7.14.2011

Melancholic Extremism

Il titolo del post non è una mia voluta esasperazione nel tentativo di riassumere sbrigativamente l'essenza di un album (come mio solito...), ma è come la stampa polacca, durante il tour del 2008 per il loro terzo "Black Hill: Midnight At The Blighted Star", ha definito le sonorità degli Human Greed. Formazione nata nel '99 dall'unione tra lo scrittore scozzese Michael Begg e l’artista visuale Deryk Thomas, giunta ora  suo quarto disco, dal titolo capace di fare intendere nell'immediato la complessità di quest'ultimo loro album: "Fortress Longing: The Internal Campaign for the Safe and Complete Return of the Sleeping Egyptian to the Desert". 
Nel tempo, anche piuttosto recente, Begg ha collaborato  con altre formazioni, quali "Nurse with Wound, "Blind Cave Salamander" e Laura Sheeran con  cui ha contribuito anche alla pubblicazione del debutto "Fovea Hex" (tra l'altro, non ho mai messo nulla...vabbè il prossimo post), e proprio da queste collaborazioni (ma non solo...), ha reclutato i musicisti/artisti per la realizzazione di  questo "Fortess Longing" (abbreviamolo così...). Quindi appunto Laura Sheeran, Tommy Aashildrød, Nicole Boitos (autrice della copertina),
Colin Potter, e poi una violoncellista canadese di cui forse avrò parlato giusto una volta o due su questo blog...se non ricordo male si chiama Julia Kent...quanto sono monotona! :) Certamente si tratta di un album non facilissimo da ascoltare, come sempre bisogna essere un po' abituati a questo tipo di sonorità, un perfetto sinergismo tra strumentazioni classiche quindi il violoncello (di quella certa Kent), violini, arpe,campane tibetane, un pianoforte e sonorità elettroniche tra sintetizzatori e field recordings che derivano dai viaggi di Begg tra Grecia, Egitto, Londra e Francoforte...è un album (oltre che estremamente malinconico...), estremamente complesso e per questo affascinante come pochi altri ascoltati da me quest'anno (sicchè dopo parecchio scrivo un post monografico).
Tornando alla questione Kent, ok sono particolarmente monotematica, ma in fin dei conti cosa posso farci se ogni suo progetto o collaborazione risulta essere così bello, e non a caso il brano che più resta impresso di "Fortress Longing" è "The Green Line": testo scritto da Begg, letto da Aashildrød, accompagnato dal suo violoncello, cupo, profondo, che non fa altro che amplificare la rappresentazione per immagini che già il testo è capace di evocare nella mente...a questo punto, solo dopo averlo ascoltato, avrete ben chiara la sua profondità.

***The Green Line***
There is a path, A green line
that runs from the twilight mountains to the midnight sea.
The longer you walk this path
The more clear it seems
You cannot return to the mountain
You will never reach the sea
This liminal moment in full view of your limitations
Where the ivy holds a fragile, transitory peace with the snowdrops
This liminal moment
Where a son bids a sunny farewell to a father
And pedals off into the mossy shadows
This liminal moment
Where the father is not so old
Where the son is not so sure
This is your moment now
All the flowers are open
The new stars are aching in this terrifying sunset
Of silence and cave water
Amid these tiny favours through which we hide from death;
the bloated womb,
the sonorous bells that command you to lift your empty head,
your scribbled activity in the world
Sometimes, it doesn’t get light at all.

   The Green Line by OMNEMPATHY
Esiste una versione limitata (120 copie) dell'album che include un'appendice , una "bozza" dell'album curata da Colin Potter.

Già che ci siamo...è certo poi che nella playlist di fine anno la Kent farà la sua apparizione ovviamente con qualcosa tratto da "Green and Grey", con questo "The Green Line" e con qualcosa tratto dal prossimo album dei "Blind Cave Salamander" (che dovrebbe uscire a settembre/ottobre...il 22/9 verrà presentato in anteprima qui a Torino al Teatro Astra)...ma poi resta in sospeso ancora la questione "Bar"...ma qualcosa, ora, inizia a farsi più chiaro: http://my.zero.eu/OFFbooking/propongo/evento/21983,julia-kent-s

Buon week-end! :)

7.11.2011

The Life and Death of Marina Abramovic "Cut the World"

Sono di corsa, ma comunque DEVO postarvelo qui:
come noto, sabato scorso, 9 Luglio è andata in scena la prima dello spettacolo teatrale "The Life and Death of Marina Abramovic"...(senza scrivere nuovamente tutto a riguardo, andate qui: http://omote-no.blogspot.com/2010/10/life-and-death-of-marina-abramovic.html ), spettacolo che sarà nel programma del Manchester Festival fino al 16 Luglio. Per chi come me smania di andare a vedere lo spettacolo sia per la Abramovic, che per Dafoe ed ovviamente Antony (tre icone per me), lo spettacolo diretto da Robert Wilson sarà in programma la prossima primavera a Madrid...e lì ci andrò di sicuro!
A  quanto si sa Antony ha scritto 9 brani, ma si esibisce cantando soltanto in questi:
-Your Story, My Way
-Cut the World
-Snowy Angel (in realtà brano di Baby Dee...qualche "vecchia" registrazione  in cui lui si cimenta nella rivisitazione di questa canzone, dovreste trovarla ancora in giro...)
-Volcano on Snow
gli altri brani sono invece affidati all'interpretazione della Abramovic e di Willem Dafoe.
Un'anima pia ha postato un video professionale di 14 minuti, relativo allo spettacolo (non so se è stato girato durante le prove o proprio durante la première), comunque sia è così diviso:
-Clip 1: le note sono riconoscibilissime da ogni Basinki-addicted come me, si tratta di "The Disintegration Loops" su cui, non ho idea di come ci riesca, ma Dafoe ci mette la voce con un risultato più che interessante....già a questo punto le scenografie e l'atmosfera ricreata sul palco mi fanno venire un'invidia pazzesca per chi ha avuto tempo e modo di organizzare una scappata a Manchester...argh!
-Clip 2: eheh....Antony canta questa "Cut the World"...ed é una meraviglia!! Ma la vera sorpresa è la Abramovic, piuttosto suggestiva, ricorda un po' i modi di Little Annie, no?
-Clip 3. un'altra parte dello spettacolo con la Abramovic e Dafoe...
Potete guardarlo qui: http://vimeo.com/26227219
oppure solo la parte relativa a "Cut the World:

7.07.2011

La quiete prima della tempesta

Mi sembra doveroso iniziare scrivendo a proposito di 2 "piccoli" annunci che ieri hanno generato in me uno spasmodico senso di attesa, ma so di non essere la sola ad aver avuto questo effetto; e dunque:
- il 6 settembre uscirà un 7" degli XiuXiu intitolato "Daphny" e dietro a questa prossima uscita sembra esserci una storia piuttosto interessante :) http://www.polyvinylrecords.com/store/index.php?id=1852
- il 18 ottobre uscirà il nuovo album di Shara Worden come My Brightest Diamond (yeahh!!), s'intitolerà "All Things Will Unwind" e qui potete ascoltare "Reading Through the Other Side"...ed io che stupidamente credevo che ormai la mia classifica di fine anno fosse già definita...

