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8.20.2013

Butterflies and Graves


BIRCH & MEADOW "BUTTERFLIES AND GRAVES"

Birch & Meadow non è altro che l'incontro tra la cantautrice svedese Sara Forslund e David Wenngren, quest'ultimo più noto come metà del duo Library Tapes e per le sue passate collaborazioni con il violoncellista Danny Norbury ed il pianista/compositore Peter Broderick.
"Butterflies and Graves", prima release del duo, suona come una pacata, quasi rassegnata, malinconica cupa meditazione dove l'intreccio tra la voce della Forslund arricchita di qualche effetto eco e il minimalismo dei drone che l'accompagnano, o meglio dire, che insieme ad essa si trascinano a fatica esattamente come capita in quei momenti in cui la bile nera oppure l'apatia prendono il sopravvento, riescono ad evocare la sensazione di desolazione, disperazione e tristezza più profonda senza bisogno di altri effetti scenici od arricchimenti compositivi se non qualche delicatissimo tocco di chitarra e sparuti field recordings. E definire i drone come "minimali" forse non è corretto, meglio precisare che i brani si muovono lungo una linea che subisce ben poche variazioni, e quando questo accade risultano quasi impercettibili, tanto che vengono in mente canti sciamanici giocati sulla ripetitività di una stessa lunghezza protratta così a lungo da indurre uno stato ipnotico.
Un lavoro ricco di fascino oscuro ma che in qualche modo riesce ad essere altrettanto ricco di sfocata luminosità, perfetto da ascoltare avvolti nel silenzio degli indefiniti effetti cromatici dell'aurora.
Buon ascolto! :)

7.30.2013

Okkyung Lee "Ghil"

OKKYUNG LEE "GHIL"
La violoncellista sud-coreana Okkyung Lee sembra proprio non essere interessata al concetto di armonia e tantomeno ad una linearità sonora, seppur il suo strumento forse più di qualunque altro le permetterebbe di indagare all'infinito questi due aspetti. Se come me, nel suono di un violoncello cercate armoniose melodie malinconiche o persino melanconiche giocate su un raffinato minimalismo, nell'ascoltare per la prima volta le distorsioni della Lee è facile che rimarrete dapprima un po' perplessi e scossi, ma è altrettanto facile che le sue sonorità rincuoranti tanto quanto qualcuno che strofina le sue unghie su una lavagna od un povero animale mandato al macello e ben conscio di cosa gli stia accadendo, dopo poco vi catturino col loro senso di indefinito, lasciandovi però sfibrati esattamente come un suo archetto dopo pochi minuti di utilizzo:
L'album in questione, dal titolo "Ghil", è stato registrato in Norvegia con la collaborazione del musicista noise Lasse Marahug in parte avvalendosi del perfetto isolamento sonoro tipico di uno studio di registrazione, ed in parte sfruttando il contributo dei rumori esterni, ed in questo caso, il ronzio elettrico una centrale energetica, lo scorrere della vita nelle strade di Oslo od il vento tra gli alberi e gli scricchioli in una cabina situata nel bel mezzo di una foresta. E se ciò non bastasse, il tutto avvalendosi di un microfono da due soldi ed un registratore a nastro del 1976. Delle 3 ore e più di materiale realizzato l'album è stato editato fino a ridurre il lavoro complessivo a 44 minuti di pura distorsione, caos sonoro, disintegrazioni e "brutalità" che come i suoi precedenti lavori è risulta davvero difficile da ascoltare in una sola volta, al punto che dopo qualche brano è pressoché necessario fare una pausa e dare tregua alle orecchie, ma tuttavia, preso a piccole dosi, è un lavoro piuttosto affascinate ed originale.

Buon (faticoso) Ascolto! :)

7.24.2013

My Home, Sinking

"MY HOME, SINKING"

"My Home, Sinking" è il nuovo progetto a formazione aperta del sound artist veneziano Enrico Coniglio, cui si unisce un gruppo di musicisti di rango quali Barbara de Dominicis il cui contributo vocale è immediatamente riconoscibile nelle tracce "Touching the Void" e "Sunset Eyed" accompagnata dal violoncello di Katie English, Laura Sheeran (fantastica in "The Body Tired"), Korg Monotron al pianoforte, sintetizzatore e field recordings, Orla Wren e Marc Aubele. Una fascinosa sinergia di intenti ed un risultato sonoro ben definito quanto caratterizzato da ognuno degli ospiti del progetto con il proprio apporto elettronico ed acustico. Il tutto rilasciato in un'elegante edizione limitata a 250 copie di cui attualmente ne rimangono appena una manciata, ed acquistabili sul sito bandcamp: http://myhomesinking.bandcamp.com
Come al solito, la complessità ed il fascino di un album non possono trovare giustizia in un breve sunto, men che meno in questo caso, sicché:


