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7.30.2013

Okkyung Lee "Ghil"

OKKYUNG LEE "GHIL"
La violoncellista sud-coreana Okkyung Lee sembra proprio non essere interessata al concetto di armonia e tantomeno ad una linearità sonora, seppur il suo strumento forse più di qualunque altro le permetterebbe di indagare all'infinito questi due aspetti. Se come me, nel suono di un violoncello cercate armoniose melodie malinconiche o persino melanconiche giocate su un raffinato minimalismo, nell'ascoltare per la prima volta le distorsioni della Lee è facile che rimarrete dapprima un po' perplessi e scossi, ma è altrettanto facile che le sue sonorità rincuoranti tanto quanto qualcuno che strofina le sue unghie su una lavagna od un povero animale mandato al macello e ben conscio di cosa gli stia accadendo, dopo poco vi catturino col loro senso di indefinito, lasciandovi però sfibrati esattamente come un suo archetto dopo pochi minuti di utilizzo:
L'album in questione, dal titolo "Ghil", è stato registrato in Norvegia con la collaborazione del musicista noise Lasse Marahug in parte avvalendosi del perfetto isolamento sonoro tipico di uno studio di registrazione, ed in parte sfruttando il contributo dei rumori esterni, ed in questo caso, il ronzio elettrico una centrale energetica, lo scorrere della vita nelle strade di Oslo od il vento tra gli alberi e gli scricchioli in una cabina situata nel bel mezzo di una foresta. E se ciò non bastasse, il tutto avvalendosi di un microfono da due soldi ed un registratore a nastro del 1976. Delle 3 ore e più di materiale realizzato l'album è stato editato fino a ridurre il lavoro complessivo a 44 minuti di pura distorsione, caos sonoro, disintegrazioni e "brutalità" che come i suoi precedenti lavori è risulta davvero difficile da ascoltare in una sola volta, al punto che dopo qualche brano è pressoché necessario fare una pausa e dare tregua alle orecchie, ma tuttavia, preso a piccole dosi, è un lavoro piuttosto affascinate ed originale.

Buon (faticoso) Ascolto! :)

7.07.2011

La quiete prima della tempesta

Mi sembra doveroso iniziare scrivendo a proposito di 2 "piccoli" annunci che ieri hanno generato in me uno spasmodico senso di attesa, ma so di non essere la sola ad aver avuto questo effetto; e dunque:
- il 6 settembre uscirà un 7" degli XiuXiu intitolato "Daphny" e dietro a questa prossima uscita sembra esserci una storia piuttosto interessante :) http://www.polyvinylrecords.com/store/index.php?id=1852
- il 18 ottobre uscirà il nuovo album di Shara Worden come My Brightest Diamond (yeahh!!), s'intitolerà "All Things Will Unwind" e qui potete ascoltare "Reading Through the Other Side"...ed io che stupidamente credevo che ormai la mia classifica di fine anno fosse già definita...

Passando a qualche album già uscito ed ascoltato (dati i miei arretrati):
-WILL SAMSON "Hello Friends, Goodbye Friends"
Posso dire che in realtà il motivo per cui ho deciso di ascoltarlo è la copertina? Tremendo, lo so, ma tant'è! :) ...ma mi piace l'idea di questo poster rovinato ritraente un monte innevato...vai a capire la psiche!
La storia vuole che Samson sia l'ennesima anima inquieta che cerca un radicale cambiamento per la sua vita, ed allora nel 2010 decide di prendere un biglietto di sola andata per l'Europa arrivando così a Berlino dove si sistema inizialmente alla ben-meglio in un ostello, per poi trasferirsi in una sorta di ripostiglio. Poi la solitudine ed il senso d'isolamento dato dal fatto di non conoscere la lingua fanno sì che Samson sfoghi tutti i suoi pensieri ed il suo malessere in musica. Ne viene fuori un album malinconico, intimo e decisamente pacato...e la voce? La voce non è altro che, dopo il tema della solitudine, il voluto isolamento, il desiderio di cambiare il corso della propria esistenza, l'ennesima analogia con Bon Iver...un falsetto non molto diverso, ma più posato. E' da metter chiaro che le analogie con Bon Iver fanno riferimento all'esordio di quest'ultimo, quel meraviglioso, minimale, intimissimo "For Emma, Forever Ago", non certo al suo ultimo "pomposo" lavoro (che a dir la verità mi ha lasciata indifferente...troppo esagerato!). Qui



-OKKYUNG LEE "Noisy Love Songs"
Lei è una violoncellista coreana (anche se come tutti vive a New York), il suo primo album solista è relativo al 2005 e s'intitola "Nihm" a cui hanno fatto seguito infinite collaborazioni...non c'è molto da dire...il consiglio è di NON farsi un'idea di lei come una delle solite care violoncelliste che passano spesso su questo blog...lei è estremamente più sperimentale!
Qui sotto lascio un video piuttosto esplicativo sulle sue abilità, ma non c'è da spaventarsi, insomma...l'album ha sì i suoi momenti "caotici", ma altrettanti momenti accessibili a chiunque, od almeno, non così violenti...ed è un lavoro piacevolissimo! Qui



Buon week-end! :)