...e lui sarà tra i primi:
3.02.2012
2.24.2012
2.20.2012
Breve congedo
Data l'imminente incombenza di un esame/valutazione da me piuttosto temuta, mi concedo una breve pausa (di una settimana). Mi è sembrato opportuno dunque congedarmi con due che sono senz'altro più nerd di me!
...intanto buon ascolto!! :)
Wires Under Tension - Mnemonics in Motion / Сказал, Сказала from (((unartig))) on Vimeo.
...intanto buon ascolto!! :)
2.17.2012
Woven Tide
Nell'indecisione se approfondire o meno tutta quella mole di album interessanti usciti ultimamente (Perfume Genius, Shearwater, Xiu Xiu, Soap&Skin...), tenendo conto che si tratta di lavori comunque decisamente più mainstream, forse non avrebbe molto senso trovare ribadito anche qui quello che è già stato scritto in centinaia di altri siti e blog ben più organizzati. Mi concentro invece sul "solito" album sperimentale (...ormai genere ben assodato), che in un certo senso prosegue il discorso delle collaborazioni d'eccellenza di cui si era già trattato in precedenza, tra cui A Winged Victory for the Sullen, Hauschka & Hildur Gudnadottir, The Boats, Alva Noto & Ryuichi Sakamoto, Ben Frost & Daniel Bjarnasson, Human Greed e mettiamo in elenco anche Basinski con Moston, oltre a quelli che ora mi sfuggono...
Tra l'altro poi, l'album in questione mi piace decisamente molto (ma molto-molto), e mi ha bloccato un po' gli altri ascolti...
FROM THE MOUTH OF THE SUN - "WOVEN TIDE"
Il progetto From the Mouth of the Sun, coinvolge il musicista di Gothemborg Dag Rosenqvist (noto con lo pseudonimo Jasper TX, con cui però è bene ricordare che ha chiuso definitivamente), pratico di drone, ambient ed elettronica, ed il polistrumentista (violoncellista e chitarrista) Aaron Martin.
La loro prima collaborazione musicale è da riportarsi al 2008, quando Rosenqvist (come Jasper TX), stava lavorando alla realizzazione dell'album "The Black Sun Transmissions"; dopo aver ascoltato Martin nel progetto "Cello Recycling/Cello Drowning", esperimento molto affascinante condiviso con MachineFabriek, inizialmente commissionato per la sonorizzazione di un'installazione in una galleria d'Arte (un giorno dovrò approfondire anche qui), chiese il suo contributo per il brano "Weight of Days". A questa primo avvicinamento seguirono numerosi scambi di idee e numerosi scambi di registrazioni tra i due, ma la nascita di From the Mouth of the Sun è da riportarsi al 2010, quando il temibile vulcano islandese Eyafjallajokull (pronunciarlo è impossibile!!), decise di risvegliarsi violentemente provocando quella colossale colonna di fumo e cenere che oscurò l'Islanda (ricordo delle fotografie bellissime scattate ai cavalli biondi islandesi impolverati dalla patina grigiastra), e bloccò il traffico aereo in tutta Europa. Rosenqvist rimase fermo in Olanda, trovando tempo per lavorare su delle registrazioni di chitarra elettrica fornitegli da Martin, da cui ha avuto poi origine il brano "Like Shadows in an Empty Cathedral" che in alcune sfumature iniziali ricorda un po' Basinski nei Disintegration Loops, ed il brano "The Skin Drinks Light that has Passed Through Leaves". Il risultato di una una lunga lavorazione avveuta spesso a distanza è "Woven Tide", album composto da 8 tracce più un remix di "Pools of Rust" realizzato da Danny Saul, che si sviluppa come una contrapposizione finemente legata di elementi acustici, quindi un violoncello, pianoforte, organo, voci corali, trombone e corno francese, ed elementi "sintetici", quindi distorsioni, chitarra elettrica, field-recordings e la ricerca di un suono sporco utilizzando l'effetto polveroso del vinile.
L'apertura dell'album spetta a "The Crossing", breve intro che riproduce l'effetto di un'orchestra sinfonica quando accorda gli strumenti prima di iniziare un concerto, per poi passare a brani di più lunga durata, "Pools of Rust", "Color Ross"(traccia utilizzata anche come parte della soundtrack per "Remember Me, My Ghost" di Ross McDonnell e Carter Gunn), "A season in Waters" e la già citata "Like Shadows in an Empty Cathedral", sviluppate in un continuo crescendo ponderando con cura la parte strumentale che la parte elettronica, riflettendo sui lenti cambiamenti della natura e sulla sua ciclicità.
Dag Rosenqvist uscirà nei prossimi mesi con un altro album frutto di un'ennesima collaborazione, questa volta con Johan Winther (Tsukimono), in un progetto chiamato The Silence Set.