Qui sotto altre tracce dell'album:


Buon Ascolto! :)

7.15.2013

The Dusted Sessions

DATE PALMS "THE DUSTED SESSIONS"
Al duo Date Palms, originariamente formato e composto dalla violinista, sperimentatrice sonora, ideatrice di strani strumenti e flautista Marielle V. Jakobsons (basta cercare nei pecedenti post per accorgersi che è tra le preferite di questo spazio web) e Gregg Kowalsky per quanto riguarda la parte elettronica, per questo terzo album si sono aggiunti ben 3 componenti: basso, chitarra elettrica e tanpura; quest'ultimo internet mi dice essere uno strano strumento a corde di origine indiana...il tutto unito in un complesso volto ad arricchire e non stravolgere la strana miscela sonora del duo.
L'ispirazione polverosa e vorticosa, come già la stessa cover album suggerisce, deriva dalla zona desertica della Death Valley, e più precisamente dal fiume Yuba che scorre lungo la Sacramento Valley. Saranno forse proprio le condizioni di caldo estremo ed i relativi effetti ben poco benefici sul nostro organismo la causa (ed in questo caso ben venga) del tono psichedelico dell'intero album, che in una lentissima progressione ipnotica intervallata di tanto in tanto da correnti più forti e slanciate, si dirama, forse come lo stesso fiume Yuba, tra drone, elettronica, ed il loro caratteristico psychedelic minimalsm, cui emerge con particolare risalto lo strano effetto orientaleggiante dato dal suono del tanpura, in un risultato dal forte impatto psicotropo. Perfetto in queste torride ed afose giornate, almeno, tolte le grandinate super, qui a torino la condizione è purtroppo questa. 
Da sottolineare che i Date Palms suoneranno qui a Torino il prossimo 24 novembre...ma nulla si sa ancora circa i dettagli...insomma, I'll keep you updated! :)




Buon Ascolto! :)

7.05.2013

The Lighthouse Project

AMIINA "THE LIGHTHOUSE PROJECT"

Una delle cose che amo di più quando vengo qualche giorno (e non sono mai troppi) qui a rilassarmi a Copenhagen, è sedermi sulle scalinate antistanti l'Operaen e godermi i lunghissimi tramonti ammirando la riva opposta del canale principale in cui si trova Amalienborg, una delle residenze reali della regina Margrethe...una delle poche che in questo periodo non ha ancora abdicato.
Le mie pessime abilità da fotografa
Questa abitudine di stare il più possibile all'aperto è senza dubbio piuttosto condivisa dai danesi stessi, ed alla vitale caoticità della città, bisogna aggiungere che la mia amica/collega danese in questo periodo è in fissa con Roisin Murphy, Goldfrapp e rimiscenze varie di musica dance di fine '90-inizio '00, dunque non bisogna certo immaginarsi un'atmosfera solitaria e silenziosa...o qualsiasi cosa le persone mediterranee pensano erroneamente della scandinavia e degli scandinavi.
Tuttavia, inoltrandosi nei canali più nascosti dalle guide per turisti, od andando direttamente in direzione KoncertHuset o Black Diamond, si può godere di una maggiore tranquillità e di fascinosissimi riflessi che il sole va a creare sulle superfici ultra-contemporanee in vetro ed acciao delle strutture. Insomma, poco importa la location, sono tutte perfette!
Così, cuffiette nelle orecchie ed iPhone/iPad carichi di musica, in questi giorni i tramonti si accompagnano perfettamente col il nuovo album del quartetto islandese tutto al femminile Amiina (anche se le aggiunte maschili di tanto in tanto non mancano). Forse non l'album più fascinoso dell'anno, tuttavia mi prendo la libertà di schierarmi sempre con gli islandesi (Bjork compresa!), ed ammettere (se non fosse già chiaro) che ho un occhio di riguardo per tutte le scandinave/i in genere :) ...sicchè conto i giorni che mi separano dal concerto dei The Knife (35).
P.s.: comunque non lavoro per l'ente promozione al turismo danese, s'intende, è tutta ammirazione gratuita :)


