È giunto il momento di dedicarmi ad un paio di settimane di vacanza, il chè vale anche per questo spazio web...anche se qualche incursione poco impegnativa magari ci sarà lo stesso. Ma giusto poche ore prima che il mio volo parta, come se non bastasse già la solita ansia di aver messo tutto in valigia ed avere preso tutti i biglietti/documenti necessari, la Beiser si è prepotentemente ripresentata nella mia testa. Sono anni ormai che mi dibatto sulla signora in questione, mai una musicista mi ha lasciata più combattuta di questa violoncellista israeliana sull'importanza della questione estetica nella musica. Come scritto in più post a lei precedentemente dedicati (e se volete farvi una risata, rimando ad un mio vecchio post dedicato solo al suo look: http://omote-no.blogspot.it/2011/06/ben-oltre-il-one-man-band-ma-meno-dei.html), trovo la sua musica e la sua corposità sonora decisamente fascinosi e convincenti, ma forse perchè abituata al fascino discreto e ben più sobrio delle altre top-celliste (Kent, Gudnadottir, Keating, Olsson, Hespvall, Szelag, Rule etc etc), questo palesare un atteggiamento un po' (tanto) da milf mi devasta uno strumento così fine ed elegante trasformandolo in un oggetto dalle mille interpretazioni. E non è che sia solo una mia fissazione, basta leggere i commenti su youtube per rendersi conto che quando c'è la Beiser di mezzo, tutti i commenti sono sex oriented! :)
...comunque suona bene!
Buon Ascolto ed a presto! :)
Visualizzazione post con etichetta Maya Beiser. Mostra tutti i post
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6.29.2013
6.20.2011
Ben oltre il one-man-band, ma meno dei classici loops
Avevo pensato in realtà ad un post sull'ultimo lavoro di Dakota Suite "The Hearts of Empty", e con ciò ricollegarmi ad un "vecchio" (ed a me molto caro) album degli Hood "The Cycle of Days and Seasons", poi ben 3 coincidenze capitate nell'arco di una sola giornata mi hanno costretta a cambiare idea e scrivere di Maya Beiser, ma insomma...il prossimo post sarà sui 2 album sopra citati.
Lo scorso marzo, durante l'ultima edizione della TED Conference sappiamo tutti bene che si è esibito Antony (però tolta qualche foto, fino ad ora non esiste nulla di documentato, arghh!!), ma la stessa sera si è esibita anche Maya Beyser (violoncellista israeliana di cui ho scritto in precedenza...), che certo schifo non fa!
Finalmente quelli della TED hanno almeno pubblicato la sua performance di 20 minuti (tempo che spetta di regola ad ogni ospite), che consta essenzialmente di 2 brani separati da un piccolo intervento...colpisce certo la sua bravura (ma anche altro, di cui parlerò poco sotto...), ma colpisce soprattutto l'idea con cui è stata concepita l'esibizione.
A questo punto devo premettere che la Beiser non utilizza tecniche looping, piuttosto si avvale di basi pre-registate che poi ri-elabora ed arricchisce nel corso del brano sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista...vabbè, ne parlerò sempre poco sotto...
Il primo brano è "Cello Cunterpoint" di Steve Reich, e la Beiser sceglie sempre la tecnica delle parti pre-registare, ma a suonare insieme a lei ci sono altre 7 Maya Beiser...non copie fittizie vestite come lei, ma 7 sue registrazioni audio/video che accompagnano la sua esibizione...l'effetto è affascinante quanto inquietante, semplice quanto innovativo...si potrebbe pensare anche di creare un'intera orchestra in questo modo, ma a suonare in tempo reale sarebbe solo la copia originale di se stessi. La tecnica del looping cello (che sta vivendo la sua epoca), a questo punto mi sembra addirittura svilita...insomma, è l'effetto stupore del momento, e spero mi passi in fretta per potermi stupire nuovamente delle "mie" "classiche" Kent, Keating e Gudnadottir.
Il secondo brano invece è "World to Come" di David Lang e questa volta si lascia perdere il magheggio precedente, pensando invece più ad un'interazione tra suono ed immagini.
