1) NAT BALDWIN "PEOPLE CHANGES"
Dietro un ottimo consiglio, "People Changes" (qui) del bassista dei Dirty Projectors, Nat Baldwin. In realtà non sapevo nemmeno dei suoi precedenti lavori da solista "Most Valuable Player", "Enter the Winter" e "Lights Out" (meglio tardi che mai, ma dove vivo??!!??).
Registrato in una baracca isolata in un bosco nel New England lui, la sua voce delicata ed il suo contrabbasso, ma nel corso dell'album si trovano anche un saxofono, ed una batteria...basta, mi fermo qui! Ascoltatelo che è bellissimo.
L'album è uscito per l'etichetta Western Vinyl, che dopo i Wires Under Tension inizia a piacermi sempre più.
Qui sotto in una performance live del secondo brano dell'album (e personalmente il mio preferito) "Weights":
2) MUSIC FOR MONEY "FLYING BIRDS"
Dopo il primo e sconosciutissimo album "X", "Flying Birds" (qui) rappresenta il secondo lavoro per i Music for Money, quintetto canadese (precisamente da Montreal) che definisce la propria musica come: “una colonna sonora strumentale per fuggire dalla realtà“.
Abbastanza indefinibili appunto, farli rientrare in un genere piuttosto che in un altro non è impresa semplice, post-rock, elettronici, sperimentali, usano sintetizzatori, allo stesso tempo archi, un piano, un beat-boxer, chitarre, e diavolerie elettroniche varie ed il risultato sono 13 tracce l'una diversa dall'altra, ma ben collegate tra loro.
Ogni brano è rappresentato da un'illustrazione (contenuta nel digital booklet) che vuol dare un senso od almeno l'idea che si cela dietro quel brano...il tutto perfettamente riassunto (secondo me), nella copertina album...un mix di tutto, ma che insieme ha un suo significato.
5.31.2011
5.26.2011
In guardia dalla fascinosa bocca crudele
1) Valgeir Sigurdsson con la sua BedRoom Community non sbaglia un colpo, non c'è che dire! Questa volta per il suo Greenhouse Studios è passato questo Puzzle Muteson, che credo al suo esordio, ha tirato fuori un lavoro come "En Garde" (qui)...album che vede oltre la collaborazione con lo stesso Sigurdsson, anche gli arrangiamenti curati da un altro elemento noto dell'etichetta islandese, il solito ottimissimo Nico Muhly. Archi ben ponderati e delicati accompagnano senza mai strafare, sia la voce di Muteson che le sonorità più acustiche della sua chitarra.
Vabbè il contributo dei due sopra, che vale da se la certifica di garanzia, ma a parte ciò, si tratta di un album (e se si tratta di esordio, ancor di più), delicato, sofisticato e che fa ben sperare per i suoi prossimi lavori.
Qui sotto in versione senza archi:
2) Passando invece a conoscenze ben più assodate...posso già dire che i primi 5 posti della classifica di fine anno, con questo sono già decisi... Penso di averne già scritto abbastanza in occasione del live di febbraio, comunque sia:
"Cool Cruel Mouth" è loro nono album e segna i 15 anni di attività, preceduto un mesetto fa dal lavoro "Uncruel Cool Mouth", una "rivisitazione" ancor più sperimentale ed elettronica curata da Dellapiana e Milanesio.
Little Annie entra a far parte come quinto elemento e voce ufficiale dei Larsen (quindi passerà più spesso qui a Torino), Baby Dee invece presta il suo contributo al piano per l'occasione, ma presta anche uno dei sui brani più intimi e commoventi "Unheard of Hope" contenuta nel suo capolavoro "A Book of Songs for Anne Marie"...a questo punto per chi come me ama la sensibilità della Dee potrebbe venire un colpo pensare che il brano in questione venga stravolto e privato del suo tratto intimista sia dalla voce di Little Annie che dalle sonorità proprie dei Larsen, ma assicuro che il brano non viene comunque privato della sua carica, complice anche il fatto che la stessa Dee si fa sentire al piano...certo magari al primo ascolto si resta un po' perplessi, ma poi passa... :) La stessa Annie poi si cimenta nuovamente con "It Was A Very Good Year", ma dimenticatevi della sua precedente versione con la collaborazione di Paul Wallfisch, contenuta nell'album "When Good Things Happen to Bad Pianos"... per il resto si ha a che fare con le solite splendide lunghissime intuizioni sperimentali dei Larsen che trovano il loro apice in "Viggo", 10 minuti che ipnotizzano fino a lasciare anche un po' frastornati...insomma, album bellissimo! :)
Ricordo che fino ad ora è disponibile soltanto in versione Lp per Important Records, a giugno uscirà anche in versione CD per la Tin Angel Records. Qui sotto lascio "It Was a Very Good Year" in versione live che ho filmato lo scorso 19 febbraio, la qualità è pessima dato che l'ho fatto con l'iPod, ma si sente abbastanza bene...(sul mio canale YT ho messo anche tutti gli altri filmati, praticamente più di metà concerto):
Con questi due album, auguro un ottimo week-end...ah già, ma siamo solo a govedi...allora buon ascolto!