Passando a qualche album già uscito ed ascoltato (dati i miei arretrati):
-WILL SAMSON "Hello Friends, Goodbye Friends"
Posso dire che in realtà il motivo per cui ho deciso di ascoltarlo è la copertina? Tremendo, lo so, ma tant'è! :) ...ma mi piace l'idea di questo poster rovinato ritraente un monte innevato...vai a capire la psiche!
La storia vuole che Samson sia l'ennesima anima inquieta che cerca un radicale cambiamento per la sua vita, ed allora nel 2010 decide di prendere un biglietto di sola andata per l'Europa arrivando così a Berlino dove si sistema inizialmente alla ben-meglio in un ostello, per poi trasferirsi in una sorta di ripostiglio. Poi la solitudine ed il senso d'isolamento dato dal fatto di non conoscere la lingua fanno sì che Samson sfoghi tutti i suoi pensieri ed il suo malessere in musica. Ne viene fuori un album malinconico, intimo e decisamente pacato...e la voce? La voce non è altro che, dopo il tema della solitudine, il voluto isolamento, il desiderio di cambiare il corso della propria esistenza, l'ennesima analogia con Bon Iver...un falsetto non molto diverso, ma più posato. E' da metter chiaro che le analogie con Bon Iver fanno riferimento all'esordio di quest'ultimo, quel meraviglioso, minimale, intimissimo "For Emma, Forever Ago", non certo al suo ultimo "pomposo" lavoro (che a dir la verità mi ha lasciata indifferente...troppo esagerato!). Qui



-OKKYUNG LEE "Noisy Love Songs"
Lei è una violoncellista coreana (anche se come tutti vive a New York), il suo primo album solista è relativo al 2005 e s'intitola "Nihm" a cui hanno fatto seguito infinite collaborazioni...non c'è molto da dire...il consiglio è di NON farsi un'idea di lei come una delle solite care violoncelliste che passano spesso su questo blog...lei è estremamente più sperimentale!
Qui sotto lascio un video piuttosto esplicativo sulle sue abilità, ma non c'è da spaventarsi, insomma...l'album ha sì i suoi momenti "caotici", ma altrettanti momenti accessibili a chiunque, od almeno, non così violenti...ed è un lavoro piacevolissimo! Qui



Buon week-end! :)

7.06.2011

Scandire i tempi di una giornata

Tre umori differenti, o forse meglio definirli come tre diversi momenti della giornata. Ascolti in stretta relazione quindi con le diverse necessità, al grado di attenzione, all'intensità della luce, alla stanchezza, al bisogno di starsene un po' da soli in tranquillità...

Point Reyes. Un Ep, nulla più che un Ep anche se piuttosto corposo come esordio per questa band che dati i presupposti sembra partire più che dignitosamente. Point Reyes è al tempo stesso una località californiana (dove credo sia originario il leader Asa Horvitz), da immaginarsela quindi come una classica cittadina balneare ed assolata che più di infinite band rock energiche o sonorità frivole e solari sembrerebbe non poter dare altro... ed anche in questo caso non ci si discosta poi molto da questa "tradizione", si tratta di un Ep è vero non sempre solare ma comunque  estivo, mattutino, insomma poco impegnativo ma non per questo insignificante, un violoncello ben ponderato che lascia perdere qualsiasi forma di virtuosismo per accompagnare in maniera sensata la voce (a volte anche irritante) di Horvitz e la sua chitarra. ...c'è da dire che Horvitz e band vivono a Brooklyn e che hanno lavorato anche molto in Europa, e dunque per fortuna loro l'influenza di altre sonorità si fa sentire! Fa piacere poi sapere che alla realizzazione ha contribuito anche Nat Baldwin e rendersi conto che i conti in effetti talvolta tornano. Qui


Si passa invece poi a sonorità più serie, meditative, soprattutto dilatate, sì, ma non ancora notturne, piuttosto adatte all'inbrunire; si tratta del progetto "Il Rumore del Fiore di Carta", band originaria del Molise e giunta con l'album "Lesson 3/How to Live without Senses" ormai appunto alla loro terza uscita. Che titolo suggestivo per quest'album, ma anche i titoli dei brani sono più che curiosi,  nel tentativo di dare una forma ad un album del tutto strumentale che rientra di tutto rispetto nel post-rock. Adatti se rientrano nei vostri gusti personali gruppi come "Giardini di Mirò" e perché no i "Mogwai" od ancora gli "Explosion in the Sky". Consiglio di andare a recuperare anche i loro due album precedenti, e siccome si tratta di una band che si autoproduce, non metterò qui alcun link per avere accesso al loro album, che comunque non è difficile da trovare in giro da qualche parte...
Così si ha un'idea di come suonino, sotto "Music for Vegan Vampires":


A questo punto si giunge ad un'intimità che richiede necessariamente il buio, il silenzio e la solitudine... Alva Noto non contento di aver fatto uscire sul finire dello scorso anno un album in collaborazione con Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten (ma non ne avevo scritto nulla??), comunque un capolavoro avanguardistico tra la sperimentazione elettronica minimale di Alva Noto e la sperimentazione vocale di Bargeld, che con la sua voce fabbrica frammenti che poi distorce, crea loops, alterazioni di tono...insomma ribadisco la parola capolavoro!... comunque Noto non appagato da tale meraviglia ha deciso per un'ennesima collaborazione con Ryuichi Sakamoto, la quinta per essere precisi...dal titolo "Summvs". Uno potrà pensare che alla lunga anche questo sodalizio possa annoiare e non trasmettere più nulla, ma invece ecco che arriva la variazione di programma, per carità le atmosfere restano minimali ed introspettive come sempre, ma questa volta ad una forse eccessiva freddezza dei capitoli passati, le sonorità si fanno più morbide, appunto più intime e meno cupe, fino ad arrivare all'apice dell'album, ossia alle due rivisitazioni di "By this River" di Brian Eno, l'una intervallata da pause perfettamente studiate capaci di arrivare ad una profondità emotiva inaspettata, l'altra versione invece molto, molto, molto dilatata, 8 minuti a dare quasi un effetto (termine che ho letto e mi è piaciuto molto) slow-motion. Qui
Anche se relativa al 2005...:


Buon ascolto!

7.04.2011

Soundscapes

Tra le date da segnarsi per la prossima edizione del MiTo Settembre Musica figura senza dubbio il 7 settembre Christian Fennesz al Blah-Blah (qui a Torino), in cui (caspita, ma non ho mai postato nulla su di lui??!!?? ...eppure lo ammiro tanto quanto Basinski!)...vabbè, per l'occasione Fennesz sonorizzerà il film "Berlino, Sinfonia di una Grande Città" di Walther Ruttman (1927), film che narra una giornata tipo (seppur dell'epoca), della vita di Berlino, dalle prime luci dell'alba fino al suo lento addormentarsi.