Bene, ora che avete visto i 20 minuti (o giù di lì), potrei parlarvi ancora di lei...come violoncellista ho una grande ammirazione per lei, insomma, nulla da dire e personalmente mi emoziona parecchio tanto da lasciarmi con una evidente espressione di stupore ogni qual volta l'ascolto, ma questo capita se mi limito ad ascoltarla e chiudo gli occhi. Forse sono io, abituata alla sobrietà ed all'eleganza discreta della Kent, ma trovo la Beiser terribilmente autocelebrativa, ok che i suoi anni li porta davvero bene, mah....le copertine pacchiane ed oltre i limiti del kitsch dei suoi album ---->
le sue espressioni sempre esagerate, si atteggia da diva consumata, e riferendomi al filmato sopra: primo pezzo da rimanere a bocca aperta, poi rovina tutta l'atmosfera non appena si alza in piedi ed inizia a parlare mettendosi in pose irreali da fascinosa in giacca fetish di pelle nera attillata...a quel punto la tentazione di pigiare stop era altissima, per non parlare della sua performance alla WNYC per "Kashmir" (a tratti mi imbarazza il solo fatto di guardarla...):
Sono anni che mi chiedo se è un atteggiamento che le viene naturale oppure se è costruita...le risposte che ho ricevuto sono tutte concordi: è così esagerata che sarebbe impossibile farlo apposta! :)
Comunque il suo ultimo album "Provenance" (di cui sopra la copertina che può competere giusto con quelle di Sieben...), con la versione al violoncello di "Kashmir" lo trovate Qui
Buon ascolto!
Ps: mi scuso per lo sfogo idiota, ma dovevo togliermi questo sassolino...dal prossimo post tornerò a cose depresse, promesso!;)
Lo scorso marzo, durante l'ultima edizione della TED Conference sappiamo tutti bene che si è esibito Antony (però tolta qualche foto, fino ad ora non esiste nulla di documentato, arghh!!), ma la stessa sera si è esibita anche Maya Beyser (violoncellista israeliana di cui ho scritto in precedenza...), che certo schifo non fa!
Finalmente quelli della TED hanno almeno pubblicato la sua performance di 20 minuti (tempo che spetta di regola ad ogni ospite), che consta essenzialmente di 2 brani separati da un piccolo intervento...colpisce certo la sua bravura (ma anche altro, di cui parlerò poco sotto...), ma colpisce soprattutto l'idea con cui è stata concepita l'esibizione.
A questo punto devo premettere che la Beiser non utilizza tecniche looping, piuttosto si avvale di basi pre-registate che poi ri-elabora ed arricchisce nel corso del brano sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista...vabbè, ne parlerò sempre poco sotto...
Il primo brano è "Cello Cunterpoint" di Steve Reich, e la Beiser sceglie sempre la tecnica delle parti pre-registare, ma a suonare insieme a lei ci sono altre 7 Maya Beiser...non copie fittizie vestite come lei, ma 7 sue registrazioni audio/video che accompagnano la sua esibizione...l'effetto è affascinante quanto inquietante, semplice quanto innovativo...si potrebbe pensare anche di creare un'intera orchestra in questo modo, ma a suonare in tempo reale sarebbe solo la copia originale di se stessi. La tecnica del looping cello (che sta vivendo la sua epoca), a questo punto mi sembra addirittura svilita...insomma, è l'effetto stupore del momento, e spero mi passi in fretta per potermi stupire nuovamente delle "mie" "classiche" Kent, Keating e Gudnadottir.
Il secondo brano invece è "World to Come" di David Lang e questa volta si lascia perdere il magheggio precedente, pensando invece più ad un'interazione tra suono ed immagini.
Bene, ora che avete visto i 20 minuti (o giù di lì), potrei parlarvi ancora di lei...come violoncellista ho una grande ammirazione per lei, insomma, nulla da dire e personalmente mi emoziona parecchio tanto da lasciarmi con una evidente espressione di stupore ogni qual volta l'ascolto, ma questo capita se mi limito ad ascoltarla e chiudo gli occhi. Forse sono io, abituata alla sobrietà ed all'eleganza discreta della Kent, ma trovo la Beiser terribilmente autocelebrativa, ok che i suoi anni li porta davvero bene, mah....le copertine pacchiane ed oltre i limiti del kitsch dei suoi album ---->
le sue espressioni sempre esagerate, si atteggia da diva consumata, e riferendomi al filmato sopra: primo pezzo da rimanere a bocca aperta, poi rovina tutta l'atmosfera non appena si alza in piedi ed inizia a parlare mettendosi in pose irreali da fascinosa in giacca fetish di pelle nera attillata...a quel punto la tentazione di pigiare stop era altissima, per non parlare della sua performance alla WNYC per "Kashmir" (a tratti mi imbarazza il solo fatto di guardarla...):
Sono anni che mi chiedo se è un atteggiamento che le viene naturale oppure se è costruita...le risposte che ho ricevuto sono tutte concordi: è così esagerata che sarebbe impossibile farlo apposta! :)
Comunque il suo ultimo album "Provenance" (di cui sopra la copertina che può competere giusto con quelle di Sieben...), con la versione al violoncello di "Kashmir" lo trovate Qui
Buon ascolto!