Lascio qui sotto "Woven Tide" in streaming:
La loro prima collaborazione musicale è da riportarsi al 2008, quando Rosenqvist (come Jasper TX), stava lavorando alla realizzazione dell'album "The Black Sun Transmissions"; dopo aver ascoltato Martin nel progetto "Cello Recycling/Cello Drowning", esperimento molto affascinante condiviso con MachineFabriek, inizialmente commissionato per la sonorizzazione di un'installazione in una galleria d'Arte (un giorno dovrò approfondire anche qui), chiese il suo contributo per il brano "Weight of Days". A questa primo avvicinamento seguirono numerosi scambi di idee e numerosi scambi di registrazioni tra i due, ma la nascita di From the Mouth of the Sun è da riportarsi al 2010, quando il temibile vulcano islandese Eyafjallajokull (pronunciarlo è impossibile!!), decise di risvegliarsi violentemente provocando quella colossale colonna di fumo e cenere che oscurò l'Islanda (ricordo delle fotografie bellissime scattate ai cavalli biondi islandesi impolverati dalla patina grigiastra), e bloccò il traffico aereo in tutta Europa. Rosenqvist rimase fermo in Olanda, trovando tempo per lavorare su delle registrazioni di chitarra elettrica fornitegli da Martin, da cui ha avuto poi origine il brano "Like Shadows in an Empty Cathedral" che in alcune sfumature iniziali ricorda un po' Basinski nei Disintegration Loops, ed il brano "The Skin Drinks Light that has Passed Through Leaves". Il risultato di una una lunga lavorazione avveuta spesso a distanza è "Woven Tide", album composto da 8 tracce più un remix di "Pools of Rust" realizzato da Danny Saul, che si sviluppa come una contrapposizione finemente legata di elementi acustici, quindi un violoncello, pianoforte, organo, voci corali, trombone e corno francese, ed elementi "sintetici", quindi distorsioni, chitarra elettrica, field-recordings e la ricerca di un suono sporco utilizzando l'effetto polveroso del vinile.
L'apertura dell'album spetta a "The Crossing", breve intro che riproduce l'effetto di un'orchestra sinfonica quando accorda gli strumenti prima di iniziare un concerto, per poi passare a brani di più lunga durata, "Pools of Rust", "Color Ross"(traccia utilizzata anche come parte della soundtrack per "Remember Me, My Ghost" di Ross McDonnell e Carter Gunn), "A season in Waters" e la già citata "Like Shadows in an Empty Cathedral", sviluppate in un continuo crescendo ponderando con cura la parte strumentale che la parte elettronica, riflettendo sui lenti cambiamenti della natura e sulla sua ciclicità.
Dag Rosenqvist uscirà nei prossimi mesi con un altro album frutto di un'ennesima collaborazione, questa volta con Johan Winther (Tsukimono), in un progetto chiamato The Silence Set.
Lascio qui sotto "Woven Tide" in streaming:
...oppure Qui
Buon Ascolto!! :)
2.10.2012
Oscuro candore
MIREL WAGNER - "MIREL WAGNER"
Nota praticamente soltanto entro i confini finlandesi fino a pochi giorni fa, Mirel Wagner con merito e senza ruffianerie, s'intende, si sta pian piano affermando anche a livello europeo, non raccogliendo altro che critiche più che positive per l'uscita del suo album di debutto dal titolo omonimo "Mirel Wagner". Album la cui uscita è prevista per marzo, anche se in Finlandia è uscito nel corso del 2011, e per la cui promozione è già partita in sordina con il suo primo tour che purtroppo però non giungerà in Italia...non c'erano mica dei dubbi, no? :)
Per aggiungere qualche nota biografica: la Wagner è nata in Etiopia ma poi presto trapiantata in Finlandia, dove all'età di sette anni si è avvicinata alla musica dapprima con il violino, per poi passare verso i 13 anni alla chitarra. Nota nei locali di Helsinki e dintorni, ha avuto la fortuna di trovare l'appoggio di un giornalista musicale, il quale mediante alcune conoscenze le ha permesso di registare il suo primo album senza dover passare per etichette discografiche. Album che ha registrato per intero in soli 2 giorni, inserendo inizialmente 12 brani, poi ridotti ai 9 della versione definitiva.
Come scrivevo all'inizio, data la potenzialità dell'unione di una semplicissima chitarra acustica e di una voce particolare nella sua malinconia sussurrata, soprattutto per via del fatto non ci si aspetterebbe una voce del genere da una ragazza che ha soltanto 23 anni, avrebbe potuto sfruttare le due componenti per fare l'ennessimo disco incentrato su tematiche trite e ritrite (soprattutto patetiche), come l'ammmore, le pene d'ammmore, l'ammmore perduto...(e via discorrendo fino a sprofondare al coma diabetico), invece la Wagner ha scelto vie decisamente più interessanti, legandole in un sottile gioco di contrasti.