Diamanda Galás suonerà invece  l'11 settembre all'Auditorium di Milano, Olafur Arnalds il 15 al Teatro Out Off (Milano), e sarebbero interessanti da vedere anche Alva Noto con Blixa Bargeld il 17 alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. 
Al di fuori del MiTo, ma in qualche modo collegato ad esso, si svolgerà come sempre qui a Torino da ormai 16 edizioni "Il Sacro attraverso l'Ordinario", festival organizzato dall'associazione "Il Mutamento Zona Castalia" e tra le varie iniziative legate al teatro, la danza, le arti visive, e conferenze, faranno parte dell'edizione 2011 anche 3 serate musicali come si deve:
-il 22 settembre al Teatro Astra suoneranno i Blind Cave Salamander, trio "torinese" formato (vabbè rinfresco la memoria, anche se direi di averne già scritto in abbondanza...), da Fabrizio Modonese Palumbo, Julia Kent e Paul Beauchamp. Quindi la fusione tra le sonorità elettroniche di Paul Beauchamp (che suonerà anche il 7 luglio per il Traffic Festival come membro dell'orchestra elettronica "Tacuma"), il drone di Palumbo alla chitarra elettrica ed alla viola elettrica, ed ovviamente la parte al violoncello della Kent...quindi appunto una fusione di suoni e stili apparentemente inconciliabili, ma che in realtà si sposano perfettamente...non certo di facile ascolto se non si è abituati, se non li si è visti live prima o non si è affascinati dalla sperimentazione in genere...ma se siete su questo blog, direi proprio vi possano piacere. Lascio sotto un estratto di un live di circa 13 minuti, di un ennesimo progetto aperto che prende il nome di Soundscapes; alla solita formazione Kent/Palumbo/Beauchamp si unisce anche Jochen Arbeit degli Einsturzende Neubauten, ed il risultato non svia poi molto dal progetto Blind Cave Salamander (di cui altrimenti potete farvi un'idea ad esempio dalle riprese del live dello scorso anno al Cortile della Farmacia, sempre qui a  Turìn), comunque sia, sono 13 minuti di assoluta meraviglia:

Soundscapes Bologna Jochen Arbeit & from aadkchannel on Vimeo.

-il 23 settembre, invece sarà la volta dei Cindytalk al Blah-Blah (e mi fa molto piacere rivederli dopo lo scorso anno, anche se mi ricordano un periodo funesto);
-il 24 settembre...eheh...almeno per me, l'evento più atteso, sì, perchè Julia Kent presenterà in anteprima assoluta un nuovo progetto, che prende il nome "Bar" (forse nome non a caso...), per certo ora si sa che sarà una collaborazione con Paul Beauchamp...ma se si avranno più news certe, vi terrò aggiornati ;)

A proposito, Parallel41 suoneranno il 13 luglio a Bari...se ci andate avete la mia più totale invidia! (anche quando andrete per Antony ad Ottobre...) :)

Buona programmazione di concerti a cui andare!
Ps: album interessanti eccetto l'ultimo di Nico Muhly non ne ho ascoltati, ma comunque il post non vuole essere un rimpiazzo :)

7.01.2011

In mancanza dei cavalli...

...no, non voglio certo dire che gli/i "The Irrepressibles" sono un rimpiazzo ad un album appena uscito che non saprei proporvi, anzi! (anche se nell'ultima settimana non ho avuto il minimo tempo per un nuovo ascolto...a parte Bjork...ma mi dilungherò in proposito poi a settembre, quando uscirà "Biophilia"). Trovo invece siano interessantissimi, e come già scrissi nella 'classifica' di fine anno 2010, penso il loro modo di proporsi dal punto di vista scenico, sia un'esperienza già di per se, e se a questo aspetto si legano le loro sonorità e la voce del leader Jamie McDermott si ottiene un risultato ottimo. Spero sempre un giorno di poterli vedere dal vivo...suonare su una delle loro pedane a struttura quadrilatera, direi a "baldacchino", su cui poi vengono proiettati fasci di luce, giochi di specchi, coreografie minimali ma curatissime, il tutto a creare un ambiente indefinito a se;

 e  magari vederli proprio in una delle stanze della Reggia della Venaria Reale, o nel mezzo dei suoi giardini... ma forse è solo un effetto nostalgico di quando in quei giardini ci vidi Antony una delle ultime volte (paragone impossibile! Anche se facilmente abusato)...sì, sarebbe comunque una cornice suggestiva, un'ambientazione perfetta...ma basta fantasticare, perché recentemente hanno suonato per l'Holland Festival e la registrazione di una parte del live (una mezz'ora circa) la potete vedere qui, oppure sotto:
Get Microsoft Silverlight Bekijk de video in andere formaten.
Scopro poi ieri che il 6 Agosto suoneranno in provincia di Pordenone...il solito tempismo...io parto il 4 arghhh!! estrema invidia per chi ci sarà! :)
Buon week-end! :)

6.27.2011

Prossime reginette del looping crescono

Ne approfitto di 10 minuti di pausa per riprendere il discorso Linnea Olsson, violoncellista svedese (scoperta per puro caso mentre ero a Copenhagen), di cui scrissi un paio di mesi fa. Giusto perché non riesco nemmeno a prendere sonno quelle 3 ore a notte,  qualche giorno fa ho cercato ancora qualcosa su di lei, ma la ragazza è ancora un'artista di nicchia,  a parte il suo myspace non ha un sito ufficiale, comunque ho trovato pochi video relativi a qualche performance live...e dal poco che ho potuto vedere, sono sempre più convinta che verrà prima o poi inserita tra le dive del looping (cello)...non intendo certo dire che spiazzerà le regine indiscusse della tecnica (Kent, Keating e Gudnadottir), ma la ragazza promette bene, almeno, personalmente mi da lo stesso effetto sorpresa di Joanna Newsom ai tempi di "The Milk- Eyed Mender"...staremo a vedere!
"The Ocean"

Linnea Olsson - The Ocean di val3rie-live

"Mind Reader"

Linnea Olsson - Mind Reader di val3rie-live

"Ah!"

Linnea Olson - Ah! - Festival AAO di val3rie-live

"Dinosaur"

Linnea Olsson - Dinosaur di val3rie-live
(non appena avrò tempo, posterò un live degli "The Irrepressibles", filmato giusto qualche giorno fa all'Holland Festival)
...nel frattempo, buon ascolto!

6.23.2011

Nient'altro che due album collegati dalla bile nera.

Come preannunciato lo scorso post, questa volta tocca a due album temporalmente distaccati di circa 12 anni (l'uno del 1999, l'altro invece uscito soltanto qualche mese fa), ma legati in qualche modo dalla malinconia su cui sono stati creati; una malinconia che non rappresenta però soltanto un banale punto d'unione, piuttosto una continuità casuale, o forse ispirata (chissà...)...o forse ancora, molto probabilmente si tratta solo di una mia sensazione personale tale da farmi collegare nella stessa serata, e non necessariamente uggiosa, l'ascolto consecutivo dei due.
-THE HEARTS OF EMPTY
Cominciamo dal più recente, "The Hearts of Empty" del progetto Dakota Suite; chi ha già ascoltato in precedenza "The End of Trying" e  "Waiting for the Dawn to Crawl Through and Take Away Your Life", avrà ben chiaro il concetto di malinconia di Chris Hooson, espressa in incomunicabilità, isolamento ed estraniazione da ciò che c'è intorno. Così a partire dalla copertina album, come le precedenti in bianco e nero, non vi è traccia di emozione, nessuno stimolo; è chiaro fin da subito che anche questa volta a caratterizzare un lavoro di Hooson è l'umor nero  inteso come nella rudimentale medicina ippocratica (lascio perdere tutto il discorso Jung, che non mi compete), come quella costante sensazione di fondo che porta ad una certa profondità, l'abbandono quindi dei ritmi frenetici ed iper-attivi per dar spazio all'introspezione, riassumibile con il concetto di maliconia...ed è proprio così, un album che suona indubbiamente più jazz rispetto ai precedenti, ma un jazz molto quieto, ragionato e  nonostante ciò anche sperimentale, un piano, le classiche spatolate sulla batteria, qualche arco accennato, ma anche qualche intromissione elettronica. Qui

