5.08.2013

Ólafur Arnalds live@(Le)Poisson Rouge

Sotto la registrazione (si può scaricare anche l'intera traccia audio su NPR), della rivisitazione dell'album "For Now I Am Winter", accompagnato da un'orchestra di 28 elementi:
SETLIST
Sudden Throw 
Brim 
Brotsjór 
For Now I Am Winter 
A Stutter 
Tomorrow's Song 
Reclaim 
Hands Be Still 
Only The Winds 
Gleypa Okkur 
Old Skin 
We (Too) Shall Rest 
This Place Was A Shelter 
Carry Me Anew 
Near Light 
Lag Fyrir Ömmu (encore)

  
Buon Ascolto! :)

5.07.2013

Playlist: 1/3 2013

Playlist riassuntiva del primo quadrimestre dell'anno...come al solito la copertina è il vero tocco forte! :)
Il tentativo di inserire la selezione brani su Spotify, per evitare di doverla scaricare da qualche file-hosting, non ha avuto successo...magari per la prossima capirò come si fa.


Buon ascolto...spero! :)

4.24.2013

Already Drowning

AIDAN BAKER "ALREADY DROWNING"

 

Non è collegato all'album in questione, ma è ugualmente affascinante e fa da riempitivo visto che per una decina di giorni sarò via per una vacanza...al ritorno, la playlist del primo quadrimestre 2013:


Buon Ascolto! :)

4.22.2013

Mother Nature OST


BEN LUKAS BOYSEN "MOTHER NATURE"





Consiglio di dedicarsi anche ai 15 minuti live accompagnati da effetti grafici ed olografici qui sotto:

Ben Lukas Boysen + Geso, AV live set @ ASA2013, Leipzig [Germany] - Snippet from Geso on Vimeo.

Buon Ascolto! :)

4.16.2013

James Blake live@Coachella

JAMES BLAKE LIVE@COACHELLA

1. Air & Lack Thereof 
2. I Never Learnt To Share 
3. Overgrown 
4. Limit To Your Love 
5. CMYK 
6. Voyeur 
7. Digital Lion 
8. To The Last 
9. The Wilhelm Scream 
10. Retrograde

Buon Ascolto(?) :)

4.12.2013

"The Golden Age"

WOODKID "THE GOLDEN AGE"


Non so se la strada intrapresa da Woodkid (Yoann Lemoine) rappresenta la nuova frontiera del gusto tamarro oppure se la sua intuizione di unire strumentazioni organiche che vanno dagli abbondanti fiati agli archi utilizzati in maniera estremamente enfatica, a ritmi dal gusto piuttosto danzereccio, percorrerà invece la propria strada senza creare proseliti...facile pensare che prossimamente ascolteremo pessime imitazioni del suo stile. Sta di fatto che il suo full-lenght di debutto "The Golden Age" è uno strano esperimento ben riuscito e mai scontato, certo, talvolta così esagerato che in confronto i lavori The Irrepressibles risultano persino sobri (...), ma non mancano anche risvolti acustici ed intimi come "Where I Live". In estate si esibirà con alcune tra le maggiori orchestre sinfoniche europee (biglietto per Lione acquistato in tempo!), mentre in questo periodo è in tour con il suo complesso di percussioni e fiati.
Veuillez installer Flash Player pour lire la vidéo

Veuillez installer Flash Player pour lire la vidéo

Buon Ascolto! :)

4.11.2013

Shaking The Habitual

THE KNIFE "SHAKING THE HABITUAL"

Giunta all'ennesimo ascolto, non riesco ancora trovare un solo frammento che non mi convinca del fatto che i 7 anni di attesa per "Shaking the Habitual", pur contanto i progetti paralleli e quel fascinosissimo lavoro con Planningtorock ed Mt. Sims dal titolo "Tomorrow in a Year" che in qualche modo si continua nel brano "Raging Lung", i fratelli Dreijer non li abbiano spesi interamente alla lavorazione di questa ora e mezza abbodante di caotiche distorsioni, isterismi vocali di una Karen più fascinosa che mai, i beat sempre più pulsanti di Olof, strumentazioni inconsuete fino a ciò che appare come uno shamisen giapponese, ore di registrazioni ambientali dentro la cattedrale di Uppsala a Stoccolma, strumenti a fiato e sperimentazioni elettroniche spinte oltre ogni definizione. Un'ora e mezzo di rara complessità sonora, talvolta al limite dello sfinimento e riflessioni sociali/politiche frutto di approfondimenti universitari e gruppi di studio concentrati sul ruolo femminile, sul significato del termine "privilegio" e la responsabilità di essere un artista...tutte questioni espresse in maniera approfondita nelle interviste rilasciate ultimamente e nel contenuto grafico del doppio CD (o vinile)...ed ancora nel corto diretto da Marit Östberg (stessa regista del video "Full of Fire"):