9 brani per 31 minuti, al primo ascolto quel che colpisce è l'efficacia del suo minimalismo, la sua voce sussurrata, pacata al punto che non sovrasta mai la parte strumentale,malinconica ed a tratti piuttosto incline a cantilene infantili, accompagna l'unico elemento strumentale del disco, una semplice chitarra acustica e null'altro. Le due componenti si uniscono in melodie che danno sì l'idea di essere riflessioni oscure, ma che non si sbilanciano certo in una chiara drammaticità.
Al secondo ascolto invece, prestando attenzione anche ai testi si scopre che Mirel Wagner ha incentrato il suo lavoro decisamente più su ciò che è morto e decadente rispetto a ciò che è vivo e pulsante; testi che con un certo candore raccontano di corpi in via di decomposizione, madri che abbandonano i propri figli, morte, disperazione, ossa, necrofilia, annegamenti, incubi notturni, fino al brano che personalmente preferisco "No Hands" un motivetto carino e spensierato che ritrae la giornata gioiosa di bambino che va in bicicletta...sole, vento e velocità, e questa sua fissa di non tenere le mani sul manubrio per far vedere quanto è bravo alla propria madre (odioso!)...ovviamente la pagherà cara!! :) Anzi, lascio il link con tutti i testi dell'album: http://www.bonevoyagerecordings.com/component/content/article/103
Qui
Nota praticamente soltanto entro i confini finlandesi fino a pochi giorni fa, Mirel Wagner con merito e senza ruffianerie, s'intende, si sta pian piano affermando anche a livello europeo, non raccogliendo altro che critiche più che positive per l'uscita del suo album di debutto dal titolo omonimo "Mirel Wagner". Album la cui uscita è prevista per marzo, anche se in Finlandia è uscito nel corso del 2011, e per la cui promozione è già partita in sordina con il suo primo tour che purtroppo però non giungerà in Italia...non c'erano mica dei dubbi, no? :)
Per aggiungere qualche nota biografica: la Wagner è nata in Etiopia ma poi presto trapiantata in Finlandia, dove all'età di sette anni si è avvicinata alla musica dapprima con il violino, per poi passare verso i 13 anni alla chitarra. Nota nei locali di Helsinki e dintorni, ha avuto la fortuna di trovare l'appoggio di un giornalista musicale, il quale mediante alcune conoscenze le ha permesso di registare il suo primo album senza dover passare per etichette discografiche. Album che ha registrato per intero in soli 2 giorni, inserendo inizialmente 12 brani, poi ridotti ai 9 della versione definitiva.
Come scrivevo all'inizio, data la potenzialità dell'unione di una semplicissima chitarra acustica e di una voce particolare nella sua malinconia sussurrata, soprattutto per via del fatto non ci si aspetterebbe una voce del genere da una ragazza che ha soltanto 23 anni, avrebbe potuto sfruttare le due componenti per fare l'ennessimo disco incentrato su tematiche trite e ritrite (soprattutto patetiche), come l'ammmore, le pene d'ammmore, l'ammmore perduto...(e via discorrendo fino a sprofondare al coma diabetico), invece la Wagner ha scelto vie decisamente più interessanti, legandole in un sottile gioco di contrasti.
9 brani per 31 minuti, al primo ascolto quel che colpisce è l'efficacia del suo minimalismo, la sua voce sussurrata, pacata al punto che non sovrasta mai la parte strumentale,malinconica ed a tratti piuttosto incline a cantilene infantili, accompagna l'unico elemento strumentale del disco, una semplice chitarra acustica e null'altro. Le due componenti si uniscono in melodie che danno sì l'idea di essere riflessioni oscure, ma che non si sbilanciano certo in una chiara drammaticità.
Al secondo ascolto invece, prestando attenzione anche ai testi si scopre che Mirel Wagner ha incentrato il suo lavoro decisamente più su ciò che è morto e decadente rispetto a ciò che è vivo e pulsante; testi che con un certo candore raccontano di corpi in via di decomposizione, madri che abbandonano i propri figli, morte, disperazione, ossa, necrofilia, annegamenti, incubi notturni, fino al brano che personalmente preferisco "No Hands" un motivetto carino e spensierato che ritrae la giornata gioiosa di bambino che va in bicicletta...sole, vento e velocità, e questa sua fissa di non tenere le mani sul manubrio per far vedere quanto è bravo alla propria madre (odioso!)...ovviamente la pagherà cara!! :) Anzi, lascio il link con tutti i testi dell'album: http://www.bonevoyagerecordings.com/component/content/article/103
Qui
"JOE"
"NO DEATH"
Buon ascolto!! :)
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Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
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PLAYLIST 3/3 2012 DOWNLOAD 1 Flatlands CHELSEA WOLFE 2 Black Summer EFTERKLANG 3 Come Play Frolic CHILDREN OF THE WAVE 4...