- THE CYCLE OF DAYS AND SEASONS
L'ascolto legato all'umor nero continua con questo album degli Hood, album che mi ha sempre colpita profondamente e per questo cerco di ascoltare il meno possibile, per non assorbirlo eccessivamente e trasformarlo in qualcosa di troppo familiare e che dunque non potrebbe più emozionarmi. 
 Gli Hood (ne avevo già parlato tempo fa), sono una band di Leeds (e tra  l'altro credo una delle mie preferite), forse uno dei gruppi più sottovalutati di sempre...anzi, visto che le poche recensioni troverete in giro sono più che ottime, è più giusto dire invece che si tratta di uno dei gruppi meno considerati di sempre, anche se è il caso di dire che il successivo lavoro "Cold House", del 2001, visto come il loro capolavoro, ha comunque avuto una certa eco. 
Come già scritto sopra, è un album uscito nel 1999 (in autunno, ovvio!), il più nero abbiano pubblicato, ed anche in questo caso la copertina ci da subito un'idea chiara riguardo cosa ci aspetta. Post-rock, sperimentale, maliconico, ma anche qui troverete qualche piccola venatura jazz, ed allora sarà tutto collegato Qui  

Poi non c'entra nulla, ma qui sotto la performance di Bon Iver per "Holocene"...notare l'odiosità dei saluti finali!! :)
 
...e poi basta con questa tragicità, insomma, Antony torna finalmente a  fare qualche data (dovrei vederlo 3 volte nel giro di un mese!) anche da noi, su con la vita! :) 
 
Buon week-end :)

6.20.2011

Ben oltre il one-man-band, ma meno dei classici loops

Avevo pensato in realtà ad un post sull'ultimo lavoro di Dakota Suite "The Hearts of Empty", e con ciò ricollegarmi ad un "vecchio" (ed a me molto caro) album degli Hood "The Cycle of Days and Seasons", poi ben 3 coincidenze capitate nell'arco di una sola giornata mi hanno costretta a cambiare idea e scrivere di Maya Beiser, ma insomma...il prossimo post sarà sui 2 album sopra citati.

Lo scorso marzo, durante l'ultima edizione della TED Conference sappiamo tutti bene che si è esibito Antony (però tolta qualche foto, fino ad ora non esiste nulla di documentato, arghh!!), ma la stessa sera si è esibita anche Maya Beyser (violoncellista israeliana di cui ho scritto in precedenza...), che certo schifo non fa!
Finalmente quelli della TED hanno almeno pubblicato la sua performance di 20 minuti (tempo che spetta di regola ad ogni ospite), che consta essenzialmente di 2 brani separati da un piccolo intervento...colpisce certo la sua bravura (ma anche altro, di cui parlerò poco sotto...), ma colpisce soprattutto l'idea con cui è stata concepita l'esibizione.
A questo punto devo premettere che la Beiser non utilizza tecniche looping, piuttosto si avvale di basi pre-registate che poi ri-elabora ed arricchisce nel corso del brano sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista...vabbè, ne parlerò sempre poco sotto...
Il primo brano è "Cello Cunterpoint" di Steve Reich, e la Beiser sceglie sempre la tecnica delle parti pre-registare, ma a suonare insieme a lei ci sono altre 7 Maya Beiser...non copie fittizie vestite come lei, ma 7 sue registrazioni audio/video che accompagnano la sua esibizione...l'effetto è affascinante quanto inquietante, semplice quanto innovativo...si potrebbe pensare anche di creare un'intera orchestra in questo modo, ma a suonare in tempo reale sarebbe solo la copia originale di se stessi. La tecnica del looping cello (che sta vivendo la sua epoca), a questo punto mi sembra addirittura svilita...insomma, è l'effetto stupore del momento, e spero mi passi in fretta per potermi stupire nuovamente delle "mie" "classiche" Kent, Keating e Gudnadottir.
Il secondo brano invece è "World to Come" di David Lang e questa volta si lascia perdere il magheggio precedente, pensando invece più ad un'interazione tra suono ed immagini.

Bene, ora che avete visto i 20 minuti (o giù di lì), potrei parlarvi ancora di lei...come violoncellista ho una grande ammirazione per lei, insomma, nulla da dire e personalmente mi emoziona parecchio tanto da lasciarmi con una evidente espressione di stupore ogni qual volta l'ascolto, ma questo capita se mi limito ad ascoltarla e chiudo gli occhi. Forse sono io, abituata alla sobrietà ed all'eleganza discreta della Kent, ma trovo la Beiser terribilmente autocelebrativa, ok che i suoi anni li porta davvero bene, mah....le copertine pacchiane ed oltre i limiti del kitsch dei suoi album ---->
le sue espressioni sempre esagerate, si atteggia da diva consumata, e riferendomi al filmato sopra: primo pezzo da rimanere a bocca aperta, poi rovina tutta l'atmosfera non appena si alza in piedi ed inizia a parlare mettendosi in pose irreali da fascinosa in giacca fetish di pelle nera attillata...a quel punto la tentazione di pigiare stop era altissima, per non parlare della sua performance alla WNYC per "Kashmir" (a tratti mi imbarazza il solo fatto di guardarla...):

Sono anni che mi chiedo se è un atteggiamento che le viene naturale oppure se è costruita...le risposte che ho ricevuto sono tutte concordi: è così esagerata che sarebbe impossibile farlo apposta! :)
Comunque il suo ultimo album "Provenance" (di cui sopra la copertina che può competere giusto con quelle di Sieben...), con la versione al violoncello di "Kashmir" lo trovate Qui
Buon ascolto!
Ps: mi scuso per lo sfogo idiota, ma dovevo togliermi questo sassolino...dal prossimo post tornerò a cose depresse, promesso!;)

6.16.2011

Playlist: 1° Semestre 2011

Dopo 3 settimane di pioggia incessante (almeno qui), finalmente è spuntato il sole, segno che ci si avvicina ormai all'estate, così, seppur con qualche giorno di anticipo, chiudo il primo semestre con la playlist riassuntiva (con la solita copertina di poco gusto, ma tant'è...), che poi...riassuntiva mica tanto...
Due ore di musica che di estivo hanno ben poco, più adatte forse ad un ascolto verso il lento imbrunire tipico di questi giorni, ma anche ieri durante l'eclissi, devo dire che hanno avuto il loro perchè...



 ...tanto per tutto il corso dell'estate il tenore sostanzialmente cupo di questo blog rimarrà sempre lo stesso... :)
Buon ascolto!