Ps: mi scuso per lo sfogo idiota, ma dovevo togliermi questo sassolino...dal prossimo post tornerò a cose depresse, promesso!;)
2.04.2011
Maya Beiser plays "Kashmir"...
Maya Beiser è una violoncellista israeliana, suona decisamente molto più classica paragonata ad artiste come Julia Kent, Zoe Keating o chessò per fare un altro esempio di quella "generazione" più avanguardistica e sperimetale, Hildur Gudnadottir ed in certa parte Owen Pallett, ma anche lei non si fa mancare un approccio sperimentale. Per chi ama il violencello, sa che è considerata una dei maggiori talenti dello strumento in questione; ha collaborato con Philip Glass per le musiche di "Naqoyqatsi" (parte della triade "Qatsi" di Godfrey Reggio), con Brian Eno, ha composto diverse soundtrack, ha suonato come solista in posti come l'Opera House di Sydney, il Lincoln Center, il Barbican...
Fino al 2005 non sapevo chi fosse (seppur il violoncello è sempre stata una delle mie passioni), poi la mia partner (che il violoncello lo suona), mi ha portata a vederla al Lingotto qui a Torino per il MiTo e poi nel 2007 a Milano (quelle rare volte che arriva fin qui in Italia) e rimasi a bocca aperta, rapita, senza parole...e soprattutto perplessa! Comunque, il maggio scorso (2010) è uscito il suo ultimo album "Provenance" (l'ho solo in formato fisico, quindi non posso caricarlo qui), che contiene anche una sua cover di Kashmir (sì, proprio quella dei Led Zeppelin), che trovo davvero eccellente. Non sapevo però che nel luglio scorso fosse stata ospite per WNYC broadcast, ed avesse eseguito tra le altre cose, appunto anche Kashmir, poi stanotte bazzicavo su YouTube e mi sono imbattuta sul video della performance e sono rimasta senza parole...e di nuovo perplessa! Colpita dalla sua performance e dalla sua interpretazione...che dire, un tantino esagerata!?! così eccola qui sotto:
Non potendo caricare l'album (e non credo si possa trovare in download da qualche blog), qui sotto la sua ospitata alla WNYC , che include una mini-intervista e qualche brano live:
P.S. Quando scrivo di essere perplessa mi riferisco a questo suo atteggiamento e look davvero sobri!! ahahah :D
Fino al 2005 non sapevo chi fosse (seppur il violoncello è sempre stata una delle mie passioni), poi la mia partner (che il violoncello lo suona), mi ha portata a vederla al Lingotto qui a Torino per il MiTo e poi nel 2007 a Milano (quelle rare volte che arriva fin qui in Italia) e rimasi a bocca aperta, rapita, senza parole...e soprattutto perplessa! Comunque, il maggio scorso (2010) è uscito il suo ultimo album "Provenance" (l'ho solo in formato fisico, quindi non posso caricarlo qui), che contiene anche una sua cover di Kashmir (sì, proprio quella dei Led Zeppelin), che trovo davvero eccellente. Non sapevo però che nel luglio scorso fosse stata ospite per WNYC broadcast, ed avesse eseguito tra le altre cose, appunto anche Kashmir, poi stanotte bazzicavo su YouTube e mi sono imbattuta sul video della performance e sono rimasta senza parole...e di nuovo perplessa! Colpita dalla sua performance e dalla sua interpretazione...che dire, un tantino esagerata!?! così eccola qui sotto:
Non potendo caricare l'album (e non credo si possa trovare in download da qualche blog), qui sotto la sua ospitata alla WNYC , che include una mini-intervista e qualche brano live:
P.S. Quando scrivo di essere perplessa mi riferisco a questo suo atteggiamento e look davvero sobri!! ahahah :D
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Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
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