 

Concerto antecedente l'uscita di "The Lighthouse Project", ma degno di attenzione:
Buon Ascolto! :)

6.27.2013

Nocturnes

WILLIAM BASINSKI "NOCTURNES"
Sono dell'idea che la musica di Basinski non possa essere descritta con le parole, sarebbe come descrivere il suono prodotto da un pianeta nel suo moto rotazionale od il suono prodotto da una galassia...cosa impossibile dato che dalle poche reminiscenze di fisica so che il suono non si propaga nel vuoto...ma se potessimo percepire o catturare quel suono, probabilmente avrebbe la stessa carica di profondità e mistero. Allo stesso modo credo che i loops di Basinski riescano a catturare l'essenza del suono prodotto da ciò che all'opposto, rappresenta l'infinitamente piccolo, dunque i movimenti degli elettroni negli orbitali atomici, gli atomi che si scontrano, od ancora la formazione di uno ione quando l'elettrone più esterno viene ceduto od acquistato...in questo caso non so se il rumore prodotto da questi fermenti di particelle infinitesimali possa essere catturato, ma se fosse possibile, credo varrebbe lo stesso che per l'infinitamente grande. Ed ancora, forse più alla nostra portata, per certo i loops di Basinski riescono a catturare il lato più inconscio ed allo stesso tempo quello più introspettivo del nostro essere...certamente meno fascinoso rispetto a ciò che compone la materia e lo spazio, ma non per questo meno complesso o più facilmente accessibile. 
Di sicuro, come facile intuire dalle parole prive di senso scritte fino ad ora, i loops di Basinski mi ipnotizzano senza che vi sia alcuna capacità né volontà di cercarvi un significato preciso. Ad ogni ascolto le sue atmosfere, o meglio, i suoi mondi in musica evocano ricordi o sensazioni diverse, così, senza alcuna presunzione di giungere ad una chiave in grado di decifrare le intenzioni di Basinski, bisognerebbe cercarsi un luogo adatto, in solitudine e lasciare che il suo minimalismo diventi un caos insostenibile a causa dei pensieri, riflessioni e ragionamenti che al suo ascolto scorrono  inevitabilmente nella mente. In queste sere d'inizio estate io guardo le sfumature di luce riflesse sulle nuvole durante il lento imbrunire, da un rosso acceso si attenuano man mano col buio...e non so se le nuvole nei loro spostamenti producano del rumore (esclusi i tuoni), ma nei loops di Basinski credo sia incluso anche questo... :) #pensieridistorti 
Meglio ascoltarlo senza paturnie insensate vah:



William Basinski from Gianmarco Del Re on Vimeo.

Buon Ascolto! :)

6.25.2013

Gravity

BEN LUKAS BOYSEN "GRAVITY" 

Seconda uscita nel corso del 2013 per Ben Lukas Boysen che abbandonato, forse per il momento o forse definitivamente il moniker Hecq e la sua natura più dedita all'IDM al glitch ed all'elettronica più pulsante, sotto la sua vera identità si dedica con particolare bravura a sonorità dotate di maggior raffinatezza giocate sul delicato intreccio tra ambient, avant garde e minimalismo strizzando l'occhio alla classica contemporanea.
Mentre "Mother Nature", uscito pochi mesi fa (qui), per quanto piacevole si limitava ad essere una OST con molti spunti interessanti ma poca personalità, "Gravity" invece sembra aprire un nuovo percorso per Boysen.
La visione caleidoscopica del suolo terrestre vista dall'alto...da un satellite o da un aereo, poco importa, scelta come art-work del suo album, riflette l'essenza della sua sonorità: una fastosità di suoni ed elementi che racchiudono una fragilità di fondo giocata su sottili e melancoliche linee di piano (notevolissime in  To The Hills), sonorità soffuse, synth profondi e percussioni che accompagnano delicatamente le lente variazioni.
Buon Ascolto!

