9.10.2014

Grouper "Call Across Rooms"

Forse un preludio (e non certo il primo di questi ultimi tempi) al suo nuovo album. Se ne va il drone, vanno via riverberi, restano le sue atmosfere oniriche, la sua voce soffusa e si aggiunge un accenno di piano. Sempre più scarna e se possibile, sempre più affascinante:Buon Ascolto

9.05.2014

When The Cellar Children See The Light Of Day

MIREL WAGNER "WHEN THE CELLAR CHILDREN SEE THE LIGHT OF DAY"
L'artista finnico-etiope dopo l'ottimo esordio self-titled (Mirel Wagner), quasi a voler sottolineare la sua natura oscura e cinica racchiusa quindi in un lavoro personale e sentito, decide sapientemente di continuare il suo percorso spartano ed al tempo stesso di rara eleganza, costituito dalla sua voce molto vicina a sonorità più blues, accompagnata da quieti flussi di chitarra rigorosamente acustica, aggiungendo però in questo secondo lavoro sparute note di pianoforte ed un lievissimo accenno d'archi tramite un violoncello ed sobria una chitarra elettrica nel singolo "The Dirt". Null'altro che gingilli sobriamente decorativi che non hanno alcun intento di distrarre dalla base del suo stile, e paiono tutt'altro che ruffianate volte ad introdurre un futuro stravolgimento. Uno stile volutamente "vuoto", costruito per dar spazio alle immagini che si susseguono in maniera dettagliata raccontando una storia a sé in ogni brano.
Un lavoro ponderato e meditato in una baracca nella penisola di Hailuoto nord della Finlandia e successivamente registrato in studio con l'ausilio di Vladislav Delay, come ampliamente sottolineato fin'ora, non si discosta dal suo esordio nè nello stile nè nella forma e nei contenuti, sicché, marciume, desolazione, putrefazione, mosche, morte, sporco, ma anche rari e confortanti momenti di serenità, la fanno da protagonista. E forse, come nella vita, sono proprio i momenti di conforto quelli che mettono più inquietudine.





Buon Ascolto!

9.03.2014

OPENING

Fino a che punto la musica, od il suono in genere, si fondono con le immagini, i paesaggi, i colori e le sue innumerevoli sfumature? Quanto il suono può esaltare le sensazioni tattili, visive, olfattive ed uditive legate ad un ambiente? Certamente la risposta non può che essere soggettiva e legata alla singola esperienza, ed è proprio il fulcro del lavoro di Christopher Willits, il quale, riproponendo un vasto repertorio di elementi e luci raccolti nel giro di ben 4 anni di lavoro, ha cercato di dare a queste ambientazioni una colonna sonora che accompagni le singole esperienze senza però indirizzare lo spettatore verso un preciso mood, ma piuttosto, lasciandolo libero di riflettere ed elaborare ogni frame secondo il suo vissuto e le sue sensazioni.

Più informazioni qui: http://christopherwillits.com/opening

OPENING from Christopher Willits on Vimeo.

Buona visione!