Alle prese con la preparazione della playlist del primo quadrimestre, mi ritrovo con la certezza che inserirei in pratica tutto l'album dei The Knife e poco, davvero poco altro...sicchè, dato che l'obiettività non è il mio forte, non aggiungo altro, rimandando ad agosto la sintesi dei loro live che vedrò ad Oslo e Göteborg...e da spettatrice di una tappa del loro incredibile tour del 2006 "Silent Shout. An Audio-Visual Experience", nonostante le ottime premesse sul gruppo di lavoro, non mi è possibie immaginare come potranno superarsi, eppure sono certa che lo faranno!



Buon Ascolto! :)

4.05.2013

Frances-Marie Uitti

Potrei dilungarmi a dismisura riguardo l'ennesimo prodigio del violoncello suonato in maniera non-convenzionale...un po' Okkyung Lee in quanto a follia, un po' Hildur Gudnadottir quanto a grazia...ma poi tutto si può sintetizzare con una sola parola onomatopeica: BOOM! 

acamar from yota morimoto on Vimeo.


acamar from yota morimoto on Vimeo.


acamar from yota morimoto on Vimeo.

Buon Ascolto! :)

4.03.2013

William Ryan Fritch "the Waiting Room"

WILLIAM RYAN FRITCH "THE WAITING ROOM"

Negli ultimi anni è stato un continuo fiorire di trasmissioni tv incentrate su ciò che succede in sala operatoria o su ciò che si nascone dietro l'approccio medico-paziente in una sala visite (talvolta al limite del medical drama), dapprima focalizzate sugli interventi di tipo estetico e via-via di più ampio spettro andando a toccare un po' tutti i campi di specializzazione. RealTime in pratica ci ha costruito un intero palinsesto talvolta con cretinate del tipo "Non sapevo di essere incinta", "Malattie misteriose" oppure "Chirurgia XXL", talvolta invece ben riuscite tanto da essere diventate un appuntamento quotidiano come "Embarassing Bodies", che nonostante il suo fare diretto e piacevolmente esplicito scommetto che le due domande che ognuno si pone nel guardare ogni sera il programma sono: dove cavolo compra quelle camicie il Dr Jessen?? e perchè la Mckenna fa sempre quelle facce disgustate??
...o certamente più completo l'ottimo esperimento "24H in Pronto Soccorso".
Da medico posso constatare finalmente un minor tabù di fronte a tutto ciò che è "prodotto organico", ma dall'altra parte, una bizzarra convinzione del paziente nel sapersi fare autodiagnosi al punto che per avvalorare le sue tesi durante la visita porta con sè articoli di giornale, esempi presi da Embarassing Bodies, articoli su wikipedia...piccolo consiglio: questi atteggiamenti ai medici stanno davvero sulle balle, e se volete evitare di essere presi largamente per i fondelli e trattati in maniera sbrigativa come degli spregevoli idioti, limitatevi a guardare le serie sopra-citate al solo fine di andare incontro alle personali pruderie/curiosità...come facciamo tutti! (me compresa nonostante ne veda di tutti i colori ogni giorno)
Tutto questo prologo perchè "The Waiting Room" di William Ryan Fritch fa da colonna sonora ad un documentario che riprende in parte la formula di "24H in Pronto Soccorso", filmando ciò che accade in una sala d'attesa di un ospedale pubblico americano, che segue dunque pazienti appartenenti ai ceti più bassi e  sprovvisti di assicurazione sanitaria.
http://www.whatruwaitingfor.com
Quanto alla musica di Fritch, si tratta di 12 raffinate composizioni elettroacustiche che si compongono di violoncello, percussioni, basso, drone ed orchestrazioni riuscendo a muoversi tra diversi umori ma senza ricorrere ad inutili e pomposi slanci emotivi, giocando invece con toni soffusi:   
Buon Ascolto!! :)

4.01.2013

Nadia Sirota "Baroque"

NADIA SIROTA "BAROQUE"

Non bastasse il suo precedente (ed eccellente) lavoro solista e le sua presenza fissa nella cricca di Valgeir Sigurdsson, "Baroque" è ulteriormente impreziosito dalle partecipazioni di Shara Worden, Missy Mazzoli e buona parte della Bedroom Community (Nico Muhly, Paul Corley e Daniel Bjarnasson).
http://www.nadiasirota.com

 
Buon Ascolto!! :)

3.28.2013

"I'm so Excited!"