6.19.2013

Where We Were


GREG HAINES "WHERE WE WERE"
Sebbene i 4 precedenti lavori del compositore/sperimentatore e violoncellista inglese Greg Haines non abbiano mai seguito una linea precisa e consolidata, se non la sola costante caratteristica di rielaborare le componenti strumentali organiche in lunghissime sessioni studio volte  a "dronizzare" (mi si passi il termine) le note prodotte dal suo violoncello/vibrafono e pianoforte unendole ad esili texture cameristiche ricamate con estrema lentezza e cura dei dettagli, quest'ultimo lavoro dal titolo "Where We Were" crea una spaccatura netta con il passato, tracciando (quasi) in maniera irriconoscibile un nuovo percorso sonoro dello stesso. Abbandonato (per il momento) il suo violoncello e vibrafono così come ogni forma di orchestrazione e collaborazione con i fidati Nils Frahm e Peter Broderick e persino scarnificato il pianoforte, le 8 tracce di cui si compone "Where We Were" escono come dettate da un irresistibile impulso emotivo, sotto etichetta Denovali ad un anno e poco più di distanza dal suo precedente "Digressions". Fin dal primo brano si rimane sorpresi del cambiamento così radicale, così altrettanto di come questa sua rivoluzione personale suoni matura e corposa nonostante i nuovi territori esplorati. Un lavoro solitario caratterizzato da suoni ruvidi, percussioni, synth analogici, esplosioni di ritmi pulsanti, ma anche tracce più meditative in un insieme di umori che vanno a toccare l'ambient, il drone, suoni dal sentore tribale e persino l'IDM:




Buon Ascolto! :)

6.13.2013

Efterklang "The Piramida Concert"

La prima volta che visitai Copenhagen fu per il mio primo vero viaggio da sola al primo anno di università; mi rimase impressa da subito e dagli anni successivi pur avendo subito il fascino delle altrettanto incantevoli capitali scandinave e dell'Islanda, è sempre stata una delle tappe delle mie vacanze estive. Fu al quarto anno di università quando trascorsi qualche mese a studiare nella loro facoltà di medicina nel corso di una summer school (altrochè quella muffosa e decadente di Torino), che ebbi modo di capire la mentalità danese e del perchè tutto sia perfetto ed efficiente, grazie soprattutto alla mia compagna di appartamento che mi fece da guida e con cui è poi si è instaurato un saldo rapporto di amicizia (piccola parentesi: un paio di anni fa lei venne a visitare Torino, ed accompagandola all'aeroporto le chiesi che cosa le fosse piaciuto...mi disse che trovava i portici molto utili ed i giandujotti molto buoni! Tutto qui :D...). Da allora, complice la mia amica danese che infierisce mandandomi foto e filmati degli angoli che più amo di CPH, per tutto l'anno non faccio che pensare alla Danimarca ai suoi dolci, agli smørrebrød di Ida Davidsen, al canale di Nihavn, alla vista di Amalieborg che si gode seduti sulla scalinata dell'Operaen sita sulla riva opposta del canale principale...ed insomma, adesso che la mia consueta settimana di vacanza danese si avvicina, i miei pensieri diventano via via più ossessivi, sicchè, data la tempistica degli eventi, e dato che li vedrò alla KocertHuset tra un mesetto, gli Efterklang, gruppo di Copenhagen che secondo me meglio interpreta l'essenza danese, ha pubblicato il Piramida Concert registrato con la Copenhagen Phil alla Royal Academy of Music Concert Hall nell' Ottobre 2012. Cui sotto si possono ascoltare "The Living Layer" e "Vælv":


Altra sessione recente ma senza orchestra:

Ed anche se li avevo già proposti in questa veste, qui sotto con la Wordless Music Orchestra, live per il Metropolitan Museum of Art di New York
God lytning, god koncert og god weekend! :)

6.12.2013

The Weighing of the Heart

COLLEEN "THE WEIGHING OF THE HEART"

Per chi non ha ancora captato la musica di Colleen, o magari semplicemente dati i 6 anni di distanza dal suo ultimo lavoro se ne è dimenticato a causa della mole di musica ascoltata nel lungo periodo intercorso, è bene ripartire da quel "piccolo" gioiellino dal titolo "Les Ondes Silencieuses" che le rese una notorietà tanto inaspettata da farle sentire la necessità di ripensare ai suoi progetti di vita e prendersi una lunga pausa:
(sul suo sito http://colleenplays.org/listen/  si possono ascoltare per intero gli altri suoi lavori) 
Colleen (Cècile Schott) è una polistrumentista francese che mette in relazione strumentazioni classiche come il violoncello, acustiche dunque la chitarra e talvolta persino barocche come una viola da gamba e strumentazioni inconsuete come bicchieri di cristallo, talvolta integrando il tutto con componenti elettroniche quali loops ed effetti delay (usati con molta discrezione), creando un' atmosfera minimale e nostalgica, ma allo stesso eterea ed elegante. Non interessata ad inutili virtuosismi, da l'idea piuttosto di voler far risaltare la risonanza degli strumenti, accentuando ed esplorando la loro parte più organica. Trasferita in Spagna in seguito al periodo sabbatico prima citato, e subite le influenze locali e dal gusto più etnico, ha introdotto nel suo set di strumenti cembali indiani, maracas, kora e xilofoni balinesiani. Elementi che hanno arricchito il suo suono conferendo un'atmosfera più fresca, onirica e persuasiva tuttavia senza alterare l'eleganza che ha caratterizzato i suoi precedenti lavori. Sotto, l'intero album come playlist su YouTube:

