendo avuto modo di vederlo, ed essendo parte del programma, stra-consiglio il bellissimo documentario: "Beautiful Darling: the life and times of Candy Darling, Andy Warhol Superstar" (ovviamente incentrato sulla figura di Candy Darling), che ha partecipato allo scorso Berlino Film Festival, notevolmente apprezzato. Ovviamente consiglio di partecipare al Festival, inanzitutto per l'evento in sè: è ben organizzato e qualitativamente è cresciuto e poi, dopo che il nuovo "Presidente" di Regione ha stracciato il patrocinio al Torino Pride (accordato invece precedentemente con la Bresso), diventa quasi un obbligo!