6.10.2011

Scott live in Vienna 28/5/11

Settimana oltre i limiti del frenetico, tolta la fissa per David Thomas Broughton non c'è stato tempo per nessun nuovo ascolto eccetto che per Scott Matthew (ma che in realtà girava già da un po' sul mio iPod...), e ben due concerti a cui tenevo andare (Einsturzende Neubauten e Palumbo/Arbeit/Beauchamp), sono saltati per forza di cose, cioè a causa dei furbetti che vedendo una festività legata ad un week-end pensano bene di farsi un luuunga pausa mascherandola con un'improvvisa malattia...tanto poi ci sono i tirocinanti a coprire anche i turni di notte, per poi farsi i turni anche di giorno e seguire regolarmente i corsi... =_= Fortunatamente il mio carissimo amico Davide ha provveduto per tempo alla "cattura" di quel che segue...(pensiamo ambedue sarà cosa piuttosto gradita).
Ebbene, veniamo al dunque: un altro album che personalmente attendevo in maniera smisurata era proprio il nuovo (che appositamente non cito...) di Scott Matthew, ma inutile mettere il link qui tanto si trova in qualsiasi blog/sito-per-arraffatori :), meglio un live, no? Meglio ancora se si tratta di una registrazione di un'ora e mezza audio/video professionale, giusto? Per essere più chiari, lo scorso 28 maggio Scott Matthew e band hanno presentato in anteprima il nuovo album (che esce oggi), con un concerto a Vienna e questo è stato registrato da Radio fm4, poi messo in streaming per alcuni giorni ed in seguito rimosso. (sotto un fotogramma che ho estrapolato dal video). In attesa di vederlo live a breve (farà qualche data da noi tra la fine di luglio ed inizio agosto: Marina di Ravenna, Roma, Catania, Sesto al Reghena):
 Tracklist:
Black Bird
True Sting
Community
Abandoned
Duet
Seeding
Little Bird
Felicity
Sinking
Upside Down
Sweet Kiss in the Afterlife
In the End
No Place Called Hell
The Wonder of Falling
Friends and Foes
This Guy's in Love with You (Burt Bacharach)
No Surpises (Radiohead)
Harvest Moon (Neil Young)

Prima chiederei cortesemente soltanto di non sparpagliare il link del video in giro...dato che è legato al miei account personale vimeo che a sua volta è legato a questo blog...
A questo punto...buon ascolto, buona visione e buon week-end!  :)
La prossima settimana caricherò la playlist di metà anno, ormai quasi pronta, ma ancora da rifinire.

6.02.2011

Lechuza/Outbreeding

Premetto solo che sono alle prese con la playlist di metà anno e che sono un po' in crisi perchè ormai la tracklist ha raggiunto i 27 brani...troppi neh?? Ne aggiungiamo un altro paio, poi mi affiderò al lancio della moneta:
1) ESMERINE "LA LECHUZA"
(qui) Progetto nato circa 10 anni fa da Bruce Cawdron (Godspeed You! Black Emperor) e la violoncellista Rebecca Foon (Silver Mt. Zion), ma per quest'ultimo lavoro la line-up si estende con Sarah Page all'arpa, Sarah Neufeld degli Arcade Fire, e con l'apparizione inconfondibile, anche se in punta di piedi, di Colin Stetson che fa sempre la sua figura!
"La Lechuza" è un lavoro dedicato a Lhasa De Sela (deceduta non molto tempo fa), che fu anche collaboratrice al progetto Esmerita, e l'album include un brano postumo (si tratta in realtà di una versione alternativa) "Fish on Land", cui lei prestò la sua voce.
Non ho trovato esibizioni live, ma comunque qualcuno ha messo su YouTube "Last Waltz", brano piuttosto indicatore della bellezza dell'intero album...ricordano talvolta i Clogs:
                                                                   

2) DAVID THOMAS BROUGHTON "OUTBREEDING"
(qui) Per forza di cose, ascoltando il suo vocione talvolta anche un po' forzato, vengono da fare certi accostamenti (...), ma nulla a che fare eh! La poetica di Broughton è diretta, esplicita, a vederlo da l'impressione di essere un tipo non proprio simpaticissimo, ma quel che conta è che abbia tirato fuori un album del genere! Brani che vanno dalla cupezza d'animo più profonda, fino ad un certo senso di ilarità ma senza essere mai banale o superficiale, da una semplicissima combinazione chitarra/voce a momenti in cui si susseguono un contrabbasso, sintetizzatori, un piano, campionamenti...
Qui sotto in una sessione live, registrata lo scorso marzo:


Buon ascolto!

5.31.2011

People Changes/Flying Birds

1) NAT BALDWIN "PEOPLE CHANGES"
Dietro un ottimo consiglio, "People Changes" (qui) del bassista dei Dirty Projectors, Nat Baldwin. In realtà non sapevo nemmeno dei suoi precedenti lavori da solista "Most Valuable  Player", "Enter the Winter" e "Lights Out" (meglio tardi che mai, ma dove vivo??!!??).
Registrato in una baracca isolata in un bosco nel New England lui, la sua voce delicata ed il suo contrabbasso, ma nel corso dell'album si trovano anche un saxofono, ed una batteria...basta, mi fermo qui! Ascoltatelo che è bellissimo.
L'album è uscito per l'etichetta Western Vinyl, che dopo i Wires Under Tension inizia a piacermi sempre più.
Qui sotto in una performance live del secondo brano dell'album (e personalmente il mio preferito) "Weights":


2) MUSIC FOR MONEY "FLYING BIRDS"
Dopo il primo e sconosciutissimo album "X", "Flying Birds" (qui) rappresenta il secondo  lavoro per i Music for Money, quintetto canadese (precisamente da Montreal) che definisce la propria musica come: “una colonna sonora strumentale per fuggire dalla realtà“.
Abbastanza indefinibili appunto, farli rientrare in un genere piuttosto che in un altro non è impresa semplice, post-rock, elettronici, sperimentali, usano sintetizzatori, allo stesso tempo archi, un piano, un beat-boxer, chitarre, e diavolerie elettroniche varie ed il risultato sono 13 tracce l'una diversa dall'altra, ma ben collegate tra loro.
Ogni brano è rappresentato da un'illustrazione (contenuta nel digital booklet) che vuol dare un senso od almeno l'idea che si cela dietro quel brano...il tutto perfettamente riassunto (secondo me), nella copertina album...un mix di tutto, ma che insieme ha un suo significato.

5.26.2011

In guardia dalla fascinosa bocca crudele

1) Valgeir Sigurdsson con la sua BedRoom Community non sbaglia un colpo, non c'è che dire! Questa volta per il suo Greenhouse Studios è passato questo Puzzle Muteson, che credo al suo esordio, ha tirato fuori un lavoro come "En Garde" (qui)...album che vede oltre la collaborazione con lo stesso Sigurdsson, anche gli arrangiamenti curati da un altro elemento noto dell'etichetta islandese, il solito ottimissimo Nico Muhly. Archi ben ponderati e delicati accompagnano senza mai strafare, sia la voce di Muteson che le sonorità più acustiche della sua chitarra.
Vabbè il contributo dei due sopra, che vale da se la certifica di garanzia, ma a parte ciò, si tratta di un album (e se si tratta di esordio, ancor di più), delicato, sofisticato e che fa ben sperare per i suoi prossimi lavori.
Qui sotto in versione senza archi:



