8.16.2013
8.13.2013
Resonconto "Shaking the Habitual" Göteborg/Oslo
Le premesse erano chiare fin dal titolo stesso dell'album (ed omonimo tour), e dalle poche interviste concesse Karin Dreijer ed il fratello Olof, insieme a tutto il resto del collettivo, avevano avvertito che il tipo di spettacolo ideato non avrebbe concesso mezze misure di valutazione...insomma, o lo si adora o lo si disprezza. Il "Shaking the Habitual" tour difatti è stato concepito come performance artistica in cui i The Knife come duo non esistono più, diventando un collettivo che include ballerini, visual artists, ginnasti, e dove non importa chi è chi o chi fa che cosa, se il brano è completamente in playback e tutti fingono di suonare qualcosa, oppure se le parti vocali e strumentali sono effettivamente reali; lo spirito con cui si deve vivere l'evento dev'essere di totale apertura andando oltre qualsiasi schema classico. Detto questo, trovo davvero ridicolo chi durante i due live che ho visto (o meglio, vissuto), ha avuto così cattivo gusto da fischiare od andarsene per bere qualche schifosa birra in più.
Passato ormai l'effetto entusiasmo da post-concerto, non posso che constatare quanto sia difficile rendere a parole la sensazione provata durante i due live, cosa che, per quanto ben realizzati, nemmeno i video disseminati qua e la da mesi su YouTube possono...specialmente per quanto riguarda Silent Shout, forse la parte più ipnotizzante dell'intero spettacolo, in cui raggi concetrici di luce bianca e colorata trasformano le figure danzanti in ombre che si muovono alla rinfusa ma con estrema grazia.
Seppur Karin (così come Olof) non ha fatto nulla per ritagliarsi dello spazio in più rispetto al resto del gruppo, e spesso risultasse un "tantino" più statica nei momenti in cui si dedicava al ballo, è da dire, tolta la mia innegabile cotta per lei, che si tratta di un magnete capace di catturare tutta l'attenzione su di sé e trasformare qualsiasi movimento od espressione nella parte centrale dell'intera performance...tant'è da risultare impeccabile persino proiettata su uno schermo con barba e baffi a riprendere le fattezze di un giornalista svedese non particolarmente apprezzato dai Dreijer.
In tutto questo l'unica pecca, avendoli visti all'interno di due festival: il Way Out West di Göteborg ed l'Oya di Oslo, è stata quella di sorbirmi i gruppi precedenti ed assistere a scene pietose di gente che ormai aveva in circolo birra e non più sangue (tra questi pure la mia amica danese...), ma tant'è, era un'esperienza da vivere e che consiglio! In autunno suoneranno a Parigi, sicché, qualche ora di TGV la valgono :)
Passato ormai l'effetto entusiasmo da post-concerto, non posso che constatare quanto sia difficile rendere a parole la sensazione provata durante i due live, cosa che, per quanto ben realizzati, nemmeno i video disseminati qua e la da mesi su YouTube possono...specialmente per quanto riguarda Silent Shout, forse la parte più ipnotizzante dell'intero spettacolo, in cui raggi concetrici di luce bianca e colorata trasformano le figure danzanti in ombre che si muovono alla rinfusa ma con estrema grazia.
Seppur Karin (così come Olof) non ha fatto nulla per ritagliarsi dello spazio in più rispetto al resto del gruppo, e spesso risultasse un "tantino" più statica nei momenti in cui si dedicava al ballo, è da dire, tolta la mia innegabile cotta per lei, che si tratta di un magnete capace di catturare tutta l'attenzione su di sé e trasformare qualsiasi movimento od espressione nella parte centrale dell'intera performance...tant'è da risultare impeccabile persino proiettata su uno schermo con barba e baffi a riprendere le fattezze di un giornalista svedese non particolarmente apprezzato dai Dreijer.