La critica lo sta distruggendo con termini quali "volgare", "maialata", "brutto", io invece l'ho trovato brillante e divertente...certo non nasce con i presupposti dell'essere un filmone, ma la scena del balletto ed alcune battute sono memorabili!! :D
(qui sotto per intera)

3.26.2013

Julia Kent "Character"

JULIA KENT "CHARACTER"





Su questo spazio web si sono spese un mucchio di parole riguardo ogni nuovo progetto della carriera solista (e non) di Julia Kent...ogni qual volta vi è una nuova collaborazione, od ogni volta si può ammirarla suonare il suo violoncello dal vivo. Tutte parole nemmeno lontanamente capaci di rendere l'idea del suo talento, del suo fascino discreto e della sua rara versatilità musicale, così per la sua ultima uscita solista dal titolo "Character" l'intenzione era di riassumerne l'eleganza e l'intensità con qualche frammento video...non ci sono ancora estratti video, ma sotto lascio la sua performance+intervista alla trasmissione "Spinning on Air" su WNYC:
Transportation
Flicker
Tourbillon
Fall
Only Child
Salute



Buon Ascolto!! :)

3.18.2013

Nac/Hut Report "Angel​-​like Contraction Reverse"

NAC/HUT REPORT "ANGEL-LIKE CONTRACTION REVERSE"
Forse il termine "sperimentazione" riferito in termini musicali ha ormai assunto una tale mole di sfumature e generi da non avere più una sua identità, riducendosi ad una massa amorfa che sempre più di rado è in grado di offrire novità, idee precise e stili personali. Da ascoltatrice di tutto ciò che passa dal drone, all'elettroacustica, al noise, al field-recording, all'avanguardia al glitch e quant'altro, mi accorgo sempre più spesso, purtroppo, di quanto ci si trovi ad ascoltare infinite varianti dello stesso album, composizioni estenuanti basate su un singolo fruscio ed esercizi di stile che rendono poco riconoscibile un album rispetto ad un altro. Tutto questo prologo potrebbe essere riassunto in un semplice concetto: un album capace di caratterizzarsi ormai assume di un valore doppio. E' il caso di "Angel-like Contraction Reverse", secondo full-lenght del duo italo-polacco Nac/Hut (dal tedesco nachhut "retroguardia") nato a Cracovia nel 2008 dall'incontro tra l'artista visiva Brigitte Roussel nativa di Poznam ed il musicista sperimentale Li/ese/Li originario di Reggio Emilia.
"Angel-like Contraction Reverse", seguito del primo fortunoso lavoro "9th Overflowing...Milky Slaughterhouse... Dream of Incubator..." uscito un paio di anni fa e dedito maggiormente ad atmosfere più legate alla musica industrial e post-punk, esce sotto etichetta Double Hallucinative (neo-nata label sperimentale) dopo quasi 3 anni di lavorazione tra Italia e Polonia. Il loro sound, come rilasciato in un'intervista per Pukeskywalker, è influenzato dalle sonorità distorte di Glenn Branca, Pierre Schaeffere, Pierre Henry, fino ai Cabaret Voltaire ed agli Einstürzende Neubautensviluppandosi in un oscuro e malinconico intreccio di noise, musique concrete, loop, distorsioni elettroniche, chitarre deformate, fino sfumature al dream-pop a cui si aggiunge la fascinosa voce di Brigitte Roussel capace di distendere ed "addolcire" l'inquietudine sonora. Voce peraltro piuttosto evocativa e dotata di una sinuosa espressività, che in qualche modo ricorda (con le dovute differenze di stile e genere) Liz Hysen dei Picastro...in proposito è da citare anche il progetto solista di Brigitte.
In passato i Nac/Hut hanno aperto numerosi concerti per nomi celebri come Evangelista (Carla Bozulich), si spera prossimamente di vederli impegnati in un tour e ricevere la positiva risposta di pubblico che meritano.