Nei prossimi giorni il suo tour toccherà per un paio di date anche le nostre parti...cioè, più o meno (riferendomi a Torino), con un live a Piacenza ed un paio a Perugia...



Buon Ascolto! :)

5.30.2013

Ruiner

LEE NOBLE "RUINER"
Fa una certa impressione leggere la biografia di Lee Noble dopo aver ascoltato un paio di volte il suo album e scoprire che dietro le sue sonorità astratte e maliconiche non si nasconde un musicista canadese o di una qualche fredda sperduta cittadina del nord degli USA, ma bensì un polistrumentista di Los Angeles. Una strana combinazione di riverberi, echi spettrali, morbide modulazioni vocali, strumentazioni organiche tra cui banjo, chitarra, organo ed il tutto legato da drones analogici dalla forte caratterizzazione vintage (nulla a che vedere con i maestri Boards of Canada, s'intende!). Una starna miscela di elementi che racchiude il tocco delicato della voce rassicurante e calda in stile Benoît Pioulard nel progetto Orcas, ed un folk-drone d'atmosfera vicino a Liz Harris.



IMPASSE INVADERS #3 // LEE NOBLE // MERCREDI 27 MARS 2013 // MONTÉVIDÉO // MARSEILLE from GRIM on Vimeo.

Buon Ascolto! :)

5.21.2013

This Burden is Light

FROM GIANTS "THIS BURDEN IS LIGHT"
Interessante quartetto folk/pop di Winnipeg costituito da violoncello, banjo, percussioni e chitarra acustica, al debutto con un piccolo quanto grazioso album dal titolo "This Burden Light", che si spera sia da preludio ad una prossima uscita più corposa.



My Family Will Sing by From Giants - video by J.Williams from Jeremy Williams on Vimeo.




Buon Ascolto! :)

5.20.2013

Still Smiling

TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD "STILL SMILING"
Inutile spendere altre parole su un disco perfettamente riuscito, fascinoso, intelligente e già molto ben recensito... Tanto meglio se avete visto Blixa Bargeld e Teho Teardo accompagnati dal violoncello di Martina Bertoni nelle date del tour che ha accompagnato l'uscita dell'album (io sì, a Moncalieri)...davvero nient'altro da aggiungere oltre all'ottimo ricordo di un concerto splendido.









Buon Ascolto! :)

5.13.2013

Saltland "I Thought it Was Us but it was All of Us"

SALTLAND "I THOUGHT IT WAS US BUT IT WAS ALL OF US"
Saltland nasce nel 2010 come uno dei tanti progetti, in questo caso solista, della violoncellista canadese Rebecca Foon...forse più nota come mente dietro a formazioni quali Esmerine, Thee Silver Mt. Zion e Set Fire To Flames. Dietro alla pubblicazione di questo primo album vi è stato un lungo lavoro, continue elaborazioni, ed al progetto inizialmente solista della Foon, costituito dal suo violoncello suonato con l'ausilio di pedaliere, effetti delay e componenti elettroniche, si è aggiunta una nutrita schiera di musicisti di rango quali Colin Stetson, Jamie Thompson (già collabotatore negli Esmerine), Sarah NeufeldRichard Reed Parry dagli Arcade Fire e Mishka Stein.
Suoni organici ed elettronici si fondono in un fascinoso intreccio costituito da violoncello, violino, corposi giri di basso, echi, batteria elettronica, strumenti a fiato, sintetizzatori e la voce della Foon talvolta naturalmente dolce e melodica, talvolta invece modulata e frammentata, unendo atmosfere ambient e riflessive, a momenti invece più sincopati, attraverso un flusso sonoro che non perde mai di coerenza e continuità. Decisamente da sottolineare la capacità dei singoli musicisti di non metterci troppo del "proprio", a favore di un sound omogeneo e caratterizzato da una certa confortante oscurità che oscilla tra post-rock, folk, elettroacustica.
Il risultato è un ottimo album, diversificato in ogni suo brano e caratterizzato da una forte abilità evocativa sia dal punto di vista visivo-spaziale, che dal punto di vista temporale.
Esce sotto la consueta etichetta Constellation.




