È giunto il momento di dedicarmi ad un paio di settimane di vacanza, il chè vale anche per questo spazio web...anche se qualche incursione poco impegnativa magari ci sarà lo stesso. Ma giusto poche ore prima che il mio volo parta, come se non bastasse già la solita ansia di aver messo tutto in valigia ed avere preso tutti i biglietti/documenti necessari, la Beiser si è prepotentemente ripresentata nella mia testa. Sono anni ormai che mi dibatto sulla signora in questione, mai una musicista mi ha lasciata più combattuta di questa violoncellista israeliana sull'importanza della questione estetica nella musica. Come scritto in più post a lei precedentemente dedicati (e se volete farvi una risata, rimando ad un mio vecchio post dedicato solo al suo look: http://omote-no.blogspot.it/2011/06/ben-oltre-il-one-man-band-ma-meno-dei.html), trovo la sua musica e la sua corposità sonora decisamente fascinosi e convincenti, ma forse perchè abituata al fascino discreto e ben più sobrio delle altre top-celliste (Kent, Gudnadottir, Keating, Olsson, Hespvall, Szelag, Rule etc etc), questo palesare un atteggiamento un po' (tanto) da milf mi devasta uno strumento così fine ed elegante trasformandolo in un oggetto dalle mille interpretazioni. E non è che sia solo una mia fissazione, basta leggere i commenti su youtube per rendersi conto che quando c'è la Beiser di mezzo, tutti i commenti sono sex oriented! :)
...comunque suona bene!
Buon Ascolto ed a presto! :)
6.29.2013
6.27.2013
Nocturnes
WILLIAM BASINSKI "NOCTURNES"
Sono dell'idea che la musica di Basinski non possa essere descritta con le parole, sarebbe come descrivere il suono prodotto da un pianeta nel suo moto rotazionale od il suono prodotto da una galassia...cosa impossibile dato che dalle poche reminiscenze di fisica so che il suono non si propaga nel vuoto...ma se potessimo percepire o catturare quel suono, probabilmente avrebbe la stessa carica di profondità e mistero. Allo stesso modo credo che i loops di Basinski riescano a catturare l'essenza del suono prodotto da ciò che all'opposto, rappresenta l'infinitamente piccolo, dunque i movimenti degli elettroni negli orbitali atomici, gli atomi che si scontrano, od ancora la formazione di uno ione quando l'elettrone più esterno viene ceduto od acquistato...in questo caso non so se il rumore prodotto da questi fermenti di particelle infinitesimali possa essere catturato, ma se fosse possibile, credo varrebbe lo stesso che per l'infinitamente grande. Ed ancora, forse più alla nostra portata, per certo i loops di Basinski riescono a catturare il lato più inconscio ed allo stesso tempo quello più introspettivo del nostro essere...certamente meno fascinoso rispetto a ciò che compone la materia e lo spazio, ma non per questo meno complesso o più facilmente accessibile.
Di sicuro, come facile intuire dalle parole prive di senso scritte fino ad ora, i loops di Basinski mi ipnotizzano senza che vi sia alcuna capacità né volontà di cercarvi un significato preciso. Ad ogni ascolto le sue atmosfere, o meglio, i suoi mondi in musica evocano ricordi o sensazioni diverse, così, senza alcuna presunzione di giungere ad una chiave in grado di decifrare le intenzioni di Basinski, bisognerebbe cercarsi un luogo adatto, in solitudine e lasciare che il suo minimalismo diventi un caos insostenibile a causa dei pensieri, riflessioni e ragionamenti che al suo ascolto scorrono inevitabilmente nella mente. In queste sere d'inizio estate io guardo le sfumature di luce riflesse sulle nuvole durante il lento imbrunire, da un rosso acceso si attenuano man mano col buio...e non so se le nuvole nei loro spostamenti producano del rumore (esclusi i tuoni), ma nei loops di Basinski credo sia incluso anche questo... :) #pensieridistorti
Meglio ascoltarlo senza paturnie insensate vah:
William Basinski from Gianmarco Del Re on Vimeo.
Buon Ascolto! :)
6.25.2013
Gravity
BEN LUKAS BOYSEN "GRAVITY"
Seconda uscita nel corso del 2013 per Ben Lukas Boysen che abbandonato, forse per il momento o forse definitivamente il moniker Hecq e la sua natura più dedita all'IDM al glitch ed all'elettronica più pulsante, sotto la sua vera identità si dedica con particolare bravura a sonorità dotate di maggior raffinatezza giocate sul delicato intreccio tra ambient, avant garde e minimalismo strizzando l'occhio alla classica contemporanea.
Mentre "Mother Nature", uscito pochi mesi fa (qui), per quanto piacevole si limitava ad essere una OST con molti spunti interessanti ma poca personalità, "Gravity" invece sembra aprire un nuovo percorso per Boysen.
La visione caleidoscopica del suolo terrestre vista dall'alto...da un satellite o da un aereo, poco importa, scelta come art-work del suo album, riflette l'essenza della sua sonorità: una fastosità di suoni ed elementi che racchiudono una fragilità di fondo giocata su sottili e melancoliche linee di piano (notevolissime in To The Hills), sonorità soffuse, synth profondi e percussioni che accompagnano delicatamente le lente variazioni.
6.22.2013
6.19.2013
Where We Were
GREG HAINES "WHERE WE WERE"
Sebbene i 4 precedenti lavori del compositore/sperimentatore e violoncellista inglese Greg Haines non abbiano mai seguito una linea precisa e consolidata, se non la sola costante caratteristica di rielaborare le componenti strumentali organiche in lunghissime sessioni studio volte a "dronizzare" (mi si passi il termine) le note prodotte dal suo violoncello/vibrafono e pianoforte unendole ad esili texture cameristiche ricamate con estrema lentezza e cura dei dettagli, quest'ultimo lavoro dal titolo "Where We Were" crea una spaccatura netta con il passato, tracciando (quasi) in maniera irriconoscibile un nuovo percorso sonoro dello stesso. Abbandonato (per il momento) il suo violoncello e vibrafono così come ogni forma di orchestrazione e collaborazione con i fidati Nils Frahm e Peter Broderick e persino scarnificato il pianoforte, le 8 tracce di cui si compone "Where We Were" escono come dettate da un irresistibile impulso emotivo, sotto etichetta Denovali ad un anno e poco più di distanza dal suo precedente "Digressions". Fin dal primo brano si rimane sorpresi del cambiamento così radicale, così altrettanto di come questa sua rivoluzione personale suoni matura e corposa nonostante i nuovi territori esplorati. Un lavoro solitario caratterizzato da suoni ruvidi, percussioni, synth analogici, esplosioni di ritmi pulsanti, ma anche tracce più meditative in un insieme di umori che vanno a toccare l'ambient, il drone, suoni dal sentore tribale e persino l'IDM:
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
Premetto che per questa volta non ho potuto fare a meno di concedermi un certo grado di melensità e stucchevolezza, ciò non senza imbarazzi....
-
PLAYLIST 3/3 2012 DOWNLOAD 1 Flatlands CHELSEA WOLFE 2 Black Summer EFTERKLANG 3 Come Play Frolic CHILDREN OF THE WAVE 4...