http://nachutreport.bandcamp.com
http://double-hallucinative.blogspot.it

Buon Ascolto! :)

...programmi per l'estate

Nulla si sa riguardo un possibile futuro album, quel che è certo è che Antony lo scorso 6 marzo a Parigi si è proposto in una nuova veste, anticipando quel che sarà il prossimo tour di fine primavera/inizio estate. Accompagnato da una nuova formazione di musicisti di stampo prettamente jazz ha presentato una serie di cover, alcune già note per chi colleziona l'infinita serie di registrazioni live dei suoi primi anni, mentre altre inserite nel suo repertorio per l'occasione, sotto il titolo "She's so Blue"... 










Buon Ascolto! :)




3.08.2013

3.07.2013

"Fatalist: The Repetition of History"

FIELD ROTATION "FATALIST: THE REPETITION OF HISTORY"





http://fieldrotation.de
http://www.fluid-radio.co.uk/2013/01/field-rotation-fatalist-the-repetition-of-history/
Album fascinoso ed ipnotico, forse troppo oscuro e malinconico, tuttavia si abbina perfettamente con questi ultimi (si spera) ritagli invernali... 
Buon Ascolto!! :)

2.26.2013

Atoms for Peace "Amok"

Mai piaciuti i Radiohead, ma il primo sentore che il problema non fosse Thom Yorke mi venne con il suo album solista "The Eraser", ora ne ho la conferma:



Buon Ascolto! :)

2.19.2013

The Revival Hour "Scorpio Little Devil"

THE REVIVAL HOUR "SCORPIO LITTLE DEVIL"
Dietro il progetto "The Revival Hour" si nascondo DM Stith, artista noto per il suo ottimo esordio Heavy Ghost uscito nel 2009 e per le sue consolidate collaborazioni con Shara Worden (My Brightest Diamond) e John-Mark Lapham, noto per le sue collaborazioni con Micah P. Hinson e Scott Matthew, oltre che come membro dei The Earlies. Per farla semplice, due artisti accomunati da una condizione che per quanto triste ed incomprensibile, ha regalato alla musica (all'arte in generale), spesso lavori preziosi, ossia essere gay e crescere in un ambiente restrittivo e bigotto. In questo caso, l'uno cresciuto in una remota cittadina ultra-conservatrice del Texas, e l'altro in una famiglia di stampo evangelico-puritano, spinto ossessivamente dalla famiglia ad ascoltare musica cristiana, nell'intento di farlo "redimere" dalla sua omosessualità (senza parole...). The Revival Hour suona dunque come una liberazione fin dallo stesso nome del progetto, traendo spunto in maniera pomposa, colorata ed orchestrale dalle sonorità '60, modernizzando un caleidoscopio di stili passando da soul singer come Dusty Springfield fino a musicisti come Roy Orbison, mischiando con successo elettronica, avanguardia, folk ed orchestrazioni sinfoniche.
Ascoltando l'album è immediatamente riconoscibile la voce di DM Stith, sempre caratterizzata dal suo accattivante falsetto isterico ed esasperato, a cui spesso fanno da contrappeso basso, sintetizzatore ed organo, giocando sull'alternanza basso-acuto con estrema eleganza e complessità con numerosi cambi di atmosfere.
Null'altro da aggiungere su questo piccolo ma prezioso lavoro, se non alcune tracce (tra tutte ("Hold Back" e "Copper House"):







Buon Ascolto! :)

2.13.2013

Grouper "The Man Who Died in His Boat"