ps: comunque, è doveroso scusarmi per il titolo...
Vabbè il contributo dei due sopra, che vale da se la certifica di garanzia, ma a parte ciò, si tratta di un album (e se si tratta di esordio, ancor di più), delicato, sofisticato e che fa ben sperare per i suoi prossimi lavori.
Qui sotto in versione senza archi:
2) Passando invece a conoscenze ben più assodate...posso già dire che i primi 5 posti della classifica di fine anno, con questo sono già decisi... Penso di averne già scritto abbastanza in occasione del live di febbraio, comunque sia:
"Cool Cruel Mouth" è loro nono album e segna i 15 anni di attività, preceduto un mesetto fa dal lavoro "Uncruel Cool Mouth", una "rivisitazione" ancor più sperimentale ed elettronica curata da Dellapiana e Milanesio.
Little Annie entra a far parte come quinto elemento e voce ufficiale dei Larsen (quindi passerà più spesso qui a Torino), Baby Dee invece presta il suo contributo al piano per l'occasione, ma presta anche uno dei sui brani più intimi e commoventi "Unheard of Hope" contenuta nel suo capolavoro "A Book of Songs for Anne Marie"...a questo punto per chi come me ama la sensibilità della Dee potrebbe venire un colpo pensare che il brano in questione venga stravolto e privato del suo tratto intimista sia dalla voce di Little Annie che dalle sonorità proprie dei Larsen, ma assicuro che il brano non viene comunque privato della sua carica, complice anche il fatto che la stessa Dee si fa sentire al piano...certo magari al primo ascolto si resta un po' perplessi, ma poi passa... :) La stessa Annie poi si cimenta nuovamente con "It Was A Very Good Year", ma dimenticatevi della sua precedente versione con la collaborazione di Paul Wallfisch, contenuta nell'album "When Good Things Happen to Bad Pianos"... per il resto si ha a che fare con le solite splendide lunghissime intuizioni sperimentali dei Larsen che trovano il loro apice in "Viggo", 10 minuti che ipnotizzano fino a lasciare anche un po' frastornati...insomma, album bellissimo! :)
Ricordo che fino ad ora è disponibile soltanto in versione Lp per Important Records, a giugno uscirà anche in versione CD per la Tin Angel Records. Qui sotto lascio "It Was a Very Good Year" in versione live che ho filmato lo scorso 19 febbraio, la qualità è pessima dato che l'ho fatto con l'iPod, ma si sente abbastanza bene...(sul mio canale YT ho messo anche tutti gli altri filmati, praticamente più di metà concerto):
Con questi due album, auguro un ottimo week-end...ah già, ma siamo solo a govedi...allora buon ascolto!
ps: comunque, è doveroso scusarmi per il titolo...
5.24.2011
Musica allegra e spensierata per giornate calde e soleggiate
1) A Red Score in Tile - William Basinski
Il link lo si può trovare qui...
Negli ultimi giorni una serie di coincidenze hanno fatto sì che io riascoltassi questa composizione di Basinski dopo diverso tempo...e nonostante il clima ormai estivo non sia l'ideale per farsi ipnotizzare dalle sue melodie, caspita, l'effetto di positivo stordimento e cupezza che riesce comunque a suscitare, lascia senza parole ed incapaci di comprendere con chiarezza la sensazione che si prova durante il suo ascolto...ciò che vale poi per quasi tutte le composizioni di Basinski.
Nel rispolverare questo suo lavoro, ho tra le altre cose scoperto che dopo la pubblicazione del 2003 (solo in formato Lp), giusto un paio di mesi fa è stato nuovamente pubblicato e per di più in formato CD...che vedo come la via migliore per poterlo apprezzare pienamente.