Buon Ascolto! :)

4.24.2013

Already Drowning

AIDAN BAKER "ALREADY DROWNING"

 

Non è collegato all'album in questione, ma è ugualmente affascinante e fa da riempitivo visto che per una decina di giorni sarò via per una vacanza...al ritorno, la playlist del primo quadrimestre 2013:


Buon Ascolto! :)

4.22.2013

Mother Nature OST


BEN LUKAS BOYSEN "MOTHER NATURE"





Consiglio di dedicarsi anche ai 15 minuti live accompagnati da effetti grafici ed olografici qui sotto:

Ben Lukas Boysen + Geso, AV live set @ ASA2013, Leipzig [Germany] - Snippet from Geso on Vimeo.

Buon Ascolto! :)

4.12.2013

"The Golden Age"

WOODKID "THE GOLDEN AGE"


Non so se la strada intrapresa da Woodkid (Yoann Lemoine) rappresenta la nuova frontiera del gusto tamarro oppure se la sua intuizione di unire strumentazioni organiche che vanno dagli abbondanti fiati agli archi utilizzati in maniera estremamente enfatica, a ritmi dal gusto piuttosto danzereccio, percorrerà invece la propria strada senza creare proseliti...facile pensare che prossimamente ascolteremo pessime imitazioni del suo stile. Sta di fatto che il suo full-lenght di debutto "The Golden Age" è uno strano esperimento ben riuscito e mai scontato, certo, talvolta così esagerato che in confronto i lavori The Irrepressibles risultano persino sobri (...), ma non mancano anche risvolti acustici ed intimi come "Where I Live". In estate si esibirà con alcune tra le maggiori orchestre sinfoniche europee (biglietto per Lione acquistato in tempo!), mentre in questo periodo è in tour con il suo complesso di percussioni e fiati.
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Buon Ascolto! :)

4.11.2013

Shaking The Habitual

THE KNIFE "SHAKING THE HABITUAL"

Giunta all'ennesimo ascolto, non riesco ancora trovare un solo frammento che non mi convinca del fatto che i 7 anni di attesa per "Shaking the Habitual", pur contanto i progetti paralleli e quel fascinosissimo lavoro con Planningtorock ed Mt. Sims dal titolo "Tomorrow in a Year" che in qualche modo si continua nel brano "Raging Lung", i fratelli Dreijer non li abbiano spesi interamente alla lavorazione di questa ora e mezza abbodante di caotiche distorsioni, isterismi vocali di una Karen più fascinosa che mai, i beat sempre più pulsanti di Olof, strumentazioni inconsuete fino a ciò che appare come uno shamisen giapponese, ore di registrazioni ambientali dentro la cattedrale di Uppsala a Stoccolma, strumenti a fiato e sperimentazioni elettroniche spinte oltre ogni definizione. Un'ora e mezzo di rara complessità sonora, talvolta al limite dello sfinimento e riflessioni sociali/politiche frutto di approfondimenti universitari e gruppi di studio concentrati sul ruolo femminile, sul significato del termine "privilegio" e la responsabilità di essere un artista...tutte questioni espresse in maniera approfondita nelle interviste rilasciate ultimamente e nel contenuto grafico del doppio CD (o vinile)...ed ancora nel corto diretto da Marit Östberg (stessa regista del video "Full of Fire"):


Alle prese con la preparazione della playlist del primo quadrimestre, mi ritrovo con la certezza che inserirei in pratica tutto l'album dei The Knife e poco, davvero poco altro...sicchè, dato che l'obiettività non è il mio forte, non aggiungo altro, rimandando ad agosto la sintesi dei loro live che vedrò ad Oslo e Göteborg...e da spettatrice di una tappa del loro incredibile tour del 2006 "Silent Shout. An Audio-Visual Experience", nonostante le ottime premesse sul gruppo di lavoro, non mi è possibie immaginare come potranno superarsi, eppure sono certa che lo faranno!



Buon Ascolto! :)