In tutto questo l'unica pecca, avendoli visti all'interno di due festival: il Way Out West di Göteborg ed l'Oya di Oslo, è stata quella di sorbirmi i gruppi precedenti ed assistere a scene pietose di gente che ormai aveva in circolo birra e non più sangue (tra questi pure la mia amica danese...), ma tant'è, era un'esperienza da vivere e che consiglio! In autunno suoneranno a Parigi, sicché, qualche ora di TGV la valgono :)
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8.05.2013
Linnea Olsson - "Summer" session e breve pausa vacanze
Mi prendo una breve vacanza scappando verso le mie amate terre del nord, questa volta per per rivedere finalmente i The Knife a distanza di 7 anni dall'ultima volta. E fatto non trascurabile, ad Oslo e Gotheborg per quanto il caldo abbia portato temperature del tutto inusuali anche per loro, non potrà essere paragonabile al caldo soffocate di questi giorni qui a Torino...tant'è che trovandomi casualmente a fare da guida ad atlete di Vancouver e Montreal partecipanti ai World Masters Games in corso in questi giorni, poverine, mi hanno confidato che probabilmente dopo la cerimonia di apertura avrebbero rinunciato alle gare per dedicarsi esclusivamente al turismo data l'impossibilità climatica...peccato davvero perchè queste ondate internazionali creano un'atmosfera unica, che permette anche da cittadina di constatare la propensione ospitale della mia città. Od almeno, la prima impressione è che le Olimpiadi del 2006 abbiano invogliato i residenti a sforzarsi un po' più con l'inglese ed una maggiore partecipazione. Ok, basta con il tessere le lodi a Torino, altrimenti questo sembra uno spazio web costola dell'ente turismo Piemonte ;)
Data la pausa vacanza, voglio restare in tema con il consueto profilo unendo le due caratteristiche che amo di più: il violoncello e la Scandinavia, restando però anche in tema con l'estate. Il tutto è unito nei 33 minuti che compongono "Summer" diretto Valerie Toumayan, che riprende la violoncellista svedese Linnea Olsson (se cercate nel blog, in passato ne ho scritto parecchio sulla ragazza), in un corto che va oltre l'idea di una solo session in stile Blogotheque, incorporando sì la Nostra suonare brani del suo ottimo debutto "Ah!", ma esplorando la poesia delle sue musiche arricchendole con un senso di continuità muovendosi attraverso le ambientazioni e le luci dei dintorni di Halmstad, cittadina a sud ovest della Svezia. Particolarmente pregevole risulta la parte finale "It's Ok", in cui la Olsson suona in riva al mare contornata ed ispirata dalle incantevoli luci dei lunghissimi tramonti svedesi.
Buona visione!! :)
PS: molto meno poetico, ma tenendo conto del fatto che per la maggior parte delle persone "estate" significa mare, sole, creme abbronzanti, sabbia infilata nel costume etc etc (cose a me del tutto incomprensibili), da medico mi urge andare oltre le solite raccomandazioni trite e ritrite riguardo scottature, congestioni, colpi di calore, meduse, annegamenti e solita solfa, difatti il mare nasconde anche altre insidie...insomma, non fate come la signora che cerca di fermare la barca con il piede! Se volete provare il benefico effetto combinato di gas esilaranti e morfina, ci sono altri modi per ottenerli ;)
...se non vi impressiona il sangue: Heel Hanging Off (Part 1) - Bizarre ER - YouTube
Buone vacanze a tutti! :)
Data la pausa vacanza, voglio restare in tema con il consueto profilo unendo le due caratteristiche che amo di più: il violoncello e la Scandinavia, restando però anche in tema con l'estate. Il tutto è unito nei 33 minuti che compongono "Summer" diretto Valerie Toumayan, che riprende la violoncellista svedese Linnea Olsson (se cercate nel blog, in passato ne ho scritto parecchio sulla ragazza), in un corto che va oltre l'idea di una solo session in stile Blogotheque, incorporando sì la Nostra suonare brani del suo ottimo debutto "Ah!", ma esplorando la poesia delle sue musiche arricchendole con un senso di continuità muovendosi attraverso le ambientazioni e le luci dei dintorni di Halmstad, cittadina a sud ovest della Svezia. Particolarmente pregevole risulta la parte finale "It's Ok", in cui la Olsson suona in riva al mare contornata ed ispirata dalle incantevoli luci dei lunghissimi tramonti svedesi.
Buona visione!! :)
PS: molto meno poetico, ma tenendo conto del fatto che per la maggior parte delle persone "estate" significa mare, sole, creme abbronzanti, sabbia infilata nel costume etc etc (cose a me del tutto incomprensibili), da medico mi urge andare oltre le solite raccomandazioni trite e ritrite riguardo scottature, congestioni, colpi di calore, meduse, annegamenti e solita solfa, difatti il mare nasconde anche altre insidie...insomma, non fate come la signora che cerca di fermare la barca con il piede! Se volete provare il benefico effetto combinato di gas esilaranti e morfina, ci sono altri modi per ottenerli ;)
...se non vi impressiona il sangue: Heel Hanging Off (Part 1) - Bizarre ER - YouTube
Buone vacanze a tutti! :)
8.02.2013
Coil live in Paris, 2004
Ricordo di averlo già postato in passato, ma non compare più tra i post, sicché...