Come già scritto, la prima pubblicazione è del 2003, in realtà però la prima bozza di "A Red Score in Tile" risale al 1979 e trae ispirazione da alcune opere di James Elaine, artista con cui Basinski ha collaborato moltissime volte utilizzando le sue video-installazioni... con un risultato che assicuro, live, lascia ammutoliti!
P
2) The Miner's Hymn - Johann Johannsson
Il link lo trovate qui.
"The Miner's Hymn" è un documentario diretto dal regista Bill Morrison e ripercorre la storia della miniera di carbone Pelton Fell, fondata (o meglio dire "aperta?? o che altro?) nel 1835 e chiusa nel 1965, a Durham. Si parla dunque di lotte sindacali, diritti, modernizzazione e meccanizzazione del lavoro, fatica, classi sociali, condizioni di salute... Johann Johannsson è riuscito ad incorporare questo contesto, componendo la "soundtrack" direttamente sul posto: ha utilizzato l'organo della cattedrale di Durham, registrazioni realizzate nelle stesse miniere, il rumore provocato dalle esplosioni in profondità, il tintinnio ed il rombo delle macchine scavatrici, facendone un vero e proprio collage.
Qui sotto il trailer del documentario:
The Miners' Hymns trailer from Forma Arts & Media on Vimeo.
Negli ultimi giorni una serie di coincidenze hanno fatto sì che io riascoltassi questa composizione di Basinski dopo diverso tempo...e nonostante il clima ormai estivo non sia l'ideale per farsi ipnotizzare dalle sue melodie, caspita, l'effetto di positivo stordimento e cupezza che riesce comunque a suscitare, lascia senza parole ed incapaci di comprendere con chiarezza la sensazione che si prova durante il suo ascolto...ciò che vale poi per quasi tutte le composizioni di Basinski.
Nel rispolverare questo suo lavoro, ho tra le altre cose scoperto che dopo la pubblicazione del 2003 (solo in formato Lp), giusto un paio di mesi fa è stato nuovamente pubblicato e per di più in formato CD...che vedo come la via migliore per poterlo apprezzare pienamente.
Come già scritto, la prima pubblicazione è del 2003, in realtà però la prima bozza di "A Red Score in Tile" risale al 1979 e trae ispirazione da alcune opere di James Elaine, artista con cui Basinski ha collaborato moltissime volte utilizzando le sue video-installazioni... con un risultato che assicuro, live, lascia ammutoliti!
P
2) The Miner's Hymn - Johann Johannsson
Il link lo trovate qui.
"The Miner's Hymn" è un documentario diretto dal regista Bill Morrison e ripercorre la storia della miniera di carbone Pelton Fell, fondata (o meglio dire "aperta?? o che altro?) nel 1835 e chiusa nel 1965, a Durham. Si parla dunque di lotte sindacali, diritti, modernizzazione e meccanizzazione del lavoro, fatica, classi sociali, condizioni di salute... Johann Johannsson è riuscito ad incorporare questo contesto, componendo la "soundtrack" direttamente sul posto: ha utilizzato l'organo della cattedrale di Durham, registrazioni realizzate nelle stesse miniere, il rumore provocato dalle esplosioni in profondità, il tintinnio ed il rombo delle macchine scavatrici, facendone un vero e proprio collage.
Qui sotto il trailer del documentario:
The Miners' Hymns trailer from Forma Arts & Media on Vimeo.
5.18.2011
Zoe Keating live for the Scottish Ruby Conference
Poco più di un'ora di concerto (poi urgeva accudire il bimbo :D...), registrato lo scorso 9 Aprile al Royal College of Physicians come evento di chiusura in occasione della Scottish Ruby Conference ad Edinburgo.
Zoë Keating : Live at the Scottish Ruby Conference from Alan Francis on Vimeo.
...la ragazza raccoglie sempre più consensi...magari il segno che qualche data in più potrebbe farla anche in Europa!
Zoë Keating : Live at the Scottish Ruby Conference from Alan Francis on Vimeo.
...la ragazza raccoglie sempre più consensi...magari il segno che qualche data in più potrebbe farla anche in Europa!
5.16.2011
100th Blog Post - Playlist
Guardando la cronologia a lato i conti sembrerebbero non tornare, ma diversi post nel tempo sono stati eliminati o retrocessi a bozze in automatico...per ultimo Destroy di Moby...