GROUPER "THE MAN WHO DIED IN HIS BOAT"
Liz Harris è un'Artista estremamente produttiva: 6 full-lenght, innumerevoli pubblicazioni tra EP e singoli e svariate collaborazioni (inutile citare nuovamente il tutto, rimando al breve ed incompleto riassunto: http://omote-no.blogspot.it/2012/03/liz-harris.html); tanto produttiva quanto schiva tanto da risultare piuttosto difficile districarsi tra le sue numerose attività, non avendo un sito ufficiale e limitandosi ad un profilo facebook non particolarmente aggiornato.
Il suo è uno stile ben consolidato capace di unire in una strana miscela la sua voce eterea a morbidi drone, atmosfere folk ad increspature ambient, il tutto a dare una sensazione confusa ed indefinita che evoca allo stesso tempo un senso di quiete ad una sfocata ed indefinita sensazione di disagio e nostalgia. Un suono cavernoso che sembra giungere alle orecchie da qualche remota sorgente sonora o forse da qualche sommesso ricordo, comunque sia, legato strettamente ad una sfera intima e privata. Od almeno, questa sarebbe la condizione ideale per esaltare al meglio l'ascolto delle sue produzioni, o meglio dire, delle sue "ambientazioni". Premesso ciò, salvo il forte carattere drone della sua ultima pubblicazione dal titolo "Violet Replacement", progetto nato come una serie di performance live basate sull'improvvisazione condizionata dal contesto ambientale della location e dal pubblico presente, ad un ascolto disattento le numerose produzioni di Liz Harris potrebbero dare l'impressione di essere apparentemente sempre uguali, una continua variazione ed una continua rielaborazione di uno stesso motivo; ma nelle giuste condizioni di ascolto (ed ovvio, avendo le adeguate attitudini al tipo di sonorità),  invece è facile rimanere incantati dall'incredibile abilità con cui la Harris riesce ad esplorare l'oscuro con una dolcezza disarmante, giostrando la sua voce con componenti organiche e riverberi elettronici, muovendosi agilmente tra differenti atmosfere, inquietudini, riflessioni, ed evocazioni mnemoniche dal forte carattere nostalgico.
Ascoltando "The Man Who Died in His Boat" la mente non può che riportare a quello che è considerato il suo lavoro più prezioso "Dragging a Dead Deer Up a Hill" (2008), difatti si tratta di una serie di outtakes (e assolutamente non di scarti) rimasti fuori dalla tracklist di quest'ultimo, la cui pubblicazione era stata preannunciata con molto anticipo.
Se "Dragging a Dead Deer Up a Hill" aveva in copertina una bambola poco rassicurante in vesti scure, ad evocare l'inquietudine dell'innocenza infantile, "The Man Who Died in His Boat" in qualche modo continua il percorso (oltre che sonoro), legato ai ricordi. In copertina appare la madre di Liz Harris ritratta in un'indecifrabile espressione sia mimica che gestuale, mentre il titolo riporta ad un altro ricordo adolescenziale della Harris, riferendosi al ritrovamento di una nave abbandonata che giunse nel porto della sua città: Hagate Beach. La barca non aveva segni di collisione, nè era capovolta o affondata, eppure del suo marinaio non se ne ebbe più traccia. La Harris spiega di essersi intrufolata all'interno dell'imbarcazione andando un giorno a pesca con il padre, e che vedere gli oggetti di uso quotidiano del disperso, il suo mobilio e constatare che anche "un cavallo senza cavaliere" può riuscire ugualmente ad approdare alla sua meta, ebbe un forte impatto su di lei.
Oltre alla storia dietro quest'ultima uscita, venendo all'album...risulta immediatamente come uno dei suoi lavori più organici, in cui vengono messe da parte le leggere sfumature drone al pianoforte  che caratterizzavano "A.I.A", ed ancor più i suoi caratteristici effetti delay, lasciando invece maggior spazio alla sua voce, alla chitarra e rivolgendosi a numerosi field-recordings dai temi acquatici...il tutto privo di quell'effetto cavernoso prima citato, conferendo così all'intero lavoro un aspetto ancor più intimo e riflessivo del normale.
Ogni brano si lega all'altro in un solido intreccio costruito su impercettibili variazioni capaci di creare un flusso continuo, in cui l'oscuro ed i tormenti non sfociano mai in esplosioni sonore, ma piuttosto in pacate riflessioni. L'apertura "6" suona come un vecchio nastro danneggiato ricco di fruscii di sottofondo a dare l'idea di logorio; la più organica "Vital" ci riporta immediatamente alle atmosfere più intime della Harris, la sua voce sdoppiata con effetti delay risulta forse la parte più nostalgica ed offuscata dell'intero lavoro. "Clouds in Place" riporta alle sonorità di "Dragging a Dead Deer Up a Hill", dando l'effetto di una  cantilena infantile, ad enfatizzare il contrasto luce/oscurità...e lo stesso discorso vale per "Cover the Long Way" in cui cori eterei si intrecciano l'un l'altro accompagnati soltanto da una chitarra in un binomio tanto fragile e commovente quanto disarmante. In "Vanishing Point" riverberi metallici si distribuiscono su uno strato di fruscii accompagnando rade note tenebrose al pianoforte elaborate con effetti delay, lasciando infine spazio ad uno degli interludi composti da field-recordings che hanno funzione di separare i vari umori su cui si districa l'intero "The Man Who Died in His Boat", per poi aprirsi nella più quieta title-track con un risultato alquanto spiazzante nella sua riuscita. Vale ancora la pena citare "STS" e "Being her Shadow", tappetti sonori che si dilungano in oscure e nostalgiche meditazioni tra delicati riverberi drone ed atmosfere ambient, amplie distese in cui la Harris riesce a catturare con dolcezza la fragilità e le inquietudini dell'animo umano.


