7.05.2013

The Lighthouse Project

AMIINA "THE LIGHTHOUSE PROJECT"

Una delle cose che amo di più quando vengo qualche giorno (e non sono mai troppi) qui a rilassarmi a Copenhagen, è sedermi sulle scalinate antistanti l'Operaen e godermi i lunghissimi tramonti ammirando la riva opposta del canale principale in cui si trova Amalienborg, una delle residenze reali della regina Margrethe...una delle poche che in questo periodo non ha ancora abdicato.
Le mie pessime abilità da fotografa
Questa abitudine di stare il più possibile all'aperto è senza dubbio piuttosto condivisa dai danesi stessi, ed alla vitale caoticità della città, bisogna aggiungere che la mia amica/collega danese in questo periodo è in fissa con Roisin Murphy, Goldfrapp e rimiscenze varie di musica dance di fine '90-inizio '00, dunque non bisogna certo immaginarsi un'atmosfera solitaria e silenziosa...o qualsiasi cosa le persone mediterranee pensano erroneamente della scandinavia e degli scandinavi.
Tuttavia, inoltrandosi nei canali più nascosti dalle guide per turisti, od andando direttamente in direzione KoncertHuset o Black Diamond, si può godere di una maggiore tranquillità e di fascinosissimi riflessi che il sole va a creare sulle superfici ultra-contemporanee in vetro ed acciao delle strutture. Insomma, poco importa la location, sono tutte perfette!
Così, cuffiette nelle orecchie ed iPhone/iPad carichi di musica, in questi giorni i tramonti si accompagnano perfettamente col il nuovo album del quartetto islandese tutto al femminile Amiina (anche se le aggiunte maschili di tanto in tanto non mancano). Forse non l'album più fascinoso dell'anno, tuttavia mi prendo la libertà di schierarmi sempre con gli islandesi (Bjork compresa!), ed ammettere (se non fosse già chiaro) che ho un occhio di riguardo per tutte le scandinave/i in genere :) ...sicchè conto i giorni che mi separano dal concerto dei The Knife (35).
P.s.: comunque non lavoro per l'ente promozione al turismo danese, s'intende, è tutta ammirazione gratuita :)


 

Concerto antecedente l'uscita di "The Lighthouse Project", ma degno di attenzione:
Buon Ascolto! :)

6.29.2013

Maya Beiser live e poi vacanza!

È giunto il momento di dedicarmi ad un paio di settimane di vacanza, il chè vale anche per questo spazio web...anche se qualche incursione poco impegnativa magari ci sarà lo stesso. Ma giusto poche ore prima che il mio volo parta, come se non bastasse già la solita ansia di aver messo tutto in valigia ed avere preso tutti i biglietti/documenti necessari, la Beiser si è prepotentemente ripresentata nella mia testa. Sono anni ormai che mi dibatto sulla signora in questione, mai una musicista mi ha lasciata più combattuta di questa violoncellista israeliana sull'importanza della questione estetica nella musica. Come scritto in più post a lei precedentemente dedicati (e se volete farvi una risata, rimando ad un mio vecchio post dedicato solo al suo look: http://omote-no.blogspot.it/2011/06/ben-oltre-il-one-man-band-ma-meno-dei.html), trovo la sua musica e la sua corposità sonora decisamente fascinosi e convincenti, ma forse perchè abituata al fascino discreto e ben più sobrio delle altre top-celliste (Kent, Gudnadottir, Keating, Olsson, Hespvall, Szelag, Rule etc etc), questo palesare un atteggiamento un po' (tanto) da milf mi devasta uno strumento così fine ed elegante trasformandolo in un oggetto dalle mille interpretazioni. E non è che sia solo una mia fissazione, basta leggere i commenti su youtube per rendersi conto che quando c'è la Beiser di mezzo, tutti i commenti sono sex oriented! :)
...comunque suona bene! 
Buon Ascolto ed a presto! :)

6.27.2013

Nocturnes

WILLIAM BASINSKI "NOCTURNES"
Sono dell'idea che la musica di Basinski non possa essere descritta con le parole, sarebbe come descrivere il suono prodotto da un pianeta nel suo moto rotazionale od il suono prodotto da una galassia...cosa impossibile dato che dalle poche reminiscenze di fisica so che il suono non si propaga nel vuoto...ma se potessimo percepire o catturare quel suono, probabilmente avrebbe la stessa carica di profondità e mistero. Allo stesso modo credo che i loops di Basinski riescano a catturare l'essenza del suono prodotto da ciò che all'opposto, rappresenta l'infinitamente piccolo, dunque i movimenti degli elettroni negli orbitali atomici, gli atomi che si scontrano, od ancora la formazione di uno ione quando l'elettrone più esterno viene ceduto od acquistato...in questo caso non so se il rumore prodotto da questi fermenti di particelle infinitesimali possa essere catturato, ma se fosse possibile, credo varrebbe lo stesso che per l'infinitamente grande. Ed ancora, forse più alla nostra portata, per certo i loops di Basinski riescono a catturare il lato più inconscio ed allo stesso tempo quello più introspettivo del nostro essere...certamente meno fascinoso rispetto a ciò che compone la materia e lo spazio, ma non per questo meno complesso o più facilmente accessibile. 
Di sicuro, come facile intuire dalle parole prive di senso scritte fino ad ora, i loops di Basinski mi ipnotizzano senza che vi sia alcuna capacità né volontà di cercarvi un significato preciso. Ad ogni ascolto le sue atmosfere, o meglio, i suoi mondi in musica evocano ricordi o sensazioni diverse, così, senza alcuna presunzione di giungere ad una chiave in grado di decifrare le intenzioni di Basinski, bisognerebbe cercarsi un luogo adatto, in solitudine e lasciare che il suo minimalismo diventi un caos insostenibile a causa dei pensieri, riflessioni e ragionamenti che al suo ascolto scorrono  inevitabilmente nella mente. In queste sere d'inizio estate io guardo le sfumature di luce riflesse sulle nuvole durante il lento imbrunire, da un rosso acceso si attenuano man mano col buio...e non so se le nuvole nei loro spostamenti producano del rumore (esclusi i tuoni), ma nei loops di Basinski credo sia incluso anche questo... :) #pensieridistorti 
Meglio ascoltarlo senza paturnie insensate vah:



William Basinski from Gianmarco Del Re on Vimeo.

Buon Ascolto! :)

6.25.2013

Gravity

BEN LUKAS BOYSEN "GRAVITY" 

Seconda uscita nel corso del 2013 per Ben Lukas Boysen che abbandonato, forse per il momento o forse definitivamente il moniker Hecq e la sua natura più dedita all'IDM al glitch ed all'elettronica più pulsante, sotto la sua vera identità si dedica con particolare bravura a sonorità dotate di maggior raffinatezza giocate sul delicato intreccio tra ambient, avant garde e minimalismo strizzando l'occhio alla classica contemporanea.
Mentre "Mother Nature", uscito pochi mesi fa (qui), per quanto piacevole si limitava ad essere una OST con molti spunti interessanti ma poca personalità, "Gravity" invece sembra aprire un nuovo percorso per Boysen.
La visione caleidoscopica del suolo terrestre vista dall'alto...da un satellite o da un aereo, poco importa, scelta come art-work del suo album, riflette l'essenza della sua sonorità: una fastosità di suoni ed elementi che racchiudono una fragilità di fondo giocata su sottili e melancoliche linee di piano (notevolissime in  To The Hills), sonorità soffuse, synth profondi e percussioni che accompagnano delicatamente le lente variazioni.
Buon Ascolto!