Sta di fatto che questo è il centesimo post (mai avrei pensato che in meno di due anni potessi scrivere così tante baggianate!), così ho pensato ad una playlist su misura per l' "occasione": solita orrida copertina, e nessun filo logico nella scelta dei brani, a parte l'indice di piacere personale...o come avrebbe detto un mio docente di Istologia: "tutto alla membro di segugio!" :D
Sta di fatto che questo è il centesimo post (mai avrei pensato che in meno di due anni potessi scrivere così tante baggianate!), così ho pensato ad una playlist su misura per l' "occasione": solita orrida copertina, e nessun filo logico nella scelta dei brani, a parte l'indice di piacere personale...o come avrebbe detto un mio docente di Istologia: "tutto alla membro di segugio!" :D
DOWNLOAD (password: omote)
Qui la lunghissima tracklist:
1- Turkish Wine Portland Cello Project
2- Now That I Know Devendra Banhart
3- If it's True Anais Mitchell feat. Justin Vernon
3- If it's True Anais Mitchell feat. Justin Vernon
04- Brazilian Sun CocoRosie feat. Devendra Banhart
5- Little Johnny Brown Sam Amidon
5- Little Johnny Brown Sam Amidon
6- Ostia This Immortal Coil
7- Part 6 Larsen feat David Tibet
8- Opaque Hildur Gudnadottir
8- Opaque Hildur Gudnadottir
9- Bind Your Tortoise Mouth Current 93
10- Death to Everyone Bonnie "Prince" Billy
11- Gall Blue Water White Death
10- Death to Everyone Bonnie "Prince" Billy
11- Gall Blue Water White Death
12- Dayvan Cowboy Boards of Canada
13- I Luv the Valley Oh Xiu Xiu
13- I Luv the Valley Oh Xiu Xiu
14- Skyscraper Julian Plenti
15- To the Love Within Megapuss
15- To the Love Within Megapuss
16- Weird Fishes Justin Bond
17- Doing the Wrong Thing Kaki King
17- Doing the Wrong Thing Kaki King
18- The Rip Portishead
19- Boy+Angel Doveman
19- Boy+Angel Doveman
20- Winter Notes Picastro
21- Big Cat Matteah Baim
21- Big Cat Matteah Baim
22- Sing for Me Antony & the Johnsons
23- Cymbal Rush Thom Yorke
23- Cymbal Rush Thom Yorke
24- Diamond Made of Glass Little Annie
25- You'll Find Your Footing Baby Dee
Buon ascolto!
5.10.2011
Faraway Close
Parallel °41 è il progetto meno conosciuto e più schivo cui prende parte Julia Kent, ma forse anche per questo motivo il più affascinante; progetto nato nel 2008 dall'unione musicale della Kent con Barbara De Dominicis, a cui si uniscono come parte integrante le videoinstallazioni curate da Davide Lonardi. Il nome Parallel °41 sta ad indicare una linea immaginaria che collega circa alla stessa latitudine, New York e Napoli...due città così lontane, due mondi differenti divisi da un oceano, da ritmi diversi, dalla mentalità, dalla cultura, dalla storia, sul piano sociale...però che proprio grazie a questa linea artificiale trovano un punto in comune, una connessione capace di mischiare le due identità creando un ambiente a se. E' la musica in relazione allo spazio ad eliminare queste differenze, ed è questo il principio su cui si basa "Faraway Close", film curato dallo stesso Lonardi, che riprende Julia Kent e Barbara De Dominicis nel corso di alcune loro performance lungo questo immaginario 41° parallelo che tocca New York, Napoli, Bolzano, Alessandria e Venezia e sempre in ambienti suggestivi: grotte, uno stabilimento industriale, un tunnel abbandonato, un lanificio, vecchi casolari, una cattedrale...cercando una piena interazione con gli elementi sonori e visivi di questi luoghi
Non so ancora quando sarà possibile ordinare una copia del film, ma per maggiori chiarimenti:
http://www.auhasard.org/farawaytrailer.html per il trailer, invece:
Purtroppo Parallel °41 non si esibisce molto spesso, ma spero che chi si trova a leggere questo post, abbia assistito ad almeno un loro live, d'impatto senz'altro il complesso sonoro della solita straordinaria Kent al violoncello e della De Dominicis alla parte vocale ed elettronica, combinato alla parte visuale di Leonardi.
Per informazioni riguardo futuri live: http://www.par4llel.org/one.html
5.09.2011
Bestie inselvatichite e Fink
Visto che ultimamente ricevo mail minacciose dall' "alto", l'album lo trovate qui .