 2) Passando invece a conoscenze ben più assodate...posso già dire che i primi 5 posti della classifica di fine anno, con questo sono già decisi... Penso di averne già scritto abbastanza in occasione del live di febbraio, comunque sia:
"Cool Cruel Mouth" è loro nono album e segna i 15 anni di attività, preceduto un mesetto fa dal lavoro "Uncruel Cool Mouth", una "rivisitazione" ancor più sperimentale ed elettronica curata da Dellapiana e Milanesio.
Little Annie entra a far parte come quinto elemento e voce ufficiale dei Larsen (quindi passerà più spesso qui a Torino), Baby Dee invece presta il suo contributo al piano per l'occasione, ma presta anche uno dei sui brani più intimi e commoventi "Unheard of Hope" contenuta nel suo capolavoro "A Book of Songs for Anne Marie"...a questo punto per chi come me ama la sensibilità della Dee potrebbe venire un colpo pensare che il brano in questione venga stravolto e privato del suo tratto intimista sia dalla voce di Little Annie che dalle sonorità proprie dei Larsen, ma assicuro che il brano non viene comunque privato della sua carica, complice anche il fatto che la stessa Dee si fa sentire al piano...certo magari al primo ascolto si resta un po' perplessi, ma poi passa... :) La stessa Annie poi si cimenta nuovamente con "It Was A Very Good Year", ma dimenticatevi della sua precedente versione con la collaborazione di Paul Wallfisch, contenuta nell'album "When Good Things Happen to Bad Pianos"... per il resto si ha a che fare con le solite splendide lunghissime intuizioni sperimentali dei Larsen che trovano il loro apice in "Viggo", 10 minuti che ipnotizzano fino a lasciare anche un po' frastornati...insomma, album bellissimo! :)
Ricordo che fino ad ora è disponibile soltanto in versione Lp per Important Records, a giugno uscirà anche in versione CD per la Tin Angel Records. Qui sotto lascio "It Was a Very Good Year" in versione live che ho filmato lo scorso 19 febbraio, la qualità è pessima dato che l'ho fatto con l'iPod, ma si sente abbastanza bene...(sul mio canale YT ho messo anche tutti gli altri filmati, praticamente più di metà concerto):


Con questi due album, auguro un ottimo week-end...ah già, ma siamo solo a govedi...allora buon ascolto!
ps: comunque, è doveroso scusarmi per il titolo...

5.24.2011

Musica allegra e spensierata per giornate calde e soleggiate

1) A Red Score in Tile - William Basinski
Il link lo si può trovare  qui...
Negli ultimi giorni una serie di coincidenze hanno fatto sì che io riascoltassi questa composizione di Basinski dopo diverso tempo...e nonostante il clima ormai estivo non sia l'ideale per farsi ipnotizzare dalle sue melodie, caspita, l'effetto di positivo stordimento e cupezza che riesce comunque a suscitare, lascia senza parole ed incapaci di comprendere con chiarezza la sensazione che si prova durante il suo ascolto...ciò che vale poi per quasi tutte le composizioni di Basinski.
Nel rispolverare questo suo lavoro, ho tra le altre cose scoperto che dopo la pubblicazione del 2003 (solo in formato Lp), giusto un paio di mesi fa è stato nuovamente pubblicato e per di più in formato CD...che vedo come la via migliore per poterlo apprezzare pienamente.
Come già scritto, la prima pubblicazione è del 2003, in realtà però la prima bozza di "A Red Score in Tile" risale al 1979 e trae ispirazione da alcune opere di James Elaine, artista con cui Basinski ha collaborato moltissime volte  utilizzando le sue video-installazioni... con un risultato che assicuro, live, lascia ammutoliti!
P
2) The Miner's Hymn - Johann Johannsson

Il link lo trovate qui.
"The Miner's Hymn" è un documentario diretto dal regista Bill Morrison e ripercorre la storia della miniera di carbone Pelton Fell, fondata (o meglio dire "aperta?? o che altro?) nel 1835 e chiusa nel 1965, a Durham. Si parla dunque di lotte sindacali, diritti, modernizzazione e meccanizzazione del lavoro, fatica, classi sociali, condizioni di salute... Johann Johannsson è riuscito ad incorporare questo contesto, componendo la "soundtrack" direttamente sul posto: ha utilizzato l'organo della cattedrale di Durham, registrazioni realizzate nelle stesse miniere, il rumore provocato dalle esplosioni in profondità, il tintinnio ed il rombo delle macchine scavatrici, facendone un vero e proprio collage.


Qui sotto il trailer del documentario:
The Miners' Hymns trailer from Forma Arts & Media on Vimeo.

5.18.2011

Zoe Keating live for the Scottish Ruby Conference

Poco più di un'ora di concerto (poi urgeva accudire il bimbo :D...), registrato lo scorso 9 Aprile al  Royal College of Physicians come evento di chiusura in occasione della Scottish Ruby Conference ad Edinburgo.

Zoë Keating : Live at the Scottish Ruby Conference from Alan Francis on Vimeo.

...la ragazza raccoglie sempre più consensi...magari il segno che qualche data in più potrebbe farla anche in Europa!

5.16.2011

100th Blog Post - Playlist

Guardando la cronologia a lato i conti sembrerebbero non tornare, ma diversi post nel tempo sono stati eliminati o retrocessi a bozze in automatico...per ultimo Destroy di Moby...
Sta di fatto che questo è il centesimo post (mai avrei pensato che in meno di due anni potessi scrivere così tante baggianate!), così ho pensato ad una playlist su misura per l' "occasione": solita orrida copertina, e nessun filo logico nella scelta dei brani, a parte l'indice di piacere personale...o come avrebbe detto un mio docente di Istologia: "tutto alla membro di segugio!" :D
 DOWNLOAD (password: omote)


Qui la lunghissima tracklist:
1- Turkish Wine Portland Cello Project 
2- Now That I Know Devendra Banhart
3- If  it's True Anais Mitchell feat. Justin Vernon 
04- Brazilian Sun CocoRosie feat. Devendra Banhart
5- Little Johnny Brown Sam Amidon  
6- Ostia This Immortal Coil 
7- Part 6 Larsen feat David Tibet
8- Opaque Hildur Gudnadottir  
9- Bind Your Tortoise Mouth Current 93
10- Death to Everyone Bonnie "Prince" Billy
11- Gall Blue Water White Death 
12- Dayvan Cowboy Boards of Canada
13- I Luv the Valley Oh Xiu Xiu 
14- Skyscraper Julian Plenti
15- To the Love Within Megapuss 
16- Weird Fishes Justin Bond
17- Doing the Wrong Thing Kaki King 
18- The Rip Portishead
19- Boy+Angel Doveman 
20- Winter Notes Picastro
21- Big Cat Matteah Baim 
22- Sing for Me Antony & the Johnsons
23- Cymbal Rush Thom Yorke 
24- Diamond Made of Glass Little Annie 
25- You'll Find Your Footing  Baby Dee


Buon ascolto!