Lascio qui sotto "Dragging a Dead Deer Up a Hill" (tra l'altro rieditato e ristampato in Lp):


E' il caso di dirlo: un ottimo Ascolto!! :)

2.08.2013

Efterklang - 4AD Session

Per la prossima settimana il nuovo album di "Grouper", intanto una sessione dei danesi Efterklang per 4AD

Tracklist:
I Was Playing Drums
Alike
Me, Me, Me, the Brick House
Modern Drift


Buon Ascolto! :)

2.04.2013

Antony and the Johnsons live@Canal+ 2009

A quanto pare il Nostro apparirà da solo al festival di Sanremo, così riportano XL de La Repubblica e svariati altri siti...dopo anni di pellegrinaggi in giro per tutta Europa, questa non me la sarei mai immaginata! Scelta incomprensibile ed indigesta, tanto per il suo talento completamente al di fuori dalla portata di un evento così kitsch e bigotto, quanto per le conseguenti stupidaggini che verranno dette/scritte a riguardo.
Pazienza...una piccola parentesi su cui si cercherà di chiudere un occhio :)
Nel frattempo sono andata a ripescare nei miei archivi :) confrontando le numerose performance trasmesse nelle tv europee, e dato che non si trova in giro su web ho optato per questa registrata nel 2009 per Canal+...e l'ho messa su vimeo, così da offrire una valida alternativa per quella sera :) 
Setlist
Kiss My Name
Her Eyes Are Underneath The Ground
Epilepsy is Dancing
Another World
The Crying Light
Aeon


Buon Ascolto! :)

1.28.2013

Full of Fire

Negli ultimi giorni la pubblicazione del singolo "Full of Fire", a precedere il ritorno dei The Knife con l'album di prossima uscita "Shacking The Abitual", è stato più volte postato in vari formati per essere subito dopo ritirato...ora sembra essere definitivamente pubblico. "Full of Fire" è accompagnato da un fascinoso quanto disturbante cortometraggio realizzato dalla filmmaker Marit Östberg (artista dedita a tematiche di forte impatto e forse non adatta a tutti...), che riprende in maniera perfetta lo spirito critico/sociale/politico che ha sempre caratterizzato la musica dei The Knife; critici soprattutto nei confronti della loro Svezia, paese a volte non così corrispondente all'immagine di welfare state di cui tanto si vanta...ricordo che fino a pochi giorni fa era uno di quei paesi che obbligava le persone che si sottoponevano all'intervento di riassegnazione del sesso, alla sterilizzazione forzata. Il corto è costruito partendo dal brano "Who Looks After My Story", critico con l'arroganza dell'uomo bianco, eterosessuale e ricco, che di fatto ha scritto la Storia tentando di cancellare la natura ben più varia e complessa del genere umano, generando disparità sociali e mancanza di diritti ancora oggi ben radicati anche nelle società più evolute.
...come di consuetudine i fratelli Dreijer appaiano nel video...in vesti poco credibili :)...ma facilmente riconoscibili.

Full Of Fire from The Knife on Vimeo.

Buon Ascolto e buona Visione! :)

1.25.2013

Appuntamenti di febbraio

Invece del consueto live del week-end, per questa settimana è sufficiente una singola traccia della durata di poco più di 3 minuti; si tratta di "Tourbillon", brano che anticipa il terzo full-lenght di Julia Kent dal titolo "Character", la cui uscita è prevista per inizio marzo oltre che in formato CD e digitale, anche in formato Lp...http://music.juliakent.com
Sotto lo streaming e la possibilità di effettuare il download del brano (splendido come d'abitudine).