Da 4/5 giorni non riesco ad ascoltare praticamente altro, non che i loro precedenti lavori "Limbo, Panto" e "Two Dancers" non li trovassi molto più che piacevoli, anzi!, ma talvolta forse un po' troppo eccessivi nell'abuso del falsetto ed eccessivi in genere nelle parti vocali; in quest'ultimo "Smother" invece la voce di Hayden Thorpe e di Tom Fleming trovano finalmente un perfetto sinergismo...nessuno dei due finisce con lo strafare, e viene persa ogni traccia di "isterismo", sicchè risulta un album molto più pacato, elegante e ben equilibrato...tanto da arrivare al fondo dell'album con un brano come "End Come Too Soon", 7 minuti e mezzo (poco più) intermezzati da una lunga pausa ambient che pian piano da spazio ad un crescendo di piano per poi sfociare nel finale con la voce in questo caso delicatissima di Hayden Thorpe che ripete disperatemente "...too soon, it's too soon, it's to soon"...ed a questo punto è fatta, sono cotta! :)
Qui sotto una versione slow di "Bed of Nails", la performance si riferisce al 16 aprile scorso, quando in occasione del Record store Day hanno suonato in anteprima gran parte dell'album al Rough Trade Store:
L'altro lo trovate qui... e non vi è altro da aggiungere! :)
Buon ascolto!
Da 4/5 giorni non riesco ad ascoltare praticamente altro, non che i loro precedenti lavori "Limbo, Panto" e "Two Dancers" non li trovassi molto più che piacevoli, anzi!, ma talvolta forse un po' troppo eccessivi nell'abuso del falsetto ed eccessivi in genere nelle parti vocali; in quest'ultimo "Smother" invece la voce di Hayden Thorpe e di Tom Fleming trovano finalmente un perfetto sinergismo...nessuno dei due finisce con lo strafare, e viene persa ogni traccia di "isterismo", sicchè risulta un album molto più pacato, elegante e ben equilibrato...tanto da arrivare al fondo dell'album con un brano come "End Come Too Soon", 7 minuti e mezzo (poco più) intermezzati da una lunga pausa ambient che pian piano da spazio ad un crescendo di piano per poi sfociare nel finale con la voce in questo caso delicatissima di Hayden Thorpe che ripete disperatemente "...too soon, it's too soon, it's to soon"...ed a questo punto è fatta, sono cotta! :)
Qui sotto una versione slow di "Bed of Nails", la performance si riferisce al 16 aprile scorso, quando in occasione del Record store Day hanno suonato in anteprima gran parte dell'album al Rough Trade Store:
L'altro lo trovate qui... e non vi è altro da aggiungere! :)
Buon ascolto!
5.05.2011
Clara Engel
"Tangerines"Per questa volta spazio ad un'artista emergente, anche se, questo termine può portare un tantino su una pista sbagliata, dato il fatto che lei in realtà ha già pubblicato ben 8 lavori tra Ep, singoli e full-lenght...si tratta di Clara Engel, musicista canadese (precisamente di Montreal):
La sua biografia su facebook (www.facebook.com/claraengelmusic) dice così:
Both fierce and delicate, Clara Engel’s music is reminiscent of an era in history when theatre, art, and music were an integral part of a bigger and more vital whole, an era that the 21st century is craving more than ever. Her arresting, androgynous voice and presence, coupled with lyrics that stand alone as poetry, set Clara’s work apart from current music trends. Poet Janaka Stucky describes Engel’s work as “timeless songs that sound at home in the ribcage of rock n roll’s skeleton." The underground, multi-faceted Canadian artist has independently released 6 albums, and collaborated with musicians from the UK, Germany, Brazil, and the USA. In the words of Jeremy Reed, Britain’s most dynamic, adventurous, and controversial poet: “"Clara Engel's voice comes to me from that deepest of all places, imaginative space, from which she visually retrieves an inner landscape converted by breath into the rock equivalent of poetry. Rarely has a voice sounded so authoritative, so unapologetic in its disclosures, so sure of its direction in going home into song. I'd say 'Madagascar' beats them all, and it's only a beginning at harnessing poetic inspiration to the resonating dynamic of voice and the lyrical ache of a great individual singer."http://claraengel.bandcamp.com/
Qui sotto il suo EP "Madagascar" edito poi anche in versione vinile dalla VoxHumanRecords:
di cui lascio anche una versione live:
http://www.myspace.com/claraengel
"River on the Moon"
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Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
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PLAYLIST 3/3 2012 DOWNLOAD 1 Flatlands CHELSEA WOLFE 2 Black Summer EFTERKLANG 3 Come Play Frolic CHILDREN OF THE WAVE 4...