5.10.2011

Faraway Close


Parallel °41 è il progetto meno conosciuto e più schivo cui prende parte Julia Kent, ma forse anche per questo motivo il più affascinante; progetto nato nel 2008 dall'unione musicale della Kent con Barbara De Dominicis, a cui si uniscono come parte integrante le videoinstallazioni curate da Davide Lonardi. Il nome Parallel °41 sta ad indicare una linea immaginaria che collega circa alla stessa latitudine, New York e Napoli...due città così lontane, due mondi differenti divisi da un oceano, da ritmi diversi, dalla mentalità, dalla cultura, dalla storia, sul piano sociale...però che proprio grazie a questa linea artificiale trovano un punto in comune, una connessione capace di mischiare le due identità creando un ambiente a se. E' la musica in relazione allo spazio ad eliminare queste differenze, ed è questo il principio su cui si basa "Faraway Close", film curato dallo stesso Lonardi, che riprende Julia Kent e Barbara De Dominicis nel corso di alcune loro performance lungo questo immaginario 41° parallelo che tocca New York, Napoli, Bolzano, Alessandria e Venezia e sempre in ambienti suggestivi: grotte, uno stabilimento industriale, un tunnel abbandonato, un lanificio, vecchi casolari, una cattedrale...cercando una piena interazione con gli elementi sonori e visivi di questi luoghi
Non so ancora quando sarà possibile ordinare una copia del film, ma per maggiori chiarimenti:
http://www.auhasard.org/farawaytrailer.html per il trailer, invece:


Purtroppo Parallel °41 non si esibisce molto spesso, ma spero che chi si trova a leggere questo post, abbia assistito ad almeno un loro live, d'impatto senz'altro il complesso sonoro della solita straordinaria Kent al violoncello e della De Dominicis alla parte vocale ed elettronica, combinato alla parte visuale di Leonardi.
Per informazioni riguardo futuri live: http://www.par4llel.org/one.html

5.09.2011

Bestie inselvatichite e Fink

Visto che ultimamente ricevo mail minacciose dall' "alto", l'album lo trovate  qui  .
Da 4/5 giorni non riesco ad ascoltare praticamente altro, non che i loro precedenti lavori "Limbo, Panto" e "Two Dancers" non li trovassi molto più che piacevoli, anzi!, ma talvolta forse un po' troppo eccessivi nell'abuso del  falsetto ed eccessivi in genere nelle parti vocali; in quest'ultimo "Smother" invece la voce di Hayden Thorpe e di Tom Fleming trovano finalmente un perfetto sinergismo...nessuno dei due finisce con lo strafare, e viene persa ogni traccia di "isterismo", sicchè risulta un album molto più pacato, elegante e ben equilibrato...tanto da arrivare al fondo dell'album con un brano come "End Come Too Soon", 7 minuti e mezzo (poco più) intermezzati da una lunga pausa ambient che pian piano da spazio ad un crescendo di  piano per poi sfociare nel finale con la voce in questo caso delicatissima di Hayden Thorpe che ripete disperatemente "...too soon, it's too soon, it's  to soon"...ed a questo punto è fatta, sono cotta! :)
Qui sotto una versione slow di "Bed of Nails", la performance si riferisce al 16 aprile scorso, quando in occasione del Record store Day hanno suonato in anteprima gran parte dell'album al Rough Trade Store:


 L'altro lo trovate qui... e non vi è altro da aggiungere! :)
Buon ascolto!

5.05.2011

Clara Engel

Per questa volta spazio ad un'artista emergente, anche se, questo termine può portare un tantino su una pista sbagliata, dato il fatto che lei in realtà ha già  pubblicato ben 8 lavori tra Ep, singoli e full-lenght...si tratta di Clara Engel, musicista canadese (precisamente di Montreal):
"Tangerines"

La sua biografia su facebook (www.facebook.com/claraengelmusic) dice così:
Both fierce and delicate, Clara Engel’s music is reminiscent of an era in history when theatre, art, and music were an integral part of a bigger and more vital whole, an era that the 21st century is craving more than ever. Her arresting, androgynous voice and presence, coupled with lyrics that stand alone as poetry, set Clara’s work apart from current music trends. Poet Janaka Stucky describes Engel’s work as “timeless songs that sound at home in the ribcage of rock n roll’s skeleton." The underground, multi-faceted Canadian artist has independently released 6 albums, and collaborated with musicians from the UK, Germany, Brazil, and the USA. In the words of Jeremy Reed, Britain’s most dynamic, adventurous, and controversial poet: “"Clara Engel's voice comes to me from that deepest of all places, imaginative space, from which she visually retrieves an inner landscape converted by breath into the rock equivalent of poetry. Rarely has a voice sounded so authoritative, so unapologetic in its disclosures, so sure of its direction in going home into song. I'd say 'Madagascar' beats them all, and it's only a beginning at harnessing poetic inspiration to the resonating dynamic of voice and the lyrical ache of a great individual singer."
http://claraengel.bandcamp.com/
Qui sotto il suo EP "Madagascar" edito poi anche in versione vinile dalla VoxHumanRecords:

di cui lascio anche una versione live:

http://www.myspace.com/claraengel
"River on the Moon"

4.30.2011

Cripticismi primaverili.

Dato il tempo piovoso ed il crollo delle temperature, ho ripescato due album (che in realtà poi sono usciti soltanto qualche settimana fa), piuttosto uggiosi, malinconici e meditativi...quelli per cui non credo possa essere valida alcuna recensione, vale la soggettività, la sensibilità e non in minor misura, il contesto in cui ci si appresta all'ascolto.

-1) Dustin O'Halloran abbandonato il progetto Devics con Sara Lov, ha approfondito il suo amore per il cinema e si è buttato nel comporre colonne sonore (forse la più famosa riguarda la sua collaborazione alla soundtrack di Marie Antoinette diretto da Sofia Coppola). Le sue atmosfere pacate, minimali e riflessive in "Lumiere" sono state arricchite ulteriormente nel loro significato da collaboratori come Johann Johannsson e Max Richter (due da niente insomma...), rendendo questo lavoro insolitamente orchestrale per uno come O'Halloran...ma niente pomposità, nessuno slancio maestoso...del resto, come per il cinema, non servono particolari mezzi, non servono inutili effetti aggiuntivi, ore di trucco, men che meno effetti speciali, e se il regista (od il compositore) è davvero capace, non serve nemmeno una fotografia curata, la percezione "opaca"  può essere la più esaustiva possibile. (se poi invece l'estrema nitidezza  delle opere di David LaChapelle o Gregory Crewdson riesce ad emozionarvi...beh, forse è probabile che quest'album vi annoi parecchio)



-2) Il secondo è Antonymes (ossia Ian M. Hazeldine), fotografo, designer ed artista concettuale dal nord del Galles, già alla sua terza prova dopo il precedente album uscito nel 2009 "Beauty Becomes the Enemy of the Future" (titolo alquanto saggio!!)e "31:Before the Light Fails" uscito lo scorso anno. Per rimanere in linea, anche quest'ultimo ha un titolo piuttosto accattivante "The license to Interpret Dreams". La sua musica è sintetica, vero, è fatta tramite programmi informatici e sintetizzatori, ma non per questo risulta poi fredda o distaccata...tutt'altro! (un po' come il buon vecchio Basinski insomma)



Buon Ascolto!

4.27.2011

Da tener d'occhio

In questo momento scrivo dal terminal 3 dell'aeroporto di Copenhagen, quindi ho una scusa se non sono riuscita a reperire ancor nulla di sostanzioso a proposito...ma ci proverò giusto tra qualche ora, promesso! Giusto ieri sera guardavo gli aggiornamenti youtube ed ho scorso un video sul canale della CargoVideo a proposito di questa gggiovane violoncellista svedese: Linnea Olsson...a parte il fatto che onestamente la ragazza  mi ha lasciata a bocca aperta a chiedermi dove fosse stata prima d'ora...ma io me lo sento, è un'artista da iniziare a seguire, credo ci darà delle grandi soddisfazioni! 
(sul canale della CargoVideo ci sono altri video)




Linnea Olsson - The Ocean by Juliapop
Buon inizio ascolto...per ora!

4.20.2011

Un biglietto dalla Danimarca...