Coil @La Loco, Paris 23/5/2004
The Gimp (Sometimes)
Sex with Sun Ra
Broccoli
All the Pretty Little Horses
Tattooed Man
Teengae Lightning
Wraiths and Strays
Black Antlers
Sex with Sun Ra
Broccoli
All the Pretty Little Horses
Tattooed Man
Teengae Lightning
Wraiths and Strays
Black Antlers
Buon ascolto e buon week-end! :)
7.30.2013
Okkyung Lee "Ghil"
OKKYUNG LEE "GHIL"
La violoncellista sud-coreana Okkyung Lee sembra proprio non essere interessata al concetto di armonia e tantomeno ad una linearità sonora, seppur il suo strumento forse più di qualunque altro le permetterebbe di indagare all'infinito questi due aspetti. Se come me, nel suono di un violoncello cercate armoniose melodie malinconiche o persino melanconiche giocate su un raffinato minimalismo, nell'ascoltare per la prima volta le distorsioni della Lee è facile che rimarrete dapprima un po' perplessi e scossi, ma è altrettanto facile che le sue sonorità rincuoranti tanto quanto qualcuno che strofina le sue unghie su una lavagna od un povero animale mandato al macello e ben conscio di cosa gli stia accadendo, dopo poco vi catturino col loro senso di indefinito, lasciandovi però sfibrati esattamente come un suo archetto dopo pochi minuti di utilizzo:
L'album in questione, dal titolo "Ghil", è stato registrato in Norvegia con la collaborazione del musicista noise Lasse Marahug in parte avvalendosi del perfetto isolamento sonoro tipico di uno studio di registrazione, ed in parte sfruttando il contributo dei rumori esterni, ed in questo caso, il ronzio elettrico una centrale energetica, lo scorrere della vita nelle strade di Oslo od il vento tra gli alberi e gli scricchioli in una cabina situata nel bel mezzo di una foresta. E se ciò non bastasse, il tutto avvalendosi di un microfono da due soldi ed un registratore a nastro del 1976. Delle 3 ore e più di materiale realizzato l'album è stato editato fino a ridurre il lavoro complessivo a 44 minuti di pura distorsione, caos sonoro, disintegrazioni e "brutalità" che come i suoi precedenti lavori è risulta davvero difficile da ascoltare in una sola volta, al punto che dopo qualche brano è pressoché necessario fare una pausa e dare tregua alle orecchie, ma tuttavia, preso a piccole dosi, è un lavoro piuttosto affascinate ed originale.
Buon (faticoso) Ascolto! :)
La violoncellista sud-coreana Okkyung Lee sembra proprio non essere interessata al concetto di armonia e tantomeno ad una linearità sonora, seppur il suo strumento forse più di qualunque altro le permetterebbe di indagare all'infinito questi due aspetti. Se come me, nel suono di un violoncello cercate armoniose melodie malinconiche o persino melanconiche giocate su un raffinato minimalismo, nell'ascoltare per la prima volta le distorsioni della Lee è facile che rimarrete dapprima un po' perplessi e scossi, ma è altrettanto facile che le sue sonorità rincuoranti tanto quanto qualcuno che strofina le sue unghie su una lavagna od un povero animale mandato al macello e ben conscio di cosa gli stia accadendo, dopo poco vi catturino col loro senso di indefinito, lasciandovi però sfibrati esattamente come un suo archetto dopo pochi minuti di utilizzo:
L'album in questione, dal titolo "Ghil", è stato registrato in Norvegia con la collaborazione del musicista noise Lasse Marahug in parte avvalendosi del perfetto isolamento sonoro tipico di uno studio di registrazione, ed in parte sfruttando il contributo dei rumori esterni, ed in questo caso, il ronzio elettrico una centrale energetica, lo scorrere della vita nelle strade di Oslo od il vento tra gli alberi e gli scricchioli in una cabina situata nel bel mezzo di una foresta. E se ciò non bastasse, il tutto avvalendosi di un microfono da due soldi ed un registratore a nastro del 1976. Delle 3 ore e più di materiale realizzato l'album è stato editato fino a ridurre il lavoro complessivo a 44 minuti di pura distorsione, caos sonoro, disintegrazioni e "brutalità" che come i suoi precedenti lavori è risulta davvero difficile da ascoltare in una sola volta, al punto che dopo qualche brano è pressoché necessario fare una pausa e dare tregua alle orecchie, ma tuttavia, preso a piccole dosi, è un lavoro piuttosto affascinate ed originale.
Buon (faticoso) Ascolto! :)
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Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
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PLAYLIST 3/3 2012 DOWNLOAD 1 Flatlands CHELSEA WOLFE 2 Black Summer EFTERKLANG 3 Come Play Frolic CHILDREN OF THE WAVE 4...