Già che siamo sul discorso...Julia Kent si esibirà in due solo-show: il 7 febbraio al Btomic a la Spezia ed il 17 febbraio al Nuovo Teatro di Soragna a Parma. A noi torinesi invece sono riservate due date particolari: il 10 febbraio la Kent e Fabrizio Modonese Palumbo collaboreranno in una DJ session presso il Blah Blah, mentre il 16 febbraio presso il CAP10100 avrà luogo la data conclusiva del "Cantiere dei Suoni", sessione in cui il violoncello di Julia Kent incontrerà le sonorità di Ivan Bert, Paolo Spaccamonti e Paolo DellaPiana...evento che verrà poi successivamente diffuso in streaming e da cui verrà realizzato un vinile...lascio il link: http://www.musica90.net/musica-90-sessions/

Buon Ascolto! :)

1.22.2013

Stuart Warwick "The Butcher's Voice"

STUART WARWICK "THE BUTCHER'S VOICE"
Sarebbe interessante sapere di ognuno quale sensazione abbia provato nel guardare una copertina album così bizzarra e kitsch, altrettanto interessante sapere che cosa ci si possa aspettare da un'accozzaglia di elementi ad un primo e disattento sguardo, così volutamente disarmonici e contrastanti...
In realtà, l'elemento contrasto è un tratto caratteristico dell'album in questione "The Butcher's Voice" il cui titolo gioca sul termine queer "butch", che sta ad indicare la categoria più mascolina ("camionara" per intenderci) dell'universo omosessuale femminile, mentre il pilastro su cui è stato realizzato è l'affascinate, quanto spesso incompreso, tema dell'identità di genere. Tra i brandelli di carne appesi ed i cagnolini rosa, in primo piano appare un energumeno con sigaro in bocca, si tratta in realtà del trans FtM (female to male...per questo mi sono rivolta al maschile, altrimenti ricordate che per LE trans MtF ci vuole l'articolo al femminile!), Buck Angel, a cui è dedicato il brano "The Man with a Pussy"...denominato così per aver deciso di non sottoporsi all'intervento di riassegnazione del sesso. 
Parlando sempre di contrasto dunque, lascio sotto il brano sopra-citato "The Man with a Pussy" che a questo punto svelerà l'intimismo e la delicatezza dietro l'intero album. Tra l'altro il videoclip, a mio parere stupendo, non riprende Buck Angel ma David Hoyle, meglio noto come "The Divine David", icona dell'anti-stereotipazione LGBT inglese e personaggio piuttosto interessante su cui consiglio di approfondire un po':


"The Butcher's Voice" è il secondo album di Stuart Warwick dopo l'esordio nel 2010 con "The Ordeal", ma in realtà per essere precisi, l'esordio di Warwick risale al 2003 sotto moniker "Jacob's Stories"; ha una voce ed uno stile che sono stati paragonati a Perfume Genius, Antony Hegarty e Rufus Wainwright...vero, ma con una sua identità ed un suo tratto distintivo. Per continuare con le similitudini, oltre a Perfume Genius ed Antony Hegarty si potrebbe aggiungere anche John Grant, giusto per aver raggiunto la notorietà con un album che affronta temi così intimi come la propria identità di genere e la propria omosessualità, ma Warwick si distingue da tutti questi esempi noti per la rara capacità di unire un inaspettato quanto efficace humour a tematiche esistenziali e talvolta legate a condizioni di reale disagio.
Si passa dall'amore per un marinaio ubriaco, a pupazzi di Hello Kitty nascosti sotto assi di legno del pavimento per sfuggire alla vista del padre, il tutto tra ricche orchestrazioni composte da pianoforte, violoncello, arpa e contrabbasso, all'intimismo del solo binomio voce-pianoforte, ad atmosfere cariche di quel dark-humour citato prima, dal forte aspetto cabarettistico e teatrale.
Insomma, un lavoro ambizioso, complesso, accattivante ed articolato e si sa già che più in avanti nel corso del 2013 uscirà anche "The Butcher's Cut", che racchiuderà tutti i brani tagliati fuori da "The Butcher's Voice"...e soprattutto per l'estate Warwick ha in piano di buttarsi in un tour europeo...sperando passi anche dalle nostre parti! ;)



Un buonissimo inizio d'anno musicale direi.
Buon Ascolto!! :)