Questo post è orrendamente autocelebrativo, lo so, ma poi non romperò più per almeno una settimana...ma soprattutto non sono mica felice in questo momento, noooooo...il tutto perchè tornata a casa ho trovato una busta nella mia buca delle lettere, che arrivava dalla Danimarca, con all'interno un "certo" biglietto con il mio nome sopra:

Terza fila posti centrali...sono commossa!! :')

Iceland Playlist

Domani sarei dovuta tornare in Islanda per una settimana, approfittando di questi pochi giorni festivi, ma poi i miei due compagni di viaggio, ricordando le due settimane di pioggia incessante che abbiamo preso la scorsa estate, hanno voluto optare per Copenhagen...non male, mi pregusterò la città prima del prossimo 2 settembre...data ancora lontanissima! Sta di fatto che di musicisti danesi non ne conosco poi molti, e comunque avevo già pronta la playlist islandese...poi le mie copertine sono sempre fantastiche, delineano alla perfezione le mie indiscusse doti da graphic designer! :)
Alcuni nomi, data la celebrità, erano d'obbligo: Sigur Ròs, Bjork (quella dei tempi ancora buoni però!)
altri erano un obbligo morale: Hildur Gudnadottir (di cui è vergognosamente vero, non ho mai messo nulla, ma lo farò), ed il solito grandioso Valgeir Sigurdsson, ed altri sono ancora giovani promesse: gli Hjaltalìn che ho messo addirittura in tripla dose, ma personalmente li trovo fantastici, e tra questi anche Kria Brekkan, che direi essere l'antitesi alle urla di Bjork, ma è anche vero che in fatto di abiti eccentrici se la giocano alla pari! :)

1- Past Tundra Valgeir Sigurdsson
2- Kin Valgeir Sigurdsson feat. Bonnie "Prince" Billy
3- Hunter Bjork
4- Biboni Kria Brekkan
5- Trailer Music Hjaltalìn
6- Saeglopur Sigur Ròs
7- Erupting Light Hildur Gudnadottir
8- Hemipode Amina
9- Our Hands Bjork
10- Friends on the Horizon Mesita
11- Suitcase Man Hjaltalìn
12- In Gray Hildur Gudnadottir
13- Flètta Antony & the Johnsons feat. Bjork
14- The Gift Johann Johannsson
15- Song from Incidental Music Hjaltalìn
16- Armor Kria Brekkan

Buon ascolto, e buona settimana!

4.18.2011

Record Store Day

Oggi mi va di scrivere di un compositore e direttore d'orchestra torinese di Classica Contemporanea: Ezio BossoMi piace perchè in barba all'elitarismo dell'ambiente classico, Ezio Bosso viene da una famiglia di operai Fiat, e grazie al fratello maggiore viene iniziato alla musica fin da quando ha 5 anni, poi si diploma in contrabbasso al Conservatorio di Venezia e da lì la sua carriera inizia con la composizione di colonne sonore per alcuni film, collaborazioni con le maggiori orchestre europee e non, e poi con musicisti del calibro di Philip Glass...a questo punto mi viene naturale citare la musica che Glass ha composto per "Koyaanisqatsi" di Godfrey Reggio, vi renderete conto nell'ascolto che Bosso ne trae parecchio spunto.
Qui sotto con la Filarmonica '900 (sì, quella che si è esibita con gli Antony & the Johnsons alla Reggia di Venaria nel 2009), ed il super violoncellista Relja Lukic, nella sinfonia "Oceans" cui ho avuto la fortuna di assistere alla prima lo scorso anno al Teatro Regio qui a Torino , e qui l'ultima parte (dal terzo minuto il continuo crescendo è da brividi!):

 Qui invece l'utilizzo che della sinfonia ne ha fatto la Regione Piemonte, per uno spot fighissimo di promozione culturale...ed ascoltando l'inizio si può benissimo ritrovare quella sonorità claustrofobica ed alienante di Philip Glass per Koyaanisqatsi:


A proposito di Antony... non c'entra nulla, ma sabato ricorreva il Record Store Day e per l'occasione era disponibile l'EP Swanlights in edizione limitata, 900 copie...e proprio questo mi ha fatto pensare quanto sia prezioso avere un proprio negozietto di dischi di fiducia, preferire rivolgersi a questo piuttosto che ai negozi on-line...tant'è che la mia costante presenza nello stesso negozietto da anni, ha fatto sì che io avessi la mia copia già il venerdì...un giorno prima!
E devo dire che la versione Oneohtrix Point Never di "Swanlights" è straordinaria!

4.13.2011

Matt Howden, un altro one-man band.


Mi sono resa conto che Matt Howden (dato che lo scorso sabato, 9 aprile, era a Milano), è in fin dei conti piuttosto sconosciuto, anche se nella sua carriera ha fatto parte della formazione Sol Invictus e tra i tanti ha collaborato anche con i Larsen... sicchè, nel mio piccolissimo, cerco di fare un minimo di opera di promozione.
Matt Howden è un violonista d'avanguardia, figura in due progetti che poi non sono molto diversi tra loro, appunto come "Matt Howden" (prevalentemente strumentale), e come "Sieben" (in cui si aggiunge la sua voce in maniera più costante), ed ha all'attivo svariati album e moltissime collaborazioni.
Si può pensare a lui come un vero one-man band, difatti senza utilizzare basi pre-registrate, Howden sviluppa i suoi brani man mano, aggiungendo un "pezzo" alla volta avvalendosi dei classici loops...una semplice melodia ottenuta pizzicando le corde del suo violino, a cui si aggiunge un picchiettio od un fruscio ottenuto nei modi più improbabili,  a questo segue lo "sfogo" con l'archetto, poi la sua voce (sarà causa del suo forte accento british, ma a me piace tantissimo!), ed infine il culmine, in cui si scatena con il suo violino, ma insomma, guardatelo:


Così lascio un paio di links, ho scelto un album soltanto come "rappresentativo" per ognuno dei suoi due progetti paralleli (se poi interessa, ditemi pure, ho tutta la lunghissima discografia):



Sieben "Star Wood Brick Firmament"
DOWNLOAD

L'ultima uscita di Howden, l'album è del 2010, la copertina è obiettivamente bruttissima :), ma l'album secondo me merita, eccome!



Matt Howden "Spurge the Sun"
DOWNLOAD

Album del 2004, si tratta di una prima raccolta della sua produzione, decisamente un approccio più strumentale, ma talvolta la sua voce appare facendo una gran bella figura, fra tutti "Peterson's Seat".





Buon ascolto!

4.12.2011

Si va! ...era ora!!

Giusto oggi è uscito il videoclip diretto da Sua sorella, Sara Hegarty,  per chi non l'avesse ancora ammirato:

Ma la notizia più importante è che oltre alla data del 14 Agosto al Wilderness Festival , si sono aggiunte altre due date a Copenhagen, il 2 ed il 3 Settembre, in cui gli Antony and the Johnsons saranno accompagnati dalla Danish National Orchestra(!!). Sicché saranno due anni che non li si vede più in Europa (escludendo "Life and Death of Marina Abramovic" a luglio), ed io dunque ho deciso che ci andrò! (anche perchè chissà se saranno aggiunte altre date o meno)
A questo punto, avrei voluto postare qualcosa a proposito di Matt Howden (Sieben), ma credo rimanderò dato che nella mia testa ora ci sono soltanto due parole che insistono prepotentemente: Antony e Copenhagen!! :)